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Autore: Flaine    22/02/2013    4 recensioni
Raccolta su fette di vita di ipotetiche famiglie di InaGo ♥
Tantissimo fluff e Gender Bending. Oh, e Nonsense.
Avrà più o meno sui venti capitoli, o almeno ci spero c:
Era da tantissimo che progettavo una raccolta del genere, spero di non deludere nessuno. ;v; -machitel'hachiesto-
~ ~ ~
#1. Il vero problema, pensava il marito, era che lo rincorreva gattonando, facendo un fracasso pazzesco e, la cosa peggiore, dimenticandosi la cioccolata sui fornelli.
#2. Concludeva sorridendo dolcemente il fratellone, che si irrigidiva subito quando il padre lo abbracciava facendogli le pernacchie sul collo, lamentandosi del fatto che ormai era un ometto e quelle cose erano per bambini piccoli.
#3. Una vecchia copia facilmente sostituibile, ecco a cosa pensava quando lo sentiva piangere.
~ ~ ~
Spero che vi piaccia e che non vi venga qualche caria. ♪
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: Nonsense, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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// 2. E poi avremo due bambini. Il primo sarà maschio per difendere la sorellina.
Alla husbandO.

 

 

Alle quattordici e ventidue minuti del giorno venticinque gennaio duemilatredici, in una bella villetta del Cotarl, a trenta gradi centigradi, il disastro culinario di nome e cognome Natsumi Rococo teneva la sua pallida e piccola mano dentro quella del marito.
All’interno di quella matrioska stavano dei chicchi di sale ben dosati da Urupa, che stava insegnando alla moglie, noncurante dell’aspetto ridicolo che aveva con lo stretto grembiule rosato di quella.
Ogni tanto si soffiava via dal viso un ciuffo di capelli blu, suggerendo qualcosa all’orecchio di un’imbronciatissima Natsumi, colpita sull’orgoglio dal fatto di non saper dosare il sale in cucina.
Il merito di quella lezione andava tutto al primogenito di sette anni Shuu, che osservava con una smorfia schifatissima –a dir poco- ogni singolo schiocco che il papà dava alla mamma sull’orecchio per farsi perdonare dalla frase spudorata del figlio della sera prima.

Mamma che schifo.

Con conseguenti sputacchi poco eleganti sulle altre verdure grigliate e risate sguaiate della sorellina Anaya alla vista del fratello che si toglieva con le ditine color caffè i tutti i pezzi di zucchina dalla lingua.
Ora, grazie alla sincerità di un bambino, Natsumi avrebbe rimediato al decennio di onigiri salatissimi che indubbiamente convincevano la Inazuma Japan a riprendere gli allenamenti – piuttosto che mangiare quella roba o peggio ancora far notare alla manager il gusto tremendo del riso.

Anaya Rococo invece se ne stava a guardare i genitori coccolarsi sognante come può esserlo una bambina di quattro anni davanti al suo lieto fine preferito.
Shuu non sapeva se guardare disgustato la sorella o sua madre e suo padre.
Papà sapeva sempre come dire gentilmente le cose alla mamma, senza offenderla. Anche se forse era arrivata l’ora di un discorso anche per Shuu, per essere meno schietto, quella volta aveva salvato i palati della famiglia.

***

Shuu voleva imparare a fare le trecce a sua sorella.
Vedeva sempre affascinato le grandi mani del padre passare come minuscoli fili fra i capelli corvini di Anaya, intrecciandoli con nastri rossi, blu e bianchi, per poi ricaderle sulle spalle di un colore un po’ più chiaro di quelle del fratello.
Tutte le sue –odiose- amichette le facevano i complimenti a casa, quando erano sedute sui cuscini a fare merenda, per i capelli. E ancora una volta lo sguardo di Shuu andava al padre, che aveva notato il desiderio dietro alle iridi carbone del figlio e ricambiava con un sorriso, un sorriso che diceva di aver capito tutto.
Quel giorno le mani di Rococo erano attorno a quelle del figlio, fra i capelli della sorella che aveva in viso una smorfia da competizione perché non si fidava del fratellone.
“Hai il broncio di tua madre.” Continuava a ripetere Urupa in mezzo alle risate, mentre Natsumi, ridacchiando, aggiustava un pallone bianco ad esagoni arancioni che Shuu aveva trovato in mezzo alla siepe quando erano andati in vacanza da zia Bryce e zio Shuuya.

Anaya dormiva sempre avvinghiata alla mamma, di notte, che sopportava in silenzio il corpicino bollente della figlia, anche sotto le coperte, visto che aveva paura dei mostri.
Rococo e Shuu ogni tanto si fermavano a guardarle, entrambi sorridendo.
“Shuu, quelle sono le nostre donne.”
“E dobbiamo difenderle.”
Concludeva sorridendo dolcemente il fratellone, che si irrigidiva subito quando il padre lo abbracciava facendogli le pernacchie sul collo, lamentandosi del fatto che ormai era un ometto e quelle cose erano per bambini piccoli.
Poi rifletteva un po’ e diceva anche che avrebbero svegliato le loro donne facendo tutto quel rumore, per poi addormentarsi fra le braccia del papà – da vero uomo.





~ ~ ~
Orsù, Ordunque /la tirano sotto ventordici porte ... Orsudunq--//venticinque pianoforti
Sono tornata con questa raccolta! cuc/ Ci tengo davvero tanto e mi dispiaceva un sacco non andarla avanti. ;v;
Quindi ciance alle bande. [cit.] questa è la seconda famigliola, Natsumi e Rococo più Shuu e la sorellina senza nome che è diventata Anaya.
Mi aveva sempre intrigato l'idea che Rococo insegnasse a Shuu a fare le trecce alla sorellina, in stile congolese (?) con tutti i fili di stoffa asdjkshfkjhs.
E anche con questa ho esagerato con il fluff, yeeee. :'D
Spero non vi sia spuntata una caria o che la vostra tastiera non sia ricoperra di vomito arcobaleno. O zucchero. O--insomma, ci siamo capiti. :''
Il che è strano, perché ultimamente tendo ad amare l'angst.
-macosac'entraeachifrega- -anessunosalutaevai- T_T
Bene, che posso dire, mio padre si è appena esibito in un 'maremma maialaccia' perché non posto in fretta e io gli grido contro da un buon quarto d'ora.
E questa roba la dedico a Camy, la mia maritA, ovvero BananaH. Non lo so, non ti ho mai dedicato nulla husbandO, era davvero arrivata l'ora di fare qualcosa, dopo tutto quello che hai dedicato tu a me e tutto quello che hai fatto e detto per me. Andate a leggere le sue storie, ora, è una mita.

Spero davvero tantissimo che sia valsa l'attesa di questa schifezzuola e che sia piaciuta a qualcuno.
Non vomitate arcobaleni çuç/
Grazie mille a chi legge e recensisce, a chi è passato di qui e a chi è arrivato fino a qui. 
?
cha.

  
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