Capitolo I
-No!-
Tritter alzò
la testa di scatto.
-Prego?- ripetè piano,
socchiudendo le palpebre per studiare meglio l’uomo che aveva di fronte.
-No- calmo e deciso.
Wilson si mosse appena sulla scomoda sedia di quell’improvvisato ufficio.
-Non era una richiesta- puntualizzò Tritter.
- Ho detto no- ripetè di
nuovo Wilson pacato, incrociando le braccia davanti a sé.
- Se io testimonio non voglio che ci siano
conseguenze legali per lui-
- Questo non è possibile- ribattè
Tritter ordinando i fogli sulla sua scrivania.-il dottor House ha violato delle leggi e…-
-Questo lo so bene anch’io-
Non c’era bisogno di ricordargli il lungo elenco di
infrazioni che avevano fatto sì che lui si trovasse in quell’angusto
angolo dell’ospedale, insieme a un poliziotto ostinato e rabbioso deciso a far
radiare il suo amico dall’albo medico
- Niente conseguenze legali- ripetè.
- E come pensa di poterci riuscire sentiamo-
Tritter si
spostò leggermente all’indietro, appoggiandosi allo schienale della sedia.
Rilassato, eccome come si sarebbe potuto definirlo,
calmo e rilassato, la posa di uno che
aveva tutti gli assi dalla sua.
-Se io non testimonio lei non ha niente-
Tritter
mordicchiò una penna, con aria pensosa.
- Non può dimostrare che ha violato la legge senza
la mia testimonianza e io non intendo dire una parola se lei non mi garantisce
che non ci saranno conseguenze legali per lui.-
Diretto e conciso. Interessante, molto
interessante.
Tritter
considerò le ultime affermazioni dell’uomo che aveva davanti.
Non l’avrebbe mai detto, no… non si sarebbe mai
aspettato che questo tizio dall’aria apparentemente timida e ingenua avrebbe
potuto dimostrarsi così dannatamente irremovibile.
Evidentemente la frequentazione del Dottor Gregory House doveva avergli fatto male.
Era anche curiosa, da un certo punto di vista, la
determinazione con cui quel tale, questo
James Wilson, oncologo di successo ed ex primario del Princeton Plainsboro Hospital, era risoluto a proteggere un medico
spergiuro, drogato e che per giunta l’aveva cacciato in un sacco di guai.
Per quel poco che l’aveva conosciuto, il dottor
House era arrivato a rappresentare per lui tutto quello che non doveva essere
un medico, anche se di fama.
Che cosa spingeva qualcuno a voler proteggere a
tutti costi un simile individuo?
Che cosa ci trovava il dottor James Wilson in un
tipo così?
L’agente Michael Tritter,
amante dei rompicato, indefesso e ostinato difensore della legge e della
verità, di tutte le verità, decise di prendere tempo.
-Che cosa le fa pensare che riuscirà a
convincermi?-
Wilson controllò l’orologio con nonchalance
ed esclamò:- tra cinque minuti devo essere in clinica. Ho una visita- e fece
per andarsene.
-Si sieda, prego- Tritter
gli fece segno di accomodarsi.
Con Wilson i suoi giochetti non funzionavano.
Cosa strana,
peraltro.
Era come se quell’uomo
riuscisse a leggere sotto tutte le affermazioni che usualmente Michael Tritter
buttava lì per solleticare una risposta, una contraddizione, qualsiasi cosa gli
servisse per incastrare il colpevole di turno.
-Bene, parliamo chiaro dottor Wilson-
Wilson annuì.
-Perché?-
domandò Tritter sporgendosi verso di lui.