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Autore: Gabx    24/02/2013    3 recensioni
Prima guerra mondiale. Francia del Nord. Un campo militare americano. Rachel, una dottoressa con un passato da cantante, si ritrova ad occuparsi di soldati feriti. Qui incontrerà una persona che le cambierà per sempre la vita. L'amore nasce anche nei tempi più oscuri.
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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5. Give your heart a break
 
Dannazione!Ero in ritardo!Molto probabilmente la visita a Quinn era già finita ma mi avevano chiamato per una emergenza e non potevo rifiutarmi. Sperai con tutta me stessa che fosse ritornata a vedere.  Scivolai fra i soldati  che mi venivano in contro quando mi sentii chiamare. Ce l’avevo quasi fatta.
“Rachel Berry!”Eccola la Sylvester. E ora cosa voleva? Mi girai nella sua direzione. I capelli biondi erano tagliati corti e un cappello verde con la tesa piegata. Il completo da soldato era decorato da decine di medaglie. Sul volto era apparso un sorriso sghembo. Qualcosa la stava rendendo felice.
“Signora si signora!”mi ritrovai a rispondere quasi automaticamente. Alzò un sopracciglio sorpresa.
“Molto bene, conosciamo l’educazione. Riposo, Berry.”mi ordinò.
“Grazie, signora.”risposi. Avevo una terribile fretta ma non potevo andarmene così.
Sogghignò.
“Devi andare da qualche parte, Berry?”mi chiese, la voce striata dal sarcasmo. Era ovvio che dovessi andare da qualche parte!
“Ho molti pazienti da visitare e ..”iniziai ma mi interruppe.
“La tenda dei malati è dall’altra parte. Cosa ci fa qui? Comunque non mi interessa!Sono qui perché devo informarti che un soldato ti sta cercando. Non c’era nessun altro a disposizione.”
“Chi?”
Alzò il sopracciglio di nuovo.
“Chi, signora?”ripetei.
“Bene. Si chiama Noah Puckerman.  Ti attende nella tenda del tenente Schuster.”
“E perché mi cerca?”chiesi stupita. Non lo conoscevo. Chi era mai? Ma la Sylvester si era già voltata per andarsene e lasciarmi lì come una idiota.
Non era poi così importante, no? Poteva aspettare. Continuai la mia marcia e arriva alla tenda dove c’era Quinn.  Entrai e mi si presentò la scena che più stavo aspettando. Il dottore non c’era più. Era rimasta solo lei. Quinn camminava da sola e non sbatteva in giro. Era voltata di spalle. Poteva vedere.  Quinn .. oh Dio..
Si girò in quel momento e per la prima volta vidi i suoi occhi. Erano delle iridi verdi stupende. Oceani di foreste antiche e senza tempo. I più begli occhi avessi mai visto. Ma la cosa che mi fece mancare di più fu il suo sguardo posarsi su di me per la prima volta. Uno sguardo indescrivibile.
“Quinn ..” mi ritrovai a sussurrare. Muovendosi lentamente mi si avvicinò.  Mi prese le mani e fui percorsa da una scarica di elettricità.
“Rach?”mi chiese con la voce spezzata dall’emozione. I suoi occhi si bagnarono e me la ritrovai fra le braccia. Era come essere in paradiso benché sentissi ancora la terra sotto di me. Il suo profumo mi pervadeva e le sue braccia si attorcigliavano attorno a me.
Le sue labbra mi sfiorarono la fronte. Passammo la mattina a guardarci l’un l’altra. Uscimmo sotto il sole, andando a braccetto. Avrei voluto dire al mondo che era mia. I suoi occhi non mi abbandonavano mai. Voleva stamparsi in mente il mio viso? Sorrisi a quel pensiero.
“Lucy?”
Una voce potente ci sovrastava. Non mi ricordavo nessuno con quel nome. Conoscevo tutte le donne del campo. E non c’era nessuna Lucy. Ma Quinn si era fermata e pietrificata. Molto lentamente si girò e lasciò andare il mio braccio. Mi spaventai.  Mi girai anche io. Davanti a noi c’era un uomo con i capelli completamente rasati a parte una cresta che solcava il suo cranio. Aveva uno sguardo profondo e non faceva che fissare Quinn che era atterrita.
“Puck?”provò lei. Un sorriso apparve sul suo volto.
“Amore mio!”
Mi raggelai e diventai di pietra quando la prese fra le braccia, facendola volare. Decisamente sta diventando una bruttissima giornata. Eppure era iniziato tutto così bene. La posò a terra.
“Ehm .. Puck, questa è una . .. amica, Rachel ..” Queste parole mi fecero cadere il cuore all’inferno.
“Ah, siete voi Rachel Berry, la dottoressa? Sono Noah Puckerman.”Il suo tono di voce era di accusa. Certo, doveva essere quel soldato che aveva chiesto di me.
“Si, signore. Piacere.”Strinsi  la sua mano che si chiuse su di me, intrappolandomi.
“Vi cercavo per informarmi su Lucy Fabray ma vedo che si è risolto tutto da sé.”
La prese per mano e lei non fece nulla per fermarlo. Mi fissava negli occhi ma quello che vedevo non era più la Quinn che conoscevo. Era Lucy Fabray.
“ArrivederLa, signorina Berry.”mi salutò lui mentre lei lo strattonava per rimanere.
“Rachel,  posso parlarti?”mi chiese. I suoi occhi si riempirono di lacrime. Puck si fermò  a legarsi ad una scarpa.  Il mio cuore si stava sgretolando senza sosta.
“Scusatemi, ho molti pazienti.” Mi girai iniziando a correre mentre le lacrime scendevano a dirotto dalle mie guance. Ero stata una ingenua. Avevo davvero pensato che una ragazza cosi bella e dolce, la perfezione, fosse davvero sola?
Mi rifugiai nella mia tenda e mi rifiutai di rispondere. Mi diedi della malata. Santana irruppe puntualmente e iniziò a bombardarmi di domande. Dissi semplicemente quello che era successo e lei mi abbracciò forte.
“Ora, la vado a picchiare!”sibilò e alzandosi. La fermai.
“Ti prego, evita.. abbiamo capito che ero solo uno scherzo per lei .. una nuova esperienza. .. Non voglio fare una figura peggiore di quella che ho già fatto ..” Mi misi a piangere. Non riuscii a trattenermi.
Santana mi prese fra le sue braccia e iniziò a cantare per far fuggire il mio dolore. Non passò molto tempo che mi addormentai.
 
 
Santana si occupò di me in quei giorni. Non sentii né vidi Quinn o Lucy, come si chiamava davvero.  Poteva almeno dirmi perché mi aveva preso in giro. Mi meritavo la verità.
Sentii un leggerò bussare. Brittany.
“Entra pure, Brit ..”
Ma chi entrò non era lei. Era Lei. Lucy. Quinn.
Mi mancò il fiato. Vestiva di nuovo la divisa.  I suoi occhi erano arrossati. Le mani le tremavano.
“Rach ..”La voce era spezzata. Certo, voleva che la perdonassi così poteva andarsene via con il suo uomo e non avere nulla sulla coscienza. Ma se lo poteva scordare.
“Che vuoi?”sbottai. La vidi avanzare verso di me.
“Solo spiegare …” sussurrò.
“Spiegare cosa, esattamente?Di come tu sia sposata a un uomo? Di come tu mi abbia mentito? Di come tu mi abbia illusa? Magari adesso te ne esci che hai anche un  figlio!”
La vidi sbiancare.
“Io ..”
Non ci potevo credere. Era sposata e con figli?
“Vattene ..”ordinai. Le lacrime erano lì per lì per cadere. Non potevo lasciarle vedere quanto stessi soffrendo.
“Ti prego .. devo solo spiegarti che tutto quello che ..”
“Fuori .. non ho intenzione di fare ancora la figura dell’idiota.”
Si avvicinò ancora. Stava piangendo.
“Ti prego, lasciami spiegare ..”
“Via ..”
“L’hai sentita?”Santana era appena entrata. Il suo volto esprimeva una rabbia.  Quinn non si muoveva. Era lì. Immobile che cercava con i suoi i miei occhi.
“Sto partendo. Non so se tornerò.”mi disse.
Voleva davvero continuare? Fare ancora la vittima?
Fissavo insistentemente il pavimento. Sentii il suo sospiro di rassegnazione. Si girò e se ne andò.
Santana mi abbracciò da dietro.
“Mi spiace..”mi disse. Mi capiva. Ne aveva passate tante ma ora aveva trovato Brittany ed ero sicura non le avrebbe mai fatto una cosa del genere.
“Ma forse dovresti … parlarle..” Mi staccai. Mi aveva appena difeso e ora iniziava a stare dalla sua parte?
“Sta andando in guerra e non potrebbe tornare..”continuò
Il dolore si acuì. Sapevo come funzionava. Ma ero così ferita, arrabbiata. Non potevo semplicemente passare sopra a un matrimonio con figli e diventare cosa? La  sua amante? No, grazie.
Dovevo pensarci. Andai a letto e feci mille sogni e tutti su di lei.
 
 
“Mi scusi, generale Sylvester, sapete dove sia Quinn Fabray?”chiesi. Ero corsa in ogni angolo del campo alla sua ricerca ma non l’avevo trovata.
“Non so e non mi interessa, Berry. “mi rispose, divertita dal mio turbamento.
“La prego, è urgente..”la pregai.
“Va bene, nana da giardino. È nel gruppo di soldati inviati stamattina all’alba al fronte. Sono la fanteria. Mi sa che non è una fortuna.”rispose secca.
“Ma come è possibile? Chi le ha dato il permesso di tornare?”chiesi, la voce improvvisamente acuta per il dolore e la paura.
“Lo ha chiesto lei.” 
  
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