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Autore: Ehylastylinsooon    26/02/2013    2 recensioni
Carlotta, una diciottenne che decide di vivere la vita a modo suo lasciando la casa dei suo genitori e cercando in tutti i modi di non chiedere aiuto a nessuno a parte la sua migliore amica.
Andrew, un trentenne con sbalzi d'umore che farà impazzire Carlotta in tutti i modi possibili.
Due ragazzi che, probabilmente, hanno passato un'infanzia del tutto identica, ma che crescendo hanno maturato due caratteri del tutto incompatibili.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 9
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Siamo in in una sala gigante. Gigante per davvero. E' praticamente un'intera ala di un hotel. Gigante pure quello. Ovviamente siamo qua per la riunione e ,sempre ovviamente, non ci capisco niente di niente. Beato chi dice che lo spagnolo è simile all'italiano. Perchè per me non lo è. Non ci capisco niente di niente. Sto muovendo così tanto la testa da destra verso sinistra che sembro avere una crisi convulsiva. Come fanno a parlare cosi veloce? Ok, posso capire gli spagnoli in sè. Ma Andrew? Non capisco. Sono in una sedia in disparte, Andrew mi ha fatta mettere qua perchè al tavolo non sono necessaria. Grazie, mr simpatia. Di fronte ha una ragazza bionda. Decisamente carina. Sarebbe pure simpatica, se non fosse che lo fissa come io fisso un'estathè al limone in piena estate. Cioè, ci sono altre 4 ragazze che l'hanno guardato  -tipo  2, 3 o forse 30 volte in due minuti- ma lei lo fissa proprio. E sembra pure arrabbiata.  Come se siccome lui non la guarda lei si arrabbia. Ma cosa vuoi stronz...
<< AIA CAZZO >> Cosa.è.successo.
Una sedia viene trascinata con un rumore fortissimo, per la velocità e dei passi si muovono veloci fino a che una mano viene messa dietro la mia testa.
<< Ma sei stupida? >> Apro gli occhi che ho strinto per il dolore alla schiena e alla testa e guardo verso l'alto. Ovviamente è Andrew.
<< Io.. che..>> Sto cercando di fare una ricognizione veloce.
<< Ti sembra il caso di dondolarti con la sedia? Hai 19 anni Carlotta! >> Mi guarda severo ma allo stesso tempo divertito. Come se il fatto che fossi caduta fosse divertente. Non mi ero neanche accorta di starmi dondolando. Sento delle risate femminili provenire dal tavolo. Alzo un pò la testo e vedo le ragazze che si guardano, mi indicano e ridono.
<< Che vadano al diavolo. Aia.. >> Cerco di rialzarmi. O meglio lo fa Andrew. Perchè io non ci riesco. Sono impedita, lo so.
<< Penso sia meglio che tu esca. Stai tranquilla, ci metterò un'ora al massimo. >> Lo guardo e annuisco tenedo gli occhi verso il basso. Faccio per uscire ma mi trattiene la mano e mi fa girare prendendomi la testa e lasciandomi un bacio delicato sulla fronte. Con la coda dell'occhio vedo le ragazze chiedersi cosa sta facendo. Senza farmi sentire dagli altri mi avvicino all'orecchio di Andrew.
<< Conosci la ragazza bionda? >> Lui si gira verso il tavolo e dopodichè riporta i suoi occhi su di me.
<< Si, l'ho conosciuta tempo fa. Dai vai. >> Faccio per aprire la porta ma mi richiama.
<< Portami un cappuccino. Quello di sempre, grazie. >> Ok, va bene che è il mio capo nonostante tutto... però cacchio, la gentilezza è morta? Diamine.
<< OK. >> Ed esco senza guardarlo.
Mi prendo dieci minuti prima di portargli il cappuccino. Pretende pure che glielo porto subito? Tz.
Faccio un giro nell'hotel. E' davvero enorme. Ha di tutto e di più. Piscina, sauna, palestra, mini cinema... alè.
Ovviamente trovo di tutto e di più tranne che il bar. E come sempre non so chiedere indicazioni. Che nervoso.
Nel frattempo che cerco il bar chiamo Jess. Che come sempre ci mette mezz'ora prima di rispondere.
<< Finalmente. >>
<< Siamo scorbutiche stamattina! >> Sento la sua risata trattenuta.
<< Non sei simpatica. Odio la spagna. Non si trova mai niente qui. >> Batto un piede per terra e un signore che passa mi guarda male. Lo vuoi in faccia il piede?
<< Cosa cerchi? >>
<< Uno stupido bar in uno stupido hotel di una stupida città. >>
<< Sei proprio stupida. Scusa, era più forte di me. Guardati intorno, scommetto che lo trovi. >> Ecco dora l'esploratrice. Crede di essere una veggen..
Cacchio.
<< L'hai trovato vero? >> Non rispondo. Era dietro di me, ma dai! E' impossibile. Sicuramente mi sarò messa a camminare senza accorgermene.
<< Hai la testa da altre parti, Carly? >> Come cavolo fa..
<< Forse. >>
<< Spara! >> Veramente?
<< Evita Jess. Comunque... Ho dormito con Andrew... >>
Silenzio. Penso sia caduta la linea. Allontano il telefono dall'orecchio per vedere se si è spento o cosa, ma è ancora in linea.
<< Jess? >>
<< NON CI CREDO! LO SAPEVO! AVETE FATTO SESSO?COM'E' STATO?RACCONTA! >> Ho dovuto allontanare di 30 cm il telefono. Cavolo, jess.
<< Calmati. da quando la parola dormire indica il sesso? Non abbiamo fatto sesso ne niente. Solo un innocuo..bacio. >> Innocuo, certo.
<< Oh mio Dio, wow! Perchè non mi hai chiamata subito? E com'è stato? >> Penso che la sua frase preferita sia 'e com'è stato?'
<< E' stato.. è stato... fantastico. Insomma, meglio di fantastico. Dovrebbero inventare un aggettivo apposito per questo. >> Senza accorgermene sto sorridendo con un'idiota.
<< Oh cazzo, pensa come sarà il sesso allora! >> Sono scioccata.
<< Ma la smetti? Sei una ninfomane. Cavolo si è fatto tardi Jess, 10 minuti fa dovevo portargli un cappuccino, a dopo! >> Attacco senza sentire la risposta. Cavolo cavolo cavolo. Mi faccio subito fare il cappuccino come piace a lui, prendo due bustine e scappo.
Busso piano. Ma nessuno mi ascolta. Allora busso più forte.
<< Adelante >> Penso significi avanti no?
Entro e faccio un cenno di saluto con la testa. Non so come si dice salve, scusate.
Vado dritto da Andrew tenendo lo sguardo sul cappuccino. Appena arrivo al suo posto lo prendo e lo sbatto sul tavolo. Non con troppa forza però, con la mia fortuna si sarebbe rovesciato e avrei perso la mano per un ustione di 3° grando.
Lui mi guarda aggrottando le sopraciglia. Mi giro ma non faccio in tempo a fare un passo che mi prende per il polso.
<< perdón, cinco minutos. >> Si alza e mi trascina con se fuori dalla porta. Tranquilla Carly, non vuole ucciderti.
<< Cosa.. >> Non faccio in tempo a finire la frase che mi trovo la sua bocca sulla mia. Mi prende in contropiede e rimango ferma immobile. Si stacca e mi guarda.
<< Perchè hai sbattuto il cappuccino così? >>
Non riesco ad alzare lo sguardo da terra. Troppo imbarazzata.
<< Non lo so .. >> Lo sento sospirare e di sicuro avrà alzato gli occhi al cielo.
<< Dimmelo Carly. >> Ha un tono autoritario. Come se non volesse sentire obbiezioni.
<< E' che .. So che sei il mio capo e tutto.. però, potresti essere più gentile.. tutto qua. >>
Mi guarda interrogativo.
<< Di cosa stai parlando? >> Sei uno stupido.
<<'Portami un cappuccino. Quello di sempre, grazie'. Ti dice qualcosa? >>
Alzo la faccia e lo guardo. Si mette una mano nei capelli e li spettina. Come per schiarirsi le idee.
<< Non pensavo di sembrare autoritario. Ti ho pure detto grazie.. >> Allora sei perdonato.
<< Va bene, ascolta.. non importa. Non dovevo sbatterlo, mi spiace. Torna dentro, ti staranno aspettando. >> Calco sull'ultima frase. Non volevo neanche farla apposta. Ma sicuramente la bionda sta fissando la porta in attesa che Andrew rientri.
<< Si chiama Sophie. Lavorava alcuni anni fa con me a Londra. Anche lei è stata una mia.. segretaria, diciamo. >> Mi dispiace Caldem, ora racconti tutto. Incrocio le braccia al petto facendogli capire che voglio che vada avanti.
<<... Faceva ogni singola cosa che le chiedevo in meno di tre minuti, non come qualcun altro qua presente. Dopo un pò giravano voci.. che io e lei ..stessimo insieme. Allora ho preso la prima persona a caso e ho chiesto spiegazioni. Ha detto che in giro si diceva cosi, che mi ero innamorato di lei da quando aveva iniziato a lavorare per me. Sono andato dritto da lei, l'ho presa e portata nel mio uffico. Ho chiesto spiegazioni pure a lei. E lei mi ha detto che c'erano queste voci e lei non aveva semplicemente detto niente per fermarle. Perchè in fondo 'poteva essere vero'. In quel momento l'ho guardata per la prima volta per bene. Era piuttosto carina. Meno di adesso, però. Allora le ho chiesto di uscire. Ovviamente ha accettato subito e verso mezzanotte eravamo a casa mia. Siamo andati a letto insieme e il giorno dopo l'ho licenziata. Penso mi odi per questo. >> Penso che la mia bocca sia a forma di 'O'.
L'ha veramente licenziata dopo essersela portata a letto?
<< Perchè.. >> Non risulta nemmeno una domanda.
<< Cosa? >> Come cosa? Sul serio?
<< L'hai licenziata.. perchè? >> Ecco, ora suona come una domanda. Brava Carly.
<< Ah.. perchè.. non so. Penso perchè aveva praticamente confermato che avevamo una storia. >>
Aspetta un attimo.. Se è cosi.. quando torneremo mi licenzierà? Spalanco agli occhi. Non all'idea di non lavorare, ma di non vederlo più. Come farò?
<< A cosa stai pensando? >> Le mie guancie prendono colore e abbasso subito il volto.
<< Ho capito... Non succederà con te Carly. Con lei non l'ho fatto semplicemente perchè siamo andati a letto insieme. Ma perchè prima che succedesse, quando la gente gli chiedeva di me lei praticamente confermava che ero innamorato di lei. Cosa non vera. E non potevo tenere come segretaria una persona che diceva menzogne su di me. Non ti licenzierò mai per motivi personali Carly. Al massimo lo farò perchè sei sempre in ritardo con tutto. E sei sempre sbadata. E mi rispondi sempre male. E poi lasci a metà le cose che fai e molte volte le finisco io personalmente. E.. >> Lo stoppo.
<< Smettila! Sono una bravissima segretaria. Te lo dimostrerò. >> Mi alzo sulle punto e allaccio le mia braccia al suo collo. Lui istintivamente stringe i miei fianchi in un abbraccio. E gli lascio un bacio sul mento. Dopodichè, uno sull'angolo della bocca. Lo guardo negli occhi. In quei occhi dove potrei sprofondare. Li potrei guardare ore ed ore. Non mi stancherei mai. Come potrei? Si dice che gli occhi sono lo speccio dell'anima, ed è vero. In quei occhi vedo tutto.
E lo bacio. Come se fosse la cosa più naturale del mondo. La cosa più bella. Quella più dolce. Più istintiva. Più giusta.
Stacca un braccio dalla mia schiena mentre lascia l'altro a cingermi completamente e posa la mano dietro la mia testa, per tenermi attaccata a lui. Per stringermi a lui il più possibile. Come a dire: Da qua non scappi.
Mi allotano dalle sua labbra di due centimetri ma non mi tolgo dall'abbraccio.
<< Dovresti entrare. >> Sembra un sedicienne che deve andare a scuola e non ne ha voglia. E un immagine di lui sedicienne con uno zaino sulle spalle mi fa sorridere. Chissà com'era da piccolo.
<< Lo so... Vieni, andiamo. >> Mi lascia un ultimo bacio sulle labbra prima aprire la porta. Ma lo blocco subito.
<< Aspetta un attimo. >>
<< Che succede? >> Prima ha detto che..
<< Tu pensi che lei sia carina! Tu hai detto che era davvero carina, ma meno di adesso. Quindi adesso, per te, è più carina di prima? TU PENSI CHE LEI E' CARINA! >>
Mi guarda preoccupato per un pò e poi scoppia a ridere. Cosa ridi? Io ti castro.
<< Sei..sei.. oh Dio.. sei gelosa? >> Ha ripetuto 'sei' un casino di volte. Non ce la faceva a non ridere.
<< Cos'è che ti fa ridere? Non sono gelosa. Io non sono MAI gelosa. >> Mi guarda alzando un sopraciglio e un angolo della bocca.
<< E allora cosa sei? >>
<< Infastidita, tutto qua. >> Sicuramente. Gli ho urlato dietro in questo modo, solo perchè sono infastidita.
<< Non esserne gelosa. Non ne hai motivo. Lei sarà pure carina, o bella o altro ma.. tu sei stupenda. >> Cacchio, non me l'aspettavo. Mi sorride e senza aspettare una risposta, che tanto non gli arriverebbe e fa per aprire la porta, ma si ferma e si gira di nuovo verso me.
Lo guardo interrogativa.
<< Scusa per prima, davvero. Non me ne sono reso conto. Non lo farò più, promesso. >> E entriamo. Mi tiene sempre per mano e si avvicina alla sedia dov'ero io prima e penso che mi ci faccia sedere. Invece la alza e va verso il tavolo e la mette affianco alla sua. Mi giro verso di lui sorridente.
<< Grazie. >>

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I'll se  you in the next chapter !

Amo tutti quelli che leggono questa storia, dal primo all'ultimo. 
  
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