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Autore: Water_wolf    26/02/2013    8 recensioni
Avete presente quelle storie che parlano di angeli? E quelle sui quattro elementi? Ecco, prendetele e buttatele nel cestino perché questa fanfiction non ha nulla a che vedere con la normalità. Perciò, ecco gli ingredienti per questa storia:
-Un angelo rincorso in metro
-Una quindicenne sempre in ritardo
-Una Milano piovosa
-Una sana dose di divertimento
-Tre cucchiai di buona musica
-Cavolate q.b
-Magia in abbondanza
-Quattro Elementi strampalati
-Una missione da compiere
-Un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!)
[Cap. 6 “Prendi appunti coscienza: quando un padre arrabbiato incontra un ragazzo semi nudo in casa con sua figlia, il ragazzo semi nudo è un ragazzo morto”. Il pugno lo colpì in pieno volto, l’angelo cadde a terra, dal labbro era iniziato a scendere sangue. ]
[Cap. 10 Devi aiutarlo. Devi salvarlo. Corri. Più forte. Va’ da lui. Lui ha bisogno di te. Jonas ha bisogno di te. Quei pensieri, quella consapevolezza, le facevano muovere le zampe freneticamente, mentre i cuore aveva abbandonato il petto già da un po’ per trovare una sistemazione più accogliente in gola. ]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Ma tu che diavolo sei!? >> sbraitò.
Il giovane sorrise, un sorriso incorniciato da due belle labbra rosee << Un “ciao, grazie” no, eh? >>
<< Ma tu sei tutto scemo! Ringraziarti per cosa? Quel tipo aveva una pistola in mano, ti rendi conto!? Potevo morire! >>
Il ragazzo fece una risatina frivola << Già, come se non me ne fossi accorto. >> Chiara lanciò un urlo furioso e si mise a passeggiare avanti indietro per la carrozza. << Non essere sciocca, ti ho salvato la vita mi pare. >>
<< E come? Sentiamo. >> ribatté acida la quindicenne, voltandosi verso di lui.
<< Prendendomi il proiettile per caso? >> la rimbeccò lui con altrettanto astio. Chiara lo squadrò da capo a piedi e notò che dall’ala sinistra stava colando sangue. La ragazza sbuffò irritata << Comunque non hai risposto alla mia domanda. >>
Il ragazzo abbozzò un sorriso << Come, non l’hai ancora capito? Sono un angelo. >> Chiara si fermò improvvisamente, osservò quel giovane e si diede della stupida per non averci pensato prima.
<< E chi era la figura che ci stava inseguendo? >> domandò con più calma.
<< Non credo che la metropolitana sia un luogo adatto per parlare di certe questioni. Conosci un posto sicuro nelle vicinanze? >> Chiara guardò fuori dalla vetrata semi imbrattata del metrò e disse << Non ti preoccupare, scendiamo alla prossima. >>

Chiara aiutò l’angelo ad alzarsi da terra e lo condusse fino all’uscita della metropolitana. Il traffico mattutino aveva fatto di nuovo la sua comparsa. La quindicenne decise che era meglio non prendere l’autobus per casa sua e che avrebbero continuato il tragitto a piedi.
I due batterono le strade più in ombra, passarono attraverso dei parchi e quando era possibile si fermavano per una sosta dietro un qualche albero. Le ali dell’angelo però erano fin troppo voluminose e se non fossero stati a Milano probabilmente li avrebbero visti subito ma, per fortuna, nel capoluogo lombardo la stranezza era all’ordine del giorno.
Dopo circa venti minuti, Chiara prese le chiavi di casa e le ficcò malamente nella serratura del cancello. Fecero le scale, la ragazza abitava al secondo piano e non potevano permettersi di destare sospetti macchiando di sangue l’ascensore. Dopotutto, quasi tutti gli inquilini del palazzo prediligevano le comodità che la tecnologia offriva loro.
<< Ci siamo. >> comunicò Chiara aprendo la porta dell’appartamento.
L’angelo si nascose subito dentro, anche se non voleva darlo troppo a vedere il piombo gli stava mordendo le carni provocandogli un forte dolore.
<< Seguimi. >> ordinò la quindicenne che aveva gettato la borsa, cappotto e stivali non curante sul tappeto del salotto.
Chiuse tutte le tende e si rifugiò nella grossa cucina di granito sale e pepe con l’angelo. Quest’ultimo prese uno straccio, lo bagnò con l’acqua del lavandino e lo pose sulla zona lesa della sua ala.
Chiara si girò evitando di guardare il sangue tingere lentamente di rosso lo straccio e aprì il frigo, scelse una bevanda a casaccio e ne bevve un sorso.
<< Il mio nome è Chiara Lyra. >> disse atona.
Il ragazzo le porse la mano << Piacere, Jonas. >>
Chiara la strinse riluttante, si sedette sul tavolo nero e disse << Ho bisogno di alcune spiegazioni. >>
L’angelo annuì, serio. << Era una Sentinella Nera. In quanto al fatto che mi stesse inseguendo la risposta è semplice, ho scavalcato il Muro. >>
La quindicenne poggiò la bottiglia sul tavolo e gli scoccò un’occhiataccia. << Semplice? >>
Jonas si premette lo straccio contro la ferita << Ti dispiacerebbe togliermi il proiettile prima di continuare? >>
Chiara si sentì mancare, la vista del sangue non le era mai piaciuta, figuriamoci estrarre una pallottola dalla carne viva.
<< Per favore. >> la incalzò. Fa che non svenga, ti prego.
<< Cosa devo fare? >> domandò titubante.
L’angelo le diede qualche ordine e dopo aver recuperato un coltello da macellaio e una pinza, Chiara si avvicinò a Jonas con l’intenzione di fare un lavoro veloce e pulito.
Con la lama portò in superfice il proiettile e con la pinza lo prese quasi alla cieca. La quindicenne lasciò ricadere nel lavandino gli oggetti insanguinati e si trattenne a stento dal vomitare. L’angelo non si fece sfuggire un lamento, solo una smorfia si era disegnata sul suo viso.
Con un gesto della mano formò un globo di luce e lo applicò alla ferita in tutta tranquillità; poi si rivolse a Chiara << Vengo da Upward, una città sospesa tra le nuvole sopra la Terra. Lì viviamo noi angeli, e al contrario di ciò che pensate voi, non siamo gli spiriti dei viventi né dei custodi di pace.
Upward non è l’unica città abitata dagli angeli, è collegata a molte altre tramite ponti di ferro. E’ come una gigantesca metropoli, insomma. Tutte le città sono circondate da mura ciclopiche, gli scambi interculturali non sono molto frequenti. >> sorrise al pensiero ma poi continuò
<< Circa due anni fa, Zeigen, un membro della corte suprema, incominciò a mutare. Fu costretto a una dimissione forzata dalla sua carica perché non era più lucido, diceva che "I Neri avrebbero preso e raso al suolo Upward". La maggior parte della gente pensò ad una crisi di nervi e rise di quell’assurda e insensata affermazione. Una piccola minoranza, invece, volle scoprire di più riguardo ai Neri. Nessuno sapeva cosa fossero e le ricerche non diedero frutti ma qualche tempo dopo, Zeigen incominciò una nuova campagna politica.
Parlava di questi “Neri”, angeli superiori, che possedevano di diritto il potere governativo e che i Neri non potevano condividere la stessa città con i Bianchi. Ancora un volta gli fu dato del pazzo ma Zeigen non si arrese, neanche un mese dopo si presentò alla corte suprema ad ali spiegate: le piume però avevano perso il candore tipico di noi angeli ed erano diventate nere. I curiosi furono centinaia e si fecero imbambolare dalle parole di Zeigen, da sempre un noto oratore.
Gli angeli che decisero di seguirlo scomparirono per un giorno intero senza lasciare traccia e quando tornarono le loro ali erano nere. Si fecero chiamare i Neri e reclutavano senza sosta nuovi angeli, i Bianchi, ammaliati dalle promesse dell’ex membro della corte.
Le rivalità tra Neri e Bianchi scaturirono di lì a poco e ben presto tutto fu diviso: quartieri per Bianchi e per Neri, scuole per Bianchi e Neri, persino i supermercati erano divisi tra Bianchi e Neri. Il governo non riusciva a fare altro che assecondare i bisogni della gente e un anno dopo la dimissione di Zeigen fu Costruito il Muro. Il cemento divide Upward da nord a sud, separando gli angeli Bianchi da quelli Neri.
Il Muro inizialmente era una zona neutrale ma poi Zeigen, che perseverava nella sua campagna, se ne impossessò e mise a guardia di esso le Sentinelle Nere, le quali avevano il dovere di non lasciar passare nessuno tra le due aree di Upward. Le altre città si isolarono da noi, avevano paura che la situazione degenerasse anche altrove. Zeigen in questo momento è tranquillo, non ha fretta di portare a termine i suoi ideali per un popolo di soli Neri ma il governo Bianco teme che si scateni un’aspra guerra civile. >> fece una pausa per riprendere fiato e guardò Chiara per scorgere che effetto avevano sortito le sue parole
<< Il sacerdote della massima chiesa ricevette in sogno un oracolo: narrava dei Quattro Elementi e delle due Grandezze Fondamentali. Secondo la visione solo se Acqua, Fuoco, Terra ed Aria con l’aiuto di Tempo e Spazio si fossero uniti per affrontare Zeigen, Upward sarebbe ritornata di nuovo libera, senza distinzione tra Bianchi e Neri.
Ed è qui che entro in gioco io. Ad Upward risiedevano il Tempo e l’Aria ed io sono quest’ultimo mentre Shai, la mia compagna, è il Tempo. L’oracolo mostrava anche che gli altri quattro non vivevano nelle città degli angeli ma bensì sulla Terra. Così il governo ci ha affidato una missione segreta che consiste nel scovare e convincere gli altri rimanenti ad aiutare Upward.
Ieri notte Shai ed io abbiamo scavalcato il Muro perché solo da lì si può arrivare alla Terra. Ci siamo buttati ma una Sentinella Nera ci ha visti e ci ha inseguito. Ho ordinato a Shai di scappare e ho attirato l’attenzione della sentinella su di me. Prima di atterrare in questa città ho eseguito un incantesimo insegnatomi dal sacerdote e ho fatto si che solo le forme in parte magiche potessero vedere le mie ali. Poi sono scappato in metropolitana e il resto della storia lo conosci già. >>

Chiara fissò i suoi occhi marroni in quelli grigi di Jonas e scoppiò in una risata sguainata. << Bella storiella, complimenti ma qui non siamo in un romanzo urban fantasy. >>
L’angelo rimase di sasso << Non credi ad una singola parola di quello che ho detto. >> Era più un’amara affermazione che una domanda.
<< Avevi dei dubbi? Città sospese nel nulla, angeli…nella realtà tutto ciò non esiste. >> ribatté Chiara.
<< Vorresti dire che non credi ai tuoi occhi? Ehi, le vedi queste? >> domandò Jonas indicando le sue ali.
<< Basta un buon costumista e si riesce a fare di tutto. Scommetto che fai parte di uno di quei programmi televisivi che fanno scherzi alla gente. >>
<< Ehi. >> ripeté Jonas duro << E come spiegheresti che non c’era nessuno in metro? Se il mio incantesimo ha funzionato ci sono molte probabilità che in te ci sia un elemento! >>
Chiara bevve l’ultimo sorso della bevanda, accartocciò la bottiglia di plastica e la gettò nel cestino facendo canestro. << Mettiamo che tutta questa situazione assurda sia vera, credi davvero che io abbia dei poteri e voglia aiutarti? >> chiese.
<< Sì. >> rispose Jonas. La quindicenne mimò il suono di una risposta sbagliata. << Ritenta, sarai più fortunato. >> disse antipatica << Senti, quante possibilità ci sono che tu abbia ragione? Quasi nessuna. Sono quasi morta per mano di uno sconosciuto con una pistola e credi che metterei a repentaglio la mia vita di nuovo? Mi dispiace, ma ci tengo alla pelle. >>
Il ragazzo alato si morse il labbro, quella ragazzina non aveva tutti i torti. Chiara si compiacque di se stessa e annunciò << Puoi rimanere qui fino a domani, poi non voglio ritrovarti qui. >>
<< Grazie dell’ospitalità. >> grugnì l’angelo, ma la quindicenne se n’era già andata.
<< Di niente! >> gridò sarcastica dal bagno.

§

Alle 15.00 in punto Emilia suonò il campanello. Jonas comparve sulla soglia della porta e domandò a Chiara << Chi è? >>
La quindicenne si morse il labbro e imprecò a bassa voce. << Tu vai a nasconderti da qualche parte, presto! >> ordinò, e diede uno spintone all’angelo.
<< Arrivo! >> gridò, facendo la finta scocciata e aprì la porta. Innanzi a lei c’era la sua migliore amica, i capelli biondo cenere raccolti in una treccia alta e un ombrello alla mano da cui grondavano gocce di pioggia.
<< Alla buon ora, Ly. >> la salutò entrando nell’appartamento come se fosse stata a casa sua, il che in effetti potrebbe sembrare dato che la ragazza passava la maggior parte della giornata lì invece che dalla sua famiglia. << Come mai te ne sei andata così presto? La prima ora non era nemmeno finita. >> chiese Emilia che si era già accomodata sul divano del salotto.
Chiara sbuffò << Lo sai il perché, Emy. Di certo non mi andava di farmi firmare una nota dal preside. >>
L’amica si strappò una doppia punta << Tanto prima o poi la Rossi ti chiederà di vedere il libretto e tuo padre… >>
<< M’importa di mio padre quanto a lui importa di me. >> la interruppe brusca << Ma in ogni caso se volessi farmi un piacerino-ino-ino me lo faresti vero? >> Emilia scosse la testa e Chiara si ritrovò a dover utilizzare la sua arma migliore: gli occhi dolci. << Ti odio. >>
Chiara fece una risatina scema << Ti porto una penna! >> Emilia oltre ad essere richiesta per la sua bellezza esteriore lo era per la sua abilità nel saper riprodurre le firme di chiunque dopo averle viste anche solo una volta. Alunni di molte sezioni usufruivano di questo servizio alla modica cifra di dieci euro e la parola che non avrebbero spifferato nulla. Così Emy aveva sempre i soldi per il pranzo e aveva modo di conoscere parecchi ragazzi. << Sarei diventata milionaria a quest’ora se ti avessi fatto pagare il mio aiuto. >> borbottò la bionda, alzandosi dal divano.
Percorse il corridoio che collegava il salotto alle camere in cerca dell’amica ma s’imbatté in una porta socchiusa. Si fermò di colpo. Il suo difetto? Non saper resistere alla curiosità e a qualsiasi tipo di tentazione. Scostò la porta giusto un poco e il suo sguardo incontrò quello di Jonas. Sillabò un “ciao” con le labbra e lo squadrò da capo a piedi come un intenditore ad un’asta di quadri. Chiara uscì dalla sua stanza giusto in tempo per evitare il disastro, prese per il braccio l’amica e la trascinò in sala senza scordare di lanciare un’occhiata congelante all’angelo.
<< Chi era quel ragazzo? >> domandò curiosa Emy.
<< Uhm… ehm… lui è-è … il figlio di un collega di mio padre. Sì! Il figlio di un collega di mio padre! >> balbettò la quindicenne.
<< Come mai è qui? >>
<< Il-il collega è dovuto partire per un breve viaggio e ha chiesto a mio padre di ospitare suo figlio. >> inventò lì per lì << Finito l’interrogatorio? >>
Emy sospirò e disse << E’ bello. Non trovi? >> Chiara impallidì.
<< Oh andiamo, Ly! Non mi dirai che quei suoi occhi grigi non sono stupendi! >>
<< S-sì. >>
Emilia le prese di mano il libretto, lo aprì alla pagina della nota e incominciò a picchiettarsi le labbra cercando di riportare alla memoria la firma del preside. Scarabocchiò alcune iniziali e con occhio critico decretò che era molto simile all’originale. << Perché non lo rimorchi? Mai lasciarsi scappare un figo così. >> sentenziò rivolgendo lo sguardo a Chiara.
La quindicenne si mise le mani sui fianchi e ribatté << Appunto, lui lo è, io invece rimarrò zitella a vita perché persino una tavola da surf ha più curve di me! >>
<< Oh dear, non fare la difficile! Non ci si deve fermare lì >> disse indicando il seno quasi assente dell’amica << Se facessi caso al bel faccino che ti ritrovi la tua autostima salirebbe alle stelle. >>
<< Lo dici proprio tu che sei perfetta. >> Chiara incrociò le braccia e osservò con una punta d’invidia il fisico di Emilia. Era una ragazza alta e magra, non era certo uno scheletro ma anni di pallavolo avevano sortito sul corpo di Emy un effetto tonificante. I capelli biondo cenere erano spesso relegati in code di cavallo o trecce e quando la giovane se li scioglieva pareva che raggi di sole si fossero appena sprigionati. Gli occhi erano bruni, l’iride però era contornata di pagliuzze mogano che le conferivano uno sguardo magnetico. Chiara però desiderava possedere il seno non troppo abbondante dell’amica, che non essendo una sgualdrina ma solo una donzella in cerca di un cavaliere, si teneva ben lontana dal mostrarlo ai quattro venti.
<< La smetti di fissare le mie gioie? Mica sei un cane che ha appena adocchiato una pallina! >> la prese in giro Emilia.
Chiara sorrise << Finisci di fare la firma di mio padre, va. >> La quindicenne si voltò dandole le spalle; come tutte le adolescenti non amava particolarmente il suo corpo. Alta quel che basta per riuscire a guardare un film quando le teste delle altre persone formano delle muraglie capellute, il fisico snello, i capelli lasciati ricadere lungo la schiena e dei grandi occhi marroni da cerbiatto. In vita sua non aveva mai baciato un ragazzo e mai si era fidanzata e quando si toccava l’argomento si chiudeva su se stessa come un riccio. Un cuscino le raggiunse il capo.
<< Ehi musona, ho finito! >> gridò Emilia, destandola dalle sue considerazioni.
<< E c’era bisogno di colpirmi per farmelo sapere?! >> urlò, finta arrabbiata. Emy prese un altro cuscino e glielo puntò contro, le fece l’occhiolino e annunciò << Guerra. >>

Jonas, nascosto nella stanza del padre, premeva l’orecchio contro la parete per origliare la conversazione. Emilia lo aveva intrigato non poco, quei suoi occhi lanciavano fiamme. Che lei racchiudesse il seme di un elemento? Formò un globo di luce magico e lo poggiò sull’ala ferita, aspettò che il sollievo arrivasse e si perse nei propri pensieri. Perché Chiara aveva respinto la verità con così tanta veemenza? Era certo che in lei si nascondesse qualcosa di speciale, non si sarebbe fatto sparare per un comune mortale. Se solo tu fossi qui mi potresti dare una mano…Shai, dove sei? Ho bisogno di te.

*** ANGOLINO DELL'AUTRICE
Hi! Innanzi tutto le persone che hanno recensito il primo capitolo di questa "storia". Siate felici, avete appena salvato un iceberg! Ops, volevo dire un' ff x'D
A parte gli scherzi *pessimi* siete stati dei bravi bimbi.
Questo capitolo è piuttosto lunghetto, ma volevo concludere la giornata con un po' di mistero. Ci sono riuscita? Ditemelo voi.
La storia tra Bianchi e Neri *che fantasia* è un po' noiosetta ma ci voleva, la parte dei supermercati e del Muro mi ha ricordato vagamente le discriminazioni razziali in America. Anche perché Upward e le altre città sono moderne, per così dire, altro che castelli medievali etc.!
Poi c'è l'oracolo *altra trovata originalissima* che annuncia la ricerca di Jonas e Shai dei quattro rimanenti: Acqua, Fuoco, Terra e Spazio.
Mi rivolgo a te, Demigod *ti chiamo così, l'altro nick è troppo lungo* potrai mai perdonarmi per aver parlato dei quattro elementi? Anche se le trame delle nostre due storie sono diverse *andate a vedere come se la cava, cercate I Quattro Elementi, è bravo* mi scuso lo stesso.
Vi ho fatto conoscere Emilia, un personaggino tutto a modo suo.
Curiosi di sapere come andrà avanti la storia? Volete sapere di più sulla misteriosa Shai? E che cosa cambierà nella vita di Chiara? Il bel Jonas porterà a termine la sua missione? State leggendo queste domande come se foste un banditore d'aste? *ahahah battuta pessima, lo so, ma sono andata questa sera*
Ci vediamo alla prossima!

Water_wolf

  
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