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Autore: demiswords    27/02/2013    3 recensioni
Grazie, Zayn.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono le nove e trentadue minuti, quando Joe e suo padre passano a prendermi per raggiungere, in auto, la festa.
Al suono del campanello, saluto mia madre e raggiungo barcollando l’auto.
Questi tacchi non sono stati una buona idea.
Salgo dallo sportello di destra e mi accomodo accanto al finestrino.
-Pronta per la serata?-
Pronta?! Ho sempre odiato le feste. Tutti quei rumori, luci stroboscopiche e ragazzi che puzzano di alcool. Oltretutto, sembro un pinguino zoppo.
-Prontissima-
 
Alle ventidue e tre minuti, io e Joe siamo all’interno del locale.
La luce è offuscata, la sala è grande, le persone tantissime e la musica è così alta che riesco a sentire i battiti del ritmo dentro di me.
Joe mi porta al centro della sala, dove c’è un piccolo bar e mi offre una cola. Prendo il bicchiere, mi siedo su uno sgabello del bar e inizio a sorseggiare il liquido nero contenuto all’interno del mio bicchiere, fermandomi per osservare distrattamente quel aggrovigliamento di corpi che si dimenano a ritmo di musica.
Improvvisamente Joe mi scuote e mi dice qualcosa, ma avendo i timpani già occupati dal fracasso infernale presente in quella sala e non avendo grandi doti nella lettura del labiale, non la comprendo.
Così, la seguo, attraversando a spintoni la folla.
Tengo lo sguardo basso, finché la voce di Louis attira la mia attenzione.
-Joe,  Ally, siete davvero belle stasera-
Joe sorride, lusingata, apparendo ancora più sexy.
Io cerco di sorridere, ma il mio viso si contorce in una strana smorfia che fa ridere Louis e Joe, che nel frattempo si sono presi per mano. Joe guarda Louis e poi me.
-Ehi Ally, senti tu siediti qui, io e Lou andiamo a ballare un po’. Torniamo tra cinque minuti, d’accordo?-
-Certo, andate, fate con comodo-
Sospiro sollevata. Almeno non avrei dovuto camminare per un po’. Mi siedo, come consigliato da Joe, su una specie di mega-cuscino, nel quale sprofondo all’istante.
Come fanno a divertirsi?
 
Ad un tratto sento una fonte di calore accanto a me, e sento sfiorarmi il braccio.
-Cosa ci fa una bellezza come te, tutta sola?-
Mi  volto, e non riesco a trattenere un’espressione disgustata nel sentire l’odore dell’alcool nelle sue parole. È un ragazzo biondo, alto e imponente, e da quanto mi ricordo è un giocatore della squadra di rugby della nostra scuola.
Si chiama Jack, mi pare.
 Il ragazzo si siede accanto a me e mi mette una mano sulla coscia, sorridendo maliziosamente.
Rabbrividisco. Un ragazzo in grado di comportarsi in questo modo, a freddo, deve essere ubriaco di brutto. Sposto la sua mano dal mio corpo e mi alzo per raggiungere Joe.
Lui mi blocca afferrandomi il polso e mi trascina fuori dalla sala. Cerco di fargli allentare la presa dimenandomi, ma le sue mani agiscono come una morsa sul mio fragile polso.
-Lasciami andare!-
-Zuccherino, come siamo lagnose, eh? Voglio solo farti divertire un po’-
Ancora quel sorriso malizioso si stampa sul suo volto.
Fuori dal locale, la strada è deserta.
Inizio a gridare, ma nessuno sembra riuscire a sentirmi.
Jack mi sbatte al muro e si posiziona davanti a me, facendo pressione col suo corpo sul mio.
-AIUTO!-
Stavolta, il mio grido è disperato.
 
-Razza di idiota, lasciala stare-
Una voce mi fa sussultare e mi volto verso la strada, incredula. La tenue luce dei lampioni e la lontananza della figura non mi permettono di riconoscere all’istante la mia possibile fonte di salvezza finché, dall’andatura della camminata riesco a comprendere.
 
-Zayn-
 
Il ragazzo si avvicina sempre di più a me e a Jack, con un’aria infuriata.
-Mi stai a sentire? Ti ho detto di lasciarla stare-
Jack si allontana da me. impaurito e confuso.
Come può quest’ammasso di muscoli avere paura?
- Malik, non pensavo fosse la tua ragazza.-
-Torna dentro e non farti più vedere con lei. Chiaro?-
Il biondo scappa nel locale, lasciando me e Zayn soli.
 
-Tutto bene? Ti ha fatto del male? Scusa se sono arrivato tardi-
Il suo volto è contorto in un’espressione corrucciata. La sua premurosità mi fa sorridere, e lui si tranquillizza di rimando, cancellando la preoccupazione dal suo volto.
-Tutto bene, grazie-
C’è un momento di imbarazzo, e improvvisamente le mie scarpe diventano così interessanti da attrarre il mio sguardo verso il basso.
-Comunque questo vestito ti sta molto bene-
-uh, ehm, grazie-
Fortunatamente il buio nasconde il mio immancabile rossore.
-Non mi sono mai piaciute le feste, e credo che questa sarà l’ultima a cui Joe mi trascinerà-
Ridiamo entrambi. La nostra sintonia è alle stelle.
-Neanche a me piacciono, ci vado solo perché Lou e gli altri mi costringono-
Un’idea mi balena nella testa, e dopo aver fatto un respiro profondo, propongo:-Allora, se a nessuno dei due piacciono le feste, che ne dici di andare da qualche altra parte? La notte è giovane, e noi con lei-
Mi meraviglio della mia sfrontatezza e, abbassando lo sguardo, mi scosto un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, in preda all’imbarazzo.
-Ottima idea. Io ho il motorino, possiamo andare dove vuoi-
-Che ne dici del parco qui vicino?-
- Ma è a quasi un chilometro da qui, il parco più vicino!-
Il suo tono è lamentoso, ma divertito.
-Qui quella ad avere i tacchi sono io, non tu-
Gli sorrido beffardamente e lui scoppia a ridere.
Iniziamo a camminare tra i quartieri silenziosi e bui della nostra città, che di notte mostra solamente le luci dei lampioni e delle insegne ad intermittenza. 
  
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