Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |       
Autore: silviayuna    15/09/2007    3 recensioni
Hinata è destinata ad un grande futuro, che lei però non vuole. Riuscirà il suo grande amore, Naruto, ad aiutarla in questa situazione difficile, o il suo posto sarà preso da qualcun'altro?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cf

 

 

- Torna subito qui piccola peste!-

Un uomo vestito di nero stava rincorrendo una ragazzina sui quindici anni, abbastanza alta ma molto minuta, con capelli lunghi di uno strano colore nero misto a viola e con occhi quasi bianchi ma molto attraenti. La ragazza, erede di una casata molto importante, il Clan Hyuga, stava fuggendo per l’ennesima volta dalla sorveglianza del suo tutore. Il perché, poi, lo sapeva solo lei. Hinata, così si chiamava la ragazzina, era un tipo timido e molto riservato, ma con una grande forza d’animo. Essere erede di qualsiasi cosa comporta grandi responsabilità, e non tutti sono pronti per questo. Hinata faceva parte di quel gruppo che non era ancora pronto per avere il potere. Perché a lei nemmeno interessava! L’unica cosa che voleva era stare accanto al suo amato che, purtroppo, non sembrava degnarla nemmeno di uno sguardo. Ma lei non desisteva: tutti i giorni fuggiva dagli insegnamenti del tutore per guardare di nascosto Naruto, il ragazzo di cui era profondamente innamorata, allenarsi insieme ai suoi amici Kiba, Sasuke, Shikamaru e Choji.

Anche quel giorno la ragazza era riuscita a scappare alla presa tenace del tutore e a scappare verso il boschetto dietro casa. Da lì il luogo dell’allenamento, che si teneva in una radura al centro del bosco, era facilmente raggiungibile. Aveva scoperto quel posto per caso, durante una passeggiata insieme alla sorellina. Aveva visto quei ragazzi esercitarsi e li aveva riconosciuti: frequentavano la sua stessa scuola ma si trovavano tutti un anno più avanti di lei. Anche suo cugino Neji ogni tanto usciva con loro e spesso Hinata gli faceva domande su di loro e in particolare di quel ragazzo biondo e chiacchierone di cui si era innamorata. E lui gliel’aveva descritto come un gasato e un povero fallito. Ma questo non aveva fatto altro che accrescere l’amore di Hinata per quel ragazzo così diverso da lei.

Quel giorno, però, era in ritardo. Hinata corse più velocemente possibile tra gli alberi, graffiandosi la pelle e tagliandosi i vestiti. Improvvisamente sentì una voce: era quella di un amico di Naruto, che lei non sopportava molto.

- Akamaru! Akamaru!!!-

Chi sta cercando? Hinata si nascose dietro ad un albero e guardò il ragazzo avvicinarsi e guardarsi intorno con fare disperato.

- Dove ti sei cacciato? Cane maledetto…Vieni fuori!-

Appena sentì la parola “cane” un brivido le attraversò la schiena e la pelle le si accapponò. Lei i cani li aveva sempre odiati. Forse era per quello che non poteva sopportare il ragazzo davanti a lei.

Kiba si fermò e iniziò ad annusare l’aria. La ragazza sgranò gli occhi per la sorpresa: chi era quello? Un animale?

Il ragazzo si fermò, naso all’aria, girato verso l’albero dietro cui stava lei.

- Ti ho trovato!-

Hinata si sentì avvampare come di consuetudine. Davvero ha capito che ero qui? Mi avrà “fiutato”? No… Mi avrà visto poco fa. Sentì i passi del ragazzo avvicinarsi al suo nascondiglio. Cercò allora di schiacciarsi contro l’albero e diventarne parte integrante per sfuggire alla vista di Kiba. Poi guardò in avanti: una figura indistinta si stava avvicinando a lei. Cercò di guardare meglio e, quando finalmente riuscì a distinguere il profilo, la paura la invase e, spalancata la bocca, tentò di gridare con tutta la voce possibile. Ma non le uscì altro che un suono soffocato. Davanti a lei, un enorme cane bianco la guardava con aria meravigliata mentre si accasciava al suolo priva di coscienza.

 

Hinata finalmente aprì gli occhi. Dove mi trovo? Il paesaggio intorno a lei non era composto da altro che alberi e sottobosco. Poi finalmente ricordò: era scappata da casa per spiare Naruto ma un grosso cane le aveva sbarrato la strada e lei era svenuta. Si mise seduta con fatica, la testa che le girava ancora. Davanti a lei Kiba le dava la schiena. Sembrava intento a fare qualcosa.

Hinata si protese in avanti cercando di vedere ciò che il ragazzo stava facendo, ma vide solamente una bacinella piena d’acqua davanti a lui. Poi sentì un guaito e un altro brivido la attraversò. Ancora quel cane! Sporgendosi nuovamente vide ciò che c’era all’interno del recipiente: un cane identico a quello che l’aveva fatta svenire, ma cento volte più piccolo.

- Eddai, stai fermo piccolino!-

La voce di Kiba interruppe quel silenzio innaturale che si era creato mentre il cane emetteva un altro guaito.

- Cosa dici, Akamaru? La ragazza si è risvegliata?-

Kiba si girò e vide Hinata in ginocchio sporta verso di lui. La ragazza diventò bordeaux appena incrociò il suo sguardo e si mise seduta in una posizione comoda. Kiba sorrise: non aveva mai visto nessuno che avesse così tanto terrore dei cani.

- Ehi! Come stai?-

- Bbb…bene, grazie-

Hinata abbassò lo sguardo e intrecciò le dita. Forse quel tipo non era poi così male.

- Mi chiamo Kiba. E tu?-

- Hi..Hi…Hinata-

- Sai, Hinata! Non ho mai visto una persona più fifona di te!-

La ragazza pensò subito di aver sbagliato a giudicarlo così bene. Non era altro che un maleducato. Questo la fece avvampare ancora di più, ma per la rabbia.

- Cioè… Volevo dire che non avevo mai visto nessuno che avesse così tanta paura dei cani. Akamaru è solo un piccolo animaletto innocuo…-

Forse non era poi così maleducato. Forse.

- E ehm… quello enorme che… c’era poco fa?-

- Era sempre lui, ma aveva ingerito un tonico da guerra per riuscire a trasportarmi-

La ragazza ancora non capiva una cosa: perché allora era fuggito?

Hinata disse ad alta voce ciò che stava pensando, sempre balbettando.

- Aveva annusato un odore strano… insolito…-

- Che… che genere di ehm… odore?-

- Non saprei… non me l’ha detto-

- Tu… parli con i cani?-

- Certo. E’ una dote di famiglia. Del clan Inuzuka-

- Tu… appartieni ad un Clan?-

- Sì. E sono anche un erede… sai che palle-

- Davvero?-  Hinata sembrava stupita. Forse lei non era l’unica che non voleva essere l’erede di una casata – A…anche io…-

Il ragazzo la guardò stupito. Come faceva una ragazza del genere (timida e fifona) a essere erede di una casata? Che, a giudicare dai vestiti che portava anche se stracciati e dallo strano colore degli occhi, doveva essere molto importante.

- Qual è il tuo Clan, Hinata?

La ragazza si stupì: Neji gli aveva sempre detto di non fidarsi di Naruto e tantomeno di Kiba perché gli assomigliava molto. Però questo tono gentile… Perché non si comporta come sempre? Neji dice che non gli piace essere cortese. Ma il tono di Kiba era tutto tranne scortese e la ragazza arrossì nuovamente.

Kiba piegò la testa guardandola di traverso e aspettando con strana pazienza la sua risposta.

- Clan… Hyuga-

- Cosa?!- Kiba spalancò gli occhi: davanti a lui stava un membro della casata più importante di Konoha.

Come ho fatto a non riconoscerla? E’ uguale a Neji Hyuga.

- Tu… conosci Neji?-

Hinata guardò il ragazzo – Certo, è mio cugino!- Strano, aveva parlato senza tremare o balbettare. Cosa stava accadendo?

Hinata era così presa dai suoi pensieri che non si accorse che Akamaru si era avvicinato a lei e la stava annusando. Tornò alla realtà quando il cane iniziò a leccarle la mano.

La ragazza lanciò un grido e balzò in piedi nascondendosi nuovamente dietro un albero.

- Che tipa paurosa- Kiba si alzò scuotendo la testa e abbracciando il cane – Guarda che Akamaru non fa male a nessuno se non glielo ordino io…-

- Io… io… ho paura lo stesso- Di nuovo a balbettare. Tutta colpa di quel cane.

- Vieni. Standogli vicino senza che lui ti possa toccare è senz’altro utile per far passare la paura-

- Io… io… non voglio-

Kiba sbuffò. Sarà stata anche timida quella tipa ma era molto testarda. Decise allora di alzarsi e andarsene, gli altri lo stavano sicuramente cercando.

- Scusa devo andare. I miei amici mi stanno aspettando-

Hinata annuì abbassando il capo – Ciao-

- Ci vediamo allora- Il ragazzo si alzò con Akamaru sottobraccio e si allontanò verso il punto dove si tenevano gli allenamenti, senza voltarsi a guardare Hinata che, ancora nascosta, lo fissava rossa in viso.

 

- La signorina Hinata-

La ragazza fu annunciata da una cameriera al suo tutore che, con aria scocciata, guardava i suoi capelli spettinati e i vestiti leggermente stracciati e sporchi di terra.

- Dove è stata signorinella?-

- Non… non sono affari che… la riguardano- Hinata guardò negli occhi il suo interlocutore mentre pronunciava la frase. Forse la chiacchierata con quel ragazzo rozzo e burbero incontrato nel bosco e la vicinanza al cane le avevano dato un po’ di coraggio.

- E invece sì, signorinella. Mio padre ha affidato la vostra istruzione a me. Ma voi ogni giorno fuggite e ve ne tornate verso sera senza imparare un bel niente. Fino ad ora non mi sono lamentato, ma se vostro padre verrebbe a sapere di ciò, come pensate che reagirebbe?-

Hinata sentì la collera assalirla. Di una cosa aveva grande paura: suo padre.

- Non ci dovete… nemmeno provare!- La voce le si increspò. Si accorse che stava quasi strillando.

- Alla vostra prossima uscita, signorinella, vostro padre verrà avvertito. E’ stata avvisata-

La ragazza annuì e si girò per andarsene ma la voce dell’uomo la fece fermare.

- Dove credete di andare? Oggi siete tornata prima e la lezione di storia si fa-

Alla ragazza venne da sbuffare ma la sua rigida educazione non glielo permetteva e quindi tornò verso il tavolo e si immerse nella storia di Konoha.

 

Quella notte Hinata sognò il ragazzo con il cane. Era la prima persona che aveva conosciuto all’infuori dei suoi compagni di scuola che però spesso la evitavano. Molte volte si sentiva sola ma, per fortuna, la fidanzata di suo cugino Neji, Tenten, compagna di studi di Naruto e Kiba, le tirava su il morale portandola con se in giro per il villaggio. Hinata aveva anche altre conoscenti con cui si trovava bene, ma loro non avevano problemi di istruzione per diventare ottime eredi di un Clan importante. Per questo passava la maggior parte del tempo da sola a spiare gli altri.

Quel giorno, però, qualcosa in lei era cambiato. Quella conversazione con Kiba le aveva dato la voglia di uscire, conoscere nuove persone, senza dedicarsi sempre allo studio che diventava più pesante del solito.

Domani vado da Tenten. Le chiederò di farmi conoscere qualcuno di nuovo, e magari incontrerò anche Naruto!

Il giorno dopo la ragazza si alzò di buon mattino. Ormai era deciso: si vestì velocemente e corse fuori da casa. Stava per uscire dal cancello quando vide un mazzo di fiori (probabilmente raccolti dal bosco) con un biglietto. Ciao Hinata. Come stai? Volevo invitarti a venire ad assistere ai miei allenamenti oggi pomeriggio nella radura al centro del bosco. Se venissi mi faresti davvero un grande piacere. Kiba.

La ragazza arrossì fino a diventare viola: nessuno l’aveva mai invitata a fare qualcosa, tantomeno un ragazzo. Hinata annusò i fiori. Erano due enormi margherite e qualche viola selvatica. Il profumo che sentì la fece andare su di giri. Corse a nascondere il regalo e si avviò con passo calmo verso la casa di Tenten.

 

 

--------------------------------------------------

Ciao a tutti!!! Ecco qui la prima parte di questa ff su una delle mie coppie preferite: Kiba e Hinata! Lui assomiglia molto a Naruto, è un gradasso ma dal cuore tenero e capace anche di capire la timida e insicura Hinata. Come andrà a finire? Cosa succederà tra idue? Lo scoprirete nella prossima puntata!^^

ciao e bacioni^^

silvia

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: silviayuna