Dopo il matrimonio, i coniugi Malfoy erano diventati
tra i più rispettabili del mondo magico e si erano stabiliti a Malfoy
Manor.
Ora, erano proprio riuniti lì con altri Mangiamorte.
Ovviamente, Bellatrix. I capelli neri scendevano ordinati sulle spalle.
L'aria annoiata, la testa poggiata allo schienale della poltrona nera. Anche
il resto dell'arredamento e scuro, a contrasto con le pareti beige.
L'atmosfera luminosa (anche a quell'ora) di quella giornata primaverile, non
sembrava migliorare minimamente l'umore dei presenti.
Rodolphus, pacato come al solito, non lasciava trasparire la sua noia,
mentre discorrreva con Rabastan.
Tiger, Goyle, Nott e un altro paio di fedeli sostavano immobili come
statue di cera accanto all'ingresso.
L'orologio a pendolo battè le 05:30 a.m.
Lucius sbuffò soronamente, attirando l'attenzione
degli altri, com'è facile immaginare.
Bastò un'occhiataccia della moglie per farlo calmare.
Finalmente, una smaterializzazione li fece sobbalzare tutti (comprese le statue
di cera) e gli elfi si affrettarono a scappare dalla stanza.
"Lord..."
"Salve mangiamorte"
"Come mai quest'orario? Ci sono complicazioni con..."
"Taci Lucius. Se sono quì ora è perchè questo
è il momento in cui ero predestinato a venire. Come sapete, le profezie
sono la mia ultima passione..."
Entrambe le donne presenti sorrisero.
Dopo il giochetto di Potter il loro signore non si era dato per vinto, deciso
a voler scoprire il contenuto della profezia ugualmente.
Bellatrix fissò il suo padrone con occhi scintillanti.
Non più abbandonata sulla poltrona ma leggermente poggiata come fluttuante
con una mano a sorreggere il mento pronunciato.
La pelle bianca del Lord, a contrasto con le labbra rosse... ma soprattuto la
voce, quella voce bassa, seducende, ammaliatrice...
I suoi discorsi nascondevano mezze verità, pnsieri nascosti,
novità da scovare ragionando sulle parole usate...
Ognuna di esse era soppesata con cura e dotata del giusto accento, della giusta
intonazione, per assegnarle la giusta importanza.
Bellatrix non poteva fare a meno di sentirsi rapita. Anche nel caso in cui stessero
parlando di un qualsiasi futile argomento, era certa, si sarebbe sentita ugualmente
così coinvolta.
"Ebbene, dobbiamo partire"
Bellatrix fu riportata alla realtà
"P-Partire?!"
"Non tu Bella, so che non mi stavi ascoltando e come sai odio ripetermi...
crucio!"
Bellatrix si contorse un pò, urlando, ma non troppo, perchè la
maledizione era stata meno intensa volutamente.
Rodolphus volse lo sguardo, l'espressione ferita, impotente.
Finalmente, il sole iniziava a splendere con tutta la sua forza. I raggi penetravano
appena attraverso le tende di lino della sala. L'atmosfera sembrava impalpabile,
come un incubo confuso con la realtà.
Echeggiavano nella sua testa le urla della moglie.
Ma era solo fantasia, perchè Bellatrix aveva smesso di contorcersi.
E se ne è reso conto soltanto quando Lucius lo ha voltato, forzandolo
con una mano sulla spalla.
"Non voglio femminucce con me, Bella. Siete pronti?"
Bellatrix, nonostante spasmi di dolore, assunse un'espressione offesa e dolorante.
Cercò lo sguardo del marito ma è indecifrabile.
Riuscì a capire solo una cosa: non avrà il suo appoggio.
Ebbene, farà tutto da sola.
"Non mi sembra che ad Azkaban ci sia finito
solo il maschietto... E se sono quì, nonostante la mia debolezza da femminuccia,
è perchè i Dissennatori non mi hanno fatto impazzire. Probabilmente,
vuol dire che anche io ..."
"Non mi pare di averti chiesto un parere. Resterai quì e basta."
Non l'aveva neanche lasciata finire di parlare. L'aveva trattata con disprezzo...
Non c'era appello a tutto questo.
Un altro inconfondibile rumore e Voldemort non c'era più.
Sbattendo le mani sui braccioli ed alzandosi sempre tenendo lo sguardo basso,
Bellatrix mormorò un "Bene" con la bocca evidentemente
deformata in una smorfia di orgoglio ferito represso malamente.
"A quanto pare io e te, Narcissa, passeremo un bel pò di tempo insieme..."
Poi, senza aggiungere altro scomparve.
"Meglio andare"
Era stato Rodolphus a parlare.
"Sì" Annuì Rabastan
Ovviamente furono imitati dagli altri.