Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: demsstrength    03/03/2013    2 recensioni
Meredith Wears è una sedicenne che si trasferisce a Londra.
Cerca di essere ottimista ma trova compagni ancor più stronzi di quelli a Napoli.
____________
- Meredith Wears. Che dici se ci iniziamo a conoscere con una sana scopata? Magari a casa mia.- mi sussurrò qualcuno prendendomi i fianchi da dietro.
-Non toccare mia sorella Tomlinson.-
____________
.. io dovrei fare un disegno per domani..- si avvicinava ancora.
-Se vuoi che te lo faccia hai sbagliato persona.- continuai io con tono calmo, come sempre.
Prese il mio braccio e mi strattonò facendomi avvicinare ancora di più a lui.
-Tu mi farai quel disegno.- mi sussurrò.
Annuii a testa bassa.
___________
Senza dire niente mi posò le labbra sulla fronte, come una mamma fa con il figlio per controllare se ha la temperatura alta. Irrigidii e sbarrai leggermente gli occhi stranita per quella sua reazione e come me anche i ragazzi restarono scioccati.
-Non hai niente, ti riaccompagno io appena finiamo.- mi mise una mano dietro la testa e mi sorrise, per poi spingermi in avanti quasi dolcemente.
__________
Che ne dite? Vi ha incuriosito? Sono piccole parti prese da vari capitoli.. vi aspetto c:
Sciaau bele!
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

Meredith’s POV

37 chiamate a casa.

19 messaggi nella segreteria.

60 chiamate sul cellulare.

30 messaggi.

Lanciai la matita contro la parete facendo rompere la mina dopo. Avevo cominciato a disegnare per sentirmi meglio ma, oltre al cellulare che continuava a vibrare, avevo i suoi occhi in mente. Quegli occhi color del ghiaccio che ti scaldano e gelano allo stesso tempo. Sono capaci di comunicarti tutto e niente. E’ strano, non so come ma alle volte riesco a leggerci dentro, altre volte sono come uno scudo per l’anima che vuole essere nascosta.

Il cellulare vibrò ancora e lo portai all’orecchio dopo aver accettato la chiamata.

-Devi lasciarmi in pace razza di idiota. C’hai un opossum che si fa le seghe al posto del cervello?- urlai facendomi molto probabilmente sentire dai miei genitori di sotto.

-Dio Meredith, sono Abbie. Mi spieghi che è successo? Louis si è chiuso in camera sbattendo la porta ed è uscito dopo aver messo a soqquadro la stanza, tu non rispondi…-

-Ah… ciao Ab.. scusa ma non mi va di parlarne.-  prima che potesse dire altro misi giù e spensi il cellulare; poi, con l’intenzione di non pensare più a niente, mi gettai sul letto e mi addormentai.

 

Accesi il cellulare dopo due giorni chiusi in camera:

206 chiamate.

230 messaggi.

Sospirai riponendo il cellulare in tasca per poi precipitarmi in cucina dove ad aspettarmi c’era una madre preoccupata e un fratello protettivo.

Sprofondai nel divano portandomi poi le vans rosse ai piedi. Mi alzai mostrando un sorriso ai due che mi guardavano dall’altro, probabilmente di aspettavano che gli dicessi cosa succedeva, poveri illusi.

-Allora..-portai una ciocca di capelli caduta davanti agli occhi dietro all’orecchia e presi la tracolla –andiamo a scuola fratellone?- continuai sorridendo e mettendo in bella vista le leggere fossette.

Lui annuì distrattamente e dopo aver salutato nostra madre uscimmo. Il tragitto fu silenzioso e una volta a scuola andai dritta al mio armadietto salutando solo Joe e Abbie da lontano, che parlavano.

Alla prima ora avevo arte, una salvezza possiamo dire. C’era solamente Zayn dietro di me che, come il primo giorno di scuola, continuava a lanciare infantili bigliettini con la speranza che li leggessi, almeno prima di essere buttato fuori.

Louis’ POV

-Pronto? Stean?- tamburellai impaziente il dito sul cellulare mentre il mio amico si prendeva tutto il tempo che gli andava prima di rispondere, il solito.
-Hey Tomlinson, che fine hai fatto?-
-Poche domande Stean, ho fatto un casino con una ragazza e ho bisogno che mi aiuti..-
-Dovrei farlo dopo che mi hai abbandonato?­-
-Dovresti- ci fu una breve pausa in cui tornai con la mente al giorno in cui lo incontrai: lui era in ginocchio davanti ad un ragazzo ubriaco,  con il sangue che usciva dalla bocca come se fosse stata una fontana rotta, se non ci fossi stato io non sarebbe stato qui forse. Mi feci scappare un sorriso per poi continuare –Andiamo Stean..- non gli avrei mai ricordato quel giorno, odiava parlarne.
-Che dovrei fare?- chiese sospirando, probabilmente avevamo pensato alla stessa cosa.
-Ti chiedo di tenerla d’occhio e..- abbassai la testa imbarazzato lasciandomi sfuggire il continuo della frase in un sussurro -devi aiutarmi a riconquistarla.-
Dall’altra parte si sentì una risata cosa che mi irritò un tantino ma cercai di tenermi calmo.
-Ci sto amico.. ehm.. dimmi qualcosa su questa ragazza, dove va di solito, i suoi interessi.. non so.-
-Si chiama Meredith Wears, cercala su facebook, le piace l’arte, leggere, la musica.. è una ragazza semplice e non le piace truccarsi o i vestiti firmati…-
-Dove l’hai trovata?- mi interruppe sconcertato, si sentiva dal tono di voce.
-Non lo so nemmeno io, è stato strano ma vabbe’.. vieni oggi a casa mia, alle cinque, ciao.- misi giù senza aspettare una risposta visto che era suonata la campanella della quarta ora, dovevo andare a teatro.

Sentivo i passi rimbombare sugli armadietti dei corridoi vuoti mentre correvo verso il teatro dove avevo le prove per la recita. Una volta lì davanti diedi una sistemata ai capelli guardando la mia immagine riflessa sullo schermo del cellulare poi spalancai la porta con una mano creando un tonfo che fece sobbalzare tutti i presenti.

-Scusate.- urlai correndo tra la fila di poltroncine rosse davanti al palco, sul quale c’era tutto il cast compresa Meredith che teneva la testa abbassata sui bozzetti per i costumi di scena, facendo finta di non avermi visto.
-Finalmente è arrivato Romeo- urlò Lilith alzando scherzosamente le mani –vieni che proviamo, e poi provi i costumi di Mer.-
La ragazza seduta su uno dei banchi appoggiato alla sceneggiatura alzò lo sguardo sentendosi chiamare, incrociò i miei occhi e sorrisi pensando che mi erano mancati, poi abbassò nuovamente la testa sul blocco che aveva in mano e solo dopo mi resi conto dello sguardo inespressivo che mi aveva rivolto, il quale lasciava trasparire soltanto un misto di delusione e tristezza.
Con il copione tra le man mi sedetti sul banco accanto a Meredith che non si mosse minimamente continuando a scarabocchiare su quell’affare, avrei voluto strapparglielo di mano e costringerla a guardrmi per incontrare i tuoi occhi.
-Louis, la battuta. Dall’inizio.- urlò irritata la professoressa. Scossi la testa cominciando a parlare
-Oh! sembra che insegni alle torce a sfavillare!...e sospesa sulla fronte della notte, come la perla più rara di una regina etiope! Oh! é troppo bella! Troppo meravigliosa per questa terra! Innocente e casta come una candida colomba...che voli per errore con dei corvi!...ha mai amato il mio cuore?...e come avrebbe potuto?...se non ha conosciuto la bellezza fino a questo istante!-

***

-Louis, ci restano solo quindici minuti, va con Meredith di là per provare i costumi di Romeo.- annuii alzandomi in piedi e seguendo la mora che aveva cominciato a camminare a testa bassa diretta dietro le quinte.
Entrò in una stanza e seguendola mi chiesi la porta alle spalle per poi avvicinarmi cautamente. La strinsi da dietro in un abbraccio affondando la testa nei capelli ricci e sniffandone il profumo di rose. Sobbalzò al mio tocco per poi cominciare a dimenarsi cercando di farmi lasciare la presa; feci un passo indietro in modo da accontentarla e lei si voltò con il primo costume ben confezionato ma povero di dettagli, che sarebbero stati aggiunti in un secondo momento.
-Va in bagno e mettiti questo.- disse cercando di evitare i miei occhi porgendomi non troppo delicatamente il vestito.
-Dobbiamo parlare, lascia che ti spieghi..- allargai le braccia avvicinandomi ma lei mi mise una mano sul torace spingendomi.
-Prova il vestitoTomlinson.- continuò, alzando di un ottava la voce e pronunciando il mio cognome con una chiara nota di disprezzo nella voce.
Un sapore amaro mi riempì la bocca: cominciai ad odiarmi, per quello che avevo detto, quello che i ragazzi mi avevano indotto a dire, quello che avevo fatto …
Mi girai in direzione dello stanzino mentre lei era di spalle lavorando ai dettagli del costume sul modello disegnato, poi ripensai al da farsi e senza un motivo preciso mi voltai verso di lei e cominciai a spogliarmi  togliendo felpa e maglia.
La mora alzò il capo come se avesse avuto gli occhi dietro la testa, la riabbassò subito dopo biascicando qualcosa di incomprensibile.
-Come?- mi fermai con la mano sul bottone del jeans.
-E’ stupido, va a cambiarti nello stanzino, non credo che mostrandoti in boxer saresti meglio.- fece con voce pacata.
-Io credo di si.- ridacchiai per poi procedere. –Non hai mai visto un ragazzo in boxer?-
-Ho visto te la settimana scorsa.-
-E allora qual è il problema?-
-E’ infantile fare così, totalmente stupido.-
Dopo aver sfilato i jeans scuri li lasciai ai miei piedi sul pavimento per poi prendere ad infilare la calzamaglia.
-Mi sono vestito.- sbuffai notando il modo in cui la calzamaglia mi evidenziava il sedere.
Lei si voltò e prese ad osservarmi; portò una mano in aria facendo vorticare il dito indice e feci un giro su me stesso al suo comando, poi prese ad osservarmi da capo a piedi.
-Mi evidenzia le forme, non trovi?- risi, ma smisi subito vedendo il duo volto inespressivo.
-Riesci a muoverti?- Annuii. –Bene, toglitelo.- fece per poi voltarsi nuovamente dove c’era una vecchia cattedra piena di fogli.
-Se io profano con la mia mano indegna, questo santuario è un peccato gentile… Le mie labbra come due pellegrini chiedono la grazia di riparare la rude offesa con un dolce bacio…- recitai portandomi teatralmente una mano sul petto.
-Ficcatelo a culo il bacio.- La campanella suonò ma mentre lei era intenta a sistemare le sue cose io rimanevo immobile: mano destra sul petto, mano sinistra  mezz’aria, piede sinistro in avanti.
-Spogliati e posa i vestiti sulla sedia, ciao.-
La vidi uscire sbattendo la porta e mi lasciai scappare un sospiro. Avrei saltato l’ultima ora quindi cominciai a camminare su e giù per la piccola stanza grigia  che metteva tristezza; diedi un calcio al muro e soffocai un urlo per il semplice motivo che avevo i calzini e dire che non mi ero fatto male era come dire di stare bene dopo che qualcuno ti ha sparato al petto.
Osservandomi intorno notai una luce non molto forte provenire dal soffitto da cui pendeva una lampadina, facendo scorrere lo sguardo c’era un armadietto, degli scatoloni con materiale didattico, un appendiabiti pieno di costumi di scena, un manichino a cui erano appoggiati  frammenti di stoffa … C’era una cattedra piena di fogli e foglietti di ogni colore e misura con su disegnato di tutto, non mi ci volle molto per capire che quella stanza era stata affidata solo al gruppetto di costumisti. C’era qualche bicchiere di caffè appiccicoso, tempera sul pavimento, e per finire un odore che non era dei migliori.
Spostai lo sguardo sull’orologio da parete notando con stupore che avevo passato dieci minuti buoni a cercare ogni particolare della stanza. Mentre mi spogliavo degli abiti di Romeo e rindossavo quelli di Louis Tomlinson arrivai a chiedermi se quelle quattro mura avessero un storia da raccontare, come tutti d’altronde.
Scossi la testa divertito dai miei stessi pensieri, non sono mai stato un tipo profondo. Presi la felpa e uscii da quella stanza chiudendomi la porta alle spalle per poi cominciare a camminare diretto in cortile.

 

Zalve zalvino c:
Alluora, comincio con scusarmi per il ritardo, per la lunghezza e per eventuali errori.
Ho preferito postarne uno breve che metterne uno più lungo tra una settimana, tipo.
Mi scuso anche per la merdosità del capitolo.
Devo dire che da otto recensioni ad alcuni capitoli e tre all'ultimo c'è una bella differenza
ma avrei dovuto muovermi a scrivere.
Non perdiamoci in chiacchiere, vi do' la buona notte alle 00:26.
Lasciatemi una recensione se vi va, più luga di dieci parole magari, e sincera. Nel senso
ditemelo che il capitolo è una merda, ditemi cosa migliorare, ditemi cosa vi piace..
Ok.. ultima cosa: sotto c'è la mia prima OS, passateci se voleete c:
Notte spledori <3

Image and video hosting by TinyPic
 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: demsstrength