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Autore: Malandrina95    03/03/2013    2 recensioni
Vi siete mai chiesti come è iniziata la storia dei Malandrini? Come sono diventati quello che sono, come Sirius Black è riuscito ad uscire con metà della popolazione femminile di Hogwarts, come Remus ha confessato di essere un Lupo Mannaro, come quell'idiota di Peter si è aggiunto al gruppo, come James si è beccato una cotta stratosferica per Lily?
-James Potter,undici anni, si voltò dall'altra parte, bofonchiando qualcosa di incomprensibile, ignorando la donna che cercava di svegliarlo-
- Walburga Black, trentacinque anni, i capelli neri stretti in un alto chignon, che in quel momento lo fissava torva, non si poteva certo definire materna. Se qualcuno lo avesse fatto, Sirius lo avrebbe volentieri preso a calci senza pensarci due volte-
- Guadò i vestiti, i libri, il calderone, gli ingredienti per le pozioni ammucchiati malamente, come se a fare la valigia fosse stato un ragno ubriaco e non lui, Remus Lupin, il maniaco dell'ordine.-
- La casa dei mollaccioni. Dei perdenti. Delle schiappe. Forse sarebbe stato persino l'unico studente a essere in quella casa; nessuno poteva fare schifo come lui.-
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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jamesss

THE MARAUDERS  BEGINNING

#Partenza#

James

Uno scintillio dorato guizzava ,vicinissimo alla sua mano guantata, le dita della mano protese in avanti nel tentativo di acchiappare quella minuscola sfera alata...
- James -
 La voce della madre gli giunse alle orecchie come un dolce mormorio, mentre un colpo delicato lo colpiva alla spalla. James Potter,undici anni, si voltò dall'altra parte, bofonchiando qualcosa di incomprensibile, ignorando la donna che cercava di svegliarlo. Niente al mondo lo avrebbe fatto alzare da quel letto se prima non avesse finito  il suo sogno. Era questione di vita o di morte. 

Nello stadio la folla urlava, saltava e l'aria sembrava carica di vita e di elettricità..Il coro dei tifosi giungeva alle sue orecchie e la parola che urlavano a squarciagola gli dava la forza per chiudere le dita attorno quella minuscola ma velocissima pallina scintillante...
"Potter! Potter!"
Un boato di trionfo scosse la tribuna quando finalmente catturò il Boccino d'Oro..i compagni di squadra lo raggiunsero con un'espressione felice sul volto. Lo presero tra le loro braccia, sollevandolo in alto,sopra le loro teste, portandolo verso il mago che brandiva la Coppa del Mondo...

- James!-
Questa volta il bambino chiamato James Potter aprì gli occhi, assonnato. Aveva ancora l'espressione beata e lo sguardo rapito, come se davanti ai suoi occhi ci fosse ancora la scena della premiazione che stava sognando, ma quando vide il volto sorridente della madre mise il broncio.
-Era un sogno- bofonchiò, gettandosi le coperte sopra la testa e strizzando gli occhi, stizzito. Diventare un famoso giocatore di Quidditch era il suo sogno da quando era andato col padre ad assistere alla Coppa del Mondo di Quidditch e vedere quei giocatori che sfrecciavano sopra di loro e i Cercatori che si cimentavano in mosse pericolosi e folli, lo aveva letteralmente affascinato. Dorea rise, togliendo le coperte dalla testa del figlio.
-Stavi ancora sognando la partita di Quidditch?-gli chiese sorridendo. James per tutta risposta incrociò le braccia al petto, sedendosi sul letto,seccato.
-Mi hai svegliato proprio sul più bello!! La premiazione!! Mamma stavo per alzare la Coppa del Mondo e tu mi hai svegliato!- si lamentò James guardandola in tralice.
Dorea rise di nuovo. Le ricordava tantissimo suo marito quando la guardava in quel modo.
-Dai, quante volte l'avrai già sognato?-
-Non è questo il punto! Mamma, se non sogno la premiazione tutte le notti io....morirò!- concluse il bambino con fare drammatico. Si buttò all'indietro sul letto,chiudendo gli occhi, rimanendo immobile. Poi sbirciò la madre socchiudendoli appena, ma Dorea se ne accorse.
-I morti non sbirciano, sai?- gli sussurrò, facendogli il solletico. James ridacchiò , contorcendosi e cercando di liberarsi dalla presa della madre. Una testa nera fece capolino dalla porta.
-Come sta il mio piccolo campione?-domandò Charlus Potter sorridendo. James aveva preso dal padre il colore dei capelli, mentre gli occhi e alcuni tratti del viso erano della madre. Il difetto di vista, invece, che lo obbligava a portare un paio di occhiali rotondi, era del nonno.
-Sono un collage umano -scherzava ogni tanto James, quando tutti gli ricordavano che assomigliava tantissimo a suo padre e a sua madre.
-Bene, papà..oggi è..- cominciò James cercando di ricordare perchè il giorno prima era così su di giri. All'improvviso si illuminò e un largo sorriso si dipinse sul suo volto
-Oggi vado a Hogwarts!- urlò scattando in piedi sul letto e mettendosi a saltare come un matto, felicissimo. Sarebbe andato a Hogwarts, la scuola dei maghi migliore del mondo, da Silente, il preside, che James voleva conoscere di persona da quando aveva cinque anni.... Avrebbe conosciuto altri bambini, sarebbe diventato un mago coi fiocchi e sarebbe diventato un Auror. Aveva già deciso. 
E poi, ovviamente, accanto alla carriera Auror si sarebbe aggiunta quella di Cercatore, tutte le squadre lo avrebbero voluto con loro e sarebbe diventato il migliore.
-Si Jamie, ma devi muoverti o perderai il treno- lo avvisò la mamma. James s'immobilizzò e poi scattò giù dal letto, fiondandosi per le scale, rischiando di cadere e di rompersi l'osso del collo. Entrò in cucina, sedendosi pazientemente al tavolo, con un sorriso stampato sulla faccia, aspettando che la madre gli preparasse la colazione.

Angolo Autrice :)

Eccomi qui, di nuovo. Again. Poveri voi,muahahhahahahah*risata malvagia che è passata di moda*
Filo subito a pubblicare il secondo capitolo, si è un po' cortino, ma dopo si allungano u.u
Abbiate fede u.u

   
 
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