"Like a moth to that flame"
Un
rombo di tuono.
No.
Qualcosa
di più potente... più devastante.
Come
uno scossone tellurico, che ti ha smosso la terra sotto i piedi
facendoti vacillare.
Solo che sei rimasto perfettamente in equilibrio, accucciato nella neve, all'apparenza impassibile. Il
cuore, che dopo tanto tempo, troppo, pensavi non potesse più
battere
per qualcuno, all'improvviso ti fa male, rombando dentro il petto
scarno e coperto di tatuaggi... e lo stomaco, le viscere si
contraggono dolorosamente.
Ma
non ti sei mai sentito meglio.
L'avevi
vista così tante volte, spiandola da lontano.
Pensavi
che fosse solo il frutto della tua immaginazione, dei tuoi deliri
notturni in preda alla tua perenne insonnia, alla ricerca della Musa
che ti sfugge sgusciando beffarda fra le dita...
E
sì, avevi sempre immaginato che viso avesse, il colore dei
suoi
occhi, la forma della bocca...
Ma
era pur sempre qualcosa e qualcuno lontano da te miliardi di anni
luce, anche se a separarvi erano poche centinaia di metri.
Qualcuno
che rimaneva fuori dal tuo mondo.
Sei
tu quello che tiene tutti a distanza.
Tu
con il tuo pessimo carattere e le tue fisse da maniaco perfezionista
egocentrico.
Ti
senti protetto nella tua torre, dove nessuno entra o è
ospite
gradito.
Non
eri preparato, no...
Non
pensavi che gli occhi che avevi sognato sempre, fin da quando eri
bambino appartenessero ad una donna così diversa da quelle
che di
solito attirano la tua attenzione.
Non
pensavi che potessero essere i suoi.
È
tutto
tranne che appariscente: piccola, quasi minuta e così
pallida.
Con
il suo modo di fare, mentre si stringe intorno al corpo il giaccone
pesante, intimorita e diffidente, mentre ti fissa ad occhi sgranati,
la piccola bocca rosa e piena contratta per impedire alle labbra di
tremare.
Hai
temuto che potesse scappare via da un momento all'altro tornando a
nascondersi dentro casa, svanendo di nuovo, ridiventando di nuovo un
fantasma...
Un
viso minuto e pallido, striato di lacrime rappresse.
Perchè
piangi?
Cosa
o chi ti fa soffrire?
Hai
desiderato immediatamente prenderla fra le braccia e sussurrarle che
non doveva più avere freddo e paura. Mai più.
Con
tutta probabilità ti avrebbe tirato una sberla, hai pensato
divertito.
Quei
capelli rossi e selvaggi non promettavano certo un carattere
docile.
Hai
desiderato accarezzarle quei lunghissimi capelli ribelli, di un
colore così particolare tra il rosso e il biondo scuro;
ricci che si
stavano coprendo di leggeri fiocchi di neve, brillando come tanti
cristalli alla luce aranciata e calda del lampione.
Tiri
un sospiro di sollievo, improvvisamente sereno, lasciando che i tuoi
occhi accarezzino i lineamenti di lei, vagando su quel viso
sconosciuto eppure familiare, già caro...
Ti
sei sentito come dopo un lungo viaggio faticoso, quando tornavi a
casa e ritrovavi gli odori, le persone, gli oggetti.
Volevi
trattenerla il più a lungo possibile, continuare a respirare
come
stai facendo ora.
Da
quanto non ti sentivi così, Ville?
Ti
sei mai sentito così, del resto?
Erano
passati... quanto? Due minuti? O uno?
E
continuate a fissarvi in silenzio, senza che nessuno dei due parli o
faccia il minimo gesto.
Il
tempo si è dilatato e ognuno osserva l'altro, ben
consapevole che
non è stato casuale l'incontro.
Era
qualcosa che doveva accadere, che entrambi attendevate... solo che
non lo avevi capito fino a quando non hai alzato gli occhi dalla
piccola palla di pelo nera, i cui lamenti ti avevano distratto pochi
minuti prima, mentre cercavi come sempre di scrivere la tua musica.
Una
forza sconosciuta ti aveva fatto smuovere, alzare finalmente le
chiappe dal divanetto, andare alla finestra e sbirciare fuori.
Non
vedevi un accidente ma quei lamenti in qualche modo ti avevano fatto
stringere il cuore, allarmato al punto da farti infilare la prima
giacca trovata sotto mano e uscire sotto la bufera che stava
imperversando fuori.
E
ti sei ritrovato a guardare gli occhi e il viso più dolci
che tu
abbia mai visto prima d'ora, affogando in quel miele caldo e
avvolgente.
Stupido,
eh? Patetico? Sicuramente.
Non
era da te credere ai colpi di fulmine, all'amore a prima vista...
neanche ci credevi più all'amore...
Non
più.
Non
era amore quello, non ancora per lo meno... era un cataclisma, un
evento che non potevi controllare, qualcosa che ti attendeva dietro
l'angolo e ti ha investito in pieno.
Destino?
Fato? Tragedia?
L'amore
è sempre crudele, fa sempre male...
Sì
Ville, ci credevi così tanto, vero?
Oh
sì, ne avevi riempito di spartiti e quaderni di parole e
frasi
simili, con quella consapevolezza... e ora, guardando nei suoi occhi,
ti chiedi come può essere crudele qualcuno che ha quel viso
così
dolce e tenero, quello sguardo spaurito e palpitante.
E
puro.
Riesci
a vedere al di là della sua paura e diffidenza, intravedi
l'anima
vibrante, viva e forte che lei si sforza di celare con tanto
impegno...
E
vuoi stringerla tra le mani, respirarla, assaporarla e nutrirti della
sua luce calda... farti riscaldare dalla sua anima.
La
senti.
Riesci
a sentirla anche se non vi toccate.
Come
un filo sottile di seta invisibile.
Chiudi
gli occhi e respiri ancora, illudendoti quasi di aver sentito il suo
profumo...
“È
quasi morto di freddo, dobbiamo portarlo in casa!” -
sbotti con la voce irritata.
Più
verso te stesso che con lei, che si scuote come se qualcuno l'avesse
schiaffeggiata, raddrizzandosi rigida, facendoti cenno di seguirla.
Ti
alzi malfermo, temendo di non reggerti.
No,
le gambe vanno bene, funzionano come sempre... è
qualcos'altro che
ormai ha preso una strada diversa.
Sei
intimorito, hai paura, diffidente esattamente quanto sembra lei...
Ma
hai troppa voglia di lei, di conoscerla meglio, di scoprire se quegli
occhi che sono dentro di te, nei tuoi sogni e nei tuoi incubi da
sempre, sono quelli che cercavi.
“Oh.
Certo. Sì! Portalo dentro!”.
La
sua voce è ancora più dolce di quanto
immaginassi, più dolce
ancora dei suoi occhi... la voce di una bambina, chiara e limpida,
pensi con il cuore che ti batte sempre più veloce mentre le
passi
accanto per entrare in casa sua.
Non
ti sei trattenuto e hai inspirato forte passandole accanto, anelando
al suo odore... vaniglia... e qualcos'altro di indefinibile che non
sei riuscito a decifrare.
Ancora quella sensazione strana di familiarità, di qualcosa che conosci bene, come se lei fosse qualcuno che è da sempre presente nella tua vita... Confuso
e scosso hai varcato la soglia di quella porta per la seconda volta
in pochi giorni, certo che niente sarebbe stato più come
prima.
Entri
in casa sua con una piccola anima di pelo nero fra le mani.
E
il tuo cuore pronto per essere messo in quelle di lei.
Angolo dell'autrice: Eccomi... non chiedetemi come sia venuta fuori questa OS. All'inizio avrei voluto inserirla nella Fan Fiction in corso, ma non ne ero certa... mi sembrava fuori tema e mi sento sempre a disagio a dar voce ai pensieri di Ville, a quello che sente... di solito era ben chiaro solo nella mia mente ovviamente.. :) Ho ripercorso il primo incontro di Ville e Lou, questa volta vissuto da lui... e beh, spero vi sia piaciuta! :) Doveroso un grazie enorme alle mie due Beta, Deilantha e Pulci Sara e che come sempre mi danno ottimi consigli e suggerimenti aiutandomi a fare chiarezza dove a volte non c'è, dandomi come sempre supporto e forza, non dimenticando ovviamente la mia tesò Apina di Fratta Ombrosa, che perfino ora mi mette fretta perchè vuole leggere! Vi lovvo donne! <3 Grazie a chiunque legga e lascerà un segno... e anche a chi non lo farà, dai... oggi sono buona! A presto! *H_T* PS: ovviamente il titolo è da "The funeral of hearts"... :) |