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Autore: llAmortentia    03/03/2013    2 recensioni
Seth prese un sasso piatto dalla sabbia dove eravamo,scaldati dal caldo sole di luglio,e lo lanciò nel fiume di la Push facendolo saltare gioioso tra le calme acque che si increspavano leggermente.
Il ragazzo mi lanciò un'occhiata non troppo convinta,ma dopo pochi istanti ritornò con lo sguardo su quella vasta distesa azzurra.
-"Non sto scappando da quello che sono, Seth. Vorrei solo prendere una pausa" presi un respiro e quell'inspiegabile senso di soffocamento si fece sentire,di nuovo.
-"Sai,da me,da tutte queste sfighe,da quest'immortalità. Vorrei essere normale,per un po'. Non dover sapere niente di tutto questo" continuai sconsolata abbassando la testa.
-"Allora andiamocene" propose lui d'un tratto. "Io e te,una meta sperduta. Non importa dove,ma saremo lontano da qui".
Continuai a setacciare la sabbia dalla mano sinistra a quella destra e sorrisi sognante ancora a testa bassa.
-"Emily" mi chiamò dolcemente,dopo qualche minuto di silenzio e mi alzò il viso delicatamente,mettendo il mio sguardo in parallelo al suo "saresti disposta a prenderti una pausa e affidarti totalmente a me?" i suoi occhi brillavano con un progetto gradevole in testa.
-"Si,lo voglio" annuii sorridendogli.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
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-CAPITOLO 9-


I minuti passavano,ma Seth non dava l'impressione di essere disturbato. Sinceramente iniziavo un po' a scocciarmi,volevo sentire la sua voce,volevo che mi rivolgesse uno di quei suoi sorrisi smaglianti.
Mi inginocchiai a lato del letto,in parallelo all'orecchioal suo orecchio e mi schiarii piano la voce. Restai in attesa con il cuore che batteva frenetico,ma il ragazzo non sembrava muoversi. Sbuffai.

'E se lo svegliassi strattonandolo?” pensai.

Ma i miei pensieri non fecero tempo ad attivare le mani che mi ritrovai subito con una mano appoggiata alla sua spalla calda. Adoravo quel suo tatuaggio che lo rendeva così simile agli altri, eppure allo stesso tempo così speciale. Tutti i Quileute erano riconoscibili da quel marchio,ma il suo,il suo era così unico. Feci scorrere avanti e indietro la mia mano,accarezzando il suo braccio per chiamandolo dolcemente. Seth aprì di scatto gli occhi e si butto su di me senza pietà. Finii a terra,con le braccia strette nella sua morsa d'acciaio,gli occhi assonnati stranamente sgranati. Mi guardava con aria giocherellona con un sorriso appena accennato che mi dava alla testa,ma dopo qualche secondo cambiò espressione.

-”Oh,scusa. Non pensavo fossi tu” si scusò aiutandomi a tirarmi su.
-”Figurati. Scusami tu dell'intrusione” gli sorrisi.

Mi sorrise anche lui,prima di arrossire notevolmente. Mi ero dimenticata che non aveva la maglietta ed era in mutande. Mi voltai dall'altra parte,anche io rossa in faccia,cercando di tenere a bada fantasie varie e la voglia di sbirciare. Ma era come nascondere un pacco di Natale ad un bambino, quasi da far piangere il cuore. Mi rigirai e lui era già vestito.

-”Già fatto?” lo stuzzicai sorridendo per alleviare l'imbarazzo.
-”Già fatto” mi ribadì raggiante.

Si avvicinò e posò una mano sulla mia guancia,accarezzandomela dolcemente.

-”Si è gonfiata ancora di più” notò preoccupato.
-”Mamma dice che non è rotta” feci spallucce.

Forse ero grata di questo,ero grata di non avere la mascella rotta. Non per il dolore, non per le conseguenze; Non volevo che Seth reagisse male, non volevo che Seth perdesse il sorriso.

-”Qualcuno si è svegliato di buon umore a quanto vedo” dissi cambiando argomento.
-”Con un risveglio così? Non chiedevo di meglio” mi scompigliò i capelli e mi passò un braccio intorno al collo. Camminammo fino alla cucina semi abbracciati,poi sciolse il gesto dolce come il miele appena vide mio padre. Del resto come si poteva rimanere in quelle condizioni sotto le occhiate infernali di Jacob?

Mi sedetti di fronte a Seth e tendendo sollevata la testa con una mano,mi incantai a guardarlo ingurgitare più roba che trovava. Un muffin dietro l'altro cadevano nelle sue fauci riducendosi in poltiglia e tra una pausa e l'altra il ragazzo dalla fame da lupo, trovava il tempo per accennarmi qualche sorriso. Dio
quanto era..

-”Emily!” mio padre alzò la voce spazientito.
-”Si,che c'è?” gli chiesi ripiombando nella realtà.
-”Ricordati che sei in punizione e non puoi uscire. E che alle venti e trenta ti verremo a riprendere,ok?” mi ribadì per l'ennesima volta.
-”Si papà,ho afferrato il concetto” gli riposi secca.

E tornai ad occuparmi di quella visione perfetta che mi sedeva davanti. Sentii sbattere la porta,segno che Jacob aveva lasciato l'abitazione.

-”Cosa vogliamo fare oggi?” chiesi a Seth saltellando allegra sulla sedia. Una giornata con lui,cos' altro chiedere?
-”Vorrai dire,cosa farai tu oggi” evidenziò il singolare della frase,che suonava così vuoto e triste.
-”Andiamo!” sbottai “non mi dire che ora seguirai quello che dice mio padre!” alzai gli occhi al cielo. Non era mai stato un 'bravo ragazzo'. Da piccola quando papà gli ribadiva di non farmi guardare la tv Seth mi ci piazzava davanti per ore solo perchè glielo chiedevo io. Ora perchè tutta questa precisione?
-”Da sempre” rise lui.
-”Jacob ha detto che non potevo uscire, non che non potevo passare del tempo con te” gli feci notare puntigliosa.
-”Jacob ha anche detto che sei in punizione” il suo tono si fece più serio.
-”Ok,l'hai voluto tu.”

Mi alzai in piedi e me ne andai dalla stanza per cercare Emily. Glie l'avrei fatta vedere io la punizione!
Trovai Emily intenta a spolverare una vecchia libreria,in piedi su una sedia, poiché l'oggetto della sua attenzione era troppo alto.

-”Ehi Emily” mi salutò tra un movimento e l'altro.
-”Cosa devo fare?” gli chiesi senza complimenti.
-”Per ora niente,speravo potessi mentire a tuo padre in realtà” mi sorrise.
-”Cosa?” le chiesi scettica. “Sul serio? Ho capito bene?”
-”Certo” disse con tono quasi offeso scendendo gradino per gradino. “so quello che è successo Emily,è stato davvero scortese. Nessuno dovrebbe dire quelle cose ad una persona,tanto meno ad una ragazza. Non trovo giusto nemmeno che tu sia in punizione,per questo ho insistito per farti rinchiudere da me. Ti capisco e ti voglio aiutare,un compromesso” continuò.

Emily riusciva sempre a cogliere ogni mia piccola sfaccettatura di pensiero,era strabiliante come riuscisse a non giudicarmi mai.
L'abbracciai mentre la polvere catturata dal piumino si espandeva per tutto il salotto.

-”Grazie,davvero. Sei la migliore.” le sorrisi.
Anche le mi sorrise e ritornò seria per qualche minuto.

-”Però mi devi aiutare a preparare il pranzo. Ho 10 lupi da mantenere.” mi rimproverò.
-”Sissi signora” mi misi sull'attenti portando teatralmente una mano alla nuca in segno di rispetto,come facevano i militari.

Lei rise di nuovo. Era davvero una gioia vederla sorridere. La lasciai da sola a combattere contro lo sporco domenicale dimenticato.
Entrai di corsa in cucina,dove avevo lasciato Seth,dovevo raccontargli tutto! L'avrebbe presa bene,avevo un permesso ufficiale per stare con lui tutto il pomeriggio; Ma di lui non c'era traccia. Non rimanevano che i resti della sua colazione e una sedia spostata. Così niziai a sparecchiare sconsolata e arrabbiata,non l'avrebbe passata liscia quel lupo.
 

  
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