Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: ziogio    03/03/2013    0 recensioni
"14yrs old": come dice il titolo stesso è semplicemente una descrizione di alcune cose che possono far stare male un adolescente, perché sì, può star male anche lui.
La storia è semplicemente un racconto della vita di Joseph, del perché lui sia scappato di casa, del perché lui odi se stesso.
La storia probabilmente non resterà di un rating fisso, perché non so cosa scriverò, è sicuramente una lettura non adatta a chiunque, sarà abbastanza volgare in tutti i suoi capitoli e spesso violenta, non credo sia doveroso un rating rosso, non al momento.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo dodici: Dannata distanza

 

Sono passati giorni e giorni da quel momento (non ci si trasferisce in niente)... io non faccio altro che piangere e scrivere a Davide che lo amo, non riesco a fare altro... non gli chiedo di venire giustificando la cosa con un amaro: “Serve per abituarsi alla distanza”, tsè, avrei dovuto godermi gli ultimi momenti con lui invece, eppure sono qui a scrivere un diario, uno stupido pezzo di carta per fortuna quasi finito che mi ha dato forza e coraggio fino a questo momento per fare un'azione che altrimenti di certo non avrei mai fatto. E ora cosa fa? Distrugge tutto. Tutto quello per cui avevo sofferto, tutto quello per cui avevo sperato, tutto ciò che avevo sognato.

 

Io non credo nelle relazioni a distanza.

 

Io mi rifiuto di credere che due persone possano “amoreggiare” - se vogliamo usare questo termine - stando online, su una chat. Esistono e considero reali le amicizie online, quelle sì, su quelle sono d'accordo... ma l'amore online... è come dire che i proprio sentimenti vagano nell'immenso collegamento internet del mondo, non hanno una vera direzione, anzi sì, l'indirizzo ip del destinatario.
Almeno una volta c'erano le lettere, che venivano spedite al destinatario che leggeva la tua calligrafia e riusciva a rivedersi in ciò che scrivevi, ora non si usa neanche più inviarsele. Ora tutto funziona online e io sono il primo ad adorare ciò, però... le relazioni a distanza non fanno per me.

Non riesco a credere che si possa amare una persona senza nemmeno averla mai vista (non è il mio caso, ma ne esistono parecchi); un mio amico, quello della fermata, ha una fidanzata che è a duecento chilometri da lui, non l'ha mai vista ma ammette di amarla... ma non vedo come sia possibile. Come puoi amare una persona che sostanzialmente non hai mai conosciuto? Se c'è una cosa che ho imparato stando online è che tutto ciò che succede all'interno del mondo della rete si crea e si distrugge al suo interno in breve tempo... ma stavano insieme da otto mesi così, perché io non potevo sopportare la lontananza di Davide? Tutto sommato il nostro momento, seppur piccolo, l'abbiamo avuto.

 

Dovevo parlarne con lui, ma non volevo farlo online e nemmeno nella realtà, una lettera. Da quanto non sentivo questo termine? Gli invierò una lettera, sì! Anzi, gliela darò di persona ma poi scapperò...

Iniziai a scriverla insicuro a pensare di consegnarla e con la mano rapida perché ansiosa di far sapere anche a me stesso quello che stavo per scrivere:


Caro Davide,

 

In questi giorni ho usato tante scusanti per nascondere a me stesso una sola verità: Io ho paura di perderti.

Ho paura che questa distanza sia troppo per qualunque coppia, figuriamoci per una che si è appena formata... non lo so, gli adolescenti hanno bisogno della fisicità, della realtà, altrimenti non possono crederci, non possono realizzare che ciò che fanno è una realtà e non una pure finzione.


Non credo ma spero di poter sopportare il fatto che tu sarai a chilometri di distanza da me, il fatto che non potrò vederti se non prima del sei ottobre, il mio compleanno.

Non riuscirò mai a rassegnarmi. Molti miei amici e compagni mi hanno detto: << lascialo, la relazione online finirà prima o poi e tu non vuoi finirla brutalmente mentre lui non è nemmeno qui ad assecondarti, è la cosa migliore >>, ma non posso farlo, io non posso lasciarti, non lo farò mai, mai.

 

Sto cercando di sognare che tu entrerai da quella porta e mi dirai: << era tutto uno scherzo, non parto davvero, stai tranquillo, ti amo >>, ma non lo farai, perché questa è solo finzione. La finzione del pensare che passerà, del pensare al futuro come un mondo utopico, ma la realtà è il contrario.

Tu non mi hai mai conosciuto veramente, io ho sempre pensato che tutto non sarebbe mai passato, che tutto è un peso, un reale peso... che tutto doveva essere risolto subito perché tralasciando tutto e rimandando al futuro niente alla fine diventava la realtà, si viveva in un mondo di finzione in cui tutto andava bene.
Ti faccio un esempio con te, io ho sempre sperato che tu un giorno mi avresti detto di sì, quello era il mio desiderio, il mio sogno, la forza che mandava avanti la mia inutile vita.

Ora tu l'hai fatto, allora ho iniziato a pensare:

<< guarda un po', se una cosa è andata bene allora ora tutto andrà meglio e per il verso giusto >>, bam! Botta finale, tu parti.

 

Questo testimonia quanto la mia idea sul pessimismo sia giusta. L'ipotesi pessimista è nel novanta per cento dei casi la realtà, ciò che davvero accadrà. Mi hai detto di sì ma quel sì è inutile se non potrò neanche abbracciarti oltre a fare qualche stupida videochiamata o scriverti che ti amo su una chat scritta in codice.

Tu non sei un codice, il nostro amore (fallo chiamare come vuoi dagli altri) non può e non deve essere un codice, è riduttivo, è assurdamente... finto.

Sarebbe tutto surreale perché la rete rende tutto il tuo essere falso, non esisti, su internet non sei tu a parlare, è la tastiera che recepisce i tuoi messaggi che le digiti sopra e rimanda tutto indietro su uno stupido coso che non so come funzioni e non mi interessa che smisterà il tutto e te lo invierà sotto forma di messaggio, ma scherzi? Se io voglio farti un cuore dovrei affidarmi a mezzucci tipo segno di maggiore/minore con un tre accanto? Io voglio dirtelo a voce ciò che provo per te, non voglio che tu te ne vada, non voglio perderti.

 

Ho perso tutto in questo modo, ho perso tutto a causa della mia timidezza, ho perso la mia prima famiglia, per un periodo ho perso amici e Luca, per un periodo ho perso la speranza di conoscerti e di ricevere una tua proposta, ho smesso di credere di poter avere una vita felice e il parlarti mi rendeva contrario a questa mia idea.

Il parlarti, non il chattare con te.

 

Sei sicuro che non puoi rimanere? Davide, al momento, non mi interessa cosa sono io per te o cosa siamo per gli altri, tu sei tutto, non posso perdere il mio tutto, perderei me stesso.

 

Ti amo, per favore rispondi.

 

Baci,

Joseph

 

P.S.: Scusa se sono stato prolisso e noioso.”

 

Il giorno dopo vado a casa sua, suono, scende, gli do la lettera e corro via come un ghepardo.

 

Avevo paura. Paura che lui legga tutto e decida che la cosa migliore è lasciarsi, perché da quella lettera si capisce questo, si capisce che gli sto chiedendo di dirmi il mio tanto temuto: “No, il mio sì era tutto un tuo sogno, uno scherzo di pessimo gusto probabilmente”. Avevo paura che questo fosse stato tutto un sogno e che ora sarebbe arrivato il momento di risvegliarsi. Avevo paura di ferirmi ancora, ancora e ancora pensando al fatto che avevo fatto scappare il ragazzo della mia vita sotto al naso così, senza nemmeno provarci. L'avevo fatto andare via, lo avevo permesso, invece non potevo farlo, Davide doveva tornare a trovarmi, almeno questo non poteva negarmelo se ci teneva anche solo un tantino di quanto importava a me.

Esco a farmi un giro, non voglio pensarci.

 

Quando non ho niente da fare (non studio mai, tanto prendo ottimi voti lo stesso, intendo non fare niente in senso di aiutare altri o stare con mio fratello) prendo un pullman a caso, spesso il due che passa sotto casa mia e vado dove voglio.

Non mi interessa la meta, voglio solo dimenticare tutto, vedere tutto scorrere dai finestrini: palazzi, statue, case, persone... vedere tutto passare in un secondo prima che il pullman si fermi per un'altra fermata... vedere tutto perdersi nel vuoto mi aiuta, mi aiuta a tornare pessimista, quindi realista.

Vedere le persone che lì, appena le vedi, sembrano così chiare e nitide e un attimo dopo neanche sono più nella traiettoria della tua vista ti ricorda quanto le persone ti abbandonino in fretta, di quanto tu abbandoni in fretta loro, di quanto in fretta tutto in questa vita finisca, la vita stessa finisce in realtà in un lasso di tempo nullo.

Vedere il pullman spostarsi così lontano da casa e non conoscere la meta, non sapere neanche cosa avere intenzione di fare, dove scendere, l'obbiettivo del tuo viaggio. Tanti dicono “E' più importante il percorso del traguardo”, e se quel traguardo non ci fosse? Mi piaceva andare in giro per la mia città senza una meta proprio per questo, se la cosa più importante è il percorso... il traguardo non importa, non ho ragione?

Ogni volta mi ritrovavo in un punto a caso della città e sinceramente non me ne poteva importare di meno di come tornare a casa, perché non era nei miei interessi, volevo morire lì.

Volevo tanto che un qualche pullman, macchina o taxi mi investisse in quel preciso istante, niente suicidio... incidente. Ma la morte arriva comunque.

 

Non volevo pensare ancora a Davide, volevo lui vivesse la sua nuova vita dove deve trasferirsi senza di me, io non importo, lui merita di meglio di uno stupido quattordicenne che odia la sua vita, che non si sente realizzato in nulla, che parla tanto di autostima e sentimento reciproco quando è il primo a non farlo. Chiunque ci sia per strada, chiunque stia suonando così forte in questo momento, mi investa, uccidimi, uccidetemi.

 

Non volevo leggere la risposta di Davide. Ci ho pensato molto, ma cosa poteva rispondere? Che gli dispiaceva ma non avevamo altra scelta? Che allora sarebbe stato meglio lasciar perdere e tagliare ogni rapporto ora? Non lo sapevo e la cosa interessante è... che non volevo conoscere la risposta, perché se questa esisteva... non era di certo a mio favore.

Non importava, era il momento di tornare a casa, si era fatto tardi, prendo il due per tornare a casa e si rompe. Si rompe proprio come tutto ciò in cui si spera. Speravo di tornare a casa e il pullman si guasta, certo, c'è quello dopo, ma non sarà come il primo, mi farà arrivare in ritardo. Mi farà arrivare in ritardo a un appuntamento per cui io dovevo essere puntuale. Quella rottura simboleggiò per me una risposta arrivata da Davide, sentii nel mio cuore un leggero tremolio e pensai: “Ha risposto”.

Inizio a correre.

 

Non avrei aspettato il bus dopo, nella vita non bisogna sempre aggirare i problemi affidandosi alla “prossima volta”, al prossimo pullman in questo caso. Correre era la soluzione, così sarei arrivato in orario. Ho corso più veloce che potevo e mentre arrivavo ho visto allontanarsi Davide dalla mia abitazione, aveva lasciato la risposta nella buca delle lettere, lo sapevo, lo sentivo... ma era felice, che la risposta fosse positiva?


Salgo di corsa, apro con una chiave, non rispondo alle domande di mio padre e mio fratello e leggo, leggo ansioso di sapere cosa c'era scritto anche se ero pessimista al cento per cento sul contenuto:
Caro Joseph,

 

Intanto, sono felice che tu mi abbia inviato una lettera, anch'io mi sono stufato di digitalizzare tutto e... che dire, mi hai lasciato spiazzato e confuso? Ma mi pare anche ovvio, vorrei dirti che ho tutte le spiegazioni e sono pronto a restare qui solo per continuare a vederti, e... forse posso, sai?

 

Mi spiego, non voglio che tu capisca male e che ti metta a esultare prima del previsto, andrò in Toscana ma stanno facendo una sede dell'azienda dove dovrebbe lavorare mio padre anche qui in zona, torneremo per il tuo compleanno e poi rimarremo per sempre qui. Dovremmo solo riuscire a trattenere in buoni rapporti la relazione fino al momento in cui non tornerò, fino a quando non potremo di nuovo abbracciarci e dirci vocalmente le magiche due paroline.

 

Aspetto già con ansia nel momento, sto partendo, fra mezz'ora sarò in macchina, ci sentiamo su Facebook stasera... ciao amore (cuore).

 

Baci,

Davide

 

P.S.: Corri che voglio salutarti, so che stavi tornando, ti ho visto.”

 

Non mi feci pregare due volte per esaudire il desiderio in lettera, tutto sommato... ero felice della risposta. Mancava qualche mese, il sei ottobre era vicino, sarebbero tornati presto, avrei potuto riabbracciarlo a breve, forse le preoccupazioni che mi ero fatto erano troppe. Corro, più veloce di prima. Stanno partendo, li fermo, bacio Davide (che aveva già detto ai suoi genitori chi ero e perché mi conosceva, insomma, aveva già fatto coming out coi suoi) e gli sussurro “Ti amo”, lui contraccambia e sentivo il rumore della macchina farsi più forte... se ne stava andando... ma mi consolava il fatto che quella macchina l'avrei rivista meno di cinque mesi dopo, in tutto questo trambusto mi son dimenticato di dirti la data, siamo già a fine scuola praticamente, è il cinque Giugno.

 

Erano appena partiti e già non vedevo l'ora che tornassero, non ti scrivo quello che successe nel mentre perché sinceramente... secondo te, diario, poteva importarmi dell'estate quando sapevo che a ottobre avrei potuto rivedere Davide? Iniziai a fare il countdown. Ci scrivevamo lettere ogni giorno, email, messaggi, facevamo videochiamate e chiamate, non abbiamo mai interrotto i rapporti per neanche un giorno, è incredibile quanto siamo in grado di essere inseparabili anche a distanza.

 

Il 6 ottobre...

 

Mi arriva una lettera da Davide per un avviso di ritardo, arriverà verso le 18, io me ne frego del resto della giornata e riesco ad eludere l'attesa con un po' di musica. Arriva.

 

Suona alla porta, io corro ad aprire, un “Mi sei mancato” e un abbraccio erano obbligatori. Poi un bacio e un “entra pure, ovviamente”, tutto sorridente come se mi fossi appena drogato e lui anche, finalmente lo vedo di nuovo sorridere dal vivo, era un sogno, un sogno che si realizzava di nuovo. Si festeggia e poi... basta.

Le tue pagine sono finite, finalmente.

 

Ho scritto in questo diario ogni mia paura, tensione, preoccupazione, stato di depressione, felicità, amore, sentimento, affetto... tutto.

Ora non ho più bisogno di scrivere, perché posso parlare, non ho più bisogno di una penna per esprimere i miei sentimenti, mi basta guardare Davide negli occhi, mi basta amarlo, mi basta essere amato. Questo cercavo, amore e affetto, avevo entrambi, avevo ristabilito i rapporti con la prima famiglia, Luca è il miglior fratello del mondo e Davide il miglior fidanzato, inoltre loro due andavano d'accordo.


Io e Davide abbiamo anche sopportato la lontananza, la più grande bestia che affligge un rapporto, ma era finita, eravamo di nuovo insieme.

 

Scocca la mezzanotte, le nostre labbra si sfiorano, lo spazio sul foglio è finito. Ho 15 anni e finalmente posso dirlo, non ho più bisogno di te.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: ziogio