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Autore: LuLu96    03/03/2013    2 recensioni
"Non sono forte come i lupi o il Kanima, non sono veloce come loro, non ho i sensi sviluppati come i loro, non so maneggiare archi, balestre o armi varie come i cacciatori. Sono un'impiccio, ecco tutto. Ma ormai ci sono dentro, e la cosa non mi dispiace affatto, questa è la cosa che mi preoccupa. Dovrei correre per le strade urlando, cercando una via di fuga da tutta questa storia, invece di sentirmi come se io fossi il mostro, quello anormale, invece che loro." (Dal primo capitolo)
"Quell'uomo mi metteva in soggezione. Tutto in lui ispirava paura e rispetto. Era senza dubbio bellissimo: quegli occhi stupendi erano capaci di gelare e bruciare al contempo, potevano sciogliere come potevano far rabbrividire. Mi strinsi nell'abbraccio di Zac, in cerca di un po' di protezione. Non ero abituata a sentirmi in quel modo." (Dal quinto capitolo)
Stiles è in crisi, non sa chi è, cosa vuole, se è di aiuto o di impiccio per i suoi amici, cosa fare della sua vita. La sua vita, però, sta per cambiare.
C'è un nuovo arrivo a Beacon che sconvolgerà gli eventi.
E' la mia primissima fic, spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Jackson era un licantropo. Finalmente aveva raggiunto il suo scopo. Dopo qualche secondo in cui lo guardammo sbalorditi, senza parole, finalmente ci scongelammo. Lydia gli corse incontro abbracciandolo, io e gli altri, con un sospiro, ci aprimmo in un sorriso. C'è l'avevamo fatta anche questa volta. Nessuno ci aveva lasciato le penne, beh non proprio effettivamente. Diciamo che nessuno di noi ci aveva lasciato le penne. Il Kanima era scomparso, Jackson era vivo ed era un lupo mannaro, Gerard era morto. Ne eravamo usciti anche stavolta.
"Cosa è successo?" Chiese poi il neotrasformato.
"Non ricordi nulla?" A parlare era stato Peter. Il ragazzo scosse la testa lentamente. Chris si tolse il giubbotto e lo allungò a Jackson che ancora stava in piedi nudo di forte a noi. Riconoscente il ragazzo si coprì e tornò a guardarci in cerca di una risposta, senza lasciare la presa sulla spalla di Lydia. Nonostante fosse ancora trasformato, lei lo guardava come fosse un dio greco, la cosa più bella che potesse esistere. Senza rendermene conto alzai lo sguardo su Derek: quanto ad aspetto fisico anche lui non...
'NO! No, Stiles, basta. Concentrati!' pensai. Cosa diavolo andavo a pensare in una situazione come quella? L'amore della mia vita, con cui ero riuscito ad avere una possibilità, per quanto piccola, stava abbracciata ad un dannatissimo licantropo killer e io guardavo Derek? Quella storia doveva avermi scosso parecchio.
Riportai l'attenzione sulle parole di Scott che stava raccontando al ragazzo quanto era accaduto da quando Derek lo aveva morso. Cercai di nascondere il più possibile il battito del mio cuore e di riportarlo alla normalità. Quando Scott ebbe finito di parlare, Derek fece qualche passo avanti portandosi di fronte alla coppia. Mise loro una mano sulle spalle.
"Benvenuti nel branco" sorrise. Un sorriso sincero che non gli avevo mai visto. Fui preso da un attacco di gelosia. Ok, era davvero il momento di mettere un po' d'ordine nella confusione che avevo in testa. Derek si allontanò con Isaac e Peter
"Vi aspetto tra due giorni." disse solo. Guardai Scott, Zac, Jolene e Jackson e mi avviai dietro i tre lupi. Il mio migliore amico diede un bacio di addio a Allison e si incamminò al mio fianco. Dopo poco, però, fummo raggiunti dalla stessa. Prese determinata la mano di Scott. Sorrisi. Aveva scelto una parte.
 
Due giorno dopo io, Scott ed Allison ci presentammo davanti a casa Hale. Derek e Peter erano in piedi davanti al portico, Isaac davanti alla porta. Tutti e tre guardavano un simbolo inciso sul legno. Una triscele. Era diversa da quella che Derek aveva sulla schiena, era più spigolosa, di uno stile diverso. Dietro di noi apparvero anche Jackson e Lydia.
"Cosa significa?" Chiese Isaac
"Un branco di Alpha" Derek.
"Sono già qui" la voce di Peter era bassa, seria, sembrava uscita da una tomba.
"Un branco di Alpha? È possibile?" chiesi. Non riuscivo a figurarmelo. Chi era l'Alpha degli Alpha? Come era possibile per un Alpha riconoscerne un altro?
"È possibile, e non è una buona cosa" disse Peter. Derek era rimasto immobile a fissare il simbolo sulla porta.
"O merda!" Tutti ci voltammo. Zac e Jolene avevano fatto il loro ingresso sulla scena. Anche loro stavano fissando il simbolo.
"Cosa vogliono da noi?"
"Un nuovo Alpha attore sempre l'attenzione" disse Derek, come svegliandosi da un sogno.
Fissai gli occhi sulla nuca di Derek. Questo voleva dire che ci abbandonava? Una parte di me lo sperava con tutta se stessa, l'altra, più prepotente, desiderava che non fosse così, sperava che non l'avrebbe mai fatto. Ma se conoscevo Derek almeno un po', potevo affermare che non ci avrebbe lasciati. Non ora che avevamo la parvenza di un vero branco.
"Bene" disse lui voltandosi. Incrociò per un attimo gli occhi con i miei per poi spostarli in quelli di Scott. Un cenno di assenso e gratitudine con la testa. Seguirlo andando via con lui due giorni prima e l'essersi presentati lì quel giorno significava che Scott, e di conseguenza Allison ed io, lo avevamo accettato come Alpha. Eravamo ufficialmente parte del branco. Anche Lydia ne era entrata a far parte. Stare con Jackson la ammetteva a tutti gli effetti nel branco. Ora nei nostri occhi c'era lealtà verso il branco e verso Derek. Il nostro 'nuovo' Alpha si voltò verso Zac e Jolene. 
"Mi riferivo solo a te" disse Derek rivolto a Zac.
"Non senza mia sorella" 
L'Alpha lo guardò negli occhi per qualche momento, poi sospirò rassegnato. Quel ragazzo aveva davvero le idee chiare.
"Scott con Isaac e Jackson, Zac con me"
I lupi si disposero secondo quello che aveva stabilito Derek nello spiazzo davanti a casa Hale, mentre io e Lydia ci sedevamo sui gradini del portico.
"Da quanto va avanti questa storia?" mi chiese a un tratto.
Mi voltai verso di lei. I suoi occhi erano puntati nei miei, i capelli raccolti solo in parte, in quel modo che mi piaceva tanto e che la faceva assomigliare ad un elfo. Il mio elfo dai capelli rossi. Però qualcosa era diverso. Risposi voltandomi verso i lupi che combattevano, soffermandomi su tutti, su uno in particolare:
"Da un bel po', Lydia"
Cos'era quel tono stanco e afflitto? Tutto stava svolgendosi per il meglio, Lydia si era spontaneamente seduta accanto a me, era venuta a parlare con me e non ero più l'unico che le dava ascolto: ora Jackson era vivo, era un licantropo e probabilmente erano tornati insieme come prima. Il piano stava cadendo in rovina. Di nuovo. Ma allora perchè non riuscivo a staccare gli occhi da quel lupo?
"Tu lo hai sempre saputo?" mi chiese poi.
"Sì. La sera in cui Scott fu morso eravamo andati a cercare un corpo. In verità la metà mancante di un corpo." Mi voltai a guardarla per vedere la sua reazione. Magari avrebbe pensato che fossimo completamente pazzi. "Scott rimase da solo e Peter, lo zio di Derek, lo morse. È stato Peter a uccidere tutta quella gente, non Kate. Lui cercava vendetta. La zia di Allison aveva bruciato viva tutta la famiglia di Derek e Peter voleva giustizia." A proposito, dove erano Peter, Allison e Jolene? Con una scrollata di spalle delegai il problema. "Io, Derek e Scott abbiamo cercato di fermarlo e contemporaneamente di non far ammazzare Scott e Derek dagli Argent."
"Che sono i cacciatori, giusto?" 
"Sì, giusto." Le risposi sorridendo. Non riuscivo ancora a staccare gli occhi da Derek. Il modo in cui si muoveva era ipnotico. Solo a guardarlo la parola che mi veniva in mente era...
"Sexy" La vocina odiosa della Paura. 
Che?? Sexy?! No, io volevo dire letale, minaccioso, terrificante!
Mi costrinsi a spostare lo sguardo su Lydia. Che strano: quel fremito che mi scuoteva tutte le volte che ero con lei era quasi sparito, così come il battito accelerato del cuore.
"Allison alla fine scoprì tutto e la notte del ballo, dopo che Peter ti aveva morsa, lui uccise Kate e io e Jackson lo bruciammo vivo, proprio lì" indicando un punto davanti alla casa. "Derek poi gli squartò la gola." Lydia deglutì. Probabilmente stava cercando di fare i conti con tutta quella storia. "Successivamente Derek morse Jackson, che divenne il Kanima, Isaac, Erika e Boyd. Jackson uccise molte persone, mentre nel frattempo Gerard, Chris e dopo anche Allison cercavano di ucciderci. La madre di Allison si è uccisa perchè Derek l'aveva morsa, per questo Allison si è schierata con Gerard. Nel frattempo, tu, non so in che modo, sei stata controllata da Peter e l'hai fatto rinascere. Immagino che quando ti ha morsa, data la tua immunità, una parte del suo spirito sia entrata in te e quindi lui ha continuato a vivere nella tua mente e nella tua immaginazione" feci una pausa riportando gli occhi sugli scontri in corso. "La fine la sai anche tu"
Lydia annuì. Si voltò verso Jackson, che ne stava prendendo di santa ragione da Scott, nonostante Isaac lo stesse aiutando. Era migliorato davvero, Scott.
"Cosa c'è adesso tra di voi?" le chiesi dopo qualche attimo di silenzio.
"Siamo tornati insieme"
La guardai. Nei suoi occhi, che guardavano il licantropo, c'era solo amore, dolcezza, comprensione, devozione. Ormai avevo capito: piano o non piano, per me non c'era spazio. Annuii.
"Stiles..." Disse lei con tono triste voltandosi verso di me. La interruppi bruscamente.
"No, va bene. È giusto così" sulle mie labbra si aprì un sorriso. Un sorriso sincero, contento, leggero. Lei sorrise a sua volta e mi abbracciò forte. Rimasi un attimo di sasso, poi ricambiai l'abbraccio e la strinsi a me. Le volevo bene e le avrei sempre voluto molto bene, ma ora sapevo quale era il modo giusto di farlo.
 
Pov. Jolene/
 
Il modo in cui Derek mi aveva ignorata mi aveva fatto male. Se aveva accettato mio fratello ero parte del suo branco anche io, in fondo. Sì, certo, ma lui non mi voleva. Mi arrampicai su un albero al limitare dello spiazzo davanti al rudere e mi appollaiai su un ramo. Scrutai i lupi che combattevano. Zac era bravo, ma non quanto Derek. L'Alpha voleva metterlo alla prova. Sentii un frusciare di rami sopra di me. Inspirai forte, poi mi calmai, per così dire: era il suo odore. Cercai di tenere a bada i battiti del mio cuore. Lo sentii sedersi vicino a me. Non mi voltai a guardarlo, non avevo idea di quale sarebbe stata la reazione del mio cuore. 
"Non devi prendertela per mio nipote. Lui è fatto così, ha la sfera emotiva di un mattone, ma non è cattivo." Fece una pausa. Sentivo i suoi occhi sul mio volto, mentre i miei erano fissi su Zac. "Devi dargli un po' di tempo, vedrai che capirà"
"Non ha importanza. Derek non mi conosce, non sa chi sono, qual è la mia storia, di cosa sono capace." risposi sicura.
Si lasciò scappare un risolino divertito per poi puntare gli occhi sul nipote. Cosa c'era da ridere? Io facevo ridere?
"Sei quella Jolene, vero?" Mi chiese all'improvviso.
"Scusa, non capisco"
"Sei quella bambina. Sai ci ho messo un po', ma alla fine mi sono ricordato."
Mi voltai a guardarlo senza capire, ma non mi aspettavo di trovarlo così vicino. Senza che potessi farci nulla, il mio cuore perse un battito, accelerò e poi tornò alla sua velocità standard.
Sorrise.
"Laura vi teneva d'occhio quando voleva a tutti i costi comprarsi una macchina. Ogni tanto si portava anche Derek. La andavo a prendere io quasi sempre e tutte le volte che mi vedevi tu ti attaccavi al mio collo e non mi lasciavi se non quando tua madre ti tirava giù a forza." Raccontava sorridendo, un sorriso malinconico. La perdita bruciava ancora, anche a distanza di tutti quegli anni. Ma stava parlando di me, e questa era l'unica cosa di cui riuscivo a preoccuparmi.
"Una sera Laura disse che mentre litigavate vi eravate trasformati e da quel giorno non vi vedemmo mai più."
Stava davvero parlando di me? I suoi sussurri arrivavano a malapena alle mie orecchie. Non voleva che altri sentissero.
"Io.... Io non ricordo nulla" dissi guardandolo negli occhi. Quegli occhi... 
Chinai la testa, combattendo le lacrime. Non potevo permettermi di farmi vedere debole. Io non ero debole. Una mano si posò sulla mia schiena e poi le mie spalle furono circondate da un braccio. Peter mi attirò a se, carezzandomi la spalla. Quel contatto era la cosa più naturale che potesse esserci in quel momento. Nessun imbarazzo, nessun timore, niente.
"Siamo figli di un lupo e di un'umana. Zac è un lupo a tutti gli effetti, mentre io ho solo i vantaggi dei lupi. Ho i sensi sviluppati, ho artigli e zanne, super velocità, non ho un odore particolare e non perdo il controllo le notti di luna piena. Sarebbe bellissimo, ma non dura. Quelli come me sono chiamati Upsilon, la lettera iniziale della parola greca ubridìo, ibrido. Tutti gli Upsilon devono scegliere il loro destino entro il ricorrere della Luna di Morte, una luna piena speciale che sorge ogni cento anni. Alcuni Upsilon sono tanto fortunati da vivere in un periodo che non vede il ricorrere della Luna di Morte, vivendo un'esistenza tranquilla e perfetta." Spiegai. Non sapevo perchè stavo raccontando a quel lupo sconosciuto e che mi stava abbracciando quello che non direi a nessuno, ma sentivo di potermi fidare. Era la cosa giusta da fare.
"Ma tu non hai quella fortuna" ipotizzò Peter. Scossi la testa in segno di diniego e ripresi a parlare:
"Chi non ha questa fortuna ha di fronte due scelte: farsi mordere da un Alpha e diventare così un lupo a tutti gli effetti, oppure avvelenarsi con lo Strozzalupo la notte della Luna di Morte e così diventare umani. Altrimenti la morte. Ma il rischio di morire ugualmente è alto in entrambi i casi: la nostra condizione ci indebolisce con l'avvicinarsi della Luna e piano piano perdiamo i nostri ricordi, la nostra identità."
Peter mi strinse di più a se.
"Sono sicuro che c'è una soluzione a questa storia."
Mi prese il volto tra le mani e mi fissò negli occhi, costringendomi a fare altrettanto.
"Non lascerò che ti succeda niente di male, Jolene. Io e te troveremo una soluzione a tutta questa storia, te lo prometto"
Non avevo idea del perchè, ma mi fidavo di quell'uomo. Sapevo che quello che mi stava dicendo era vero, che lui era sincero e credeva davvero in quelle parole. Una lacrima solitaria scavalcò una palpebra e scese lenta sul mio viso. Con il pollice lui la fermò e mi asciugò gli occhi. Perchè all'improvviso la voglia di baciarlo era diventata così incontrollabile, così irresistibile... così dolce? Abbassai gli occhi sulle sue labbra. Il controllo sul mio cuore era ormai andato a quel paese. Dovevo togliermi da quella situazione. Mi staccai da quelle mani e volai giù dal ramo, mettendomi a correre tra gli alberi, senza una meta, il più veloce che potevo. Passai accanto ad Allison che si stava esercitando con l'arco contro un albero. Ancora non capivo come avesse potuto fare una scelta tanto difficile in così poco tempo. Immaginai fosse l'amore. Scacciai il pensiero dell'amore, perchè quella cosa completamente senza senso, irrazionale, contraddittoria, che sentivo nei confronti di Peter non poteva essere amore. Mi bloccai in una radura nel bosco e mi sedetti appoggiando la schiena e la testa ad un masso. Chiusi gli occhi sospirando. Che diavolo stavo facendo? 
All'improvviso un rumore alle mie spalle. Mi alzai di scatto e atterrai la minaccia. Era Peter.
"Oddio, scusami! Non mi ero accorta che eri tu!" Allungai una mano verso l'uomo e lo aiutai a rialzarsi. La forza con cui tirai, però, era troppa e mi trovai con le spalle attaccate ad un tronco e lui a pochi centimetri di distanza.
Risi piano, imbarazzata e nervosa, e lasciai la sua mano.
"Ops, scusami"
Lui peró non accennò  a spostarsi nemmeno di un centimetro. Sorrise.
"Cosa ci facevi qui tutta sola?"
"Pensavo" risposi di getto. Pregai il mio cuore di smettere di battere così velocemente, ma non mi dava retta.
"A cosa?" chiese Peter inclinando la testa di lato, sempre con quel sorriso stupendo.
O merda. Una scusa. Una scusa plausibile, Jolene, ti serve subito una scusa!
"Pensavo a te" ammisi.
'Che? E tu quella la chiami 'scusa plausibile'?'
Ignorai del tutto il mio cuore che aveva preso il volo. Fissai gli occhi nei suoi. Che diavolo avevo combinato? La sua espressione si fece preoccupata.
"Perchè sei scappata prima?" cambiò discorso velocemente. 
Beh, ormai il danno era fatto, tanto valeva finire l'opera.
"Non sapevo se avrei resistito."
Si avvicinò ancora di pochi centimetri.
"Ho voglia di baciarti, Jolene."
Deglutii. Ero in preda al panico.
'E ora che faccio? Cosa diavolo faccio?'
I suoi occhi erano fissi nei miei. Avrei fatto qualunque cosa per quegli occhi. Sentivo il battito del suo cuore, veloce almeno quanto il mio, e lanciai una breve occhiata alle sue labbra, per poi tornare ai suoi occhi. Non mi resi nemmeno conto di averlo fatto, ma annuii quasi impercettibilmente.
Si avvicinò ancora posando le mani sulle mie spalle. Le sue labbra erano sempre più vicine, le mani scendevano lungo le braccia fino ad arrivare alle mani. I suoi movimenti erano estremamente lenti. Quando le sue mani erano sulle mie, le sue labbra erano a un paio di centimetri dalle mie. Intrecciai le dita alle sue e a quel segno di assenso lui azzerò la distanza. Le nostre labbra si sfiorarono, per poi staccarsi subito. Sospirai. Peter fece di nuovo combaciare le labbra con le mie, con un contatto leggermente più concreto. Non ce la facevo più. Strinsi le sue mani e questa volta fui io a colmare la poca distanza che ci divideva. Spinsi sulle sue labbra, staccandomi poco dopo. Le nostre labbra, sempre più bramose le une delle altre, si riavvicinarono, questa volta più decise. Mi staccai ancora. Alzò una mano e la portò al mio viso. Mi strinse contro l'albero e premette ancora la bocca sulla mia. Mossi le labbra contro le sue, desiderosa di quel contatto, bisognosa di lui. I nostri corpi combaciavano alla perfezione, mentre anche lui premeva e muoveva le labbra sulle mie. Con la lingua mi disegnò il contorno delle labbra. Sospirai sulla sua bocca e lui introdusse la lingua nello spiraglio che gli avevo lasciato, alla ricerca della mia. Non lo feci attendere: feci subito intrecciare la mia lingua alla sua, mentre, prima timidamente poi sempre più sicuri, esploravamo l'uno la bocca dell'altra. Era un contatto giusto, ma sbagliato, bellissimo, ma tremendo, piacevole, ma  doloroso. L'unica cosa di cui ero sicura era che in quel momento, per un arcano motivo a me sconosciuto, avevo bisogno di lui.


Note dell'autrice:
Ciao! Rieccomi con un nuovo capitolo! Di nuovo grazie a chi mi recensisce e a che ha inserito la storia tra le seguite, ricordate e preferite e grazie anche a chi invece legge e basta!
Su questo nuovo capitolo, che dire, spero che vi piaccia! E' un capitolo incentrato tutto sui sentimenti di Stiles e Jolene, che inaspettatamente si sta rivelando un personaggio protagonista e che io adoro! Spero davvero che mi lascerete qualche recensione!
Ciao e alla prssima!
Lulu
   
 
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