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Autore: Johnee    03/03/2013    6 recensioni
“Perché hai solo bisogno di sapere che il senso di vuoto se ne andrà in un momento.”
Una ricerca minuziosa, nata da una semplice supposizione.
Shepard dovrà affrontare un conflitto interiore che la porterà a dubitare della sua stessa natura e, assieme ai suoi compagni, sarà protagonista un'indagine delicata ed estenuante per trovare un senso alla sua esistenza.
#Tra ME:2 e ME:3 #Shakarian #Progetto Lazarus
Genere: Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lenore'
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2. Lazarus

 

 

 

 

"Sapere dov'è l'identità è una domanda attualmente senza risposta”
(J. Saramago)
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Il cielo sopra Nos Astra era di un grigio tetro; nuvole scure si radunavano sopra i grattacieli e appesantivano l'atmosfera con la loro ingombrante presenza nello skyline. Il bagliore di qualche lampo rischiarava di tanto in tanto quella composizione di imbarazzante grayscale, mentre il tuono rimbombava lontano di conseguenza.
Shepard aveva fatto una rapida stima dei pochi oggetti che si sarebbe portata nella camera d'albergo che avrebbe occupato durante lo stanziamento forzato della Normandy, radunando il tutto in un borsone di tela. Aveva lasciato libertà completa al suo equipaggio, il tempo di riparare le ferite della sua nave, poi sarebbero ripartiti alla volta di una nuova missione, prima di consegnarsi definitivamente all'Alleanza.
Scese direttamente dall'hangar principale, assieme a Joker, il quale alloggiava nel suo stesso albergo; optarono per fare la strada assieme dato che il percorso che intercorreva tra la darsena e la dimora temporanea dei due era minimo, insomma, non avrebbero dovuto sopportarsi a lungo.
La facciata era quella di un edificio del colore dell'onice con le finestre in un materiale simile al vetrocemento, eccezion fatta per quelle al piano terra occupate da diverse oloproiezioni con prezzi di vitto e alloggio. L'insegna in dialetto Asari significava “Giardino”, anche se di verde c'era solo il riverbero distorto dei cupi nuvoloni attraverso il materiale riflettente della porta.
I due diedero le proprie credenziali al portiere e salirono nelle rispettive stanze, dandosi un cenno sommario con la testa, poco inclini a intrattenersi in una discussione.
Shepard si chiuse la porta alle spalle, poi lanciò letteralmente il borsone sul letto che cigolò rumorosamente prima di stabilizzarsi. Con le mani appoggiate sui fianchi, camminò fino alla piccola finestra che dava su una corte interna, rigorosamente scura e trasandata. Qualche ragazzino bighellonava seduto su un muretto mentre due Salarian gesticolavano impazziti nel mezzo, probabilmente immersi in chissà quale conversazione.
Con un sorriso, Lenore sollevò lo sguardo verso l'edificio davanti al suo, cercando dei punti di interesse prima di perdere definitivamente la voglia di guardare la vita fuori dalla finestra.
Spalancò terrorizzata gli occhi nell'incrociare lo sguardo azzurro brillante nella propria immagine, riflessa nella finestra di fronte alla sua.
Cercò febbrilmente la maniglia di una tapparella, una tenda, un qualcosa. Qualcosa per poter chiudere immediatamente l'ingresso alla luce. Per escluderla da quella proiezione.
Chiuse le persiane quanto più velocemente possibile, cercando a tentoni la pistola nella fondina. Tolse la sicura, caricò un colpo e si abbassò fino a toccare il pavimento con un ginocchio. Allora si sforzò di respirare profondamente, per riprendere il controllo che poco prima aveva inesorabilmente perduto, mentre la pistola tremava convulsamente tra le dita.
Erano passati tre giorni dal discorso che aveva avuto con Garrus, ed erano esattamente tre giorni che quella figura la tormentava, apparendole in sogno, osservandola la mattina mentre si specchiava nel lavandino per lavarsi il viso. E con una viscida delicatezza, la profondità di quegli occhi color lapislazzulo si insinuava nella sua mente quando essa osava distrarsi dall'argomento.
Era davvero giunto il momento di porre rimedio alla cosa, dicevano le profonde occhiaie che solcavano il volto di Shepard.
Ma come? Affrontando di nuovo le risposte vaghe di Mordin? I rimproveri appassionati della Chakwas?
Urgeva un'introspezione, e l'introspezione andava aiutata con una solerte ricerca attraverso degli indizi concreti su quello che era effettivamente il Progetto Lazarus. 
Lazarus, barra di ricerca del browser. Mano che trema e Carnifex a portata di mano per ogni evenienza.
"Lazzaro, Vangelo secondo Giovanni...”
"Lazzaro, opera di Luigi Pirandello...”
"La Morte che ritorna sui suoi passi grazie a un tramite fisico...”
Troppe nozioni, tutto troppo dispersivo. Da dove incominciare? Le informazioni che Lenore aveva raccolto nei giorni precedenti esulavano dalle sue competenze e non riuscivano a darle delle conferme, aumentando il volume delle domande. 
Cosa fare?
Mani tra i capelli per cercare di riprendere il controllo. 
No, lei non è mai stata una persona debole... ma in quel momento aveva bisogno di tutto il sostegno possibile, o di una voce razionale alla quale appellarsi.
-Ho... ho bisogno d'aiuto-
"Len, sii chiara, sei in una situazione pericolosa?”
-No... cioè... non lo so-
"Hai bisogno di qualcosa?”
-Ti... ti prego di raggiungermi-
"Spiriti, Len, dieci minuti. Dammi dieci minuti”
E lei che raggiunse un angolo della stanza quanto più lontano possibile dalla finestra, la pistola tra le mani e una confusione biblica in testa. 
Stette ancorata in quell'angolo per un tempo che a lei parve infinito, ma passarono meno di cinque minuti da quando la comunicazione si era interrotta. Un bussare pesante alla porta e lei sobbalzò di conseguenza, muovendo appena la testa. 
-È aperto- 
Passi veloci. La luce azzurra di un visore unico.
-Len, cosa...?-
-Sto impazzendo- disse lei in risposta, stringendo la pistola al petto -Non so cosa stia succedendo, non so cosa fare, non so come comportarmi, come reagire, come...-
Garrus la raggiunse in poche falcate, chinandosi su di lei, prendendole la Carnifex dalle mani e appoggiandola poco più in là, a terra. Le rivolse un'occhiata preoccupata, posandole le mani sulle spalle -Len... calmati.-
-La... la fai facile, tu... tu non hai quella... quello sguardo che ti perseguita, quei... quei dannati tubi che ti escono dalle giunture e... oh, dio... cosa devo fare?- sollevò lo sguardo verso di lui, nella penombra, l'espressione accigliata -Sono davvero io quella? Io devo scoprirlo, devo essere sicura di essere davvero Lazzaro e non un fantoccio. Ho... ho bisogno d'aiuto perché non riesco più a capire se ciò che è vedo è pura impressione o è il mio subconscio a dirmi che sto toccando un tasto delicato. È come se mi avvertisse che non devo aprire questa porta, che non devo grattare la superficie di questo muro...-
-Non riesco a seguirti Lenore- sbottò Garrus, smuovendola appena -Chi è Lei? Quali tubi? Quale muro? Sii chiara, diamine, mi stai spaventando!-
-Riesci almeno a comprendere la mia angoscia...?-
-Angoscia un cazzo, Len! Sei rannicchiata qui a delirare, questo vedo. Cosa stai cercando? Risposte? Non è di certo così che le otterrai- le carezzò la testa, riavviandole i capelli -E se, come immagino, parte della colpa è mia, allora ti darò una mano nella ricerca...-
La donna chinò lo sguardo per poi annuire debolmente, lievemente tranquillizzata da quell'appoggio.
-Vuoi sapere se tu sei realmente tu e non un fantoccio...- ripeté lui, cercando di fare mente locale -Dobbiamo trovare degli indizi, fare delle analisi, una scaletta... oh, ce n'è di lavoro da fare. E da dove partire? Da dove incominciare?- si passò una mano dietro al collo, sollevandosi in piedi e iniziando così una marcia sequenziale attraverso la stanza. 
-Miranda Lawson!- esclamò, bloccandosi di colpo -Lei era a capo del progetto, di sicuro avrà le risposte che cerchi!-
-Miranda...- ripeté Shepard, sollevando la testa -Mi ha spiegato passo passo il processo di clonazione degli organi, di immissione del sangue nella rete cardiovascolare e della riattivazione del cervello ma... ogni volta che le chiedo qual è il tassello mancante che mi ha permesso di tornare a vivere mi risponde in maniera elusiva-
Garrus spalancò le braccia -Se lei è a conoscenza del tuo tramite, allora interrogala!- ridacchiò -Possibile che tu avessi la risposta sotto al naso e non abbia mai minimamente pensato di affrontarla?-
Il Comandante si passò una mano sul viso -Non è così semplice, Garrus... Miranda sa difendere bene le informazioni che possiede-
-C'ero anch'io quando hai messo in salvo sua sorella, Len, è evidente che ti deve un favore-
Con un sospiro sommesso, Shepard attivò il factotum, aprendo la schermata di comunicazione -La contatterò subito...- disse.
Garrus tornò velocemente verso di lei, sedendosi al suo fianco -A volte la soluzione più semplice è quella che ti sta davanti agli occhi, Shepard...- fece, appoggiando la schiena alla parete -E se vuoi avere un'opinione sincera, Terminator Commander... il tuo atteggiamento di fronte a questa problematica è talmente incoerente con la tua linea caratteriale che sembra quasi umano.-
Shepard sbuffò una risata, scrollando le spalle -Dovrei... insomma, dovrei revisionare il mio codice binario. Com'è che funziona?-
Di conseguenza a quella debole battuta, il Turian scoppiò a ridere -Ecco, vedi? Sei la vergogna di tutta la razza sintetica!- 
Shepard si morse un labbro, puntando lo sguardo verso la tapparella ancora chiusa. No, forse non era ancora arrivato il momento di scherzarci sopra... ma si sforzò di far fronte al problema alla loro maniera, cercando di aggrapparsi a quella consuetudine, per coprire quella ferita che la stava pian piano divorando. 
Qual'era effettivamente il tramite che collegava la mente al corpo? Cosa le stava nascondendo Miranda?
Doveva trovare quel tassello mancante. 
Si voltò verso Garrus, l'espressione accigliata, mentre di nuovo, quelle domande continuavano ad affollarsi dentro la sua testa, premendo per una risoluzione immediata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

J's logbook

Marzo 2013, 3

Salve a tutti,
eccoci qui ancora una volta! Sono riuscita a ritagliarmi una pausa dal lavoro per revisionare il capitolo e pubblicarlo. Ringrazio per l'affetto profuso nelle recensioni e spero vivamente di non deludere le aspettative di chi legge, con questo (circa meno quasi) prequel. Il prossimo capitolo arriverà puntuale domenica, prometto arcobaleni in scala di grigio e un pilota ben noto.

Un abbraccio domenicale

J.

   
 
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