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Autore: Ruth Spencer    04/03/2013    4 recensioni
Tesi: -Gli uomini sono portatori sani di problemi per noi donne-.
Prove che avvalorano la tesi:
1-Sam, il mio (ex) fidanzato storico, mi ha imbrogliata tagliando fuori me e le mie amiche dalla squadra di calcio del College.
2-La notte ha portato pessimi consigli a mio fratello Fred e proprio le sue idee malsane hanno causato un pasticcio dopo l’altro nelle ultime settimane.
3-I miei progetti per il raggiungimento della frigidità sono andati in malora per colpa di un paio di occhi verdi e una faccia da schiaffi che devo sorbirmi ventiquattro ore su ventiquattro.
Conclusione deducibile dalla tesi: Sono.nella.merda.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                “ Travestimento, vedo che sei un maleficio
                                                                     con cui molto lavora l’astuto nemico.
                                                                    Com’è facile per gli attraenti ingannatori
                                                                   imprimere le loro forme nei cuori di cera
                                                                 delle donne" 
                                                                 (Viola, La Dodicesima nottem Shackespeare)                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     

 


6. Kick and rush
Telefonate notturne, inviti e minacce.
 
-Sono fottuta!- esclamai non appena Evelyn rispose al cellulare.
Seguì un tonfo secco e qualche imprecazione. –Aspetta un attimo, Maud.- mi disse la sua voce assonnata. Sbadigliò. Sentii un fruscio di stoffa (forse la vestaglia), dei passi felpati sul parquet e infine una porta che si chiudeva.
-Sono le tre e mezzo di notte. Prega di avere una giusta motivazione per avermi svegliata.- mi avvertì. Probabilmente si era chiusa nel ripostiglio per non disturbare i suoi che dormivano nella stanza accanto.
-Mi hanno scoperto!-.
-Come, scusa?-.
-Hai sentito benissimo-.
-Chi? Quando? Dove? Insomma, spiegati-.
-Un mio compagno di squadra, oggi pomeriggio negli spogliatoi. Ero appena uscita dalla doccia e me lo sono ritrovato davanti-.
-Merda-.
-Che posso fare?-.
-Beh, prima dimmi come ha reagito-.
-Abbiamo urlato per la sorpresa. Io gli ho chiesto di sedersi e di ascoltarmi e….gli ho spiegato la situazione e lui…-.
-Lui?- mi incalzò impaziente.
Esitai. -Si è messo a ridere-.
-Eh?!- sbottò.
Annuii, anche se non poteva vedermi. -Ha detto che era tutto molto divertente e che….avrebbe mantenuto il segreto-.
-Allora che problema c’è?-.
-Eve, quante volte i genitori ti dicono di raccontare loro la verità perché non si arrabbieranno e poi puntualmente lo fanno?-.
-Giusto-.
-In fondo non lo conosco bene. Domani mattina potrebbe appendere manifesti o pubblicare la notizia nel giornalino della scuola per fare scoop-.
-Non esageriamo-.
-Erano ipotesi- puntualizzai appoggiandomi contro la porta del bagno.
-Secondo me, dovresti dormirci su. Vedrai che domani non ti sembrerà così tragico come adesso-.
-Va bene-.
-Chiamami se ci sono sviluppi-.
-Okay-.
-Buonanotte-.
-‘Notte-.
Tutu tutu …
Il suono metallico del telefono mi penetrò nelle ossa. Attaccai anch’io, rigirandomi il cellulare tra le mani.
Forse Eve aveva ragione. Non c’era da preoccuparsi. Lui avrebbe mantenuto il segreto.
Proprio allora, la porta si spalancò e una sagoma immersa nell’oscurità si avvicinò al lavandino.
Potevo distinguere solo i folti capelli ricci e i pantaloni della tuta che gli ricadevano morbidi sulle gambe.
Inizialmente parve non vedermi, poi dopo aver bevuto un po’ d’acqua dal rubinetto, fece per uscire e mi notò seduta sulla tazza del gabinetto.
Si portò una mano al petto, sgranando gli occhi per la sorpresa. –Cristo santo, che spavento! Potevi avvertirmi che eri qui!-.
-Scusa…ero sovrappensiero-.
Si passò una mano tra i riccioli con uno sbadiglio. –Sembri preoccupato. Cos’hai?-.
Mi strinsi nelle spalle. –Niente di che-.
Harry sbuffò e si sedette sul davanzale della finestra.
Forse intuì dal mio sguardo che non mi sarei confidata, perché cambiò di punto in bianco argomento.
-Sabato c’è il ballo di inizio anno…-.
-Già-.
-Con chi ci vai?-.
-Non ci vado-.
-Come?- si meravigliò.- Un Casanova come te? Sei riuscito a far parlare Niall e Morrison!-.
Sorrisi mio malgrado. -Non conosco quasi nessuno.- mi giustificai. -Non saprei chi invitare-.
-Ti aiuto io, se vuoi.- mi propose con quel suo sorriso innocente.
Risi leggermente. –D’accordo-.
Trascorse qualche istante, prima che parlasse ancora.
-Sei strano…-.
Lo fissai interrogativa. –Sbaglio, o non era un complimento?-.
-Beh…sei diverso, ma alla fine risulti simpatico. Quindi…-.
-Grazie mille.- replicai sarcastica.
Lo guance gli si colorano di un rosa tenue. –Non volevo dire…- iniziò, ma io lo interruppi con una risata. –Tranquillo, Harry. Ho capito cosa intendevi-.
Le labbra scure si distesero in un ampio sorriso e le fossette gli punteggiarono il viso.
Capii che qualcosa nel nostro rapporto era cambiato. Forse potevamo diventare amici.
-Mi spieghi una cosa?-.
Trasalii. Che avesse intuito la verità? Magari aveva parlato con lui
-Dipende da cosa.- lo spiazzai.
-Ehm…perché te la sei presa così tanto quando ho detto che volevo provarci con Jordan?-.
Senza volerlo sospirai di sollievo. –Diciamo che…- tentennai. –Non credo sia una ragazza a posto. E’ un gran bel pezzo di femmina ma, a volte un paio di tette e un fondoschiena divino non sono tutto. E’ antipatica e presuntuosa. Io non ci uscirei mai.- decretai alla fine.
-Solo questo?-.
Lo fulminai con lo sguardo per accertarmi che non si stesse prendendo gioco di me.
Che significava? Mi sembrava di aver detto abbastanza. Insorsi. - Scherzi?!E’ una put…!-.
-Okay…okay. –mi anticipò divertito. –Ho recepito il messaggio-.
Scoppiai a ridere con lui.
 
 
 
Venerdì mattina, entrai nella mensa per la colazione con un’aria più circospetta del solito.
Prima di tutto, dovevo trovarlo e scoprire se aveva già spifferato a tutti ciò che sapeva.
Masticai svogliatamente il cornetto ripieno di marmellata che servivano per quel giorno ascoltando le chiacchiere di Louis ed Harry.
-Penso che metteremo l’impianto stereo in palestra. Ho detto a Jade che è l’unica soluzione, ma continua a ribadire che…-.
Il ballo. Ancora. Ormai a scuola non si parlava d’altro.
Niall sbadigliò.
Proprio allora notai Susan Morrison che superava il tavolo dove eravamo seduti per raggiungere il buffet.
Diedi di gomito all’irlandese. –Niall, è il momento di entrare in azione.-annunciai con una punta di malizia nella voce.
L’uovo al bacon gli andò di traverso e rischiò di strozzarsi. Gli assestai qualche pacca sulla spalla, mente tossiva rumorosamente.
-Coraggio! Non è mica la fine del mondo. Ti avvicini, la saluti e la inviti al ballo-. E aggiunsi con tono grave:- Prima che lo faccia qualcun altro…-.
-Vado, vado…- tagliò corto. Si alzò, pulendosi la bocca con il tovagliolo. Mentre camminava finse di sciogliersi i muscoli.
-Buffone!- lo prese in giro Harry.
Sorrisi soddisfatta notando l’occhiata allegra che mi lanciò il ricciolino seduto di fronte a me.
Il sorriso però mi morì sulle labbra quando vidi arrivare Liam e Zayn.
Ovviamente, si sedettero entrambi al mio fianco.
Niall intanto pareva cavarsela estremamente bene con Susan e quando tornò (con un sorriso che andava da una guancia all’altra) Harry ed io gli battemmo il cinque.
-Io scappo!- dissi dopo aver terminato il mio cornetto. Presi i libri e mi dileguai oltre la porta della mensa.
Non avevo fatto i conti però con lui.
-Ehi! Ehi, aspetta!- mi richiamò.
Roteai gli occhi, ma mio malgrado, feci dietro front.
-Dici a me?-.
-Si…- rispose lui, leggermente affannato. I capelli scuri gli ricadevano in ciuffi ribelli sulla fronte. –Non mi hai detto come ti chiami…veramente-.
Mi guardai attorno furtiva e poi, in un impeto d’ira, lo afferrai per il colletto e lo spinsi contro gli armadietti.
La campanella dell’inizio delle lezioni ancora non era suonata. Ergo: il corridoio per fortuna era vuoto. Niente testimoni per il mio delitto.
-Sentimi bene, Zayn.- scandii piano per essere certa che afferrasse ogni singola parola. –Questo è un segreto che deve rimanere tra me e te, chiaro? Non voglio che apri bocca. Nemmeno con i tuoi amici. Perché poi finisce che qualcuno lo scopre ed io mi ritrovo nei casini per colpa tua. Non devo stare qui per un anno intero. Altri cinque giorni e potrai dimenticarmi. Al mio posto verrà Fred e tanti saluti. Hai afferrato il concetto?-.
Lentamente abbassai le braccia e le mani mi ricaddero inermi lungo i fianchi.
Povero Zayn. Sembrava scioccato. -Calmati, d’accordo. Ti ho già detto che terrò la bocca chiusa. Per caso prendi qualche pillola per l’ansia perché altrimenti dovresti fartele prescrivere e…-.
-Maud- lo interruppi all’improvviso. –Mi chiamo Maud-.
-Piacere, Maud.- mi sorrise gentile, porgendomi una mano.
Esitai prima di stringerla.
-Allora, che lezione hai ora?-.
-Francese. Tu?-.
-Francese-.
-Oh, che fortuna!- esclamai sarcastica. Ridacchiò.
Presi il quaderno degli esercizi di Francese e mi avviai assieme a lui.
-Maud?-.
-Eh?-.
-Sei forte a calcio per essere una ragazza-.
-Grazie, ma per il resto della giornata cerca di chiamarmi “Fred”, intesi?-.
 
 
 
La peggiore notizia della giornata però doveva ancora arrivare. Se dopo l’incidente con Zayn, credevo di aver superato il momento peggiore dei miei dieci giorni a Bellborough Court, mi sbagliavo di grosso.
Dopo pranzo, durante la pausa prima dell’inizio delle lezioni pomeridiane, qualcuno appese un nuovo manifesto sulla bacheca nell’atrio.
Niall mi era venuto incontro di corsa, mentre ripassavo assieme a Liam la lezione di Letteratura Inglese. Mi aveva afferrato per la manica della divisa e mi aveva trascinato di peso nell’edificio B.
-Non ci credo!- stava dicendo Louis, mentre Harry si mordicchiava il labbro inferiore pensieroso.
-Che c’è?- chiesi incuriosita facendomi spazio tra Zayn ed Harry.
-E’ stato pubblicato il programma per il torneo di calcio e…-mi spiegò il ricciolino visibilmente preoccupato.
-E…?-.
-E la prima partita è con la Higthon School, mercoledì prossimo-.
Higthon School?! Non era possibile! Mi rifiutavo di credere una cosa del genere!
Eppure sul manifesto vi era scritto proprio “Higthon School”.
-Trasferta o…?-.
-Ospitiamo- rispose prontamente Louis.
-Scusate un attimo. Ho bisogno di una boccata d’aria-. Feci marcia indietro e mi precipitai all’aperto.
Corsi per tutto il viale, attraversai il cortile alberato e quando fui abbastanza lontana, nascosta dietro il muro dei dormitori, urlai.
Urlai così forte che un paio di pettirossi spiccarono il volo da un cespuglio vicino, in un battito d’ali. Beati loro che potevano fuggire quando e dove volevano, mi ritrovai a pensare malinconica.
-Tutto bene?-.
Zayn mi raggiunse alle spalle.
-Che vuoi?- lo aggredii scontrosa.
-Sei scappata via. Mi sono preoccupato…-.
-Sto bene.- troncai il discorso.
-La Higthon School ha una squadra molto forte, ma non è il caso di…-.
-Non è per questo che sono corsa fuori.- obbiettai a braccia conserte.
-Allora per cosa?-.
Sospirai, osservando mestamente il vento che soffiava tra le foglie degli alberi.
-Il mio ex ragazzo gioca nella squadra della Higthon School.- sputai alla fine, amareggiata.
Zayn si esibì in una smorfia di disgusto. –Terribile.- commentò. Mi stava prendendo in giro. Ne ero certa. –Io però penso che sia un motivo in più per giocare la partita.- disse ammiccante.
-Quel bastardo! Quanto vorrei strozzarlo!- sbottai, pestando un piede a terra.
-Vincere la prima partita del torneo contro la sua squadra è una vendetta di gran lunga superiore-.
Tacqui, soppesando per un attimo le sue parole. -Hai ragione-.
-Io ho sempre ragione.-rettificò lui con un sorriso sornione dipinto sul volto.
-Non esagerare.- lo ripresi con uno spintone.
-Era meglio quando credevo che fossi un maschio, sai?-.
 
 
 
 
 
-Calcia e corri-.
-Scusa?-.
-Fred, smettila di lagnarti!- mi rimbrottò Harry, lanciandomi il pallone. –E’ una delle tattiche più vecchie di questo mondo!-.
-Appunto-.
-Fidati di me, okay?-.
Sbuffai sonoramente, ma lo seguii sino al limite del campo.
Provare tattiche di gioco con Harry non era semplice. La fatica era la mia che dovevo liberarmi dei difensori e offrirgli il goal su un piatto d’argento. A me il sudore e a lui la gloria. Bel compromesso solo per frequentarlo di più. Ma, non glielo dissi.
Alle sei, quando iniziò l’allenamento ufficiale, Paul ci spiegò la formazione che aveva scelto per la partita con L’Higthon School.
Zayn mi coprì per il ritorno degli spogliatoi, inventandosi di sentirsi male.
Ed io finsi la parte della crocerossina per prendere tempo ed evitare le docce in comune.
Mezz’ora dopo, il moro si decise finalmente a tirare lo sciacquone e ad uscire dal gabinetto.
-Sono andati via?- mi chiese, avvicinandosi al lavandino. –Si-.
-Bene, allora ci vediamo fuori-.
Annuii e mi diressi furtiva verso lo spogliatoio femminile. Ma, nel mio borsone il sapone e l’asciugamano erano spariti. Spesi dieci minuti buoni per cercarli, finchè non arrivai alla conclusione che dopotutto uno scherzo così stupido non potevano che avermelo giocato i ragazzi.
Imprecai ad alta voce, nel silenzio dello spogliatoio deserto ed infilai di nuovo la divisa della squadra.
Aprii la porta blu, attraversai il corridoio e bussai all’altra porta, quella dei maschi.
-Chi è?-.
-Sono io-.
Il moro socchiuse la porta e mi squadrò con aria inquisitoria. –Ancora non hai fatto la doccia?- fece retoricamente.
-No, perché i tuoi amichetti hanno avuto la brillante idea di rubarmi asciugamani e sapone. Appena li trovo giuro che….-.
-Okay, okay. Non scaldarti troppo, scricciolo-. Gli rifilai un’occhiataccia a quell’epiteto. Mi ignorò, scostandosi leggermente per lasciarmi entrare. Aveva indossato dei jeans puliti e una canotta che lasciava ben poco all’immaginazione. Mi concentrai sul suo viso per evitare di arrossire. Non gli sarebbe sfuggito.
-Ti presto il mio di sapone-.
-Grazie-. Afferrai il flacone che mi porgeva e feci per andarmene.
-Non mi dai neanche un bacio?- mi trattenne lui, mettendo su il broncio.
Scoppiai a ridere e per tutta risposta gli mostrai la lingua e uscii.
Rientrata nello spogliatoio femminile, pensai a Zayn. Era un bel ragazzo, su questo nessun dubbio. E forse sarebbe stato meglio se mi fossi invaghita di lui piuttosto che di Harry. Ma, il ricciolino aveva il potere di farmi impazzire, di lasciarmi sulle spine, di mandarmi all’altro mondo con un suo sorriso…di…
Ero patetica e l’aspetto peggiore della faccenda era che me ne rendevo perfettamente conto.
-Pronta per una serata a colpi di bottiglia?- mi accolse poco dopo Zayn vicino al campo da calcio.
-Che intendi?-.
-Stasera ci riuniamo tutti nella nostra camera-.
-Tutti…chi?-.
-Noi cinque e qualche altro o …altra-.
Sollevai un sopracciglio pensierosa. -Una sorta di festino privato?-.
Ridacchiò. –Si, diciamo di si. Ci saranno birra, scorte di noccioline a non finire e…femmine. Ma, non credo che a te possa interessare il fatto che ci siano o no delle ragazze-.
-No, in effetti no-.
-Neanche se una di queste baciasse Harry?-.
Mi bloccai con il piede a mezz’aria mentre camminavo.
Deglutii a vuoto.-Scusa?-.
-Hai sentito benissimo- mi sorrise lui.
Mi irrigidii senza volerlo. -Harry può baciare chi vuole. La vita è sua-.
Scrollò le spalle. -Mi chiamo Zayn, mica scemo. Quando Harry è nei paraggi ti sudano le mani e sei tesa come una corda di violino. Per non parlare della sfuriata che gli hai fatto quando hai scoperto che usciva con Jordan. Conosco i sintomi. Tu hai una cotta per lui-.
Solo quando finì di parlare, mi accorsi di avere la bocca spalancata per lo stupore. La richiusi meccanicamente. Mi morsi la lingua per trattenermi dal’esplodere. –Lascia perdere. E comunque non verrò. - dissi infine.
Ripresi a camminare a passo spedito e lui dovette faticare per affiancarmi.
-Allora dev’essere un’infatuazione in stato avanzato-constatò con l’aria di un chirurgo che sta esaminando un caso clinico particolarmente difficile.
-Non devi farmi da baby-sitter, né tanto meno da Made Coach. Perciò Malik, impicciati degli affari tuoi-.
-E se ti dicessi che Vichy Jordan su richiesta di Harry parteciperà al ritrovo in camera nostra?-.
Soppesai le sue parole. Probabilmente la mia faccia in quel momento era un misto di ira furente e gelosia. Se credeva che la presenza di una gallina impettita e non molto intelligente mi avrebbe convinta a partecipare, aveva perfettamente ragione.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mancano cinque giorni e quindi più o meno cinque capitoli, più l’epilogo prima della fine :’(
Volevo farvelo sapere tanto per non lasciarvi di stucco con il capitolo finale. LOL
Tra l’altro avevo scritto buona parte del capitolo rapidamente, poi sono rimasta un bel po’ in alto mare per la parte finale, ma….dettagli. Bene, a parte questo….WOW!!!! Il ragazzo che ha scoperto il segreto di Maud ovviamente è Zayn, ma penso si capisse abbastanza.
Lo so, vi ho fatto penare sino all’ultimo per saperlo con certezza: sono un’ infame.
Niall invece ha invitato Sue al ballo e Zayn e Maud stanno facendo amicizia …che altro? Niente, più o meno è questo.
Il prossimo capitolo per l’appunto sarà quello della serata in camera di Zayn e Liam e….non vi svelo nulla :D
Ovviamente fatemi sapere cosa vi aspettate, eh eh!!
Okay, okay…concludo che è meglio.Ci tengo a ringraziare di cuore i tredici che preferiscono la storia, i trentuno  che la seguono e i tre che la ricordano. Un grazie infinito va anche a chi recensisce e a chi mi ha inserito tra gli autori preferiti. E infine, grazie anche a te “timido lettore” che non ti fai sentire. Spero che un giorno uscirai allo scoperto J
Con affetto,
Caty <3
 
 
Ps. E dimenticavo (scusate la rottura!! D:) , ma ho scritto una Os autobiografica (che parolone!)… va bé, che parla di una mia esperienza personale, a cui tengo tantissimo. Inutile dire che mi farebbe mooooolto piacere se la leggeste. Perciò se vi va e avete due minuti liberi, mettetevi comode e leggete dei casini che combino nella vita vera!! Sono molto simile a Maud da questo punto di vista! Ahahah
E voilà:
Memorie di una squilibrata


Il titolo non promette nulla di buono, ma come si dice? Provare per credere!
 

   
 
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