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Autore: veggente    05/03/2013    3 recensioni
Pace.
Ecco cosa regnava a Mystic Falls da un paio di giorni.
Lo Spirito della gelosia che aveva causato l’incendio al pensionato era stato esorcizzato; un’ altra avversità era stata superata.
Elena era riuscita a far riappacificare i fratelli Salvatore, dopo secoli di conflitto; l’amore tra Meredith ed Alaric, cresceva giorno dopo giorno. Bonnie ed i suoi amici potevano finalmente godersi un’ po’ di serenità prima di iniziare la vita universitaria. Ad un tratto però Bonnie abbandona Mystic Falls senza informare nessuno e a distanza di tre anni ritorna, completamente cambiata.
Sarà una Delena? o Una Donnie?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore, Damon Salvatore/Elena Gilbert
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Il Diario della Strega - Capitolo 1

Candele. Numerose candele poste sopra i mobili, furono la prima cosa che vidi entrando nella stanza poco illuminata. Mentre un grande camino scoppiettante riscaldava l’ambiente.

Nonostante la temperatura mite, avevo freddo con quel minuscolo e striminzito abito che indossavo, ma non ebbi né il tempo né il modo di lamentarmi perché  alla mia destra sentì dei gemiti.

Mi avvicinai con passo felpato per veder meglio e la vidi.

Una ragazza molto giovane era distesa su un divanetto, completamente nuda. 

Sul viso  si leggeva un’espressione di piacere mentre la testa di Stefan sbucava dalle sue gambe.

Percependo la mia presenza, Stefan sollevò il capo, mi rivolse un sorriso maligno e affondò le zanne nelle cosce della giovane.

La ragazza urlò ed iniziò lanciare pugni sulla schiena del vampiro .

<< Fermati Stefan >> gli urlai.  << La stai uccidendo , fermati! >>  lui non si diede la briga di ascoltarmi. Continuò a bere emettendo suoni bestiali.  << Padrone … mi..mi… state ..faa..cendo ma..le >>

La povera sventurata continuò a lottare fino a quando il colorito roseo abbandonò il volto e cadde esamine sulla poltrona.

Con un gesto della mano, scaraventai il vampiro contro la parete; lui si alzò  immediatamente, assumendo una posizione d’attacco e ringhiandomi contro.

Non appena cercò di attaccarmi  lo tramortì  con una forte scossa elettrica mentale.

Il corpo di Stefan si contorse  e rotolò a lungo prima di diventare inoffensivo.

Corsi a soccorrere la povera ragazza, il cui colore dei capelli era biondo grano; più la guardavo più notavo delle somiglianze con Elena.

Santo cielo! Se non conoscessi Elena direi che questa ragazza è la sua copia sputata.

<< Ehi sveglia, cerca di aprire gli occhi >> dissi schiaffeggiandola dolcemente  << Coraggio, svegliati dai >>

La biondina non rispose così, prendendola per un fianco ci allontanammo dalla stanza delle “torture” e nella discesa verso gli alloggi riservate alle ragazze incontrammo Kate.

<< Perché siete scese? Che cosa era quel rumore che ho sentito? >> << Ho steso Stefan…su dammi una mano, dobbiamo portare questa poveretta all’ospedale ha bisogno urgentemente di una trasfusione >>

<< No! Rebekah non va da nessuna parte senza il permesso del padrone. E neanche tu >> disse Kate inorridita << Stai scherzando?  Perché saresti una pazza a rimanere qui. Non hai la più pallida idea di che guaio ti sei cacciata >>

<< Sappiamo perfettamente che il padrone è un vampiro, ma noi esistiamo per soddisfare tutti i suoi bisogni >>

Questa è pazza! Disse Streghetta

<< Esistono le banche del sangue per questo! >> dissi << Al padrone non piace, lui ama il brivido della caccia e sangue caldo >>

Okay… è ufficiale ..questa qui è da manicomio; non può vivere sotto lo stesso tetto con un vampiro…a meno che…

<< Kate>> la richiamai dolcemente  << hai ragione sono stata una sciocca, ti prego aiutami a metterla a letto >>

Diffidente, ci osservò per qualche secondo e infine mi aiutò.

Trovato un letto, depositammo Rebekah, la sosia di Elena.

<< Grazie >> le dissi porgendole una mano in segno di riconoscenza.

Kate, abbassando la guardia rispose al mio gesto ed io rafforzai la stretta alle mani;

<< Lasciami piccola strega…lasciami…>>.

Incurante dei suoi piagnistei, recitai un incantesimo liberandola dal soggiogamento.

Una volta liberata dall'ipnosi, iniziò a guardarsi attorno spaesata.

<< Dove sono? E perché sono mezza nuda? >> chiese << Kate sono Bonnie. Qui non sei al sicuro, per cui ascoltami attentamente: raduna tutte le ragazze, raggiungete il garage, troverete dell’automobili, usatele  e raggiungete prima l’ospedale dove vi farete visitare e poi alla stazione di polizia. Sono stata chiara? >>

Kate annuì poco convinta.

<< Kate non sto scherzando, abbiamo poco meno di dieci minuti e questa ragazza >> dissi indicando Rebekah << sta morendo >> .

<< Okay…ora vado >>

Kate fu veramente rapida. In pochissimo tempo aveva radunato tutte le ragazze e abbandonato la casa.

Solo quando la villa fu completamente vuota, andai da Stefan.

E lo trovai mentre cercava di rimettersi in piedi.

<< Spero di non averti fatto male ma, vedi non ho avuto altra scelta. >> si passo la mano su viso e mi guardò attentamente  << Non ti venga in mente di attarmi di nuovo, perché non sarò clemente >> << Hai… una voce familiare …>> << Fai uno sforzo…chissà, forse indovini >>.

Mi guardò attentatemene  sussurrando << Bonnie >> << In carne ed ossa >> << Sei…irriconoscibile >> << Sono passati tre anni dall’ultima volta che ci siamo visti. Vuoi bere qualcosa? >>

Senza molti complimenti, rovistai nella dispensa e servì ad entrambi un bicchiere di scotch prendendo posto su una poltrona davanti al camino; mentre Stefan mi osservava con sospetto. 

<< Tu non sei Bonnie >> disse sedendosi  di fronte a me. << La piccola rossa che conoscevo, non avrebbe mai fatto visita ad amici con un completino trasparente >> sghignazzò  << No infatti… e per quel poco che ho visto, Santo Stefano non avrebbe mai e poi mai emulato le gesta del fratello maggiore, almeno non in maniera squallida. >> << Ah...colpito e affondato >> disse con un gesto teatrale  << Qual buon vento ti riporta a Mystic Fall? >> disse tornando serio  << Sentivo la vostra mancanza...  Ahimè,  non posso dire il contrario. Sono in città da due settimane e l’unica persona che ho visto è stata la signora Florwers. >> << Beh ..piccola rossa…Che cosa ti aspettavi? Le tue amiche sotto casa a sbandierare uno striscione su cui scritto: BENTORNATA BONNIE? Damon appollaiato alla finestra della tua stanza? Cosa pensavi di trovare una volta qui ? >>  

<< Non lo so…>> dissi sorseggiando il drink.  << Te ne sei andata via come una ladra, senza salutare nessuno. Meredith è persino ricorsa alla magia, pur di trovarti. >> << Mi dispiace molto, ma avevo le mie ragioni. Io…non potevo restare, non dopo quello che Damon ha passato per colpa mia…>>

<< Smettila di mentire. Non sei mai stata in grado di farlo.  >> << E tu invece? Non sei migliore di me al momento…Hai lasciato che tuo fratello si prendesse Elena, non hai lottato per la donna che dici di amare…>>

<< No, Bonnie, tu non sai niente. La ragazza che amo con tutto me stesso, ha SCELTO di passare il resto dei suoi giorni con MIO FRATELLO! >>

Stefan gettò con violenza il suo drink; poi fu la volta dei mobili.

Correva da una parte all’altra della stanza ringhiando e urlando come un animale ferito.

In pochi istanti, numerosi oggetti volarono nel camino infervorando le fiamme.

<< Hai fatto bene ad andartene >> disse calmandosi un poco.

<< Se avessi visto quello che ho visto…beh... Se fossi stata qui li avresti visti.

Elena era…estasiata. Non l’avevo mai vista sorridere in quel modo, non a me, almeno. >> disse a pochi centimetri dal volto.

 << Damon ha perso un pò quell’aria sinistra e misteriosa.  Lui è …felice. Se lo guardi attentamente puoi vedergli brillare gli occhi >>

Stefan interruppe la sua narrazione mentre il respiro diventava sempre più affannoso.  Strinse i braccioli della mia poltrona e posò delicatamente la testa sulle mie ginocchia mentre le lacrime mi bagnavano la pelle.

Mi introdussi nella sua mente e vidi un Damon molto diverso da quello che negli anni avevo imparato a conoscere.

Il nuovo Damon aveva un sorriso sincero che illuminava lo sguardo . Già di prima mattina stava mano nella mano con Elena;  l’accompagnava fino all’ingresso della facoltà e la salutava con un bacio passionale.

Trascorreva pomeriggi  con Alaric e Meredith al Mystic Grill per un aperitivo e alla sera tutti si riunivano presso dalla signora Flowers.

Le immagini cambiarono e mi mostrarono:

Damon ed Elena in atteggiamenti intimi…Damon ed Elena a cena presso casa Gilbert…Damon ed Elena che si sussurrano parole dolci…

Basta, questo è anche troppo disse Streghetta.

Sebbene quello fosse un minuscolo ricordo, Stefan soffriva molto per questo nuovo cambiamento. Se da una parte era felice per la ritrovata gioia del fratello, dall’altra parte era afflitto per la perdita della sua amata.

<< La tua situazione è compressibile e conosco il tuo dolore. Ma rapire delle ragazze e soggiogarle è da … pazzi egoisti... e tu non lo sei >>

<< No! >> Urlò <<  Tu non capisci, dannazione. Non serve che tu  mi dica “tutto andrà per il meglio o che dimenticherò questa storia”, perché non sarà così. Quello che sto provando non potrebbe essere sopportato da nessun un essere umano. 

Le mie emozioni sono amplificate rispetto alle vostre; in questo momento è come se il mio corpo venisse colpito da milioni di pallottole di legno che penetrano lentamente nella carne. E fa male. >> disse allontanandosi.  

<< Cinquecento anni fa ho ucciso mio fratello per Katherine.  E ironia della sorte, dopo cinque secoli, mi innamoro della doppelgange della mia creatrice. E anche lei sceglie mio fratello. >>

Di nuovo Stefan fa volare gli oggetti attorno.

<< Perché sei ancora a Mystic Falls, se non ti fa bene vedere Elena e Damon? >>

<< Perché Alaric mi ha chiesto di raggiungerlo.

Un suo collega, un certo prof. Shane , ha ritrovato un vecchio manoscritto sui vampiri.

Da quello che ho capito Klaus non era l’unico Antico, ma esisterebbe una famiglia di vampiri Originali o Purosangue, se così vogliamo chiamarli.

Ho tenuto d’occhio questo professore e frugando tra le sue cose , ho capito che conosce molto bene il mondo soprannaturale. Oltre la verbena e allo strozzalupo, ha una collezione di erbe da far invidia alla scorta della signora Flowers. >>

<< Fantastico…Non ci si può proprio annoiare a Mystic Falls; appena si risolve un problema ne sbuca fuori un altro…Comunque questa storia non mi riguarda, grazie al cielo. Tornando a noi…

Le ragazze ormai saranno al sicuro e al risveglio non ricorderanno nulla di questa bruttissima disavventura;  però ti avverto, fai del male a qualcuno e  ti conficcherò un paletto nel cuore. >> gli sussurrai in un orecchio, prima di uscire dalla casa.

 

Qualche giorno più tardi andai alla pensione con l’intenzione di ricambiare la visita della signora Flowers: avevo preparato dei vassoio pieni di pasticcini e torte da offrire agli abitanti della casa.

Giunta nel parcheggio della pensione, il coraggio venne a mancare.

Siamo giunte fino a qui e vuoi tornare indietro? Fifona. disse Streghetta.

Non è vero, ho voglia di  vedere la signora Flowers,  gli altri...un po’ di meno.

Bugiarda, non hai voglia di Damon ed Elena ribatté la vocina.

Stavo per ribattere quando il cellulare prese a squillare:

<< Pronto? >> << Ehi piccola, come stai ? >> << bene grazie, e tu? Mi mancato tanto >> << Anche tu mi manchi molto, Bon. Andare a caccia senza di te non è più la stessa cosa. >> << Lo credo bene, senza di me siete persi.

Sono qui da settimane e non è successo nulla.  Si può morire di noia da queste parti. >> << Sei andata a trovare i tuoi amici? >>

Arrossì violentemente. << Ehm…non ancora. >> << Cosa stai aspettando? >> << Beh, al momento sono ferma nel parcheggio della pensione >> <> << E se non mi accettassero? Dopo tutto, sono andata via senza dire una parola; non li ho chiamati e tanto meno scritto. >> dissi sospirando.

<< Non potrai mai sapere cosa pensano se non provi a parlare con loro.

Devo andare ora, sono nel bel mezzo di una caccia, ci sentiamo stasera okay? Ti amo  Bon >> << Ti amo Jer >>

Terminata la chiamata mi sentì più leggera. Jeremy aveva ragione dopo tutto. Loro erano i miei amici, non potevano mangiarmi.

Ad accogliermi, ci fu solo l’anziana signora e ciò mi diede tempo per rilassare i nervi tesi.

Non passò molto prima che la casa iniziò a ripopolarsi.

<< Non è stata una lezione così noiosa >> disse Caroline entrando in casa  << Credimi, dopo l’ultimo demone che abbiamo affrontato, le lezioni del prof. Sloan …>>  << Bentornati ragazzi >> lì salutò la signora Flowers.

<< Che profumino ...Ci ha preparato la merenda? >> chiese Tyler << Sei sempre il solito >> disse Caroline.

 << In realtà l’ho preparato io >> dissi entrando in cucina.

Restarono tutti ammutoliti per qualche secondo.

<< E…tu saresti? >> disse Tyler

<< Bonnie… >> disse Caroline << Si sono proprio io >> In men che si dica mi ritrovai schiacciata dagli abbracci di Caroline e Tyler.

<< Ragazzi… piano…mi…manca l’aria >> << E’ incredibile… tu sei qui >> disse Care sciogliendo l’abbraccio  << Si…e anche voi state bene >> << Ho fatto fatica a riconoscerti…Una volta eri rossa, riccioluta ed ora…sei...completamente diversa >> disse << Tu invece sei sempre un fiume in piena >> le risposi.

<< Allora le voci sulla tua famiglia erano vere, noi pensavamo che fosse un’altra famiglia  McCullough e non la tua >> disse Tyler << Già, perché abbiamo incontrato la signora McCullough e non aveva nulla a che vedere con tua madre. >>.

<< Sai che ti dico? Dobbiamo organizzare una grande festa per il tuo ritorno. Chiamo Meredith, Matt e…>>  << Alt, fermati subito, Care. E’ davvero un bel gesto e lo apprezzo molto. Ma non voglio una festa. Io sono scappata via, senza dire una parola e devo chiedere scusa a molte persone. >>

<< A me no che tu non debba andartene, subito hai tutto il tempo per chiedere scusa, ora però vorrei organizzarti una festa! >>

<< Non provare a fermarla Bonnie, è tempo e fatica sprecata >> disse Tyler << Allora come è stata la vita lontana da Mystic Falls? >>

Il pomeriggio passo in un lampo. Passammo il tempo a raccontarci di tutto e di più.

Qualche ora più tardi arrivarono Meredith e Matt e ci furono numerose lacrime, abbracci.

Quando scese la notte non me ne accorsi, troppo impegnata a recuperare il tempo perduto con gli amici.

Per un attimo credetti di non essermi mai allontanata da Mystic Falls.

 

<< Ehilà, famiglia di umani, dove siete? >>  

Il sangue mi si gelò. Ero pronta a rivedere i miei amici ma… non lui. Non potevo sopportarlo dopo tutto quello che avevo visto nella mente di Stefan.

<< Siamo tutti in cucina Damon, vieni >> disse la signora Flowers.  << Vi avverto la mia Piccolina è parcheggiata fuori, lavata e lucidata con tanto amore. Il primo che si azzarda a sporcarla, dovrà pagare con la vita. >> << Gentile come sempre tu…>> rispose Caroline << Bambina tu non capisci, una cretina, alta un metro e un tappo mi ha quasi tamponato, deve ringraziare il cielo se non le ho spezzato il collo! >> disse Damon sbucando alle mie spalle.

Ci ha appena dato delle cretine alte un metro e un tappo? Chiese Streghetta

<< Eh…no carino, tu non puoi andare a cento all’ora su una strada da trenta, dove io ho la precedenza, cretino! >> dissi alzandomi dalla sedia.

Nella stanza cadde un silenzio di tomba. Potevo sentire tutti gli sguardi puntanti su me e  Damon.

<< e tu chi diamine saresti? >> con espressione seccata.  << Ma come chi è? >> intervenne Caroline  

<< Quante rosse ricciolute conosci a Mystic Falls? >>

  
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