Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Emily Smile    08/03/2013    0 recensioni
-Harry!?-
-Si?-
-Ti ricordi...quando ti ho detto che...ero disposta a tutto per te?
-Si, certo che mi ricordo-
-Intendevo anche questo!-
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
EMILY
È passata una settimana. Ho passato sette giorni a casa. Sette terribili giorni, in cui mi sembrava di tornare indietro nel tempo. Sette giorni in cui ho sofferto. Sette giorni in cui ho pianto. Sette giorni passati da sola. Sarei rimasta così per sempre se non fosse stato per Louis, che un giorno si presentò a casa. –Emily ma che ti è preso? Non rispondi alle telefonate, ai messaggi, alle e-mail… Se fai così mi fai preoccupare di brutto!- esclamò appena gli aprii la porta. Quando mi vide, il suo sguardo si tramutò da infuriato a preoccupato. –Che cos’hai? Emily?- Non riuscii a trattenermi e lo abbracciai. Scoppiai di nuovo in lacrime. Louis ricambiò l’abbraccio e iniziò a dirmi “va tutto bene”. Mi portò dentro e mi ordinò di farmi un bagno caldo. Io controvoglia andai e mi guardai per la prima volta allo specchio. Ero orribile, quasi non mi riconoscevo. Pallida, occhi gonfi e rossi, capelli crespi, labbra secche e iridi spente. Come poteva l’amore tramutare così una persona? Come? Perché? Perché ti fa sentire la persona più felice del mondo per poi distruggerti? Altre domande senza risposta. Mi gettai nell’acqua calda e un pizzico di piacere mi percosse.

Quando finii, andai in camera per mettermi qualcosa di comodo e pulito. Legai i capelli in una cipolla e scesi giù. Louis aveva cucinato qualcosa, perché un buon profumo inondò la cucina e, di conseguenza, anche il salone. –Ehi, ti ho preparato qualcosa da mangiare!- disse dolcemente vedendomi entrare. –Grazie Louis!- sforzai un sorriso. Mi portò il piatto e si sedette accanto a me. Ci furono dei minuti di silenzio. –Emily, se ne vuoi parlare, sappi che io ci sono…- fu lui ad aprire la conversazione. –Louis io non ti voglio mettere nei casini e…- -Non ti preoccupare...- -Si invece! Non voglio rovinare le cose più di quanto io abbia già fatto…- sussurrai. –Emily, tu non hai rovinato niente. Stai male e io non so che cos’hai. Sei la mia migliore amica e io ti voglio aiutare…non mi interessa a che costo!- esclamò dolcemente. Lo guardai. Forse dei ragazzi speciali, diversi nel mondo c’erano. Presi un bel respiro e gli raccontai tutto. Quando terminai il famoso silenzio ci invase. –Non arrabbiarti con lui…- questa volta fui io a spezzarlo. –Come posso non arrabbiarmi con lui? È un idiota per non usare termini più pesanti che gli calzerebbero a pennello!- esclamò furioso. –Ti prego Louis, non lo fare. Non gli torcere neanche un capello, promettimelo.- lo guardai negli occhi. Quegli occhi così profondi e veramente sinceri. –Ok, te lo prometto.-

Mi aiutò a mettermi in pari con i compiti e a sistemare casa. Chiamai mia madre per dirle che stavo bene e che sarei tornata a scuola il giorno dopo. Louis mi fece ritornare il sorriso, ma la sera, quando mi specchiai, notai il colore dei miei occhi. Spenti. Forse non riusciranno più a brillare come una volta, o forse si. Per occupare il tempo diedi il consenso alla mia partecipazione allo spettacolo della professoressa Smith, che ne fu entusiasta. Intanto passavo i pomeriggi a studiare, leggere, parlare con Louis e incontrare Lucy. In un paio di settimane, grazie all’aiuto di Louis e, inconsapevolmente, anche di Lucy, sono riuscita a superare gran parte della cosa. Ma Harry mi mancava. Eccome se mi mancava. Lo sogno ogni notte, lo vedo ogni giorno. Non riesco a togliermelo dalla testa e non riesco a dimenticarlo. Quanto ancora durerà tutto questo? Quanto tempo?

HARRY

Tornavo a casa ubriaco quasi ogni sera. Speravo che l’alcool mi facesse dimenticare, ma mi sbagliavo. Provai qualcosa di diverso. Iniziai a frequentare pub e locali pieni di ragazze e spogliarelliste, ma neanche quello ebbe effetto. Lei c’era sempre. Lei era ovunque. La vedevo. La sentivo. Apparteneva ancora al mio cuore. Appartiene ancora ad una parte di me. Una sera, stanco di tutto questo, tornai a casa cosciente. Non avevo bevuto, non avevo flirtato. Lanciai la giacca sul divano ed entrai in camera mia. Accesi la luce e trovai Louis sdraiato sul mio letto. –Che ci fai qui?- chiesi distrattamente. –Tu dove sei stato?- chiese di rimando. –In giro- -Dove di preciso?- -Non sono affari tuoi!- esclamai duramente. Rimase zitto e immobile, ma la sua espressione non era affatto sorpresa dal mio comportamento. –Sai, ha fatto bene a lasciarti!- sussurrò e uscì dalla stanza. Riflettei un attimo sulle sue parole. Lui l’aveva vista? Si, ovvio. Io non gli avevo raccontato niente. Lei era l’unica oltre a me a sapere. Lo rincorsi finché non lo raggiunsi. –Tu…l’hai vista?- chiesi stupito. –Si- rispose secco. Stavo per parlare quando mi interruppe bruscamente. –Non chiedermi come sta perché lo sai benissimo!- Abbassai lo sguardo. Non volevo neanche immaginarlo. –Perché le hai fatto questo?- chiese più dolcemente. Alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi. –Non lo so…- sussurrai. Caddi di peso sul divano. –Harry, sta malissimo. Se la vedi nemmeno la riconosci...- Non dissi niente. –Sai, io mi preoccupavo del fatto che lei ti facesse soffrire prima o poi. Per soldi, per fama, per pubblicità. Ma mi sbagliavo. Lei è diversa. Ed è lei che sta soffrendo.- detto questo si diresse in camera sua. Aveva ragione. Sono un codardo. Mi alzo in piedi e prendo la giacca. Sapevo esattamente cosa dovevo fare, dove dovevo andare. Accesi il motore e partii. Dopo mezz’ora di macchina arrivai davanti ad una casa e parcheggiai. Avevo una paura tremenda di suonare il campanello. Come può qualcuno avere questa paura? Presi un bel respiro e, nel momento esatto in cui stavo per suonare, sentii una voce. Questa voce cantava. Era una voce bellissima, forse una delle più belle che io avessi mai sentito. Mi avvicinai alla finestra per sentire meglio.

- I thought I saw a boy brought to life
he was warm he came around like he was dignified
he showed me what t was to cry
Well you couldn't be that boy I adored
you don't seem to know  or seem to care what your heart's for
I don't know him anymore
there's nothing where he used to lie
my conversation has run dry
that's what's goin' on
nothing's fine
I'm torn
I'm all out of faith, this is how I feel
I'm cold and I am shamed
lying naked on the floor
illusion never changed
into something real
I'm wide awake and I can see the perfect sky is torn
you're a little late I'm already torn-

Quella canzone. Dei bellissimi ricordi tornarono nella mia mente. Ma tornando al presente un dolore mi trafisse. Ecco come si sentiva. Ecco come mi sento io. La ragazza dalla voce meravigliosa si affacciò alla finestra ed io ebbi appena il tempo di nascondermi. Louis aveva ragione. Era completamente diversa. I suoi occhi, i suoi bellissimi occhi color smeraldo brillante erano spenti, quasi color cenere. La pelle pallida attraversate da fiumi di lacrime che scorrevano lungo le sue guance.

EMILY

Mi stavo esercitando per lo spettacolo. La canzone che dovevo cantare era Torn. Questa canzone così piena di emozioni, di ricordi. Ero pur sempre stata una Directioner fin dall’inizio. Avevo bisogno di un po’ d’aria. Mi affacciai alla finestra e lasciai che delle lacrime rigassero il mio volto. Avevo bisogno del conforto di qualcuno, di qualcuno che mi conoscesse bene. Papà! Guardai in cielo in cerca di un qualcosa, di qualche segno. Iniziai a parlargli.

-Ciao papà, come stai lassù? Sicuramente meglio di me. Sai, ho conosciuto un ragazzo. Un ragazzo carino. Ma cosa sto dicendo? È terribilmente bello! Ma non mi interessa. Cioè si, mi interessa, ma io mi sono innamorata di lui perché è bello. È simpatico, dolce, premuroso, terribilmente stupido ma la sua stupidità mi fa ridere tantissimo. Riesce sempre a farmi sorridere in un modo o in un altro. L’unica cosa è che mi ha ferita molto, cioè…non come spiegartelo sinceramente… se fossi qui con me lo avresti già ammazzato quindi…mi ha tradita. Io l’ho lasciato, ma non so ancora quanto posso resistere. Tu lo sai che il mio cuore ha sofferto molto, troppe volte. mi dicono tutti che sono una ragazza forte, ma loro cosa sanno veramente di me? Io ci sto malissimo. Lo penso ogni istante. Sento ancora il suo profumo. Forse un giorno lo perdonerò, so che succederà. Io lo amo ancora e non smetterò mai di farlo, ma lui quel giorno avrà già un’altra ragazza, si sarà dimenticato di me e non si ricorderà mai dei momenti che abbiamo passato insieme, che sono sempre nella mia mente…Comunque fra un paio di settimane parteciperò a uno spettacolo scolastico dove mi hanno messo come protagonista. Poi ci sarà il mio compleanno, ti ricordi quand’è? L’11 marzo. Eh si, la tua bambina farà 16 anni!-

Un rumore mi portò alla realtà. Sto parlando da sola? O mio dio. Sono ridotta proprio male! Un altro rumore colse la mia attenzione. –C’è qualcuno?- chiesi. Nessuno rispose. Scavalcai la finestra e mi diressi verso un grandissimo cespuglio. –C’è qualcuno?- chiesi per la seconda volta. Avvicinai la mano e spostai le foglie.  
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Emily Smile