Film > Il gobbo di Notre Dame
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Autore: Roylove    08/03/2013    3 recensioni
una ragazza che ama disegnare, il nostro caro Clopin che si legherà molto a lui beh tutta da leggere! Ricorrerà la storia del gobbo di notre dame ma con un personaggio in più e visto dai suoi occhi e quelli di Clopin. Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Allora prima di iniziare questo capitolo voglio ringraziare le persone che recensiscono, specialmente Devil_Inside , che leggendo la sua storia mi ha fatto tornare la voglia di scrivere la mia. Beh non mi resta che dirvi buona lettura, ci vediamo alla fine del capitolo!

 

 

 

Ad ognuno il suo lavoro!

 

 

POV Clopin

 

Mi svegliai grazie al suono di alcuni bambini mattinieri (fin troppo mattinieri) , che giocavano in uno spiazzo vicino la mia tenda.

Non appena aprii gli occhi, trovai Oreliè distesa sul giaciglio di materassi e cuscini che io stesso le avevo preparato. Era così innocente, così indifesa, mi faceva ricordare perchè amassi tanto i bambini. Mi cambiai per andare a lavoro, ma non potevo far dormire Oreliè, eh no... Da noi bisogna lavorare per mangiare, ed è giusto che ognuno faccia la sua parte, ormai la piccola aveva l'età per lavorare.

-Oreliè, svegliati cherie.-Dissi sottovoce.

La ragazza aprì gli occhi verso di me, con sguardo innocente.

-Dobbiamo andare a lavoro!-Dissi pimpante.

 

 

POV Oreliè

 

Dobbiamo andare a lavoro”, quella frase mi fece alzare di scatto, non avevo mai lavorato prima di allora, che cosa mi avrebbe messa a fare?

Mi alzai di controvoglia, avevo un sonno e le gambe mi facevano male, per via della lunga camminata del giorno prima. Mi cambiai , mettendomi il vestito azzurro del giorno prima (genio è l'unico vestito che avevo!). Mi misi in ordine i miei capelli marrone scuro e uscii dalla tenda, dove c'era Clopin che mi aspettava, mi misi addosso il mio vecchio mantello blu scuro e uscimmo dalla corte.

Per la seconda volta avevo paura di passare lì dentro quelle catacombe, era così inquietante e male odorante.

Appena uscimmo fuori dalle catacombe respirai a pieni polmoni l'aria fredda e pungente del mattino.

-Vieni di qua!-Disse Clopin uscendo dal cimitero.

Non riconoscevo nulla della strada del giorno prima.

-Guardati bene intorno, se dovrai tornare alla corte da sola non ti perderai, ah e un'altra cosa, la più importante...-Mentre diceva questo Clopin era molto serio.

-Dimmi.-Dissi ingenuamente.

-Non devi dire a nessuno della corte, e se mai tornassi qui da sola, stai attenta , non deve seguirti nessuno.-Disse Clopin fissandomi negli occhi.

-Tutto chiaro!-Dissi .

-Brava cherie!-Disse lui accarezzandomi la testa, Clopin si stava comportando proprio come un fratello maggiore.

Dopo aver camminato molto (povere le mie gambine!) , ci ritrovammo alla piazza dove ieri c'era tutta quella folla, ma ora era vuota, e si poteva vedere chiaramente Notre Dame, era così maestoso,ma poi un'altra cosa attirò la mia attenzione, un vecchio carretto li di fronte che Clopin stava aprendo.

-Cos'è ? -Chiesi guardandolo mentre apriva con una chiave il lucchetto che teneva chiusa la porta.

-Questo è il nostro posto di lavoro. Sono un burattinaio, e tu oggi sarai la mia assistente.-Disse dandomi un piccolo pupazzo di stoffa, in verità assomigliava molto a me, stoffa azzurra, lo spago per i capelli marrone e gli occhi neri.

Rimasi perplessa a guardare la marionetta, non ero sicura di saperlo fare.

Clopin aprì la parte frontale del carretto e davanti c'erano già molti bambini pronti a sentire una delle sue storie.

-Bene bambini oggi Clopin vi racconterà una nuova storia, si tratta di due fratelli che per ritrovarsi vivono mille avventure, ed oggi avremo un ospite speciale, la mia assistente Oreliè.-Disse Clopin, quei bambini erano come ipnotizzati dalle sue parole.

Facemmo il nostro spettacolino, devo dire andò molto bene, ogni tanto Clopin faceva apparire un piccolo pupazzo con le sue sembianze, pronto a cambiare la storia, era esilarante.

Dopo il nostro spettacolino i bambini ci dettero delle monete e continuarono nelel loro piccole attività, come giocare o andare con i genitori al mercato.

-Allora cosa te ne pare?-Chiese Clopin mettendosi straiato su un piccolo divanetto li dentro, mentre io era seduta su una botte (che bravo eh, altro che buone maniere!).

-Beh mi sono divertita molto, ammetto che sei bravino...-Dissi io svaghegiando e ridendo allo stesso tempo.

-Hey, guarda che sono il migliore in questo campo, diglielo anche tu mini Clopin!-Detto questo tirò fuori la marionetta a sua immagine e mi ripetè quello che già il “grande Clopin” mi aveva detto.

-Va bene, non scaldatevi voi due.-Dissi ridendo assieme a Clopin.

Il mio sguardo fu attirato da un pittore che era di fronte a noi, intento a disegnare la cattedrale.

-Cosa guardi?-Mi chiese Clopin mettendosi di fianco a me.

-Quel pittore.-Dissi io con aria incantata.

Amavo dipingere più di qualsiasi altra cosa, io e mio padre lo facevamo per lavoro, o meglio lui per lavoro io per divertimento. Invece mia madre era più portata per il canto.

-Beh visto che per ora non abbiamo niente da fare, andiamo a vedere come sta venendo il suo dipinto.-Disse Clopin mettendosi il suo cappello viola con quella penna “spennata”.

Chiudemmo il carretto e ci dirigemmo dal pittore he era a pochi passi da noi.

-Oh bonjourn ! Siete curiosi?-Chiese l'uomo dalla folta barba ormai bianca per l'età avanzata.

-A dire la verità si, le dispiace se la osserviamo lavorare?-Chiesi io, mentre Clopin vedeva incuriosito lo stile del pittore.

-Ma certo, ormai sono pochi i giovani che si interessano all'arte.-Disse il pittore continuando a dipingere sulla tela.

Passava il tempo e il quadro stava iniziando a prendere davvero un aspetto splendido.

-Lei è davvero molto bravo signore!-Dissi osservando i colori usati sulla tela.

-Ti ringrazio piccola, ma dimmi ...ti interessa davvero molto l'arte?-Chiese l'uomo guardandomi.

-Si, mio padre lo faceva per mestiere ed io lo aiutavo.-Dissi, notai che Clopin iniziò a fissarmi.

-Beh allora tieni, è un mio regalo, non lo uso più perciò sono felice di regalarlo a mani che ne faranno di sicuro più uso di me.-Disse l'uomo porgendomi un blocco di fogli di carta e un carboncino nuovo.

-Davvero? Non so come ringraziarla signore!-Dissi chinando lievemente la testa.

-Promettimi che un giorno vedrò una delle tue opere in mostra, sono sicuro che hai tantissimo talento.-Disse lui sorridendomi.

Intanto erano tornati dei bambini al carretto, con Clopin salutammo il pittore e tornammo al nostro lavoro di burattinai.

Si può dire che la sera appena tornati alla corte eravamo tutti stanchi morti,mangiammo un po' di gulash e poi andammo a dormire, per poi essere pronti a dover cominciare un'altra giornata di lavoro.

 

 

Continua spero vi piaccia questo capitolo, il prossimo sarà un po' più movimentato. Bacioni ditemi cosa ne pensate!

  
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