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Autore: IdemConPatate    09/03/2013    1 recensioni
"Il papavero comune o rosolaccio (Papaver rhoeas L.) è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia Papaveraceae. La specie, largamente diffusa in Italia, cresce normalmente in campi e sui bordi di strade e ferrovie ed è considerata una pianta infestante. Petali e semi possiedono leggere proprietà sedative: il papavero è parente stretto del papavero da oppio, da cui si estrae la morfina". (Wikipedia)
"Lo sguardo ammirato di Mario seguì la linea sinuosa del corpo di Rossella, per poi tornare a fissarsi brevemente sul suo volto; arrossì violentemente quando vide un risata sommessa e quasi crudele affiorare alle labbra rosse, da vampira, della ragazza." (dal cap. 1)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 1
(prima parte)


Luglio tramontava silenziosamente sulla strada, tingendo di colori caldi le case e illuminando la pelle abbronzata dei bambini, che riempivano con le loro risate quel cortile stipato tra le ultime tre case di Via Palermo. Il caldo umido di quella giornata lasciava spazio alla freschezza della sera, e mano a mano che la temperatura scendeva, le finestre del vicinato si aprivano, invitando l’aria profumata d’erba tagliata a invadere gli appartamenti. Alcune vecchie trascinavano stancamente delle sedie pieghevoli nel prato - sistemando, di tanto in tanto, anche dei tavoli - per allestire un torneo di ramino o di briscola -; i mariti si limitavano ad affacciarsi alle finestre pigramente, succhiando la pipa con il viso, rugoso e scuro, lucido di sudore, facendo capolino un po’ come fanno le lumache grigie dal loro guscio, la sera.

Il cortile erboso era circondato da tre case, disposte attorno ad esso a semicerchio, e, sul lato che restava libero, confinava con un parcheggio e con un’altra casa, in cui vivevano altre due famiglie, che aveva un piccolo giardino recintato sull’altro lato.

Al secondo piano della casa di mezzo, stretta tra le altre due e esattamente davanti al parcheggio, una sposina attendeva impaziente, alla finestra, il ritorno dello suo giovane marito, salutando le vicine con la mano senza togliere gli occhi dalla strada, mentre, finalmente, l’auto blu del suo sposo si avvicinava pigramente.

Sotto di lei una coppia, dopo una litigata furiosa, si era accoccolata sul divano e si godeva la serena intimità ritrovata, riparandosi dall’invadente curiosità delle anziane comari con delle tende lisce e arancioni, mosse lievemente dalle pale del ventilatore.

Rossella, distesa nella sua stanza, assaporava il silenzio diffuso che regnava in casa sua; i suoi genitori erano partiti due giorni prima, concedendosi il primo viaggio romantico dopo ventidue anni di matrimonio, mentre suo fratello aveva immediatamente approfittato della loro assenza per trasferirsi dalla sua ragazza, di qualche anno più vecchia e in possesso di un piccolo e dignitoso appartamento nei pressi del centro.

Aveva ciondolato con aria inconcludente per casa tutto il giorno, senza preoccuparsi di mangiare e senza pensare minimamente alle piante che sua madre, prima di partire, le aveva raccomandato a più riprese di annaffiare almeno una volta al giorno. Si alzò di scatto, senza nessun motivo particolare, quasi a voler testare l’elasticità della sua muscolatura da diciottenne, e si affacciò alla finestra con aria annoiata, osservando pigramente la strana energia che animava lo scenario serale del quartiere. Sorrise vedendo i bambini che giocavano bagnandosi con gli irroratori nel prato, non potendo fare a meno di domandarsi se c’era un modo di fare altrettanto senza scatenare la disapprovazione delle vicine, sempre pronte a riprendere i giovani dal comportamento impudente e dall’aria arrogante.

Sbuffò e decise di concedersi una doccia fresca.


***


Affacciato al balcone della terza casa, un uomo di circa cinquant’anni, si accese l’ennesima sigaretta e aspirò un’intensa boccata, osservando le forme che si intravedevano attraverso la maglietta scura della diciottenne del palazzo di fronte, accostata alla finestra con un sorriso annoiato dipinto sulle labbra.

Non c’erano molti giovani cha abitavano nel quartiere, per questo poteva essere abbastanza sicuro nel ritenere che la ragazza fosse la figlia minore di quella bella signora sulla quarantina, con la quale aveva flirtato di tanto in tanto; “Bellissima donna” Penso aspirando un’altra boccata, mentre Rossella scompariva dalla finestra. La osservò muoversi in quella che doveva essere la sua stanza finché l’ombra non la inghiottì completamente e la sottrasse al suo sguardo invadente che, ormai da mesi, la seguiva dal balcone attraverso la finestra.

Fortunatamente, le due case, una di fronte all’altra, erano vicine ma un albero posto in posizione strategica, gli consentiva di spiarla senza poter essere notato; la cosa andava avanti da qualche tempo e la moglie, una donna grinzosa e, ormai, poco appetibile ai suoi occhi - se inizialmente animata da una punta di gelosia -ormai si rallegrava semplicemente del fatto che lui avesse smesso di importunarla con i suoi approcci goffi e appiccicosi, in favore di passatempi solitari, seppur ispirati ad una ragazza così giovane.

Non che volesse perseguitarla o roba del genere, accidenti, però bisognava ammettere che era proprio un gran pezzo di ragazza, una "gran gnocca" come diceva sempre il figlio di suo fratello, quando veniva a fargli visita, e la vedeva uscire di casa; Aldo non si sentiva, quindi, minimamente turbato dalla sua attrazione per la ragazza, non vedeva nulla di male in quello che stava facendo e poi, tutto sommato, non era così vecchio per queste cose. Spense la sigaretta nel posacenere, soffiando un po’ di fumo dal naso, e pensando, con rammarico, che quella sera avrebbe dovuto dividere il suo letto con la moglie, rimasta in sovrappeso dopo l’ultima gravidanza e perennemente sudaticcia, anziché con la morbida ragazza della casa di fronte.

Squillò il telefono e grattandosi la testa, sulla quale ormai rimanevano ben pochi capelli, rientrò in casa per rispondere a quella che sarebbe senz’altro stata l’ennesima chiamata lagnosa della suocera, costantemente alla ricerca di futili rassicurazioni e di compassione.




Prima parte del primo capitolo! Ho dovuto dividerlo perchè è veramente lunghissimo, e anche così in realtà non ho risolto molto. Però in altri punti non potevo proprio spezzarlo e non mi andava di lasciare solo il prologo ^^
Recensite e ditemi che ne pensate ^^

Grazie a schiaccianoci per la sua recensione :)

IdemConPatate
  
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