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Autore: zely    09/03/2013    1 recensioni
Non so bene come cominciare questa storia, potrei iniziare dal principio, sarebbe la cosa più logica, ma visto che neanch'io so bene quale sia l’inizio, penso che racconterò quello che mi ricordo.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Domenica pomeriggio di solito la passo facendo i compiti e rilassandomi, non sono il tipo di persona  che esce fuori la  sera a fare baldoria, ma quello era un pomeriggio diverso, stavo mettendo a posto le ultime cose, l’indomani mattina sarei partita con i miei diretta in Romania, per una vacanza? No, per sempre probabilmente, mi sarebbe mancata la mia America, la mia cara New York con i suoi fantastici e imponenti grattacieli, New York non era una citta caotica, ma piena di vita, se ti senti solo esci e cammina per le strade di Central Park, e allora saprai di non esserlo, almeno avrai l’illusione di questo, per questo questa citta mi mancherà , non avrò più un’intera citta a farmi compagnia, non avrò più i numerosi musei, e fiere, ma sarò sola, e a me la solitudine proprio non piace, sarà dura ritrovarsi soli, ma in fondo lo sapevo, la mia solitudine sarebbe tornata, e questa volta non avrei più avuto vicino a me l’ombra dell’Empire state Building.
La casa sembrava più grande ora che era vuota, vuota dei mobili, dei quadri, dei vasi, dei ricordi  e di tutte quelle cose che l’avevano sempre riempita e resa un posto unico, mio padre, mi dava fastidio chiamarlo così, ma dovevo pur sempre ammettere che lui, si era sempre - e da sempre-  preso cura di me, e la stessa cosa valeva per mia madre, quindi mi ero arresa, e avevo accettato, anche se non del tutto questo fatto, loro non erano i miei veri genitori, ma svolgevano questo ruolo da ormai 14 anni, e anche se questa notizia mi aveva sconvolta non potevo cancellare o dimenticare il grande bene che nutrivo per loro, mio padre aveva voluto vendere tutti i mobili della casa, diceva che non ci sarebbero serviti, la casa nuova che aveva comprato giù in Romania, era già compresa di mobili, mi dispiaceva lasciare quelle cose che avevano da sempre fatto parte della mia vita quotidiana, il tavolo di legno massiccio della cucina su cui avevo inciso con il coltello del pane le iniziali mie e del mio migliore amico, John, lui già mi mancava da 2 anni, vittima di un’incidente stradale, uno stupido uomo ubriaco me l’aveva portato via, ancora oggi mi chiedo perché quello stupido giorno del mio stupido compleanno non fossi morta io al posto di John, o che almeno fossimo morti insieme, così non avrei dovuto sopportare la sua mancanza, la gente non pensa veramente alla morte, anch’io non ci avevo mai pensato prima dell’incidente, ma quando la morte ti passa così vicino, quando passando porta via con se la parte migliore della tua esistenza, allora non puoi fare a meno di pensarci, è in situazioni del genere che ti rendi conto che qualcuno se ne potrà andare via così, senza preavviso, senza neanche lasciarti il momento di rendertene conto, ed è quello che è successo a John, lui è morto senza che me ne rendessi conto, ancora oggi mi capita di rimanere ad aspettare una sua chiamata, ma subito dopo realizzo che questa chiamata non arriverà mai.

Ecco a voi il primo e vero capito di questa storia, aspetto con tantissimissimo ardore qualche vostro commento, anche se piccolo, anche uno solo, ma vi prego scrivetemi che cosa ne pensate, che impressione vi ha dato, e anche le critiche se ci saranno ( spero tanto di no), e con questo messaggio implorante io vi saluto!

mi scuso per gli eventuali errori di scrittura!
 


 
  
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