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Autore: keiko86    11/03/2013    3 recensioni
Rimase alla finestra ad osservare la figura in rapido allontanamento dell'ispettore per un po', poi senza un particolare motivo si sentì come invaso da un senso improvviso di allarme, come un pugno allo stomaco che lo fece quasi piegare in due. Alzò di nuovo gli occhi verso Javert, ormai quasi scomparso in fondo alla via.
"Devo essere pazzo...." Borbottò fra sè, prima di fiondarsi di corsa giù per le scale all'inseguimento dell'uomo che lo avrebbe dovuto arrestare.
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Javert aveva ormai preso la sua decisione. Aveva chiuso brevemente gli occhi recitandosi in testa una preghiera (anche se sapeva bene che per lui non ci sarebbe più stato posto in Cielo dopo quell'atto) ed era scivolato giù dal ponte senza un suono, rassegnato.
"JAVERT! NO!!"
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Javert, Jean Valjean
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Javert Sviato'
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Ok, è la prima storia ambientata in questo fandom in cui mi cimento, chiedo scusa in anticipo per gli eventuali errori! ^_^"

Dovrebbe essere una storiellina breve, 3/4 capitoli al massimo....

Sto leggendo il libro (ma non l'ho ancora terminato! XD), ho visto il musical e alcune versioni cinematografiche, nella mia testa (e in questa storia) ho immaginato i personaggi e le ambientazioni mescolando un po' le varie versioni, ad esempio come Jean Valjean ho sempre in mente Hugh Jackman (XD), mentre Javert lo preferisco con l'aspetto che ha nel musical (quello di Philip Quast su tutti!!) con i capelli lunghi e le basettone! *_*

 

Cooomunque...... Ora basta con le sciocchezze, ed ecco la storia:


Chapter 01. Prologue - Down in the Deep Blue

Era ormai da qualche minuto che l'Ispettore Javert se ne stava immobile a fissare la porta di legno scuro dietro alla quale era scomparso poco prima 24601, anzi no, Valjean, la sua personale nemesi, il fuggitivo, il santo..... L'uomo la cui cattura era diventata il suo scopo di un'intera vita.

Lo aveva sorpreso poco più di un'ora prima, all'uscita di una fogna, ricoperto di melma (e di qualcos'ALTRO, a giudicare dal rivoltante olezzo che emanava) che trasportava sulle spalle il corpo apparentemente senza vita di uno di quei ragazzini della barricata; lì l'uomo lo aveva supplicato di lasciargli un'altra ora di libertà per avere la possibilità di portare in salvo il ragazzo esanime, di cercargli un medico o comunque un aiuto.

Si era stupito egli stesso ad accettare senza molti problemi la richiesta accorata di Valjean, anzi (incredibile a dirsi) lo aveva addirittura aiutato, chiamando una carrozza di passaggio e accompagnandolo fin alla dimora del nonno del ragazzo, dove lo avevano lasciato alle cure dei servitori, e infine scortarlo al suo alloggio, in via de l'Homme Armèe 5.

Quì aveva permesso all'uomo più anziano di rientrare, a sbrigare le ultime formalità in sospeso e (probabilmente) a dire addio alla figlia adottiva, asserendo che lo avrebbe aspettato all'uscita, per arrestarlo ufficialmente.

Col passare dei minuti, però, la sua convinzione verso ciò che la legge, e la sua stessa morale, gli imponevano di fare si stava sgretolando come sabbia: come poteva arrestare ora Valjean? Se gli avessero posto il dilemma giusto un giorno prima, ne avrebbe certamente riso; arrestare finalmente, dopo tutti quegli anni quel malvivente era il suo DOVERE, e gli avrebbe certamente portato anche una buona dose di piacere personale!

Ma ora....?

In sole poche ore, quel giorno, le sue convinzioni e certezze erano finite a testa in giù: aveva assistito agli atti di coraggio di quell'uomo, arrivato alla barricata con il preciso obbiettivo di salvare ad ogni costo, e riuscendovi, la vita del giovane amato della figlia senza alcun riguardo per la sua propria sicurezza; inoltre si era anche ritrovato suo malgrado ad avere verso l'ex detenuto addirittua un debito di vita, infatti Valjean dopo aver chiesto ed ottenuto di poter personalmente giustiziarlo per essere una spia, lo aveva invece fatto scappare attraverso una zona nascosta della barricata, senza chiedere nulla in cambio dall'ispettore e anzi, coprendone addirittura la fuga con uno sparo in aria.

Mentre stava così rimuginando, un leggero rumore lo riscosse dai suoi pensieri, facendogli alzare lo sguardo: dalla finestra del primo piano, rischiarato dalla fioca luce di una candela, era apparso il profilo inconfondibile di Valjean, a quanto pareva impegnato ad armeggiare con qualcosa su un ripiano di fronte a sè. Javert si ritrovò a fissare l'altro inebetito per qualche attimo, poi come se avesse ricevuto uno schiaffo si voltò di scatto sui suoi tacchi e si allontanò quasi correndo dall'abitazione, il volto contratto in una smorfia quasi sofferente.

Chi lo avesse scorto in quel momento, avrebbe faticato non poco a riconoscere in quella figura tormentata e rannicchiata l'austero e irreprensibile ispettore Javert, che pallido in volto si dirigeva come trasognato lungo la via, diretto quasi a casaccio verso le rive della Senna.

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Non si era accorto Javert, tuttavia, che con il suo movimento rapido aveva fatto un rumore piuttosto forte raschiando con il piede il selciato, e che dalla finestra socchiusa Jean Valjean, sorpreso, aveva alzato di scatto lo sguardo e aveva notato con perplessità la partenza improvvisa del poliziotto.

Per un attimo liquidò la scena rispondendosi che con ogni probabilità Javert stava andando a chiedere rinforzi, ma poi si era soffermato meglio ad osservare l'altro uomo ed aveva notato il modo strano in cui si muoveva, le spalle abbassate e il passo scomposto, quasi come se questi stesse scappando.

Se ne chiese il motivo.

Rimase alla finestra ad osservare la figura in rapido allontanamento dell'ispettore per un po', poi senza un particolare motivo si sentì come invaso da un senso improvviso di allarme, come un pugno allo stomaco che lo fece quasi piegare in due. Alzò di nuovo gli occhi verso Javert, ormai quasi scomparso in fondo alla via.

"Devo essere pazzo...." Borbottò fra sè, prima di fiondarsi di corsa giù per le scale all'inseguimento dell'uomo che lo avrebbe dovuto arrestare.

*******************************************

 Nel frattempo Javert si era ritrovato ad attraversare un ponte sopra il fiume, e perso nei suoi pensieri si era fermato circa a metà strada, poggiandosi con i gomiti sopra il parapetto di pietra, sospirando e chiudendo gli occhi grigi per un attimo. Cosa avrebbe dovuto fare ora? Come poteva gestire quel dilemma? Con un fremito si rannicchiò su sè stesso, sbattendo la fronte ed i pugni sul parapetto, in un gesto improvviso di rabbia e disperazione.

"Che devo fare?!" Esclamò con voce strozzata.

Rialzò il volto verso il cielo, quasi a chiedere consiglio alle stelle, ma si ritrovò a fissare solo un vuoto oscuro e freddo.... Spalancò gli occhi, come una scossa gli sembrò di aver ricevuto la risposta su cosa dovesse essere la sua soluzione.

Soffocando un sussulto di paura e posando al proprio fianco il cappello scavalcò il muro di pietra , ritrovandosi seduto su di esso con le gambe sospese sopra le acque scure e rumorose della Senna, lo sguardo appannato a fissare tutto e niente.

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Valjean per un po' aveva perso di vista l'ispettore, ed aveva temuto di non riuscire a raggiungerlo. Si era messo a correre senza più curarsi di fare o meno rumore con i suoi passi sul selciato per non farsi notare, e infine aveva sospirato con un sollievo che lo aveva non poco sorpreso alla vista di Javert fermo su un ponte.

Avvicinandosi però si era accorto immediatamente che qualcosa non andava: l'altro uomo infatti non se ne stava soltanto appoggiato al parapetto, bensì ci si era stranamente seduto sopra, rimanendo pericolosamente in bilico proprio sopra la parte più profonda del fiume.

Si chiese brevemente che cosa stesse facendo, ma notò avvicinandosi l'espressione inquieta di Javert,le sue nocche strette poggiate ai fianchi… Nel complesso l’aria desolata che la sua figura emanava. Fece ancora una manciata di passi, cauto.

Javert sembrò riscuotersi dai suoi pensieri, alzò di scatto il mento chiudendo per qualche secondo gli occhi, e facendo un respiro profondo, quindi si lasciò cadere in avanti.

Valjean sbarrò gli occhi e scattò immediatamente verso l’argine del fiume e raggiungendolo in un paio di falcate e senza nemmeno rendersi conto del grido che automaticamente gli era sfuggito dalle labbra. Udì il rumore del corpo che si scontrava con l’acqua, quindi con il cuore che gli martellava furioso nelle orecchie si lanciò anch’egli in mezzo alla corrente.

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Javert aveva ormai preso la sua decisione. Aveva chiuso brevemente gli occhi recitandosi in testa una preghiera (anche se sapeva bene che per lui non ci sarebbe più stato posto in Cielo dopo quell'atto) ed era scivolato giù dal ponte senza un suono, rassegnato.

"JAVERT! NO!!"

Quell'urlo improvviso gli fece aprire di scatto gli occhi, giusto un attimo prima di toccare la superficie della Senna.

Il tuffo violento nel fiume gelido gli fece fuoriuscire immediatamente tutta l'aria che tratteneva dai polmoni, lasciandolo senza fiato a dimenarsi mentre le acque scure si richiudevano sopra di lui, ricacciò in un angolo il suo primo istinto di raggiungere la superficie ad ogni costo e le mani febbrilmente gli andarono a stringersi il collo, tentando di impedirsi di cercare di respirare e di ingerire così l'acqua.

Tentativo vano.

Mentre l'acqua fredda e salmastra gli riempiva i polmoni e gli bruciava gli occhi, si ritrovò a pensare confusamente che non si aspettava di morire in quel modo, aveva sperato infatti di picchiare magari la testa in qualche roccia e perdere i sensi immediatamente.....

Oh, e com'era ironico che anche ora, alla fine della sua vita, il fantasma di Jean Valjean gli apparisse davanti, la mano tesa verso di lui come per donargli la salvezza eterna. Si concesse un lieve sorriso prima che tutto diventasse nero, finalmente.

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Valjean non aveva pensato due volte prima di affrontare risolutamente le torbide acque della Senna, immergendosi ed allungando alla cieca le mani per cercare di trovare l'ispettore scomparso sotto di esse.

Finalmente dopo alcuni minuti frenetici credette di intravedere la sua forma e preso fiato sparì a sua volta nuotando velocemente in quella direzione, allungando un braccio ed afferrando con una stratta d'acciaio il lembo di una manica di Javert, per poi risalire immediatamente in superficie.

Riaffiorò con un respiro rauco, tirò il corpo inerte del poliziotto sù a sua volta, voltandosi preoccupato a guardarlo; quando l'altro uomo non reagì affatto, continuando a tenere gli occhi chiusi e reclinando mollemente la testa all'indietro contro il suo braccio, pregò in cuor suo che fosse solamente privo di conoscenza e arrancò nuotando a fatica verso la riva cercando di mantenere la testa dell'ispettore fuori dall'acqua.

Infine riuscì a raggiungere la sponda, con un grosso sforzo fece rotolare Javert all'asciutto, per poi trascinarcisi vicino con un gemito.

Per un attimo si ritrovò prono a terra col fiato corto a cercare di ritrovare il respiro, ma poi si riscosse alzandosi in ginocchio di fianco al corpo disteso dell'ispettore; notò che questi non respirava, stava semplicemente immobile sulla sabbia, le labbra che stavano acquisendo un preoccupante colore bluastro.

"Non ti azzardare a morire adesso!" Gridò, iniziando a comprimergli la cassa toracica cercando di rianimarlo, gli occhi selvaggi "Non provarci nemmeno! Maledizione!!"

Era passato qualche altro minuto e stava per entrare nel panico, ma proprio in quella Javert si riscosse all'improvviso, rialzando di scatto il capo e sputando una gran quantità di acqua, tossendo e ansimando violentemente, per poi affondare nuovamente all'indietro gemendo, e perdendo di nuovo immediatamente i sensi.

Valjean, ancora inginocchiato, si ritrovò a fissare leggermente sollevato l'uomo a terra al suo fianco, che ora finalmente aveva ricominciato a respirare da solo, anche se un po' rauco.

Notò poi lo stato in cui entrambi erano: bagnati come pulcini fino al midollo, Javert con i capelli leggermente sciolti e sparsi sul terreno, sè stesso senza una scarpa e la camicia strappata.... Si chiese cosa avrebbe dovuto fare ora per risolvere la situazione.

Per un po' l'unico rumore oltre allo sciabordio tranquillo del fiume fu l'incrociarsi dei loro respiri affannati.

End Chapter 01.

  
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