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Autore: SenBreeze93    11/03/2013    0 recensioni
Un materiale curioso rinvenuto su Urano e Nettuno. Un uomo potente che ne viene in possesso. La possibilità di poter creare un "essere migliore". Uomini e donne sottoposti a test di laboratorio, con mortalità pari all'80%. Esseri potenti, senza coscienza.... fino a lei.
Kay è una ragazza, strappata via dalla propria famiglia e privata della propria memoria. L'unica femmina nel suo genere. Starà a lei decidere del proprio destino: utilizzare le proprie abilità per uccidere o per proteggere?
Genere: Azione, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Prologo


 

Daniel continuava a rigirarsi quelle pile di fogli tra le mani. Una montagna di schede erano ammassate sulla sua scrivania, divise in tre colonne.

Ne prese una con fare stanco e aprì la copertina giallognola. Si trovò di fronte l'ennesima foto, l'ennesima faccia comune, come tutte le altre.

Questa volta era un ragazzino. Scorse rapidamente i suoi dati personali a lato della foto: si chiamava Marcus ed aveva appena quattordici anni. Lasciò perdere l'indirizzo, i segni particolari e andò direttamente sul riquadro in basso a sinistra timbrato in rosso. Un'unica parola: fallito.

Daniel sbuffò e gettò la cartella sulla pila di destra, vistosamente più alta di quella centrale.

Un altro esperimento fallito, un altro ragazzino morto. C'era qualcosa che non andava. Stavano sbagliando qualcosa... ma cosa? Come si poteva fare in modo che le cavie sopravvivessero a un cambio genetico tanto spaventoso?

Se metà moriva per il dolore, l'altra metà non superava nemmeno l'intervento.

Un decennio prima, al contrario, le cose filavano lisce. Quasi tutte le cavie erano sopravvissute, ma quel metodo ormai l'aveva stufato. Certo, creare cyborg era divertente, ma voleva provare qualcosa di nuovo, qualcosa che fosse definitivo. E cos'era più definitivo di una trasmutazione genetica?

I cyborg non invecchiavano, ma bastava che un fusibile saltasse per renderli inutilizzabili. Alcuni erano arrugginiti e non muovevano più le articolazioni, ad altri avevano staccato i circuiti del cervelletto nel sonno, mentre altri ancora semplicemente avevano mandato in tilt il sistema a causa di uno sforzo esagerato.

Ma ora non sarebbe più successo. Era riuscito a recuperare materiale radioattivo da Nettuno e Urano, dove nessuno era mai riuscito ad arrivare.

Aveva raccolto in un unico posto tutti gli scienziati più geniali del pianeta e li aveva collocati in uno stabilimento costruito niente meno che sulla Luna, là dove il sole non illumina mai.

A Daniel i soldi non mancavano e di certo non era abituato a non ottenere ciò che voleva.

Era riuscito a mandare in tilt il sistema di Wall Street e a scaricare sul proprio conto miliardi e miliardi di dollari e sterline.

Era riuscito a impadronirsi di una sezione speciale del F.B.I. e a corrompere un giusto numero di ingegneri della NASA.

Il tutto era semplice e Daniel non vedeva dove potessero stare i problemi che di tanto in tanto gli arrivavano all'orecchio da dipendenti insoddisfatti.

Ma non era questo il punto: aveva trovato del materiale altamente radioattivo, sconosciuto alla tabella degli elementi e a ogni sorta di catalogazione. Le radiazioni emanate erano più dannose e pericolose dei raggi cosmici, ma aveva constatato, esponendovi una semplice rosa, che erano anche in grado di mutare la consistenza di un essere vivente, vegetale o animale che fosse. La rosa infatti era divenuta di puro ghiaccio, e mai più si fu sciolta, anche sotto a temperature elevate.

Aveva fatto esperimenti con animali, dai porcellini d'india alle mucche.

Solo il 2% aveva superato l'irradiazione ed era diventato estremamente pericoloso, perché incapace di controllarsi.

Solo allora Daniel e gli scienziati compresero che se esisteva un essere in grado di controllare questo nuovo corpo modificato, quello era l'uomo.

Fu così che cominciarono a sottoporre persone all'esperimento. Se in un primo momento solo individui interni all'associazione, poi, visto il numero elevatissimo di perdite, si passò a prelevare qualcuno dall'esterno.

Prevalentemente ragazzi, quelli con il corpo più resistente. C'era stato un tentativo su qualche bambino dai sei ai dieci anni, ma come previsto non ce ne fu uno che superò l'intervento. Nessuno aveva ancora sviluppato a dovere le proprie autodifese e non c'era possibilità che reggessero alla trasformazione.

Con i ragazzi c'erano invece buone possibilità. Su duecento, circa un quinto era sopravvissuto e obbediva ciecamente agli ordini impartitogli.

Così si scoprì che, dopo l'operazione, ogni ragazzo aveva avuto una specie di reset mnemonico. Era come se nascessero per la seconda volta, completamente ignari di ciò che fossero o che li circondava, dimentichi della loro vita precedente. Lì le persone morivano e rinascevano a nuova vita.

Era facile farli propri burattini, freddi automi senza sentimenti capaci solo di ubbidire, ma ogni tanto c'era qualcuno in grado di opporsi. Quei qualcuno cominciavano a prendere coscienza di ciò che erano e di cosa stavano facendo, si chiedevano cos'era il bene e cosa il male, si ribellavano... e a quel punto venivano soppressi e targati come “esperimenti falliti”.

Ogni volta era una sofferenza per Daniel. Già ce n'erano pochi e se era costretto a ucciderne uno ogni sei, il numero sarebbe calato ulteriormente.

Ultimamente aveva voluto apportare delle modifiche alle irradiazioni, volendo aumentare il flusso con cui la persona veniva colpita. Da un lato, il risultato sarebbe stato quello di avere un “modificato” nettamente più forte e pericoloso degli altri, ma dall'altro il rischio di insuccesso saliva al 99%.

Fino ad allora solo uno aveva superato con successo la trasmutazione: un ragazzo sui vent'anni a cui era stato attribuito il nome di J89xy, il miglior collaboratore che avesse mai avuto. Anche se aveva avuto consapevolezza di sé, non si era ribellato e continuava ad ubbidire e l'avrebbe fatto fino a quando avesse avuto un tornaconto personale. Daniel si sarebbe occupato personalmente che questo non gli venisse mai meno.

Ma Jay era stato l'unico. Il resto era stato un insuccesso dopo l'altro.

Sopravvivevano soltanto coloro sottoposti al flusso standard, ma anche quelli erano molto pochi.

Daniel scorse ancora un paio di cartelle e, visto che entrambe erano esperimenti falliti, smise di controllare e si alzò in piedi, stiracchiandosi. La schiena gli scrocchiò e subito provò sollievo. Guardò l'orologio a pendolo: erano le sette di sera. Era lì da sei ore esatte.

Si strofinò la schiena e si scorse rapidamente allo specchio: i capelli brizzolati erano ancora nella stessa posizione in cui gli aveva lasciati, ossia gellati e pettinati all'indietro, ben aderenti al cranio. Il pizzetto era lievemente scompigliato a causa del suo continuo strofinarlo, ma non era un problema. Così messo in giacca e cravatta provocava negli altri una sorta di reverenziale ammirazione. Questa cosa lo compiaceva parecchio.

Bussarono alla porta con insicurezza. Quel tipico modo di bussare poteva essere solo di una persona. Sospirò infastidito e la invitò ad entrare.

La maniglia girò e dalla porta fece capolino un uomo smilzo e canuto, in camice da laboratorio. Non aveva mai visto una faccia più magra di quella, pareva quasi uno scheletro.

    • Sbaglio o sei dimagrito ancora, Wilson? – gli chiese cordialmente, ma l'uomo tremò.

    • Mi auguro di no, signore. Le radiazioni a cui ci esponiamo ogni giorno durante gli esperimenti ci sfiancano... –

Se voleva muoverlo a compassione non ce l'avrebbe mai fatta. Quelli non erano fatti che lo riguardavano.

Fece un gesto d'impazienza con la mano e alzò lievemente il tono della voce.

    • Spero tu non sia venuto a disturbarmi solo per lamentarti. –

Con soddisfazione vide l'uomo sbiancare completamente e assomigliare molto a un fantasma con gambe e camice bianco.

    • No, signore. Ero venuto a portarle queste. – gli porse tre nuove cartelle del monotono giallo scuro.

    • Se sono altri fallimenti, evita di darmeli. Mi fai perdere solo tempo. –

    • Oh no signore. Questi tre ragazzi non sono ancora stati sottoposti a niente. Sono appena stati trovati tra le strade di Londra e portati qua. Due non sono altro che poveracci di strada, mentre l'altra, a giudicare dall'abbigliamento, dev'essere una ragazza benestante, frequentatrice del college. –

    • Una ragazza? –

Si fece passare la sua cartella e ne osservò attentamente la foto.

L'espressione del viso la diceva lunga: spaventata dall'improvviso rapimento e confusa. Come tutti gli altri, del resto.

Non aveva avuto molto spesso ragazze come cavie e le poche che c'erano state non erano sopravvissute. Questa era una novità. Ne osservò il viso gentile, gli occhi nocciola grandi come fanali e i lunghi capelli rosso fuoco. Una cavia così carina non capitava molto spesso.

All'improvviso la volle al suo fianco, come J89xy. Sarebbe stata la seconda “modificata” più potente e l'avrebbe avuta sempre affiancato. Di giorno... come anche di notte. Se questo era il suo ordine, lei non avrebbe potuto rifiutarsi.

    • Sottoponila al flusso aggiuntivo. –

    • Ma non abbiamo mai provato su una ragazza. Hanno una composizione diversa rispetto a quella maschile... –

    • C'è sempre una prima volta. –

    • Mi spiace ma devo dissentire. –

Daniel chiuse gli occhi spazientito. Odiava essere contraddetto. Restituì la cartella a Wilson e lo fulminò con la sua occhiataccia migliore.

    • Mettiamola così. – gli sibilò – Se la ragazza muore, tu la seguirai. La voglio viva. Questa volta niente giustificherà un insuccesso. E non voglio obiezioni. Il mio non è un consiglio. È un ordine. –

I loro visi erano ormai uno a un soffio dall'altro. Wilson si dovette sentir mancare, perché indietreggiò, aggrappandosi alla maniglia della porta. Balbettò un incerto “agli ordini” e schizzò via, tremando come se avesse avuto le convulsioni.

Soddisfatto del risultato che era riuscito a ottenere, Daniel si rimise seduto alla scrivania, poggiandoci sopra i piedi. Dopo una minaccia del genere, era sicuro che lo scienziato si sarebbe impegnato il doppio, o forse addirittura il triplo del solito.

Un successo era d'obbligo.

Attivò il viva voce del telefono e schiacciò uno dei tasti. Dopo neanche un secondo, rispose la voce squillante della segretaria. Le diede un semplice ordine.

    • Mandami Sienna. –


  
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