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Autore: EmmaClove    11/03/2013    1 recensioni
E se gli innamorati sventurati non fossero stati quelli del Distretto 12?
Se Katniss e Peeta fossero morti?
Se un'altra coppia di Innamorati Sventurati avesse vinto i 74° Hunger Games... o forse no?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.



Era una fredda giornata d'inverno e la neve che aveva già imbiancato con un lieve strato candido i tetti delle case del Distretto 2 continuava a cadere a grandi fiocchi; era una cosa insolita per gli abitanti del Distretto veder nevicare, visto che in genere gli inverni non erano particolarmente freddi li.

Il Distretto 2, tutto sommato non era un brutto posto dove vivere, pensò Cato.

Cato viveva nella zona del Distretto riservata ai Vincitori, visto che sia sua madre che suo padre avevano vinto gli Hunger Games.



Mentre passeggiava per le strade ormai quasi deserte sentì una voce provenire da uno dei giardini delle case; pensò di dare un'occhiata... dopotutto che male c'era?

Dopo aver formulato questo pensiero, Cato trovò un buco nella siepe del giardino e vi si affacciò.

Nel giardino c'era una ragazza di circa undici anni che si esercitava a lanciare coltelli.

Niente di strano. A undici anni si entra nell' Accademia, è naturale esercitarsi con l'arma con cui si è più portati. Cato, per esempio, era il migiore con la spada. Lo sapeva per certo, nessuno nel Distretto 2 (e probabilmente nemmeno negli altri) era migliore di lui con quell'arma, glielo dicevano tutti, ragazzi,adulti e bambini.

Cato ritornò a guardare la ragazza. Era magra, altezza normale per la sua età, abbastanza carina si; ma la cosa che lo colpì di più fu la sua straordinaria bravura con i coltelli.

Non sbagliava un lancio, centrava tutti i manichini (e in genere tutto ciò che aveva in torno) precisamente nella X dove sarebbe dovuto stare il cuore.

Precisissima, e letale, eppure lanciava quei coltelli con un'eleganza che Cato non aveva mai visto prima.

Le campane suonarono, erano le 18.00, e riportarono Cato alla realtà.

Si scostò dalla siepe del giardino e riprese a camminare verso casa. Pensava alla ragazza dei coltelli, non sapeva perchè ma le rimaneva simpatica, e poi per Cato qualunque persona maneggiasse con quell'eleganza e precisione (e ce n'erano ben poche) un'arma era degna di rispetto e ammirazione.



Quando arrivò a casa erano circa le 18 e 15, e sua madre lo aspettava davanti alla porta con aria arrabbiata. Molto arrabbiata.

Appena Cato fece capolino al cancello del giardino sua madre urlò:

- Cato! Ma ti sembra questa l'ora di arrivare a casa?! Dovevi essere qui almeno 15 minuti fa! Devi allenarti con la spada! Ricordati che tra una settimana entrerai in accademia e io e tuo padre non vogliamo un rammollito! Corri a prendere la spada!-

Cato fece poco caso a quelle parole. Gliele avevano dette così tante volte che ormai le potrebbe recitare a memoria. Tanto sapeva che non lo credevano un rammollito, anzi, lui era convinto che avessero anche un po' paura di lui e di quello che avrebbe potuto fare loro con quella spada in mano.

Comunquesia non si voleva sorbire un'altro discorso interminabile, quindi andò in camera sua a prendere la spada e si fiondò in giardino a tagliuzzare quei poveri manichini.

Non vedeva l'ora di entrare in Accademia, un po' perchè voleva levarsi di torno quella palla al piede che erano i suoi genitori e sua sorella, una rammollita che pensava solo a farsi bella e non le passava neanche per l'anticamera del cervello di offrirsi volontaria come Tributo per gli Hunger Games, ma in Accademia doveva andarci lo stesso, e era 2 anni avanti a Cato, anche se lui avrebbe potuto farle seriamente male con un semplice pugno ben assestato.

Quando i manichini ormai erano a brandelli rientrò in casa per la cena.

Stasera stranamente si parlava dell' Accademia, degli Hunger Games e di quanto i suoi genitori non vedessero l'ora di vedere Cato offrirsi volontario.

Sua sorella li guardava perplessa, non sembrava nemmeno parte della famiglia. Cato che si divertiva a "torturarla" con frecciatine di vario genere disse rivolto a lei:

- Anche Rose non vede l'ora di offrirsi volontaria. Non vedete come è eccitata?- disse ghignando.

I genitori risero sotto i baffi e lei diventò letteralmente rossa di rabbia.

Cato per prevenire i piagnistei della sorella e le lamentele dei genitori andò in camera e vi si chiuse a chiave.



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Spazio dell'autrice

Ciao a tutti! ^^ intanto grazie mille per aver letto la mia FF, che è la prima che scrivo. Spero vi sia piaciuta!

Volevo dirvi che, anche se nei libri Cato a 16 anni e Clove ne ha 15, ho deciso di fargli avere la stessa età, per questioni di "organizzazione" della FF.

Grazie mille di nuovo, e al prossimo capitolo!

EmmaClove
  
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