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Autore: keiko86    14/03/2013    2 recensioni
Rimase alla finestra ad osservare la figura in rapido allontanamento dell'ispettore per un po', poi senza un particolare motivo si sentì come invaso da un senso improvviso di allarme, come un pugno allo stomaco che lo fece quasi piegare in due. Alzò di nuovo gli occhi verso Javert, ormai quasi scomparso in fondo alla via.
"Devo essere pazzo...." Borbottò fra sè, prima di fiondarsi di corsa giù per le scale all'inseguimento dell'uomo che lo avrebbe dovuto arrestare.
******************
Javert aveva ormai preso la sua decisione. Aveva chiuso brevemente gli occhi recitandosi in testa una preghiera (anche se sapeva bene che per lui non ci sarebbe più stato posto in Cielo dopo quell'atto) ed era scivolato giù dal ponte senza un suono, rassegnato.
"JAVERT! NO!!"
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Javert, Jean Valjean
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Javert Sviato'
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Chapter 02. Empathy

Jean Valjean se ne stava ancora rannicchiato al fianco dell'ispettore svenuto. Sovrappensiero aveva iniziato a strizzarsi i capelli che gli ricadevano in riccioli umidi sugli occhi, schiarendosi un po' la voce rauca e finendo per tossire leggermente.

Si rendeva conto che non era possibile rimanere ancora per molto sulla sponda limacciosa del fiume, erano entrambi bagnati fradici e l'aria della notte ormai inoltrata non era di certo calda, anzi! Avrebbe preferito che l'altro uomo si fosse ripreso prima di agire, in modo di (provare almeno a) confrontarsi con lui, cercare di capire il perchè di quel suo gesto disperato.... Ma non era proprio possibile, per il momento.

Sospirò, rialzandosi ed afferrando saldamente Javert sotto le spalle e le ginocchia iniziò ad arrancare lentamente per arrampicarsi fuori dalla sponda del fiume, di nuovo sulla strada.

Di fermare una carrozza non se ne parlava nemmeno, non si sarebbe fermato nessuno vista la condizione in cui erano messi i loro vestiti, li avrebbero scambiati per mendicanti....

Così si rassegnò a trasportare l'ispettore a braccia, ritornando a piedi verso casa.

Era arrivato a poco più di metà strada, quando finalmente Javert diede segno di stare per riprendersi, iniziò a muoversi leggermente accoccolandosi un po' di più contro il torace dell'ex ladro, sospirando un poco, forse per cercare un po' di calore residuo.

Sorpreso da quel gesto spontaneo, Valjean abbassò lo sguardo e si ritrovò a fissare un paio di occhi grigi offuscati e confusi.

************************************

Quando Javert tornò in sè, la prima cosa che notò fu che non riusciva a muovere le gambe. Poi che aveva parecchio freddo, ma che c'era qualcosa accanto a lui che emanava un piacevole tepore, ed istintivamente cercò di stringersi di più verso quella fonte di calore inaspettata ma gradita.

Un momento.

Era di un cuore quel battito che udiva sotto l'orecchio? 

In un secondo la confusione che gli regnava in testa sparì, invasa dal ricordo di tutto quello che era accaduto in quella giornata da incubo.

Le barricate.

La prigionia, e Valjean.

Il suo nemico che gli risparmiava la vita.

Le fogne.

Il dilemma.

La disperazione.

Il fiume....

IL FIUME!

L'acqua nei polmoni.

La visione di Valjean che lo afferrava.

Il buio.

Aprì di scatto gli occhi, ormai ben consapevole di esser vivo, e fuori dall'acqua, a giudicare dalle boccate d'aria affannose che stava prendendo in quel momento di agitazione.

La sua attenzione fu catturata in quel momento dalla leggera stretta di una mano che gli stava sorreggendo la schiena, seguì con lo sguardo il braccio e alzando il capo fissò sopra di sè il viso di Jean Valjean, apparentemente fradicio, con i capelli gocciolanti e gli occhi verdi stanchi ma luminosi.

**********************************************

- V-Valjean?- Fu il sibilo fioco che l'ex forzato si sentì rivolgere dall'ispettore, che lo stava guardando con aria esausta ancora poggiato con la guancia contro il suo petto, gli occhi sgranati come un cervo illuminato da un faro.

- Ispettore? State meglio?- Chiese pacatamente, rivolgendogli un sorriso bonario anche se leggermente di scusa.... Dopotutto in quel momento lo stava trasportando sorreggendolo in braccio come un bambino, immaginò anche che nonostante tutte le sue buone intenzioni questo di per sè per l'altro fosse quasi un'insulto, o comunque qualcosa di terribilmente imbarazzante....

- Io... Uh... Ma cosa....?- La conferma gli arrivò quando Javert sembrò finalmente rendersi conto della sua posizione, ed arrossì fino alle orecchie, abbassando lo sguardo. - Dannazione, che state facendo?! Possibile che anche anche quando sono io a volere la morte arrivate di nuovo voi ad interferire, 24601?- Esclamò questi, forse con un tono troppo aggressivo causatagli dall'essere scattato immediatamente sulla difensiva.

A quelle parole caustiche tutta l'espressione conciliante di Valjean si dissolse, e rivolse all'ispettore uno sguardo duro e accusatorio, socchiudendo gli occhi e interrompendo i suoi passi immediatamente, fermandosi in mezzo alla strada.

- Ora, ispettore. Non so che idea voi vi siate fatto di me, ma non credo personalmente d'essere il tipo d'uomo che alla vista di qualcuno gettarsi da un ponte se ne resti impassibile senza far nulla.... - Sospirò pesantemente, per poi continuare in tono amaro - Ma che dico? Ovviamente voi pensate questo. Mi avete sempre considerato null'altro che un criminale.... Me ne duole, ma ormai non credo ci sia più nulla che io possa fare per convincervi del contrario, nemmeno salvarvi la vita. -

Javert a quelle parole si sentì sprofondare. Sì, il suo parere era sempre stato "Una volta criminale, per sempre criminale", ma ora, dopo tutto quello che l'altro aveva fatto, dopo il profondo turbamento che l'aveva spinto addirittura a volerla fare finita.... Si rendeva conto di come lui stesso a causa dei suoi pregiudizi non avesse fatto altro che rovinare la vita a quell'uomo... E chissà a quanti altri.... Fu di nuovo invaso da quel senso di vergogna profonda, di disperazione... Incapace ormai di continuare a reggere quel peso tutto quello che potè fare fu semplicemente nascondere il viso contro i lembi bagnati della camicia di Valjean, soffocando un sospiro che sembrò quasi un singhiozzo.

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Di suo, Valjean si era rivolto in quel modo duro al poliziotto a causa di un'ondata di rabbia e frustrazione che lo aveva travolto al sentirsi apostrofare di nuovo 24601.

Se ne pentì quasi immediatamente, si era accorto che l'altro non era del tutto stabile (aveva appena cercato di suicidarsi dopotutto) e a giudicare dal sussulto che gli aveva provocato doveva averlo ferito più di quanto intendesse.

Fu comunque sorpreso dall'azione successiva di Javert, si era aspettato di ricevere magari una risposta tagliente, o essere colpito da un pugno, o magari che l'altro non gli parlasse più.... Mai poteva immaginare che l'ispettore semplicemente nascondesse il viso contro di lui, singhiozzando silenziosamente, scosso da tremiti.

- Ispettore...? Io... Mi dispiace, non avrei dovuto dirlo! 

- No.... No! Avete ragione. Diamine, avete tutte le ragioni del mondo! - Fu la risposta ovattata che l'altro gli diede, per poi rialzare la testa verso di lui, ma senza incontrare il suo sguardo - A me dispiace, con la mia sciocca ostinazione non ho fatto altro che rovinarvi la vita per tutti questi anni.... Dovevate lasciarmi affogare, Valjean... Sarebbe stato meglio per entrambi: voi sareste stato di nuovo un uomo libero, e io, anche se in modo codardo, avrei potuto sfuggire a questo rimorso che mi stringe il petto... - Sospirò amaramente, la voce roca e spezzata dai singhiozzi - Anche se la sua stretta è così forte che penso, e spero, basti da sola a tagliarmi il fiato e a concedermi l'oblio che tanto anelo! - Concluse, sempre evitando gli occhi dell'ex forzato, ignaro dei rivoli scintillanti che silenziosi gli rigavano le guance leggermente arrossate.

Valjean era rimasto interdetto, una persona dura, irreprensibile ed orgogliosa qual'era Javert.... Che ora stava letteralmente andando in pezzi fra le sue braccia, in lacrime.... Non sapendo cosa fare a quel proposito, e temendo di offendere l'uomo, preferì semplicemente cercare di calmarlo strofinandogli leggermente la schiena con la mano, sussurrandogli qualche sciocchezza di conforto.

Per qualche minuto Javert continuò a piangere senza un singolo suono, coprendosi il volto con le mani per cercare di nascondersi, imbarazzato. Poi finalmente sembrò calmarsi, tornando a guardare Valjean con gli occhi gonfi ed arrossati.

- Vi prego, Monsieur. Non merito la vostra generosità, nè il vostro perdono. Lasciatemi quì, non procedete oltre... Io sparirò dalla vostra vita, e voi non avreste più di che temere, vi giuro che non più dovrete guardarvi alle spalle temendo l'ispettore Javert! Ve lo giuro...

- E come? Volete dimettervi? Cambiare giurisdizione? - A quella domanda acuta l'ispettore distolse di nuovo gli occhi, arrossendo - No... Voi vorreste tentare di nuovo di togliervi la vita, non è così?

Silenzio.

- E' quello che pensavo. Ascoltate Javert, capisco che in questo momento vi sentiate in colpa e che vogliate espiare in qualche modo, ma non posso e non voglio lasciare che voi buttiate via così la vostra vita! Ci sarà sicuramente un'altra soluzione!

- I-io... Ma voi... Perchè? - Chiese l'altro con voce rotta. Valjean gli rispose solo con un sorriso conciliante, portandolo a sospirare in rassegnazione, consapevole che l'altro non lo avrebbe veramente abbandonato lì, nemmeno se l'avesse costretto a farlo.

- Soluzione, avete detto... Quale s-soluzione intendete?

- Ancora non lo so... - Rispose l'ex carcerato, sorridendo, per poi notare come i tremiti del poliziotto tra le sue braccia si fossero intensificati parecchio. Inizialmente li aveva liquidati come una conseguenza del conflitto interiore dell'altro, solo ora sembrò ricordarsi che entrambi fossero completamente bagnati e notò di essere egli stesso percorso da brividi. Si schiarì la voce leggermente.

- Ah! Ma voi state tremando, ispettore! Direi di continuare la questione quando saremo entrambi al caldo e all'asciutto. Vi accompagno a casa mia, ormai non è rimasta molta strada, che ne dite?

Javert non gli rispose, semplicemente posò di nuovo il capo contro il suo petto lasciandosi trasportare in braccio. Si disse che era per non rischiare che le sue ginocchia non lo reggessero, ma nel suo cuore sapeva che stava soprattutto cercando una qualche forma di conforto in quella specie di abbraccio.

Se Valjean notò questo, saggiamente preferì non commentare.

End Chapter 02.

  
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