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Autore: MidnightChaos    16/03/2013    5 recensioni
Per salvare la vita del fratello Niall, Cassie si troverà di fronte ad una scelta che le cambierà la vita. Si troverà a stringere un patto col Diavolo. Ma quali sono le condizioni di questo patto? E chi è il Diavolo? Cassie riuscirà a rispettare le condizioni del patto? E il diavolo, ci riuscirà?
Dal capitolo 2:
-Chi sei? – chiesi spaventata, facendo saettare lo sguardo da un punto all’altro del parco.
-Non è importante chi sono. L’importante è che io posso aiutarti – rispose pacato.
-Come?
-Un patto – rispose succinto.
-Un patto? Che genere di patto?
- Io salverò tuo fratello ad una condizione.
[……]
-Complimenti ragazzina, hai stretto un patto col Diavolo
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non avevo ascoltato nemmeno una singola parola della spiegazione della professoressa da quando il nuovo ragazzo si era seduto nel banco davanti al mio. Le sue spalle e la sua schiena trattenevano i miei occhi come una calamita, non avevo guardato altro per tutta l’ora. Lea stava continuando a passarmi bigliettini che puntualmente ignoravo, quindi si era rassegnata a parlarmi nell’orecchio per  tutta l’ora.
-Ma non trovi che sia incredibilmente figo? – mi squittì nell’orecchio verso la fine della lezione.
Mi sembrava che pure il moro avesse sentito perché non appena Lea aveva parlato aveva inclinato lievemente la testa da una parte. Non le risposi continuavo a studiare i movimenti del ragazzo.
La sentii sbuffare al mio fianco e ripetere la domanda con tono scocciato.
-Non saprei – le risposi neutra.
Ci stava sicuramente ascoltando e non volevo che lui sentisse cosa pensavo di lui. La mia ipotesi ebbe conferma quando ridacchiò dopo la mia risposta.
-Non esporti troppo mi raccomando! – mi disse ironica.
Sentii ridere di nuovo il ragazzo.
C’era qualcosa in lui che mi affascinava, o meglio tutto di lui mi affascinava. Da quegli occhi profondi e scuri alla sua voce profonda.
Ma poco importava che fantasticassi su di lui, non potevo innamorarmi e quel marchio sul mio corpo era sempre lì a ricordarmelo, quindi non mi permettevo nemmeno più di pensare ai ragazzi in quel senso. Non sapevo esattamente cosa sarebbe successo se avessi violato il patto ma non volevo nemmeno rischiare la vita di mio fratello per scoprirlo. Ormai era così e basta, non mi ponevo più domande.
Finalmente la campanella che annunciava la fine della prima ora risuonò per la scuola. Infilai i libri che non avevo nemmeno aperto nella borsa e quando alzai la testa alla ricerca del moro questo era già sparito. Uscii dall’aula seguita da Lea e ci inoltrammo nei corridoi.
-Secondo te è fidanzato? – mi chiese subito la mia amica.
-Non ne ho idea – le risposi tranquillamente – perché non glielo chiedi?
-Non vorrei sembrare invadente…
Scoppiai a ridere. Non voleva sembrare invadente? Lea risultava invadente anche solo quando ti guardava, il nuovo ragazzo poi l’aveva letteralmente spogliato con gli occhi.
-Che materia abbiamo ora? – cambiò discorso all’improvviso.
-Inglese, andiamo nel laboratorio linguistico – le risposi in un sospiro.
L’ora d’inglese il lunedì era una pacchia perché avevamo laboratorio linguistico e il più delle volte ci trovavamo a guardare film in inglese o ascoltare registrazioni.
Entrammo nella grande aula e ci fiondammo subito nelle postazioni in fondo dove trovammo Louis a tenerci i posti.
-Bellissime! – ci salutò sorridendoci.
Mi sedetti accanto a lui e Lea dall’altra parte, feci per mettere la borsa nella postazione vuota accanto a me quando Lou mi fermò.
-Quella è occupata!
-Da chi? – gli chiesi incuriosita.
Piegai la testa all’indietro, sporgendomi sulla sedia che si reggeva ormai su due gambe e mi stiracchiai in attesa della risposta del castano.
-Da me – rispose alla mie spalle il moro.
Sobbalzai sulla sedia in bilico e sarei caduta indietro finendo per rompermi la testa sul pavimento se il corpo del ragazzo non avesse fermato la mia sedia.
-Stai attenta – mi sussurrò in un orecchio mentre mi rimetteva in equilibrio.
-G-grazie – balbettai in risposta. Sicuramente ero anche arrossita.
Il suo viso era così vicino che potevo scorgere le pagliuzze dorate che gli contornavano la pupilla, sembrava di guardare una pietra preziosa.
La professoressa ci annunciò che quel giorno avremmo guardato una rappresentazione dell’ Amleto. Mi appoggiai allo schienale della sedia sospirando e mi misi al collo le enormi cuffie nere sciupate dal troppo utilizzo in modo da sentire sia il film sia quello che si dicevano Lea e Lou. Non appena le luci erano state spente quei due si erano messi a spettegolare, erano come due vecchie comari.
Zayn seduto nella postazione accanto alla mia aveva anche lui la schiena appoggiata allo schienale della sedia e le lunghe gambe stese sotto il banco. Sembrava seguire davvero il film ma teneva le cuffie come me quindi probabilmente ascoltava anche lui i gossip che si scambiavano Lou e Lea.
Furono due ore strane. Alla fine della prima ora avevo già cambiato posizione una cinquantina di volte. Cercavo di seguire il film o i due accanto a me ma tutti i miei sensi si ritrovavano concentrati sul ragazzo nuovo, come se una forza misteriosa mi attirasse verso di lui. Non avevo fatto altro che studiare i suoi movimenti con la coda dell’occhio per tutto il tempo e se se ne era accorto non me lo aveva lasciato intendere.  Era una situazione esasperante, come se mi fossi trovata rinchiusa in un posto ristretto e non ne capivo il perché. Ero rimasta in silenzio per tutto il tempo tranne le poche volte in cui Lou mi aveva rivolto delle domande. Non vedevo l’ora di scappare da quell’aula e così feci non appena la campanella suonò.
-Ci vediamo dopo – liquidai i miei amici prima di uscire con passo veloce dall’aula.
Avrei avuto un’ora di buco. Aspettai che tutti gli studenti si dirigessero nelle rispettive aule e mi trascinai per i corridoi come uno zombie finchè senza pensarci mi infilai dentro il bagno delle ragazze. Aprii la finestra per arieggiare l’ambiente, appoggiai i palmi delle mani su uno dei lavandini e sospirai rumorosamente. Aprii il rubinetto, lasciai scorrere l’acqua per qualche secondo poi ne presi un po’ tra le mani e mi ci sciacquai il viso. Non mi asciugai, lasciai che le fredde goccioline d’acqua mi scorressero sul collo per poi scendere dentro la maglia provocandomi dei brividi. Alzai lo sguardo sullo specchio e sobbalzai dopo aver tirato un urlo. Insieme al mio riflesso nello specchio, c’era anche quello del ragazzo nuovo dietro di me che mi guardava divertito. Mi voltai di scatto ma non c’era nessuno, ero completamente sola in quel bagno. Mi voltai di nuovo verso lo specchio ma c’era solo il mio riflesso che mi rimandava uno sguardo allibito.
Ora avevo anche le allucinazioni. Avevo bisogno di aria.
Uscii in giardino e mi allontani dai rumori provenienti dall’edificio scolastico. Mi fermai solo quando arrivai troppo lontana per sentire qualsiasi suono. Lanciai la mia borsa per terra, mi tolsi la giacca e la stesi sull’erba . Mi ci sdraiai sopra appoggiando la testa sulla borsa e chiusi gli occhi. Feci dei respiri profondi per schiarirmi le idee e lasciai che i raggi del sole mi accarezzassero il corpo scaldandomi. Era impossibile che l’arrivo del nuovo ragazzo mi avesse scombussolata al punto da farmelo vedere in uno specchio, era una cosa da malati, non assolutamente da me. Certo, era oggettivamente un bel ragazzo ma aveva qualcosa che non mi convinceva del tutto e più ci pensavo più mi convincevo che in lui ci fosse qualcosa di familiare ma non riuscivo a capire cosa, ero sicurissima di non averlo mai visto.
Un chiacchiericcio interruppe i miei pensieri. Mi sollevai puntellandomi sui gomiti e scorsi il ragazzo nuovo circondato dal gruppo delle oche. Queste continuavano a starnazzargli intorno mentre lui sembrava non considerarle minimamente, si limitava a camminare con le mani infilate nelle tasche e a guardare dritto davanti a sé. Era appena arrivato e già aveva tutte le ragazze della scuola ai suoi piedi. Come richiamato dal mio sguardo si voltò verso di me e un ghigno di dipinse per l’ennesima sul suo volto.
Ma che aveva sempre da ghignare quando mi guardava?
Quel ragazzo mi rendeva irrequieta, c’era qualcosa in lui che non mi piaceva. Una voce nel mio cervello suonava come un campanello d’allarme e mi consigliava di stargli lontana.
 
 
 


 
Avevo passato tutta la mattina ad evitarlo, quando lo incontravo per i corridoi cambiavo strada, quando non potevo farlo evitavo il suo sguardo e mi costringevo a guardare da un’altra parte.
Arrivata a casa mi lanciai sfinita sul divano. Era più faticoso evitare quel ragazzo che spuntava da tutte le parti come un fungo che fare una maratona. Mi lasciai cadere sul divano ancora vestita e senza accorgermene mi addormentai.
Non sapevo esattamente quanto tempo dopo, sentii delle voci parlare piano vicino a me e un buon odore provenire dalla cucina ma ero troppo stanca per muovermi e mi lasciai ricedere in un sonno profondo.
Mi risvegliai di colpo quando mi sentii appoggiare sopra qualcosa di morbido aprendo gli occhi di scatto. Con mia grande sorpresa mi ritrovai la faccia del ragazzo che avevo cercato di evitare per tutta la mattina a pochi centimetri dalla mia. Mi guardai velocemente intorno. Eravamo in camera mia e non avevo più il giacchetto addosso e nemmeno le scarpe. Riportai subito lo sguardo su di lui.
-Ciao – mi disse sorridendomi come se fosse scontato che lui si trovasse lì.
Che cavolo ci faceva lui in camera mia? Chi l’aveva fatto entrare in casa? E perché mi aveva portato in camera?
-Ti eri addormentata sul divano, mi sembravi stare scomoda… – aggiunse quando vide che non gli rispondevo.
-Come sei  entrato? – lo interruppi brusca.
-Mi ha fatto entrare tuo fratello – spiegò spostandosi di lato per lasciarmi scendere dal letto.
-E adesso dov’è?
-E’ uscito per una commissione veloce – mi rispose tranquillo.
Annuii un po’ titubante senza guardarlo negli occhi, mi infilai le pantofole e mi diressi giù per le scale verso il salotto seguita dal moro. Non mi ricordavo nemmeno come si chiamava.
E ora cosa avrei dovuto fare? Accidenti a mio fratello! Non poteva portarselo dietro?
Mi lasciai sprofondare sul divano e accesi la televisione, dopo pochissimo mi raggiunse.
Avevo cercato di evitarlo per tutta la mattina e poi me lo ritrovavo a casa! Avevo sprecato un sacco di energie inutilmente.
 


 
Questo silenzio mi stava uccidendo, proprio come era successo questa mattina nel laboratorio linguistico.
-Da dove vieni? – gli chiesi nel tentativo di rompere quello strano silenzio.
Mi guardò per qualche istante prima di rispondere.
-Ha importanza? – mi chiese a sua volta.
Era pure un maleducato.
-Era solo per fare conversazione – ribattei acida.
-Pensavo avessi  acceso la televisione apposta per non parlarmi veramente…
Colpita e affondata. 
-Senti…ehm…
-Zayn – mi suggerì.
-Senti Zayn, fai un po’ come ti pare!
In un attimo allungò la mano e mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio facendomi sobbalzare leggermente.
-Io faccio sempre “un po’ come mi pare” – mi rispose ghignando.
Si alzò e senza aggiungere altro si diresse in cucina.
Quel ragazzo era strano. Maleducato, strafottente e strano.
 
 


 
 
-Che ci fa quello a casa nostra? – attaccai Niall non appena aveva messo piede in casa. Il moro era ancora in cucina, lo potevo sentire mentre sgranocchiava patatine.
-Quello chi? – mi domandò a sua volta con un sopracciglio alzato.
-Quello nuovo Niall, sveglia! Zaino! – lo strattonai per le spalle come una bambola.
-Zaino? – scoppiò a ridere nemmeno gli avessi raccontato una barzelletta.
-Che minchia ti ridi?
-Si chiama Zayn, non Zaino! – e scoppiò a ridere di nuovo.
-Si quello che è! Che minchia ci fa qui? – gli chiesi scocciata per la seconda volta.
-L’ho invitato io. E’ simpatico, non trovi?
-Si, simpaticissimo. Come un cactus infilato nel culo – gli risposi seria.
Mi fissò per qualche secondo prima di parlare.
-Ma un cactus infilato nel culo non è simpatico…
A volte mi pentivo di aver stretto quel patto. Ma si poteva avere un fratello così coglione?
-Come è possibile che condivida i tuoi stessi geni? – sbraitai esasperata.
-Rimane anche a cena – mi informò.
Fantastico. Poi magari vuole rimanere anche a dormire?
-Perfetto, io non ceno - annunciai
Girai i tacchi, feci le scale due a due e mi tuffai nel letto, dove sarei rimasta per tutta la giornata per evitare di vederlo.
 














Girone infernale!
Eccoci qua con il nuovo capitolo!
Come state? Tutto bene? Buon per voi xD
La lunghezza del capitolo mi frega sempre. Scritto su word sembra abbia scritto un papiro, poi arrivo qua e ho scritto due righe xD
Vedrò di rimediare impegnandomi di più e scrivendo ventordici pagine su Word, abbiate pazienza.
Allora, riguardo al capitolo.
Cassandra cerca di evitare Zayn ma se lo ritrova sempre tra i piedi.
Cosa ha in mente il ragazzo?
Ho letto nelle recensioni e nei messaggi privati le vostre prime ipotesi e devo dire che alcune ci sono andate vicine C:
Un ringraziamento speciale a  mi55  rixxy   che mi sopporta anche su Twitter xD
E' stata gentilissima e mi ha suggerito nuove idee :)
Visto che mia sorella mi sta già abbandonando xD
Il suo programma di ff scritta a quattro mani è che io scrivo e lei mi guarda. Grazie, molto utile! xD
Twitter per chi volesse seguirmi, ricambio al volo: @LoivissaSvitkon
Su Ask : MidnightChaos   
Premetto che ogni tanto mi dimentico di avere ask xD
Per chi mi seguisse anche su Exchange of body, entro stasera o domani sera massimo aggiorno anche quella! C;
Mi sembra di non avere altro da dirvi anche se sicuramente appena avrò cliccato su pubblica mi accorgerò di essermi scordata qualcosa ma va beh...
Lasciatemi una recensione per dirmi cosa ne pensate che mi, anzi CI, fa davvero piacere C:
A presto,
Beso :*







  
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