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Autore: Poppodaja    18/03/2013    1 recensioni
Vi propongo un finale alternativo all'altrimenti breve e triste vita di Severus Piton. Recluso nella sua casa a Spinner's End, dopo la fine di Vol… Colui-che-non-deve-essere-nominato e della battaglia, deve affrontare la solitudine e la compagnia dei vecchi ricordi.
Piton si troverà tra le mani la possibilità di rivedere ancora Lily, tre volte ancora. Ma il vecchio amore sarà accompagnato da un nuovo sentimento, insospettabile. Un angelo caduto, senza aureola e con le ali spezzate.
- Quando ti capita una magia, una magia vera dico...non devi mai fartela scappare! -
Nuovi e vecchi amori per Piton! E un pizzico di avventura! Spero vi piacerà...
Alcuni dei personaggi da me utilizzati sono frutto dell'infinita immaginazione di J.K.Rowling e non ho assolutamente fini di lucro nell'utilizzarli.
Adios.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton, Sorpresa | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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 ||  Il Sogno di Severus Piton  ||

 
< < Corri Sev, faremo tardi >>
 
Severus Piton si girò nel letto.
 
< < Lascia stare, andiamo al Lago > > Il giovane Severus corre a perdifiato giù per la collinetta, alle sue spalle le serre di Erbologia, davanti a se una magnifica cascata di capelli ramati.
< < Lumacorno ci farà un incantesimo se facciamo tardi di nuovo >> la voce di Lily somiglia tanto al canto delle Sirene.
 
Le coperte si facevano più pesanti. Piton grugnì nel sonno e si voltò di nuovo tra le lenzuola.
 
< < Dai, non stiamo mai in pace a fare due chiacchiere! >> Severus rallenta il passo e Lily si volta a guardarlo. Sorride. Ha un sorriso meraviglioso.
< < Dopo, ti prometto che dopo andiamo al Lago >>. Lo guarda, con quei suoi smeraldi ridenti.
< < Non ci credo, lo dici sempre e poi finiamo sempre rinchiusi in biblioteca a studiare> > si lamenta Severus, ma in realtà pensa a quell'odioso di James che sicuramente a lezione lancerà di nuovo quegli insulsi occhiolini alla sua Lily.
< < Dai, prometto! Ti do questo come pegno > > ride lei e si sfila qualcosa dalla lucente chioma ramata.
< < Un fermaglio? > > domanda scettico Severus < < che me ne faccio? > >
< < Una bella coda per esempio, ti starebbe bene > > Lily sorride di nuovo e consegna a Severus il suo pegno. < < Se dopo non andremo al Lago potrai tenerlo > > sentenzia e di nuovo si lancia in corsa verso il castello.
A Severus  non resta che una ventata di fresco profumo di gigli.
 
Piton spalancò gli occhi nella notte. Un sudore freddo imbrattava la lunga tunica da notte che indossava.
Lily… La ricordava ancora, così giovane, fresca. Subito dopo il ricordo del suo corpo freddo e privo di vita venne a fargli visita.
Si mise a sedere sul materasso duro e bitorzoluto. I capelli gli caddero come un sipario oscuro davanti al viso.
Ricordava ancora la sensazione del metallo di quel bel fermaglio di Lily tra le mani. Lo aveva messo subito al sicuro, nella sua tasca. Erano andati al Lago, lo ricordava, perche Lily manteneva sempre le promesse.
Ma lui aveva mentito a Lily, le aveva detto di aver perso il suo fermaglio e lo aveva tenuto.
Quante volte lo aveva rigirato tra le mani, nel dormitorio silenzioso e l'aveva sognata. Aveva sognato il suo corpo e il suo profumo.
Sapeva bene dove fosse quel fermaglio seppure non lo avesse più guardato dalla morte di Lily.
Lo teneva in una scatola, una scatola bellissima che lei aveva costruito al secondo anno e che gli aveva regalato per il suo compleanno.
Una lacrima cadde sul pavimento freddo. Piton voleva Lily, ancora, subito.
Si alzò senza rendersene conto e si avviò con passi lenti, silenziosi, verso un armadio sgangherato. Lo aprì ed eccola, la scatola.
Coperta di polvere, riposta nel fondo dell'armadio. Da quanti anni giaceva lì, in quella vecchia casa dimenticata in Spinner's End. Dimenticata, come il suo unico proprietario, esule tra quelle mura ammuffite, prigioniero dei ricordi.
L'aprì, armeggiando con il piccolo lucchetto, quasi con gesti maniacali.
Afferrò la bacchetta dal comodino e con un solo colpo aprì la scatola.
Il fermaglio c'era.
L'ondata di ricordi assalì Piton come un onda assassina in una tempesta. L'uomo si piegò su se stesso, cadde a terra carponi.
Una sola lacrima scivolò sul naso adunco. Quante ne aveva piante. Tante da non averne più per nessun altro.
Prese il fermaglio tra le mani e lo accarezzò delicatamente. Quell'oggetto era lei. Lei, tra le sue mani tremanti e assassine.
Il metallo era arrugginito ma nell'oscurità mandava ancora qualche piccolo bagliore. Piton lo portò alla bocca e lo baciò delicatamente.
Il suo profumo non c'era più.
Si sentì sprofondare quando se ne rese conto.
Dopo tutto quello che aveva passato. Anni in cui aveva rischiato la vita, il momento stesso in cui si era trasformato in assassino erano niente, niente in confronto al terribile sconforto di quel momento.
Sarebbe voluto morire, mille e mille volte.
Il sole si affacciò in quel momento tra le imposte sgangherate della finestra. Impietoso, illuminò la scena.
Illuminò Piton, giallastro e logoro nella penombra e nella sconfinata solitudine. Illuminò il fermaglio, arrugginito e morto. Illuminò tre fili di lucente rame.
Piton credette di ingannarsi.
Ma no, il rame c'era, e quei tre capelli erano i suoi e certamente dovevano, dovevano profumare ancora di gigli selvatici.
 
 
  
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