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Autore: drummatic    18/03/2013    5 recensioni
Agnes, Zayn, Ginger, Em e Laurence, cinque sconosciuti, chi parte per non tornare, chi parte perchè ha dei sogni da realizzare, chi torna a casa e chi invece non vorrebbe mai lasciare la propria, neanche per una sola estate.
~
© non copiate. 
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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the arrive.


Toronto, Canada
Agnes sospirò, scendendo dall’auto del padre e aiutandolo a portare nel nuovo appartamento le valigie.
Aveva sperato fino all’ultimo in qualcosa di non molo ‘al centro dell’attenzione’ ossia si augurava che la loro casa non sarebbe stata uno di quegli appartamenti ultra moderni, al centro della città, ma, ovviamente, le sue preghiere non vennero esaudite.
Non che la casa si trovasse all’ultimo piano di un grattacielo, ma quell’appartamento, unito a schiera con delle altre case tutte uguali, era in una delle vie più famose e trafficate di Toronto, e per una come lei, amante della pace e della tranquillità, non era il posto migliore dove vivere.
Sbuffando per l’ennesima volta, e guadagnandosi un’occhiataccia da parte del padre, stufo del suo atteggiamento, si avviò all’interno della casa.
Entrando rimase a bocca aperta, dopotutto non era poi così brutta come se l’aspettava e, anche se estremamente moderna, aveva una certa eleganza, e una compostezza che non rispecchiavano affatto il carattere spesso giocoso e divertente del padre, che quasi sembrava non l'avesse arredata lui. Eppure, chi altri poteva averlo aiutato? Nessuno, disse fra sè e sè. Si diresse verso il breve corridoio, dove c’erano tre o quattro porte e iniziò ad aprirle, speranzosa di trovare quella che sarebbe stata la sua camera.
Dopo aver aperto quella del bagno, una stanzetta dove erano disposti oggetti per le pulizie e la cura della casa e una con un grande letto matrimoniale, sicuramente del padre, arrivò all’ultima porta, quella che, più che certamente, sarebbe stata la sua stanza.
Quando la aprì il cuore quasi le si fermò: nonostante la vista dalla finestra fosse un gran via vai di macchine visto dall’alto il padre aveva fatto del suo meglio per arredare la camera della figlia come sapeva le sarebbe piaciuta. C’erano inserti di cuoio ovunque: sulla testiera del letto, sulla sedia della scrivania e tutto aveva un’aria tremendamente familiare e ospitale che la sua mente riccolegava al suo amato Tennessee, ottenendo l'effetto che il padre aveva sperato di riuscire a scaturirle arredando quella stanza.
In quel momento, mentre si buttava sul letto e annusava i lenzuoli lavati e profumati con un detersivo che sapeva di fiori di campo pensò che magari la sua vita a Toronto non sarebbe stata così pessima, o almeno quello era sicuramente un buon modo per cominciare. Infondo il padre era riuscito a farla sorridere, anche se in minima parte. 
"Papà 1, Agnes 0" pensò, prima di chiudere gli occhi, cullata solo dal profumo delle sue profumatissime lenzuola.
 

New York, Stati Uniti
Zayn si passò una mano sui jeans stretti, spolverandoli, uscendo sorridente dall’aereo porto.
New York, con le luci dell’alba era ancora più bella.
Sorrise, per l’ennesima volta, chiamando un taxi che non tardò ad arrivare.
Era più che sicuro che quel sorriso da ebete gli sarebbe rimasto stampato in viso ancora per parecchio tempo. Dopotutto stava finalmente realizzando il suo sogno.
Fremeva di iniziare quella che sicuramente sarebbe stata una nuova vita, difficile, perché, innanzitutto doveva trovarsi un lavoro, ma pur sempre nuova.
Guardava le strade parecchio affollate, nonostante l’orario, e pensava che, di li a qualche ora anche lui le avrebbe potute percorrere e restarne ammaliato.
La sua mente continuò a vagare incontrollata per svariati minuti finchè il taxi si fermò, giunti dinanzi all’hotel dove il moro avrebbe alloggiato fino a quando non avesse trovato una migliore sistemazione. Zayn gli lasciò il denaro necessario e, con gli occhi che brillavano aprì la porta del modesto hotel poco fuori la città.
Sicuramente non sarebbe riuscito a dormire, troppa era l’emozione e poi si era già riposato in aereo quindi, lasciando i bagagli in quella stanza luminosa che dava sulla città decise di scendere in strada ed iniziare un intenso, seppur breve, giro turistico.
 

Berlino, Germania
“Ma ci credi Josh? Finalmente, dopo sei mesi potrò rivederla, riabbracciarla, ri…”
Joshua, posò velocemente una mano sulla bocca dell’amico, quasi implorandolo di fare silenzio.
Era più o meno una settimana che Liam, euforico dal ritorno di Ginger parlava solo e solamente di lei.
“Si, Liam, ho capito, ma ora basta, è una settimana che vai avanti così..non riesco più ad ascoltarti! O vai da lei e glie lo dici, altrimenti questi sei mesi di riflessione a cosa ti sono serviti?”
“vorrei ricordarti che lei se n’è andata per studiare, non ero io il motivo della sua partenza…”
“si, ma tu durante questi sei mesi hai riflettuto, o sbaglio?”
“no..” sussurrò appena Liam, abbassando lo sguardo.
“avevi promesso a te stesso che questi sei mesi lontano da lei ti sarebbero serviti per trovare il coraggio di parlarle..di dirle tutto..anche perché io non ne posso più di ascoltare le tue fantasticherie sul suo riguardo, quando avresti potuto dirglielo mesi fa!”
Liam, ormai esasperato anche lui, annuì con vigore più che convinto che finalmente sarebbe riuscito a dire tutto alla sua migliore amica.
La campanella suonò, e i due, accompagnati da un fiume di studenti entrarono, di malavoglia, in classe.
“Ma..ma..dov’è? Non doveva essere tornata ieri sera?” balbettò ancora Liam, prima di sedersi nel banco affianco a quello di Josh.
“Stai calmo! Vedrai che adesso arriva, avrà fatto tardi.”
Neanche il tempo di parlare che la porta della classe venne spalancata, facendo entrare una Ginger piuttosto trafelata, coi capelli leggermente arruffati, probabilmente per via della corsa.
“Buongiorno e bentornata signorina, com’è stato il suo soggiorno in Spagna?” gracchiò Mr. Balery.
Ginger si limitò a sorridere, facendo un cenno col capo e alludendo al fatto che al momento fosse un po’ spossata per la corsa e che magari sarebbe stato meglio raccontare tutto più tardi. Il professore, comprensivo, annuì con la testa e iniziò a spiegare la lezione.
Ginger si sedette in uno dei tanti banchi e iniziò a guardarsi intorno. Tutto quello le era mancato tremendamente.
Poi iniziò a rivolgere dolci sorrisi a tutti quelli che la guardavano, curiosi di sapere come fosse stato il suo soggiorno, Liam non potè fare a meno di trovarla adorabile.
Quando poi, finalmente gli occhi di lei incrociarono quelli di lui gli sguardi di entrambi si illuminarono.
Liam la trovava cambiata, ma in meglio. Aveva accorciato i capelli, ma quel colore che tanto la distingueva e caratterizzava era rimasto immutato. Anche gli occhi, erano sempre gli stessi, sempre quelle due pozze azzurre. In quei sei mesi era solamente cresciuta, per il resto era la Ginger di sempre, quella che a Liam piaceva tanto, quella che non vedeva l’ora di riabbracciare appena l’ora straziante del professore di letteratura fosse finita.
 

Los Angeles, California
Em trascinò euforicamente i bagagli sul vialetto della villetta di sua sorella e bussò alla porta con un sorriso a 360°.
Non vedeva l’ora di rivedere sua sorella e soprattutto non vedeva l’ora di sistemarsi e andare a fare un giro per la meravigliosa città.
Sarebbe stata davvero un’esperienza fantastica, pensò.
Aveva già intravisto bar e locali che facevano al caso suo quando il taxi la stava portando proprio dov’era ora.
La serratura scattò e un abbraccio caldo la travolse.
“Ehi sorellina, sei proprio cresciuta” esclamò Meg euforicamente.
Em si limitò a sorriderle, non sapendo cosa dire.
“Dai entra” la incitò sua sorella e lei, senza farselo ripetere due volte oltrepassò l’uscio.
Non era mai stata nella nuova casa di Meg, ma se l’era immaginata proprio come effettivamente era. Rispecchiava in tutto e per tutto il suo carattere e di suo marito che, era molto più simile a lei di quanto qualcuno potesse aspettarsi. Era una casa moderna, ben arredata, pulita e dall’aria fresca e vivace.
“Ti piace la casa?” chiese Meg, vedendo la sorella palesemente sorpresa.
“E’ meravigliosa..davvero…” rispose lei.
“E ancora non hai visto il resto, e poi c’è il giardino, che è la mia parte preferita”
Em pensò che probabilmente avrebbe avuto una piscina dato il clima piuttosto caldo della California e infatti, dopo che Meg le ebbe fatto visitare tutta la casa e furono arrivate in giardino Em dovette sorprendersi: la piscina era enorme e c’era addirittura un idromassaggio. Si domandò quanti soldi avesse potuto guadagnare la sorella per potersi permettere tutto quel lusso, probabilmente parecchi, si convinse.
“ma..la mia stanza?” domandò Em, con gli occhi ancora puntati sull’acqua cristallina.
“oh, certo, io e Max avevamo pensato di farti stare in casa con noi, come già sapevi, ma poi ci siamo chiesti se non fossi più contenta di stare nella dependance quindi..scegli tu”
A Em si illuminarono gli occhi per l’ennesima volta. La dependance sarebbe stata perfetta, l’avrebbe adorata, anche perché la vista dava in parte sulla strada e quindi sul mare, in parte sul meraviglioso giardino della casa.
“la dependance andrà benissimo”
Meg sorrise e la accompagnò, aiutandola a sistemarsi.
Em, all’insaputa della sorella già aveva in mente di fare party o piccole festicciole nell’abitacolo visto che sperava di farsi degli amici al più presto. Certo, la California era comunque bellissima, con o senza amici ma sarebbe stata una vita piuttosto spenta senza avere nessuno con cui confidarsi al proprio fianco.
Con questi pensieri in testa disfò i bagagli e sistemò le proprie cose, decisa, già da subito, di andare a fare un giro per Los Angeles.


Holmes Chapel, Inghilterra
Laurence era arrivata ormai da qualche ora e aveva già disfatto i propri bagagli, non prima di aver salutato calorosamente suo padre, al quale si erano illuminati gli occhi appena l’aveva vista.
Era davvero parecchio tempo che chiedeva di poter vedere la figlia, e le sembrava un sogno vederla in carne ed ossa davanti a sé, troppo incredulo che la madre l’avesse lasciata venire e inconsapevole che invece fosse stata la figlia a rifiutare i suoi inviti per tutti quegli anni.
Laurence più decisa che mai, afferrò la giacca di pelle e si avviò verso l’uscita della piccola villetta posseduta dal padre.
“Dove vai, Lau?” chiese quest’ ultimo.
Oddio, solo lui mi chiama ancora ‘Lau’, pensò Laurence tra sé e sé.
“Ehm..visto che sono le nove e mezza pensavo di uscire…non so, c’è una specie di..bar, o pub qui attorno?”
“guarda che anche se Holmes Chapel è piccola ce l’abbiamo anche noi un bar…”
Effettivamente Laurence pensava che quello fosse un paese dimenticato da Dio dove neanche un comunissimo bar sarebbe potuto essere presente, però, dopo le parole del padre, si dovette ricredere.
Notando l’espressione indecifrabile della figlia il padre aggiunse “e va bene, vai, ma domani vorrei passare una giornata con te..insieme, da padre e figlia..sperando che il lavoro me lo permetta.”
Laurence gli lanciò un’occhiata di ringraziamento per il permesso di uscire e sperò con tutta se stessa che il giorno seguente il datore di lavoro del padre avrebbe fatto una telefonata e avesse chiamato l’uomo in ufficio, evitandole una giornata da passare con lui. Ma, forse, pensò, stava chiedendo troppo.
“Allora, questo pub barra bar, dov’è?”
“Oh cara, proprio in fondo alla via, poi svolti a destra e sei arrivata.”
“ma sei sicuro di non starmi mandando in un posto dove cinquantenni bevono birra, bestemmiano e parlano di battute di caccia,magari?”
“no, tranquilla, è un posto per giovani, ci vanno anche altri ragazzi della tua età che vivono in questa via.”
Laurence lanciò un sospiro e, salutando il padre con la mano, spalancò la porta e, percorrendo il vialetto, uscì di casa.

~

Bellissime dolcezze!
innazitutto grazie a tutte per le recensioni? scherziamo, 5? oddio, mi fate piangere :'''')
lo so che magari per altre sono pochissime ma per me, che non mi caga mai nessuno, vedere anche solo cinque persone che apprezzavano la mia storia..bhè, mi ha fatto piacere jghtjrkg. 
scusate se ho aggiornato così tardi, davvero, è che tra la scuola e tutto non ho più avuto tempo. 
volevo solo farvi notare il banner DADADADAAAAN
in ordine: Ginger, Liam, Harry, Laurence, Em, Niall, Louis, Agnes, Fannie e Zayn. 
nello scorso capitolo avevo scritto (oppure messo la foto del banner..non ricordo) che Agnes era interpretata da Miley Cyrus, bhè...ho cambiato idea e c'è 
il mio ammmmore, Jennifer Lawrence c: 
adesso me ne vado, grazie ancora a quelle che hanno recensito jghtrjhgtjg
un bacio enormeeeeeeeeeeeee, 
#ehishrader

p.s. 
tornerò a breve (o con il prossimo capitolo) o con una one shot che ho già in mente, comunque ve lo farò sapere jrghjkrt

vi lascio un po' di gif, occhei? occhei jghrtjkg (non so come si chiamino in realtà le ragazze che interpretano em, laurence e ginger..quindi..niente gif su loro :cc skst...poi metto solo quelli che vengono nominati nel capitolo)
 immaginatevi agnes che deve dire addio al tennessee. cioèè jrghtrjgtg
 josh... jrghtjkg che comparirà spesso, essendo amico di liam è...josh ahahaha
 liam jghtjghtjg
 zayn :''')




  
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