Capitolo
22
E’
irritante e allo stesso
tempo eccitante scoprire di adorare i baci di Sulfus. Mi sento in
paradiso e il
mio corpo si surriscalda. Che imbarazzo! E’ la prima volta
che succede. Come ho
già ammesso, nessun ragazzo mi ha mai attratto fisicamente
come Sulfus. E’ un
bravo seduttore ma devo stare attenta se non voglio cedere e diventare
un'altra
tacca sul suo letto. E’ il mio cuore ha essere più
in pericolo. Sarebbe capace
di ferirmi con poco.
Per
tutta la festa ho cercato
di evitarlo il più possibile e me ne sono stata buona buona
a mangiare e a
chiacchierare con delle signore. A un certo punto però, lo
guardai di sottecchi
e notai che era infastidito da qualcosa che probabilmente gli stava
dicendo in
quel momento Marcus. Chissà di che cosa si tratta. Di certo
non è una bella
notizia.
-Allora,
cosa ne pensate,
signorina Raffaella?- mi chiese la signora Petroschi. Di che cosa
stavamo
parlando? Oh cavolo! Mi sono distratta a guardare un secondo Sulfus ed
eccomi a
fare una figuraccia. Di solito non sono così disattenta.
-Mi
scusi… potreste
ripetere?- dissi arrossendo.
La
signora, invece che
rimproverarmi per la mia poca attenzione, sospirò e mi
sorrise comprensiva.
-Ho
notato che il vostro
sguardo va sempre a Sulfus Zolfanelli, non c’è
bisogno che troviate altre scuse
siccome non mi avete sentita-
-Come?
Ma no, signora
Petroschi! Non stavo guardando il signor Zolfanelli- mentii
imbarazzata.
Beccata con le mani nella marmellata. Pensandoci, non ha senso dire una
bugia
su ciò che è ovvio. Stavo davvero fissando Sulfus
ma l’ho visto solo per pochi
secondi e a quanto pare alla signora sono bastati per cogliermi sul
fatto.
-Eh
mia cara ragazza. Anch’io
alla tua età mi innamorai di un Zolfanelli e ciò
non porta a niente di buono-
La
guardai sbalordita. Da
giovane aveva una cotta per un Zolfanelli, magari si tratta del nonno
di
Sulfus. Ma cosa ci avrà trovato una signora così
dolce e gentile in uno che
appartiene a quella famiglia orrenda? La signora Petroschi aveva
all’incirca
sessant’anni tuttavia era ancora una donna avvenente con i
suoi capelli tinti
di biondo acconciati bene sopra la nuca, occhi di un bel grigio-azzurro
e con dei
lineamenti eleganti nonostante un po’ di rughe.
Quand’era ragazza doveva essere
veramente splendida.
Guardando
la mia espressione,
la donna continuò.
-Non
sto parlando del nonno
di Sulfus ma del fratello di Paul, Nicholas. E’ morto a soli
ventitre anni in
un incidente d’auto e nessuno ne parla più da anni
per non riaprire vecchie
ferite- disse malinconica stringendo la mano a pugno
all’altezza del cuore.
-Mi
dispiace. Non volevo
farvi ricordare brutte cose- Mi dispiaceva davvero. A vederla
così, sembra che
abbia amato davvero questo Nicolas.
-Nick
era diverso da suo
fratello, l’esatto contrario. Mentre Paul era freddo e
arrogante, Nick era un
uomo gentile e altruista. Anche d’aspetto non si somigliavano-
-Davvero?-
Un Zolfanelli
gentile e altruista? Forse era stato adottato oppure era, come si dice,
la “pecora
nera” della famiglia.
-Sì,
Nick era biondo con gli
occhi azzurri mentre suo fratello aveva i capelli neri e gli occhi
dorati
proprio com’è adesso suo nipote Sulfus. Ti
potrà sembrare strano, figliola, ma
nella famiglia Zolfanelli non ci sono solo diavoli- mi
guardò con un lieve
sorriso. –Forse c’è speranza che il
giovane Sulfus non sia come suo nonno e sua
madre-
Biondo
e con gli occhi
azzurri? Mio Dio! Proprio come l’uomo che ho visto sulla
fotografia nella
stanza abbandonata, l’unica con le pareti bianche in tutta la
casa. Allora la
coppia che ho visto in quella foto sono davvero parenti di Sulfus.
-Forse…
ma finora si è
dimostrato tutto tranne che un angioletto- dissi. Sulfus
avrà anche un lato
buono nascosto però un angelo non l’ho
diventerà mai nemmeno se perdesse la
memoria.
-C’è
una cosa che può
cambiare molto una persona però-
-E
quale?-
-L’amore-
e a questa
risposta, arrossii.
Finita
la festa, mi trascinai
a fatica nella mia stanza e mi cambiai mettendomi la camicia da notte.
Ero talmente
stanca che appena toccai il letto entrai in un sonno profondo senza
sogni. La mattina
dopo ero a pezzi. Avevo un mal di testa da cani e mi bruciava la gola.
“Non
mi sarà venuta la
febbre? Per sicurezza è meglio che vada a chiedere delle
pasticche a Marcus”
Mi
misi una maglia grigia e
una gonna nera lunga fino alle ginocchia per poi scendere di sotto.
Appena
arrivai al salotto,
vidi una donna seduta sul divano che appena mi vide si alzò
sorridendomi. Era
la madre di Sulfus! Era davvero una bella donna, peccato solo per il
trucco
pesante.
-Salve,
mi chiamo Temptel
Zolfanelli- si presentò con uno sguardo di
superiorità.
-Raf-
mi limitai a dire. Già
mi sentivo male ed ora ci mancava che incontrassi la famosa arpia.
-Che
nome delizioso. Di
solito mio figlio “gioca” con un altro tipo di
donna. Tu sembri diversa dalla
figlia del governatore francese, Janet, oppure dalla principessa
Melanie. Hai
un aspetto… angelico- disse con noncuranza squadrandomi.
Tipico di una
Zolfanelli. Le voci su di lei, a quanto pare, sono vere.
E
chi sarebbero Janet e
Melanie? Questa donna mi ha preso per il nuovo
“giocattolo” di suo figlio? Quel
maledetto maiale di Sulfus! Cavolo, Raf! Calmati ora, non ingelosirti.
-Già…
comunque si sbaglia.
Non sono la nuova amichetta di Sulfus-
-Ah
sì? Molto strano. Le uniche
donne che entrano qui dentro sono le amanti del momento. Sapete,
è così
difficile avere un figlio maschio con tutti i suoi capricci e
divertimenti. Un uomo
ha i suoi impulsi da soddisfare, è normale, però
dovrebbe essere più discreto-
Parla
lei di discrezione. Tutti
sanno ogni singolo uomo con cui è stata. Santo cielo, la mia
emicrania sta
peggiorando.
-Se
non sei la sua amante,
allora chi saresti e perché ti trovi qui?- mi chiese alla
fine sospettosa.
-Bhè…
io…-
-Da
quanto tempo, Temptel!- disse
la voce di Sulfus e lo vidi entrare in salotto. La giornata non poteva
iniziare
peggio di così.
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Ecco
cosa può danneggiare il
mio umore. L’arrivo di mia madre. La vedo compiaciuta dal
fatto che la chiamo
per nome. Da piccolo mi disse di non chiamarla mai mamma
perché la faceva
sentire vecchia. Ed io l’accontentai più che
volentieri. Mi faceva schifo solo associare
quella parola affettuosa ad una come lei.
-Oh,
tesoro! Mi sei mancato
tanto- Certo che ne spara di cazzate.
-Immagino-
dissi laconico.
-Bene,
è meglio che vi lasci
soli. Avrete molte cose da raccontarvi- disse Raf. Adesso che la
guardavo, non
aveva una bella cera.
-Stai
forse male?- le chiesi.
-Non
è niente, mi passerà
presto- mi rispose guardandomi male. Perché gli rode adesso?
Pensandoci, forse
le saranno venute le sue cose. Quel periodo fa diventare una donna una
iena.
Sempre con la luna storta. Grazie al cielo i maschi non le hanno,
sembrano
molto dolorose. Sarà per quello che sono irritate.
-Ok,
Marcus è in cucina. Lui sa
sicuramente dove sono le medicine che ti servono- le indicai con un
cenno della
testa dove andare.
-Grazie-
disse per poi
girarsi verso mia madre. –E’ stato… un
piacere conoscerla-
Sembrava
tutto tranne che
convincente. Nessuno è mai felice di conoscerla esclusi
alcuni porci che se la
scopano senza tanti complimenti.
-Anche
per me, Raf- rispose
la donna e mentre guardava la ragazza uscire dal salotto, le
uscì un sorriso
maligno. Per le palle di Lucifero! Ho un bruttissimo presentimento.
-Non
fare quella faccia,
figliolo. Non sto pensando niente di male. Voglio solo conoscere meglio
la
biondina- disse cercando di sembrare innocente. Sì, se lei
era sincera, io ero
l’Arcangelo Gabriele.
-Te
lo dico una volta sola,
Temptel. Stai alla larga da Raf e sparisci il più in fretta
possibile per un
altro viaggio. Ci sono ancora un sacco di belle mete da conoscere, no?-
-Ad
esempio?-
Avrei
preferito rispondergli “Destinazione
Vaffanculo” tuttavia è meglio mantenere la calma e
non incazzarsi più di tanto
con quel cervello di gallina di mia madre. Le uniche cose in cui riesce
bene
sono scopare (modestamente è una caratteristica di famiglia)
e combinare
disastri, come mandare quasi in bancarotta l’agenzia. Invece
quando si tratta
di usare la materia grigia è meglio non parlarne. Usa il
cervello solo per fare
scherzi o per tramare qualcosa di losco.
-Ad
esempio, l’Isola di
Pasqua- ne sparai una.
-Lì
ci sono solo quelle
stupide rocce-
-Moai
si chiamano-
-Fa
lo stesso. Preferirei un
luogo meno noioso-
-Potresti
andare a San
Pietroburgo. C’è molta gente interessante-
-Ma
fa freddo in Russia-
-Non
molto in questo periodo
perciò ti conviene affrettarti a partire-
-Non
scherzare con me,
ragazzino. Mi hai detto di stare lontana da quella Raf e ora tenti di
mandarmi
via dopo soli dieci minuti che sono a casa. Hai paura che io possa
farle
qualcosa, vero?-
-Cosa
ti salta in mente?-
-Oh
niente. Solo, che appena
ritorno dopo un lungo periodo di assenza, mi ritrovo in casa mia una
ragazza
che dice di non essere il tuo nuovo capriccio. E qui sorge spontanea
una
domanda. Cosa ci fa quella biondina qui? Non te la scopi e poco fa eri
preoccupato per la sua salute. Non ti starai trasformando in un
santarellino?- disse
con disgusto.
A
quanto pare, non è poi così
stupida. E adesso cosa le rispondo?
-Raf
è la figlia di Arkan Serafini.
Il vecchio l’ho mandato in rovina con il gioco
d’azzardo ed ora mi tengo la
ragazza-
-Perché?
La ragazza potrebbe
tornare da suo padre e cominciare una vita da poveracci. Tanto
l’hai già
rovinato Serafini-
-Non
sono affari tuoi,
Temptel. Quello che faccio o non faccio non ti deve interessare-
Arriverà
il giorno dell’Apocalisse
prima che io mi debba giustificare con l’arpia.
-Come
osi parlarmi così? Sono
pur sempre tua madre- disse furiosa.
-Ed
io colui che ti permette
di vivere nel lusso più sfrenato. Senza di me, la compagnia
sarebbe morta e tu
staresti a fare una vita semplice da comune mortale. Dovresti
ringraziarmi
invece che scassare le palle-
-Questo
te lo concedo
tuttavia sono comunque una Zolfanelli e ho voce in capitolo in questa
casa-
-E
allora?-
-Questo
vuol dire che resterò
per un po’. Nemmeno tu puoi dirmi cosa devo o non devo fare-
-Perfetto!
Fa come cazzo ti
pare ma ti avverto. Non infastidire Raf, lei è una faccenda
mia-
-Neanche
questo puoi dirmi.
Adesso che sono a casa, ho tutta l’intenzione di trovare dei
piacevoli
passatempi e di godermi il tempo che resterò. Come la vedi?-
-Vai
al diavolo!- le gridai
arrabbiato per poi uscire dal salotto sbattendo la porta più
forte che potevo.
Continua…
Ummm….
Stavolta mi è venuta
un po’ diversa da come avevo immaginato all’inizio
il capitolo ma posso
ritenermi comunque soddisfatta U__U Voi che ne pensate? Spero vi sia
piaciuto
anche questo pezzo e ci sentiamo alla prossima!
p.s.
Sì, lo so. Sono
ripetitiva XD