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Autore: Himeno    19/03/2013    12 recensioni
Due ragazzi che non conoscono ancora l'amore e che sono uno il contrario dell'altro, possono innamorarsi? Angelo e Diavolo. Il loro amore potrebbe nascere a causa di un gioco? la mia prima ff su questo cartone favoloso! Leggete e ditemi che ne pensate^^ kiss
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Raf/Sulfus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Game'
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Capitolo 22

 

E’ irritante e allo stesso tempo eccitante scoprire di adorare i baci di Sulfus. Mi sento in paradiso e il mio corpo si surriscalda. Che imbarazzo! E’ la prima volta che succede. Come ho già ammesso, nessun ragazzo mi ha mai attratto fisicamente come Sulfus. E’ un bravo seduttore ma devo stare attenta se non voglio cedere e diventare un'altra tacca sul suo letto. E’ il mio cuore ha essere più in pericolo. Sarebbe capace di ferirmi con poco.

Per tutta la festa ho cercato di evitarlo il più possibile e me ne sono stata buona buona a mangiare e a chiacchierare con delle signore. A un certo punto però, lo guardai di sottecchi e notai che era infastidito da qualcosa che probabilmente gli stava dicendo in quel momento Marcus. Chissà di che cosa si tratta. Di certo non è una bella notizia.

-Allora, cosa ne pensate, signorina Raffaella?- mi chiese la signora Petroschi. Di che cosa stavamo parlando? Oh cavolo! Mi sono distratta a guardare un secondo Sulfus ed eccomi a fare una figuraccia. Di solito non sono così disattenta.

-Mi scusi… potreste ripetere?- dissi arrossendo.

La signora, invece che rimproverarmi per la mia poca attenzione, sospirò e mi sorrise comprensiva.

-Ho notato che il vostro sguardo va sempre a Sulfus Zolfanelli, non c’è bisogno che troviate altre scuse siccome non mi avete sentita-

-Come? Ma no, signora Petroschi! Non stavo guardando il signor Zolfanelli- mentii imbarazzata. Beccata con le mani nella marmellata. Pensandoci, non ha senso dire una bugia su ciò che è ovvio. Stavo davvero fissando Sulfus ma l’ho visto solo per pochi secondi e a quanto pare alla signora sono bastati per cogliermi sul fatto.

-Eh mia cara ragazza. Anch’io alla tua età mi innamorai di un Zolfanelli e ciò non porta a niente di buono-

La guardai sbalordita. Da giovane aveva una cotta per un Zolfanelli, magari si tratta del nonno di Sulfus. Ma cosa ci avrà trovato una signora così dolce e gentile in uno che appartiene a quella famiglia orrenda? La signora Petroschi aveva all’incirca sessant’anni tuttavia era ancora una donna avvenente con i suoi capelli tinti di biondo acconciati bene sopra la nuca, occhi di un bel grigio-azzurro e con dei lineamenti eleganti nonostante un po’ di rughe. Quand’era ragazza doveva essere veramente splendida.

Guardando la mia espressione, la donna continuò.

-Non sto parlando del nonno di Sulfus ma del fratello di Paul, Nicholas. E’ morto a soli ventitre anni in un incidente d’auto e nessuno ne parla più da anni per non riaprire vecchie ferite- disse malinconica stringendo la mano a pugno all’altezza del cuore.

-Mi dispiace. Non volevo farvi ricordare brutte cose- Mi dispiaceva davvero. A vederla così, sembra che abbia amato davvero questo Nicolas.

-Nick era diverso da suo fratello, l’esatto contrario. Mentre Paul era freddo e arrogante, Nick era un uomo gentile e altruista. Anche d’aspetto non si somigliavano-

-Davvero?- Un Zolfanelli gentile e altruista? Forse era stato adottato oppure era, come si dice, la “pecora nera” della famiglia.

-Sì, Nick era biondo con gli occhi azzurri mentre suo fratello aveva i capelli neri e gli occhi dorati proprio com’è adesso suo nipote Sulfus. Ti potrà sembrare strano, figliola, ma nella famiglia Zolfanelli non ci sono solo diavoli- mi guardò con un lieve sorriso. –Forse c’è speranza che il giovane Sulfus non sia come suo nonno e sua madre-

Biondo e con gli occhi azzurri? Mio Dio! Proprio come l’uomo che ho visto sulla fotografia nella stanza abbandonata, l’unica con le pareti bianche in tutta la casa. Allora la coppia che ho visto in quella foto sono davvero parenti di Sulfus.

-Forse… ma finora si è dimostrato tutto tranne che un angioletto- dissi. Sulfus avrà anche un lato buono nascosto però un angelo non l’ho diventerà mai nemmeno se perdesse la memoria.

-C’è una cosa che può cambiare molto una persona però-

-E quale?-

-L’amore- e a questa risposta, arrossii.

 

Finita la festa, mi trascinai a fatica nella mia stanza e mi cambiai mettendomi la camicia da notte. Ero talmente stanca che appena toccai il letto entrai in un sonno profondo senza sogni. La mattina dopo ero a pezzi. Avevo un mal di testa da cani e mi bruciava la gola.

“Non mi sarà venuta la febbre? Per sicurezza è meglio che vada a chiedere delle pasticche a Marcus”

Mi misi una maglia grigia e una gonna nera lunga fino alle ginocchia per poi scendere di sotto.

Appena arrivai al salotto, vidi una donna seduta sul divano che appena mi vide si alzò sorridendomi. Era la madre di Sulfus! Era davvero una bella donna, peccato solo per il trucco pesante.

-Salve, mi chiamo Temptel Zolfanelli- si presentò con uno sguardo di superiorità.

-Raf- mi limitai a dire. Già mi sentivo male ed ora ci mancava che incontrassi la famosa arpia.

-Che nome delizioso. Di solito mio figlio “gioca” con un altro tipo di donna. Tu sembri diversa dalla figlia del governatore francese, Janet, oppure dalla principessa Melanie. Hai un aspetto… angelico- disse con noncuranza squadrandomi. Tipico di una Zolfanelli. Le voci su di lei, a quanto pare, sono vere.

E chi sarebbero Janet e Melanie? Questa donna mi ha preso per il nuovo “giocattolo” di suo figlio? Quel maledetto maiale di Sulfus! Cavolo, Raf! Calmati ora, non ingelosirti.

-Già… comunque si sbaglia. Non sono la nuova amichetta di Sulfus-

-Ah sì? Molto strano. Le uniche donne che entrano qui dentro sono le amanti del momento. Sapete, è così difficile avere un figlio maschio con tutti i suoi capricci e divertimenti. Un uomo ha i suoi impulsi da soddisfare, è normale, però dovrebbe essere più discreto-

Parla lei di discrezione. Tutti sanno ogni singolo uomo con cui è stata. Santo cielo, la mia emicrania sta peggiorando.

-Se non sei la sua amante, allora chi saresti e perché ti trovi qui?- mi chiese alla fine sospettosa.

-Bhè… io…-

-Da quanto tempo, Temptel!- disse la voce di Sulfus e lo vidi entrare in salotto. La giornata non poteva iniziare peggio di così.

 

***************************************

 

Ecco cosa può danneggiare il mio umore. L’arrivo di mia madre. La vedo compiaciuta dal fatto che la chiamo per nome. Da piccolo mi disse di non chiamarla mai mamma perché la faceva sentire vecchia. Ed io l’accontentai più che volentieri. Mi faceva schifo solo associare quella parola affettuosa ad una come lei.

-Oh, tesoro! Mi sei mancato tanto- Certo che ne spara di cazzate.

-Immagino- dissi laconico.

-Bene, è meglio che vi lasci soli. Avrete molte cose da raccontarvi- disse Raf. Adesso che la guardavo, non aveva una bella cera.

-Stai forse male?- le chiesi.

-Non è niente, mi passerà presto- mi rispose guardandomi male. Perché gli rode adesso? Pensandoci, forse le saranno venute le sue cose. Quel periodo fa diventare una donna una iena. Sempre con la luna storta. Grazie al cielo i maschi non le hanno, sembrano molto dolorose. Sarà per quello che sono irritate.

-Ok, Marcus è in cucina. Lui sa sicuramente dove sono le medicine che ti servono- le indicai con un cenno della testa dove andare.

-Grazie- disse per poi girarsi verso mia madre. –E’ stato… un piacere conoscerla-

Sembrava tutto tranne che convincente. Nessuno è mai felice di conoscerla esclusi alcuni porci che se la scopano senza tanti complimenti.

-Anche per me, Raf- rispose la donna e mentre guardava la ragazza uscire dal salotto, le uscì un sorriso maligno. Per le palle di Lucifero! Ho un bruttissimo presentimento.

-Non fare quella faccia, figliolo. Non sto pensando niente di male. Voglio solo conoscere meglio la biondina- disse cercando di sembrare innocente. Sì, se lei era sincera, io ero l’Arcangelo Gabriele.

-Te lo dico una volta sola, Temptel. Stai alla larga da Raf e sparisci il più in fretta possibile per un altro viaggio. Ci sono ancora un sacco di belle mete da conoscere, no?-

-Ad esempio?-

Avrei preferito rispondergli “Destinazione Vaffanculo” tuttavia è meglio mantenere la calma e non incazzarsi più di tanto con quel cervello di gallina di mia madre. Le uniche cose in cui riesce bene sono scopare (modestamente è una caratteristica di famiglia) e combinare disastri, come mandare quasi in bancarotta l’agenzia. Invece quando si tratta di usare la materia grigia è meglio non parlarne. Usa il cervello solo per fare scherzi o per tramare qualcosa di losco.

-Ad esempio, l’Isola di Pasqua- ne sparai una.

-Lì ci sono solo quelle stupide rocce-

-Moai si chiamano-

-Fa lo stesso. Preferirei un luogo meno noioso-

-Potresti andare a San Pietroburgo. C’è molta gente interessante-

-Ma fa freddo in Russia-

-Non molto in questo periodo perciò ti conviene affrettarti a partire-

-Non scherzare con me, ragazzino. Mi hai detto di stare lontana da quella Raf e ora tenti di mandarmi via dopo soli dieci minuti che sono a casa. Hai paura che io possa farle qualcosa, vero?-

-Cosa ti salta in mente?-

-Oh niente. Solo, che appena ritorno dopo un lungo periodo di assenza, mi ritrovo in casa mia una ragazza che dice di non essere il tuo nuovo capriccio. E qui sorge spontanea una domanda. Cosa ci fa quella biondina qui? Non te la scopi e poco fa eri preoccupato per la sua salute. Non ti starai trasformando in un santarellino?- disse con disgusto.

A quanto pare, non è poi così stupida. E adesso cosa le rispondo?

-Raf è la figlia di Arkan Serafini. Il vecchio l’ho mandato in rovina con il gioco d’azzardo ed ora mi tengo la ragazza-

-Perché? La ragazza potrebbe tornare da suo padre e cominciare una vita da poveracci. Tanto l’hai già rovinato Serafini-

-Non sono affari tuoi, Temptel. Quello che faccio o non faccio non ti deve interessare-

Arriverà il giorno dell’Apocalisse prima che io mi debba giustificare con l’arpia.

-Come osi parlarmi così? Sono pur sempre tua madre- disse furiosa.

-Ed io colui che ti permette di vivere nel lusso più sfrenato. Senza di me, la compagnia sarebbe morta e tu staresti a fare una vita semplice da comune mortale. Dovresti ringraziarmi invece che scassare le palle-

-Questo te lo concedo tuttavia sono comunque una Zolfanelli e ho voce in capitolo in questa casa-

-E allora?-

-Questo vuol dire che resterò per un po’. Nemmeno tu puoi dirmi cosa devo o non devo fare-

-Perfetto! Fa come cazzo ti pare ma ti avverto. Non infastidire Raf, lei è una faccenda mia-

-Neanche questo puoi dirmi. Adesso che sono a casa, ho tutta l’intenzione di trovare dei piacevoli passatempi e di godermi il tempo che resterò. Come la vedi?-

-Vai al diavolo!- le gridai arrabbiato per poi uscire dal salotto sbattendo la porta più forte che potevo.

 

Continua…

 

Ummm…. Stavolta mi è venuta un po’ diversa da come avevo immaginato all’inizio il capitolo ma posso ritenermi comunque soddisfatta U__U Voi che ne pensate? Spero vi sia piaciuto anche questo pezzo e ci sentiamo alla prossima!

 

p.s.  Sì, lo so. Sono ripetitiva XD

   
 
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