Capitolo XVIII:
Can’t stop the rain from fallin’
“Che carino! Ehi, hai visto quant’è bella questa
stoffa?”
“Kora…”
“Ma è vero! Potresti farla sostituire alle tende consunte che ci
sono nelle camere! Niente di eccessivo, in compenso ci guadagni che la tua casa
non sembrerebbe più una catapecchia disabitata!” esclamò l’amazzone, additando
un taglio di lino blu oltremare, in vendita ad un prezzo
ragionevole.
“Ma non me ne faccio niente di un paio di tende nuove, per quello
che mi frega della casa…”
“Niente ma!Stelle immortali, sei un gold saint, e questo sarebbe
il rispetto per la casa che ti è stata affidata a difesa?! Nossignore!Ci saranno
anche state due guerre di mezzo, ma non per questo posso permettere che la Terza
cada a pezzi per colpa del tuo
disinteresse!”
Kora si rivolse risoluta al mercante, che aveva seguito con
attenzione la discussione fra i due possibili acquirenti, pregustando già il
tintinnio delle monete d’incasso.
“Bene, allora…Potrebbe ricavarmi delle tende da questo lino blu,
diciamo un due coppie di circa tre metri d’altezza
l’una?”
L’uomo annuì con un sorriso:”Certamente,
signorina”
“Benissimo!Ah, poi mi prepari anche due corredi per un letto
singolo, con quella seta color verde Nilo uno, e l’altro invece sempre in seta,
ma color blu notte”
“Già che ci sei perché non prendi anche una matrimoniale?”
borbottò sardonico Kanon, immediatamente fulminato da un occhiata truce della
guerrera.
“Gliele farò il prima possibile” disse il mercante, senza
nascondere un filo di perplessità.
“È tutto. Sarebbe così gentile da consegnarle ad uno degli
attendenti della Terza casa, parakalò?”
“Sicuro”
Kora riflettè un attimo, poi sorrise e si avvicinò al
commerciante, bisbigliando qualcosa che Kanon non
intese.
Poco dopo, i due si strinsero la mano, a suggello dell’affare
appena concluso.
“Che gli hai detto, per farlo così contento?E poi, come hai
intenzione di pagare tutto ciò che hai comprato?” le chiese il ragazzo,
incrociando le braccia.
“Della serie che tu non cacceresti nemmeno un quattrino, vero?Non
preoccuparti, il tuo patrimonio non ne sarà minimamente intaccato: offre la
Kido”
Il saint dovette ripetersi mentalmente le parole almeno due volte,
prima di comprendere:”Che cosa?!”
L’amazzone ridacchiò, con uno sguardo vagamente
pestifero:”Eheh…Aldy mi ha dato un’ottima idea: se Atena gli ha pagato tutti gli
interventi in surplus alla Seconda, vedi barbecue e frigoriferi vari, vuoi che
non sganci due palanche per qualche metro di
stoffa?”
Tutta compiaciuta, lo agguantò per un braccio, trascinandolo giù
per la viuzza del mercato del Tempio, incurante delle sue proteste del tipo:”Non
sono un bambino, so camminare, sono in armatura e ho una mia
dignità!!!”
“Guarda che bello quel
piatto!”
Inutile: portarla al mercato l’aveva
scatenata.
«Di questo passo, finisco per diventare pazzo...» pensò
sconsolato, me poi si ricredette all’istante, vedendo il sorriso radioso e
spensierato di Kora.
Dopo gli eventi del giorno prima, si era sentito in obbligo di
fare qualcosa, mentre cercava il coraggio per rivelarle la verità. Temeva quel
momento come mai probabilmente aveva paventato qualcosa negli ultimi anni;
perché, anche se non l’avrebbe mai ammesso con nessuno, nemmeno con sé stesso,
si era affezionato a quella ragazza più di quanto avrebbe mai potuto
immaginare.
Molte soste alle bancarelle, e molti acquisti dopo, Kanon si
arrischiò a domandare alla ragazza come stesse, rispetto alla notte
prima.
La domanda la colse alla sprovvista, tanto che il ventisettenne
per un attimo credette che si sarebbe arrabbiata; invece, Kora gli rivolse un
bellissimo sorriso, ed agitò un poco la testa, in un fluttuare dei ciuffi dorati
sfuggiti alla lunga treccia, con quel suo fare sbarazzino che a volte ritornava
in lei, nei suoi atteggiamenti, ultimo retaggio di quell’infanzia persa tanto
tempo addietro.
“Va tutto bene…Scusa per ieri sera, ero un po’ giù di morale e
t’ho abbandonato a cena da solo…” mormorò lei, mentre un lieve rossore le
sfumava le guance.
Parole che stavolta presero lui alla
sprovvista…
“EHILÀ RAGAZZI!!!”
La voce tonante di Aldebaran fece trasalire buona parte della
gente che affollava il mercato.
“Eccovi finalmente, ma dov’eravate andati a cacciarvi?!Vi ho
cercato ovunque!!”
Kora annuì imbarazzata, mentre un gruppo di vecchiette la scrutava
truce, commentando contrariate a bassa voce il suo essere senza maschera, in una
semplice tuta d’allenamento che nulla aveva a vedere con le spesse corazze poco
femminili imposte alle sacerdotesse
guerriere.
Ciliegina sulla torta, alle perpetue non andava decisamente a
genio che Kora fosse in compagnia di Kanon che, lungi dall’avere un carattere
irrispettoso ed insopportabile, dal punto di vista estetico non era certo da
buttar via…
«Donna senza maschera più cavaliere fusto niente male compresi nel
raggio di un metro equivale a ?questi stanno insieme’…Grazie Aldy, ora tutti
penseranno male…» pensò la biondina, salutando con un ciao-ciao imbarazzato
l’amico.
“Ti pare il modo di salutare?!” esclamò il saint del Toro
indignato, strattonandola in un abbraccio che sicuramente derivava dalla fusione
fra una mossa di sumo e una di lotta
greco-romana…
«Ecco adesso queste adorabili vecchiette hanno proprio tutti gli
elementi per spettegolare…»
L’amazzone riuscì a liberarsi dall’abbraccio pseudo tentativo di
strangolamento, e a rispondere con finta disinvoltura:”Aehm…Eravamo qui a fare
un po’ d’acquisti, sai, la Terza è un po’ messa
male…”
“Ha fatto tutto lei. La mia presenza qui è forzatamente casuale”
tagliò corto Kanon, sottolineando le ultime
parole.
Aldebaran rise:”Quando si tratta di organizzare una casa, è
fondamentale che vi sia una donna per gestire il tutto. Beh, direi che ti sei
sistemato a dovere…”
“Aldebaran”
Le occhiate torve dei due in questione fecero desistere il gold
saint del Toro, che preferì salvaguardare la propria incolumità non ultimando la
frase; con un sorrisone furbo da chi la sa lunga, sviò abilmente il discorso
tornando al motivo della sua estenuante
ricerca.
Anche se sapeva perfettamente che Kanon non l’avrebbe presa
bene.
“Ti ho cercato perché Doko ci attende alla Tredicesima, il prima
possibile”
“CHE COSA?”
Fin troppo prevedibile: il ragazzo era immediatamente scattato
sulla difensiva.
“Lady Saori è ripartita per Tokyo e, nel frattempo, è il vecchio
Maestro che si occupa della reggenza del Santuario. Ed è al corrente di tutto”
aggiunse Aldebaran, additando Kora.
«Figurati se a quella vecchia cariatide sfugge
qualcosa…»
“Dunque è un Chrisos Synagein?” domandò il cavaliere dei Gemelli,
gelido.
“Non lo so, ultimamente anche per un semplice ritrova fra si parla
di Chrisos Synagein…è un termine ampiamente abusato” rispose
l’altro.
«Sarà forse che quando si riuniscono i Gold è perché ce n’è sempre
una…»
“Morale della favola, chi c’è e soprattutto, è
obbligatorio?”
Kora si stupì dell’atteggiamento provocatorio del ragazzo: era
quello il modo di comportarsi?
Ma, a quanto sembrava, Aldebaran doveva esserci abituato, perché
alzò le spalle, limitandosi ad un:”Vedi tu”.
Kanon sbuffò:”Ricevuto il messaggio. Andiamo Kora, ci attende un
bel meeting con ?la gente che conta?…”
Aldebaran trattenne però
l’amazzone.
“La convocazione vale solo per te,
Kanon”
La biondina abbozzò una protesta:”Ma
perch…”
“Mi dispiace Koretta, ma per quanto tu sia forte come uno di
noi,non fai parte dei Gold Saints, e lo sai che qui sono tradizionalisti fino
alla morte…”
La ragazza fece per controbattere nuovamente, ma Kanon la redarguì
severamente:”Sei una guerriera o una bambina capricciosa a cui bisogna sempre
ripetere tutto?Non sei stata convocata, ergo non protestare e
chetati”
Kora tacque all’istante, e il giovane si sorprese di non aver
ricevuto un pugno per la schiettezza arguta. Aldebaran sorrise tra sé e sé: se
c’era una persona capace di calmare quella testa calda, era Saga; certo non
volutamente, Kanon le si era rivolto con franchezza, senza il suo abituale
sarcasmo: niente di meglio per rievocare nella mente della biondina il ricordo
di talune lavate di capo passate agli
annali.
“Detesto quando Saga mi parla così. Perchè nel mio ottuso orgoglio
capisco d’aver fatto un’idiozia e di averlo deluso. E questo non me lo posso
permettere” aveva confessato una volta la ragazzina, ancora ai tempi
dell’apprendistato. In quell’aspetto non era cambiata
affatto.
“Non prendertela, sarà per un’altra volta. Ti risparmi una gran
seccatura… –guardò il ragazzo- Conviene sbrigarci,lo sai che Doko non tollera i
ritardatari.
“Si, si, arrivo” rispose l’altro, laconico; si avvicinò alla
ragazza, guardandone l’espressione appena
rabbuiata.
«Pugno in arrivo?Oppure calcio?Spada alla
gola?»
Niente.
“Al ha ragione, non ci perdi niente. Potessi, ti cederei il
posto”
Nessuna risposta.
“Ok… Eddai, sarò sincero, sono contento che ti stai occupando
della Terza…”
Gli occhi verdi s’illuminarono a quelle parole:”Davvero?Non…non lo
dici per farmi star buona?”
“Coda di paglia, perché metti sempre tutto in
dubbio?”
Kora rise allegra:”Presuntuosino, sto scherzando!Vai, non finire
nei guai perché tiri tardi, sennò poi la colpa è mia!”
Kanon scosse il capo:”Non esaurire la carta di credito della
Kido”
“Una sola? Contavo di usarle
tutte!”
“Kora…”
“Ci vediamo dopo” lo salutò radiosa lei, rituffandosi nello
shopping.
Un sorriso affiorò sulle labbra del ragazzo, prima che questi
scomparisse in un bagliore dorato, seguito a ruota da
Aldebaran.
“Ehi, Nachios!”
Una voce maschile risuonò in uno dei vicoli laterali alla strada
del mercato. L’interpellato, addossato a dei sacchi di farina fuori da una
bottega, rispose con un grugnito sordo:”Che
vuoi?”
Una guardia semplice si avvicinò al compagno
d’armi.
“Quella sventola bionda laggiù, ti dice
niente?”
Nachios alzò le spalle:”No, non è del mio giro…Me la ricorderei
una così, stanne certo” aggiunse, con un ghigno da
depravato.
“Coglione, sei il solito porco! Ovvio che non c’è stata con uno
come te,ne mai ci starà! È arrivata da poco, ed è sotto la tutela del Saint
della Terza Casa”
“Bah, che spreco. Persino gli scarti dell’Inferno hanno un miglior
trattamento rispetto a noi…Altro che luogo di
giustizia…”
“Bada a come parli, Nachios, quello sarà anche un bastardo, ma
t’ammazza senza tante remore!”
La guardia rise sprezzante:”Se ha le palle di farlo. Io non credo.
Comunque, perché ti interessi a quella,
Costas?”
“Voi due, razza di sfaticati, ecco dove vi eravate imboscati!
Bella merda, mollare la pattuglia a me, e starvene qui a far niente!” esclamò un
terzo soldato uscendo da quell’intrico di vicoli che era il quartiere mercantile
del Santuario; pressappoco coetaneo degli altri due soldati, quindi sui
venticinque anni, né più, né meno, un’espressione furibonda dipinta sul volto
cotto dal sole.
“Calmati Andros, hai pagato pegno per la bisca di ieri sera,
quindi sii uomo d’onore e non lamentarti” rispose
Costas.
“Che l’Averno t’inghiotta, canaglia! V’ho sentito parlar di
donne”
Nachios rise:”Però, la tua collera muore in fretta, eh? Basta la
parolina magica, ed è quello che comanda là sotto a farti riacquistare il
senno”
Andros lo fissò torvo, finchè Costas non gli indicò Kora, ferma
una ventina di metri più in là, intenta a contrattare con un mercante di
tappeti.
“Quella?Uh, sicuramente un bel bocconcino…Peccato che abbia già
steso a suon di botte il vecchio Statis, giù ai Cancelli. Vi fa a pezzi, tu e il
tuo ?amichetto?, prima che tu possa anche solo slacciare la fibbia della
cintura” sentenziò caustico l’ultimo
arrivato.
“Bè, io con quella ho un conto in sospeso da anni. Ci ho messo due
giorni per accertarmene, ma quella stronzetta è la causa principale per cui io
non sono un saint!” ribattè Costas, facendo schioccare le nocche della
mano.
“Vuoi forse dire che quella…”
“Esatto, amico. Quella puttanella era l’allieva di Saga di
Gemini”
Il nartece della Tredicesima casa era probabilmente il luogo meno
adatto ad una riunione, quanto a livelli di privacy, costantemente attraversato
da inservienti, ambasciatori, guardie e questuanti d’ogni
sorta.
A quanto pareva, Doko aveva agito apposta per dimostrare al mondo
intero quanto lui, Kanon, fosse irrispettoso ed indegno d’essere un gold saint.
Di sicuro, perché Kanon non poteva così permettersi d’atteggiarsi al suo solito,
se non a scapito di una reputazione già
precaria.
«Dannato vecchio» pensò il cavaliere, guardando torto il saint di
Lybra, che ancora celava dietro spoglie giovanili la venerande età
ultra-bicentenaria.
«Peccato che non esista l’opzione pensionamento per un saint di
Atena…»
“Sei in ritardo, Kanon, ma sono felice che tu abbia accettato di
prendere parte a questa riunione…” lo salutò l’anziano maestro, con tono
solenne.
“Risparmiamo i convenevoli, Maestro. Immagino di non essere stato
chiamato per una partita a poker” tagliò corto Kanon. Unici presenti erano Mu ed
Aldebaran:all’appello ancora mancavano Shaka, Milo e Aiolia, in missione
all’estero, e naturalmente, quelle femminucce dei Bronze a cui erano state
affidate delle vestigia dorate.
Doko assunse immediatamente un tono sbrigativo:”Ho conferito con
Athena, prima che ripartisse, e sono stato messo al corrente riguardo
l’amazzone”
“Bene”
“Sarò schietto, Kanon, non vedo di buon occhio la vostra
cooperazione”
“Ed è lecito saperne il motivo?” controbattè il saint della Terza
Casa, guardingo.
«Chetati» s’impose a sé
stesso.
“Kora discende dalla casata di Pentesilea, è l’ultima amazzone
sopravvissuta ed ha poteri che io stesso fatico ad
immaginare…”
“Non me n’ero accorto, Maestro” commentò ironico l’ex generale
degli abissi.
“È stata allieva di tuo fratello, hai idea di come
reagirebbe?”
Allora era quello il succo della questione!Un’altra
volta!
“Credete che io sia un bambino, che non sappia ciò che devo
fare?!”
Mu intervenne pacato:”Non è questo, e tu lo sai. Non hai tenuto
conto della sua reazione…”
Kanon sbattè un pugno contro una delle colonne:”Non sono affari
che vi competono”
“A quanto sembra l’hai presa troppo sul personale anche tu
–sentenziò Doko- Fino ad ordine contrario, resterete qui. La missione è sospesa,
e l’amazzone è sotto la tutela del
Santuario”
Gli occhi di Kanon dardeggiarono scarlatti, ma prima che potesse
fare anche un solo gesto, i saints percepirono l’esplosione di un cosmo di
notevoli proporzioni, come una tempesta che scoppia improvvisa a ciel
sereno.
“Che diamine sta succedendo?”
Ma la domanda era inutile. L’identità di quel cosmo aveva già
risposta.
«Vediamo, tende e tappeti sono a posto…Mancherebbero solo un
tavolo e delle sedie nuove…No, poi Kanon veramente s’arrabbia se gli stravolgo
la Casa…Perlomeno la Terza non sembrerà più uno squallido appartamento
disabitato»
Kora guardò le nuvole bianche che correvano rapide nel cielo
azzurro: tutto era cambiato, e niente avrebbe riportato il tempo
indietro…
“Ehi, bella bionda”
Kora trasalì, voltandosi di scatto. Tre soldati appna più grandi
di lei la guardavano sfacciatamente, poco
distanti.
“Che volete?” domandò.
In risposta, uno di essi fischiò:”Certo che non è affatto male,
Costas!”
«Che cosa?!»
“Non fa per me. Devo solo mettere in chiaro un paio di cosette con
questa puttanella, e riprendermi la mia
reputazione”
Kora socchiuse gli occhi in due fessure:”Come mi hai
chiamato?”
“Hai anche il coraggio di far la finta tonta, sventola?Già forse
dovrei rinfrescarti la memoria…Per colpa tua, io non sono diventato
cavaliere”
“Stai dicendo un mucchio di
fesserie”
Costas continuò:”Forza, fai uno sforzo col cervellino che ti
ritrovi: ci siamo affrontati al torneo per divenire apprendisti saints, e tu mi
hai sconfitto…scorrettamente s’intende. Eri già allieva di Saga di Gemini, era
dunque superflua la tua partecipazione!”
Ricordi lontani che tornano…L’arena, i futuri gold saints della
nuova generazione che lanciavano i primi colpi, iniziando a distinguersi come i
migliori…Shion, il Sommo Sacerdote, seduto sul suo scranno d’avorio che parlava
ai nuovi candidati…E poi i combattimenti, e una vittoria conquistata insieme a
quelli che sarebbero poi divenuti compagni d’armi e amici per la vita…I
complimenti lodevoli di Saga…
Kora non riuscì a non commentare, ironica:”Vorresti forse le mie
scuse, soldato? Fu il mio maestro a farmi partecipare, non vedo perché avrei
dovuto fare apposta a perdere contro di te”
“Sei solo una sgualdrinella che non è nessuno!” ruggì
Costas.
L’amazzone di Lynx gli si avventò contro nell’arco di un respiro,
ghermendogli la gola ed immobilizzandolo al muro di una delle case bianche che
costituivano il piccolo villaggio ai piedi del
Santuario.
Andros e Nachios scattarono per correre in aiuto del compagno, ma
ne rimediarono soltanto due dolorosi calci al
bassoventre.
Kora rialzò bruscamente Costas, accasciato dolorante a terra,
ringhiandogli a denti stretti:”Sarò anche nessuno, ma tu ti sei lasciato battere
da questa sgualdrinella che consideri una nullità,
rammentatelo!”
L’uomo tossì, raspando l’aria in un rantolo che divenne una risata
strozzata.
“Sei solo un mostro, come il tuo maestro…i mostri come
voi…meritano solo la morte…”
Un lampo passò negli occhi verdi:”Cosa vai farneticando, razza
di…”
“Sei stata allieva di un mostro sanguinario, e ora te ne vai in
giro con il fratello, traditore del suo sangue, un bastardo che persino
l’inferno ha risputato fuori” proseguì Costas, tornando a respirare normalmente,
mentre la stretta della ragazza si allentava poco alla
volta.
Mentiva…quel sfottuto bastardo
mentiva…
“Che c’è, puttanella, sembri sorpresa…Non sei altro che una
bugiarda, traditrice…Non sei diversa da loro…Sei stata addestrata da un
bastardo, e ora che l’altro l’ha ammazzato, ti sei schierata con lui…sei proprio
una…”
“FA’ SILENZIO!!!”gridò Kora, con tutto il fiato che aveva nei
polmoni.
Sferrò un pugno allo stomaco della guardia, e Costas si piegò su
sé stesso con un gemito; Andros e Nachios, che nel frattempo si erano ripresi,
si lanciarono nuovamente contro l’amazzone.
“State indietro!” esclamò lei, schivando i loro colpi come se
niente fosse; balzò alle spalle dei due soldati, li agguantò per il collo e li
spinse l’uno contro l’altro, facendo cozzare le loro
teste.
“Lo dicevo…sei solo un mostro come gli
altri…”
Kora concentrò il proprio cosmo nella mano sinistra. L’avrebbero
pagata cara.
“GALAX…”
“FERMATI KORA!”
Le braccia di Aldebaran la immobilizzarono,mentre uno dopo l’altro
comparvero Doko, Mu e Kanon.
“Lasciami andare Al!” gridò la giovane, lottando per
liberarsi.
“Calmati Kora!”
Il braccio destro della ragazza sanguinava copiosamente,
macchiando persino lo spesso bendaggio.
Mu e Doko si sincerarono delle condizioni delle tre guardie,
mentre Kanon si avvicinò alla ragazza.
“Che diamine è successo, Kora?!Ti rendi conto che li potevi
ammazzare?!”
La sua voce era un misto di rabbia e
preoccupazione.
“Che ne sai tu, che ne sai?!E se davvero l’avessi voluto fare?!A
te che importa, non eri qui a sentire!” gridò la biondina, riuscendo a liberarsi
dalla stretta del cavaliere del Toro, ma venendo immediatamente bloccata dal
saint dei Gemelli.
“Per gli dei, calmati!”
Doko si avvicinò loro con la sua solita calma snervante:”Ora dimmi
che cos’è accaduto”
“Quel bastardo! Ha osato…ha osato…Io…io non lo so che cos’è
successo…” la ragazza trattenne a stento le
lacrime.
Aveva reagito d’impulso, come se il sangue le avesse dato alla
testa; improvvisamente, aveva voluto che quei tre morissero sotto le sue
mani…
“Io…che mi sta succedendo…” mormorò, lasciandosi cadere sulle
ginocchia, tremante.
Costas rise, nonostante fosse davvero malconcio:”Sei pazza,
proprio come quel bastardo del tuo maestro”
“OSA RIPETERLO!” ruggì Kora, pronta ad avventarsi di nuovo contro
il soldato, se non vi fossero stati ben tre gold saints a
fermarla.
“Adesso taci” intimò Mu a Costas, il quale però proseguì:”Non è
forse la verità?”
“Portalo via” ordinò il custode di Lybra al
telecineta.
“Perché non glielo chiedi...chiediglielo a quel rinnegato,
domandagli che cosa ha fatto a suo fratello!Indovina, di chi è la colpa della
guerra del Santuario?”
L’amazzone trasalì, voltandosi a guardare
Kanon.
“Mu, portalo via, ora!”
Il saint di Aries si smaterializzò insieme ai tre
soldati.
Doko le parlò poggiandole una mano sulla spalla:”È tutto a posto,
è finita…”
“Non è finito un bel niente!” ribattè Kora, la rabbia dipinta sul
viso.
“Dimmi che è una menzogna –proseguì a bassa voce, guardando Kanon
negli occhi- Dimmi che è una menzogna…”
Una supplica che non poteva essere
esaudita.
“Kanon ti prego, dimmi che quel bastardo si è inventato tutto,
che…”
“Non mentiva”
Il ragazzo non riuscì a sostenere oltre gli occhi spaventati di
Kora, ed abbassò lo sguardo.
Non vide l’incredulità dipingersi sul suo
volto.
A stento la udì mormorare:”Non…non è possibile…non ci
credo…”
Incredulità. Quasi fosse uno
scherzo.
Un tocco sulla sua spalla la scostò dal ragazzo, allontanandola di
qualche metro.
“È stato tanti anni fa”
La voce atona di Doko, un sussurro del passato che arreca soltanto
dolore.
Sentire narrare la propria storia, e chiedersi, con infinito
ribrezzo per sé stessi:«Davvero ho fatto questo?Sono stato capace di compiere un
gesto simile senza provare vergogna?»
“…Costretto a vivere all’ombra di Saga, relegato ad essere nulla
più che il fratello minore di un Saint…”
Ascoltare ogni singola parola e rinnegarla allo steso tempo: per
Kora, quella era la peggiore delle torture.
“L’ambizione e la bramosia di un potere sempre maggiore oscurano
tutto, e spezzano anche i legami di sangue”
Realizzare che quella persona di cui ti fidavi, che stimavi, che
iniziavi a considerare quasi un amico, altri non è che il bastardo che ti ha
portato via tutto in passato.
Quanto vale, la vita di un fratello, in confronto al potere sul
mondo?Quanto si può essere empi, da giungere a maledire e condannare alla
perdizione quella persona con cui condividi il medesimo
sangue?
“Non potendo tollerare oltre la condotta di Kanon, non dopo la
minaccia di una congiura ai danni di lady Saori ed Aiolos di Sagitter, Saga
condannò all’esilio perpetuo il fratello, relegandolo nella prigione di Capo
Sunio, lontano dal Grande Tempio…”
La ragazza trasalì, al ricordo della loro prima missione in quel
luogo…sembravano essere passati anni.
«Non può essere…»
Fratello contro fratello. Due guerre erano state causate da
quell’uomo…Uomo dal cuore di demone…
Ambizioni per cui aveva addirittura sfidato gli dei, incurante
della loro ira.
Macchiarsi d’infamia, per poi
redimersi.
Ma certe colpe non si lavano; e una morte innocente non può essere
ripagata con un semplice ‘mea culpa’.
Kora s’accorse solo dopo molti istanti che Doko aveva finito di
parlare; il cielo era divenuto plumbeo, foriero di
tempesta.
Una tempesta che aveva già colpito e stravolto
tutto.
Aveva scelto di fidarsi…E, ancora una volta, era stata ripagata
nel peggiore dei modi.
Kanon attendeva, in silenzio, il capo chino a
terra.
Poteva solo attendere.
Invece, non accadde nulla.
Un rumore sordo, accompagnato dal bubbolio lontano di un tuono. Un
altro, immediatamente dopo.
Passi, mentro l’ombra disegnata sul pavimento di marmo si
avvicina.
“Kora…” la chiamò Aldebaran, che però non potè fare a meno di
scansarsi al passare della ragazza. L’amazzone non diede segno d’aver
udito.
Gocce di pioggia caddero dal cielo nero, tingendo il mondo di
grigio.
I passi risuonavano sul pavimento, sempre più vicini, e Kanon non
osava alzare lo sguardo. Improvvisamente, aveva
paura.
Anche la voce di Doko si perse nell’aria tempestosa, mentre lei si
allontanava in silenzio, con la testa reclina, gli occhi celati dietro ai ciuffi
dorati della frangia.
E lui, con quale coraggio osava lasciarla andar via
così?
Kanon alzò la testa deciso, parandosi davanti alla ragazza:”Kora,
ti prego, aspetta…”
Un fulmine rischiarò a giorno l’improvvisa
notte.
“Taci”
La voce della giovane gli fece più male di una
pugnalata.
Gli occhi glaciali di lei lo trapassarono da parte a
parte.
“Non osare rivolgermi la parola, non osare
sfiorarmi”
“Kora…”
“Non ti voglio sentire, né vedere. Mi fai
schifo”
Kora superò Kanon con un balzo, poi iniziò a
correre.
Via, sempre più veloce, il più possibile lontano, incurante del
diluvio.
Lacrime amare si mescolarono alla pioggia che ora cadeva fitta.
Fine capitolo
Ciao!! Quanto tempo!
Scusat il ritardo, ma ho avuto non pochi problemi (familiari e personali)
che mi hanno impedito di concentrarmi sulla conclusione del capitolo,
che era già pronto da un mese a questa parte. SORRY.
Spero che ora i casini siano passati! :P
Volevo lanciare una proposta: a qualcuna andrebbe di collaborare nella stesura della
storia? Ho visto che bellissimo lavoro sta diventando l'ultima fiction di War, e magari, se
a qualcuno va, si potrebbe fare un tentativo e trasformare Devil's Heart in una round robin(spero sia il termine corretto).
Naturalmente, a chi è favorevole, basta lasciarmi un mex che poi gli passo il mio contatto msn.
La storia l'ho già "pensata" sino alla fine (Synno ne sa qualcosa!), ma mi piacerebbe che ne nascesse una collaborazione!
Fatemi sapere!
A presto!
Mizar
PS: Kanon nel prossimo capitolo lo vedo MOLTO MALE...