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Autore: Mizar_89    07/10/2007    9 recensioni
"Durante la mia vita mi sono macchiato d'infinite colpe. Ho tradito, sono venuto meno ai miei doveri di cavaliere, ho spezzato ogni vincolo di sangue per la bramosia di potere. Tuttavia, mi è stata data la possibilità di redimermi, di lasciarmi il passato alle spalle e ricominciare a vivere" *** “No…in realtà c’è un’altra cosa… -mormorò la ragazzina, d’improvviso, prima ch’egli aprisse bocca- Quando combatto, spesso mi dico che non posso permettermi alcuna debolezza…Perché ho fatto una promessa…Non è una motivazione…nemmeno un sogno…Ma ho giurato che vendicherò mio fratello e scoprirò chi sono veramente…”
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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raga

Capitolo XVIII: Can’t stop the rain from fallin’

“Che carino! Ehi, hai visto quant’è bella questa stoffa?”

“Kora…”

“Ma è vero! Potresti farla sostituire alle tende consunte che ci sono nelle camere! Niente di eccessivo, in compenso ci guadagni che la tua casa non sembrerebbe più una catapecchia disabitata!” esclamò l’amazzone, additando un taglio di lino blu oltremare, in vendita ad un prezzo ragionevole.

“Ma non me ne faccio niente di un paio di tende nuove, per quello che mi frega della casa…”

“Niente ma!Stelle immortali, sei un gold saint, e questo sarebbe il rispetto per la casa che ti è stata affidata a difesa?! Nossignore!Ci saranno anche state due guerre di mezzo, ma non per questo posso permettere che la Terza cada a pezzi per colpa del tuo disinteresse!”

Kora si rivolse risoluta al mercante, che aveva seguito con attenzione la discussione fra i due possibili acquirenti, pregustando già il tintinnio delle monete d’incasso.

“Bene, allora…Potrebbe ricavarmi delle tende da questo lino blu, diciamo un due coppie di circa tre metri d’altezza l’una?”

L’uomo annuì con un sorriso:”Certamente, signorina”

“Benissimo!Ah, poi mi prepari anche due corredi per un letto singolo, con quella seta color verde Nilo uno, e l’altro invece sempre in seta, ma color blu notte”

“Già che ci sei perché non prendi anche una matrimoniale?” borbottò sardonico Kanon, immediatamente fulminato da un occhiata truce della guerrera.

“Gliele farò il prima possibile” disse il mercante, senza nascondere un filo di perplessità.

“È tutto. Sarebbe così gentile da consegnarle ad uno degli attendenti della Terza casa, parakalò?”

“Sicuro”

Kora riflettè un attimo, poi sorrise e si avvicinò al commerciante, bisbigliando qualcosa che Kanon non intese.

Poco dopo, i due si strinsero la mano, a suggello dell’affare appena concluso.

“Che gli hai detto, per farlo così contento?E poi, come hai intenzione di pagare tutto ciò che hai comprato?” le chiese il ragazzo, incrociando le braccia.

“Della serie che tu non cacceresti nemmeno un quattrino, vero?Non preoccuparti, il tuo patrimonio non ne sarà minimamente intaccato: offre la Kido”

Il saint dovette ripetersi mentalmente le parole almeno due volte, prima di comprendere:”Che cosa?!”

L’amazzone ridacchiò, con uno sguardo vagamente pestifero:”Eheh…Aldy mi ha dato un’ottima idea: se Atena gli ha pagato tutti gli interventi in surplus alla Seconda, vedi barbecue e frigoriferi vari, vuoi che non sganci due palanche per qualche metro di stoffa?”

Tutta compiaciuta, lo agguantò per un braccio, trascinandolo giù per la viuzza del mercato del Tempio, incurante delle sue proteste del tipo:”Non sono un bambino, so camminare, sono in armatura e ho una mia dignità!!!”

“Guarda che bello quel piatto!”

Inutile: portarla al mercato l’aveva scatenata.

«Di questo passo, finisco per diventare pazzo...» pensò sconsolato, me poi si ricredette all’istante, vedendo il sorriso radioso e spensierato di Kora.

Dopo gli eventi del giorno prima, si era sentito in obbligo di fare qualcosa, mentre cercava il coraggio per rivelarle la verità. Temeva quel momento come mai probabilmente aveva paventato qualcosa negli ultimi anni; perché, anche se non l’avrebbe mai ammesso con nessuno, nemmeno con sé stesso, si era affezionato a quella ragazza più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.

Molte soste alle bancarelle, e molti acquisti dopo, Kanon si arrischiò a domandare alla ragazza come stesse, rispetto alla notte prima.

La domanda la colse alla sprovvista, tanto che il ventisettenne per un attimo credette che si sarebbe arrabbiata; invece, Kora gli rivolse un bellissimo sorriso, ed agitò un poco la testa, in un fluttuare dei ciuffi dorati sfuggiti alla lunga treccia, con quel suo fare sbarazzino che a volte ritornava in lei, nei suoi atteggiamenti, ultimo retaggio di quell’infanzia persa tanto tempo addietro.

“Va tutto bene…Scusa per ieri sera, ero un po’ giù di morale e t’ho abbandonato a cena da solo…” mormorò lei, mentre un lieve rossore le sfumava le guance.

Parole che stavolta presero lui alla sprovvista…

“EHILÀ RAGAZZI!!!”

La voce tonante di Aldebaran fece trasalire buona parte della gente che affollava il mercato.

“Eccovi finalmente, ma dov’eravate andati a cacciarvi?!Vi ho cercato ovunque!!”

Kora annuì imbarazzata, mentre un gruppo di vecchiette la scrutava truce, commentando contrariate a bassa voce il suo essere senza maschera, in una semplice tuta d’allenamento che nulla aveva a vedere con le spesse corazze poco femminili imposte alle sacerdotesse guerriere.

Ciliegina sulla torta, alle perpetue non andava decisamente a genio che Kora fosse in compagnia di Kanon che, lungi dall’avere un carattere irrispettoso ed insopportabile, dal punto di vista estetico non era certo da buttar via…

«Donna senza maschera più cavaliere fusto niente male compresi nel raggio di un metro equivale a ?questi stanno insieme’…Grazie Aldy, ora tutti penseranno male…» pensò la biondina, salutando con un ciao-ciao imbarazzato l’amico.

“Ti pare il modo di salutare?!” esclamò il saint del Toro indignato, strattonandola in un abbraccio che sicuramente derivava dalla fusione fra una mossa di sumo e una di lotta greco-romana…

«Ecco adesso queste adorabili vecchiette hanno proprio tutti gli elementi per spettegolare…»

L’amazzone riuscì a liberarsi dall’abbraccio pseudo tentativo di strangolamento, e a rispondere con finta disinvoltura:”Aehm…Eravamo qui a fare un po’ d’acquisti, sai, la Terza è un po’ messa male…”

“Ha fatto tutto lei. La mia presenza qui è forzatamente casuale” tagliò corto Kanon, sottolineando le ultime parole.

Aldebaran rise:”Quando si tratta di organizzare una casa, è fondamentale che vi sia una donna per gestire il tutto. Beh, direi che ti sei sistemato a dovere…”

“Aldebaran”

Le occhiate torve dei due in questione fecero desistere il gold saint del Toro, che preferì salvaguardare la propria incolumità non ultimando la frase; con un sorrisone furbo da chi la sa lunga, sviò abilmente il discorso tornando al motivo della sua estenuante ricerca.

Anche se sapeva perfettamente che Kanon non l’avrebbe presa bene.

“Ti ho cercato perché Doko ci attende alla Tredicesima, il prima possibile”

“CHE COSA?”

Fin troppo prevedibile: il ragazzo era immediatamente scattato sulla difensiva.

“Lady Saori è ripartita per Tokyo e, nel frattempo, è il vecchio Maestro che si occupa della reggenza del Santuario. Ed è al corrente di tutto” aggiunse Aldebaran, additando Kora.

«Figurati se a quella vecchia cariatide sfugge qualcosa…»

“Dunque è un Chrisos Synagein?” domandò il cavaliere dei Gemelli, gelido.

“Non lo so, ultimamente anche per un semplice ritrova fra si parla di Chrisos Synagein…è un termine ampiamente abusato” rispose l’altro.

«Sarà forse che quando si riuniscono i Gold è perché ce n’è sempre una…»

“Morale della favola, chi c’è e soprattutto, è obbligatorio?”

Kora si stupì dell’atteggiamento provocatorio del ragazzo: era quello il modo di comportarsi?

Ma, a quanto sembrava, Aldebaran doveva esserci abituato, perché alzò le spalle, limitandosi ad un:”Vedi tu”.

Kanon sbuffò:”Ricevuto il messaggio. Andiamo Kora, ci attende un bel meeting con ?la gente che conta?…”

Aldebaran trattenne però l’amazzone.

“La convocazione vale solo per te, Kanon”

La biondina abbozzò una protesta:”Ma perch…”

“Mi dispiace Koretta, ma per quanto tu sia forte come uno di noi,non fai parte dei Gold Saints, e lo sai che qui sono tradizionalisti fino alla morte…”

La ragazza fece per controbattere nuovamente, ma Kanon la redarguì severamente:”Sei una guerriera o una bambina capricciosa a cui bisogna sempre ripetere tutto?Non sei stata convocata, ergo non protestare e chetati”

Kora tacque all’istante, e il giovane si sorprese di non aver ricevuto un pugno per la schiettezza arguta. Aldebaran sorrise tra sé e sé: se c’era una persona capace di calmare quella testa calda, era Saga; certo non volutamente, Kanon le si era rivolto con franchezza, senza il suo abituale sarcasmo: niente di meglio per rievocare nella mente della biondina il ricordo di talune lavate di capo passate agli annali.

“Detesto quando Saga mi parla così. Perchè nel mio ottuso orgoglio capisco d’aver fatto un’idiozia e di averlo deluso. E questo non me lo posso permettere” aveva confessato una volta la ragazzina, ancora ai tempi dell’apprendistato. In quell’aspetto non era cambiata affatto.

“Non prendertela, sarà per un’altra volta. Ti risparmi una gran seccatura… –guardò il ragazzo- Conviene sbrigarci,lo sai che Doko non tollera i ritardatari.

“Si, si, arrivo” rispose l’altro, laconico; si avvicinò alla ragazza, guardandone l’espressione appena rabbuiata.

«Pugno in arrivo?Oppure calcio?Spada alla gola?»

Niente.

“Al ha ragione, non ci perdi niente. Potessi, ti cederei il posto”

Nessuna risposta.

“Ok… Eddai, sarò sincero, sono contento che ti stai occupando della Terza…”

Gli occhi verdi s’illuminarono a quelle parole:”Davvero?Non…non lo dici per farmi star buona?”

“Coda di paglia, perché metti sempre tutto in dubbio?”

Kora rise allegra:”Presuntuosino, sto scherzando!Vai, non finire nei guai perché tiri tardi, sennò poi la colpa è mia!”

Kanon scosse il capo:”Non esaurire la carta di credito della Kido”

“Una sola? Contavo di usarle tutte!”

“Kora…”

“Ci vediamo dopo” lo salutò radiosa lei, rituffandosi nello shopping.

Un sorriso affiorò sulle labbra del ragazzo, prima che questi scomparisse in un bagliore dorato, seguito a ruota da Aldebaran.

“Ehi, Nachios!”

Una voce maschile risuonò in uno dei vicoli laterali alla strada del mercato. L’interpellato, addossato a dei sacchi di farina fuori da una bottega, rispose con un grugnito sordo:”Che vuoi?”

Una guardia semplice si avvicinò al compagno d’armi.

“Quella sventola bionda laggiù, ti dice niente?”

Nachios alzò le spalle:”No, non è del mio giro…Me la ricorderei una così, stanne certo” aggiunse, con un ghigno da depravato.

“Coglione, sei il solito porco! Ovvio che non c’è stata con uno come te,ne mai ci starà! È arrivata da poco, ed è sotto la tutela del Saint della Terza Casa”

“Bah, che spreco. Persino gli scarti dell’Inferno hanno un miglior trattamento rispetto a noi…Altro che luogo di giustizia…”

“Bada a come parli, Nachios, quello sarà anche un bastardo, ma t’ammazza senza tante remore!”

La guardia rise sprezzante:”Se ha le palle di farlo. Io non credo. Comunque, perché ti interessi a quella, Costas?”

“Voi due, razza di sfaticati, ecco dove vi eravate imboscati! Bella merda, mollare la pattuglia a me, e starvene qui a far niente!” esclamò un terzo soldato uscendo da quell’intrico di vicoli che era il quartiere mercantile del Santuario; pressappoco coetaneo degli altri due soldati, quindi sui venticinque anni, né più, né meno, un’espressione furibonda dipinta sul volto cotto dal sole.

“Calmati Andros, hai pagato pegno per la bisca di ieri sera, quindi sii uomo d’onore e non lamentarti” rispose Costas.

“Che l’Averno t’inghiotta, canaglia! V’ho sentito parlar di donne”

Nachios rise:”Però, la tua collera muore in fretta, eh? Basta la parolina magica, ed è quello che comanda là sotto a farti riacquistare il senno”

Andros lo fissò torvo, finchè Costas non gli indicò Kora, ferma una ventina di metri più in là, intenta a contrattare con un mercante di tappeti.

“Quella?Uh, sicuramente un bel bocconcino…Peccato che abbia già steso a suon di botte il vecchio Statis, giù ai Cancelli. Vi fa a pezzi, tu e il tuo ?amichetto?, prima che tu possa anche solo slacciare la fibbia della cintura” sentenziò caustico l’ultimo arrivato.

“Bè, io con quella ho un conto in sospeso da anni. Ci ho messo due giorni per accertarmene, ma quella stronzetta è la causa principale per cui io non sono un saint!” ribattè Costas, facendo schioccare le nocche della mano.

“Vuoi forse dire che quella…”

“Esatto, amico. Quella puttanella era l’allieva di Saga di Gemini”

Il nartece della Tredicesima casa era probabilmente il luogo meno adatto ad una riunione, quanto a livelli di privacy, costantemente attraversato da inservienti, ambasciatori, guardie e questuanti d’ogni sorta.

A quanto pareva, Doko aveva agito apposta per dimostrare al mondo intero quanto lui, Kanon, fosse irrispettoso ed indegno d’essere un gold saint. Di sicuro, perché Kanon non poteva così permettersi d’atteggiarsi al suo solito, se non a scapito di una reputazione già precaria.

«Dannato vecchio» pensò il cavaliere, guardando torto il saint di Lybra, che ancora celava dietro spoglie giovanili la venerande età ultra-bicentenaria.

«Peccato che non esista l’opzione pensionamento per un saint di Atena…»

“Sei in ritardo, Kanon, ma sono felice che tu abbia accettato di prendere parte a questa riunione…” lo salutò l’anziano maestro, con tono solenne.

“Risparmiamo i convenevoli, Maestro. Immagino di non essere stato chiamato per una partita a poker” tagliò corto Kanon. Unici presenti erano Mu ed Aldebaran:all’appello ancora mancavano Shaka, Milo e Aiolia, in missione all’estero, e naturalmente, quelle femminucce dei Bronze a cui erano state affidate delle vestigia dorate.

Doko assunse immediatamente un tono sbrigativo:”Ho conferito con Athena, prima che ripartisse, e sono stato messo al corrente riguardo l’amazzone”

“Bene”

“Sarò schietto, Kanon, non vedo di buon occhio la vostra cooperazione”

“Ed è lecito saperne il motivo?” controbattè il saint della Terza Casa, guardingo.

«Chetati» s’impose a sé stesso.

“Kora discende dalla casata di Pentesilea, è l’ultima amazzone sopravvissuta ed ha poteri che io stesso fatico ad immaginare…”

“Non me n’ero accorto, Maestro” commentò ironico l’ex generale degli abissi.

“È stata allieva di tuo fratello, hai idea di come reagirebbe?”

Allora era quello il succo della questione!Un’altra volta!

“Credete che io sia un bambino, che non sappia ciò che devo fare?!”

Mu intervenne pacato:”Non è questo, e tu lo sai. Non hai tenuto conto della sua reazione…”

Kanon sbattè un pugno contro una delle colonne:”Non sono affari che vi competono”

“A quanto sembra l’hai presa troppo sul personale anche tu –sentenziò Doko- Fino ad ordine contrario, resterete qui. La missione è sospesa, e l’amazzone è sotto la tutela del Santuario”

Gli occhi di Kanon dardeggiarono scarlatti, ma prima che potesse fare anche un solo gesto, i saints percepirono l’esplosione di un cosmo di notevoli proporzioni, come una tempesta che scoppia improvvisa a ciel sereno.

“Che diamine sta succedendo?”

Ma la domanda era inutile. L’identità di quel cosmo aveva già risposta.

«Vediamo, tende e tappeti sono a posto…Mancherebbero solo un tavolo e delle sedie nuove…No, poi Kanon veramente s’arrabbia se gli stravolgo la Casa…Perlomeno la Terza non sembrerà più uno squallido appartamento disabitato»

Kora guardò le nuvole bianche che correvano rapide nel cielo azzurro: tutto era cambiato, e niente avrebbe riportato il tempo indietro…

“Ehi, bella bionda”

Kora trasalì, voltandosi di scatto. Tre soldati appna più grandi di lei la guardavano sfacciatamente, poco distanti.

“Che volete?” domandò.

In risposta, uno di essi fischiò:”Certo che non è affatto male, Costas!”

«Che cosa?!»

“Non fa per me. Devo solo mettere in chiaro un paio di cosette con questa puttanella, e riprendermi la mia reputazione”

Kora socchiuse gli occhi in due fessure:”Come mi hai chiamato?”

“Hai anche il coraggio di far la finta tonta, sventola?Già forse dovrei rinfrescarti la memoria…Per colpa tua, io non sono diventato cavaliere”

“Stai dicendo un mucchio di fesserie”

Costas continuò:”Forza, fai uno sforzo col cervellino che ti ritrovi: ci siamo affrontati al torneo per divenire apprendisti saints, e tu mi hai sconfitto…scorrettamente s’intende. Eri già allieva di Saga di Gemini, era dunque superflua la tua partecipazione!”

Ricordi lontani che tornano…L’arena, i futuri gold saints della nuova generazione che lanciavano i primi colpi, iniziando a distinguersi come i migliori…Shion, il Sommo Sacerdote, seduto sul suo scranno d’avorio che parlava ai nuovi candidati…E poi i combattimenti, e una vittoria conquistata insieme a quelli che sarebbero poi divenuti compagni d’armi e amici per la vita…I complimenti lodevoli di Saga…

Kora non riuscì a non commentare, ironica:”Vorresti forse le mie scuse, soldato? Fu il mio maestro a farmi partecipare, non vedo perché avrei dovuto fare apposta a perdere contro di te”

“Sei solo una sgualdrinella che non è nessuno!” ruggì Costas.

L’amazzone di Lynx gli si avventò contro nell’arco di un respiro, ghermendogli la gola ed immobilizzandolo al muro di una delle case bianche che costituivano il piccolo villaggio ai piedi del Santuario.

Andros e Nachios scattarono per correre in aiuto del compagno, ma ne rimediarono soltanto due dolorosi calci al bassoventre.

Kora rialzò bruscamente Costas, accasciato dolorante a terra, ringhiandogli a denti stretti:”Sarò anche nessuno, ma tu ti sei lasciato battere da questa sgualdrinella che consideri una nullità, rammentatelo!”

L’uomo tossì, raspando l’aria in un rantolo che divenne una risata strozzata.

“Sei solo un mostro, come il tuo maestro…i mostri come voi…meritano solo la morte…”

Un lampo passò negli occhi verdi:”Cosa vai farneticando, razza di…”

“Sei stata allieva di un mostro sanguinario, e ora te ne vai in giro con il fratello, traditore del suo sangue, un bastardo che persino l’inferno ha risputato fuori” proseguì Costas, tornando a respirare normalmente, mentre la stretta della ragazza si allentava poco alla volta.

Mentiva…quel sfottuto bastardo mentiva…

“Che c’è, puttanella, sembri sorpresa…Non sei altro che una bugiarda, traditrice…Non sei diversa da loro…Sei stata addestrata da un bastardo, e ora che l’altro l’ha ammazzato, ti sei schierata con lui…sei proprio una…”

“FA’ SILENZIO!!!”gridò Kora, con tutto il fiato che aveva nei polmoni.

Sferrò un pugno allo stomaco della guardia, e Costas si piegò su sé stesso con un gemito; Andros e Nachios, che nel frattempo si erano ripresi, si lanciarono nuovamente contro l’amazzone.

“State indietro!” esclamò lei, schivando i loro colpi come se niente fosse; balzò alle spalle dei due soldati, li agguantò per il collo e li spinse l’uno contro l’altro, facendo cozzare le loro teste.

“Lo dicevo…sei solo un mostro come gli altri…”

Kora concentrò il proprio cosmo nella mano sinistra. L’avrebbero pagata cara.

“GALAX…”

“FERMATI KORA!”

Le braccia di Aldebaran la immobilizzarono,mentre uno dopo l’altro comparvero Doko, Mu e Kanon.

“Lasciami andare Al!” gridò la giovane, lottando per liberarsi.

“Calmati Kora!”

Il braccio destro della ragazza sanguinava copiosamente, macchiando persino lo spesso bendaggio.

Mu e Doko si sincerarono delle condizioni delle tre guardie, mentre Kanon si avvicinò alla ragazza.

“Che diamine è successo, Kora?!Ti rendi conto che li potevi ammazzare?!”

La sua voce era un misto di rabbia e preoccupazione.

“Che ne sai tu, che ne sai?!E se davvero l’avessi voluto fare?!A te che importa, non eri qui a sentire!” gridò la biondina, riuscendo a liberarsi dalla stretta del cavaliere del Toro, ma venendo immediatamente bloccata dal saint dei Gemelli.

“Per gli dei, calmati!”

Doko si avvicinò loro con la sua solita calma snervante:”Ora dimmi che cos’è accaduto”

“Quel bastardo! Ha osato…ha osato…Io…io non lo so che cos’è successo…” la ragazza trattenne a stento le lacrime.

Aveva reagito d’impulso, come se il sangue le avesse dato alla testa; improvvisamente, aveva voluto che quei tre morissero sotto le sue mani…

“Io…che mi sta succedendo…” mormorò, lasciandosi cadere sulle ginocchia, tremante.

Costas rise, nonostante fosse davvero malconcio:”Sei pazza, proprio come quel bastardo del tuo maestro”

“OSA RIPETERLO!” ruggì Kora, pronta ad avventarsi di nuovo contro il soldato, se non vi fossero stati ben tre gold saints a fermarla.

“Adesso taci” intimò Mu a Costas, il quale però proseguì:”Non è forse la verità?”

“Portalo via” ordinò il custode di Lybra al telecineta.

“Perché non glielo chiedi...chiediglielo a quel rinnegato, domandagli che cosa ha fatto a suo fratello!Indovina, di chi è la colpa della guerra del Santuario?”

L’amazzone trasalì, voltandosi a guardare Kanon.

“Mu, portalo via, ora!”

Il saint di Aries si smaterializzò insieme ai tre soldati.

Doko le parlò poggiandole una mano sulla spalla:”È tutto a posto, è finita…”

“Non è finito un bel niente!” ribattè Kora, la rabbia dipinta sul viso.

“Dimmi che è una menzogna –proseguì a bassa voce, guardando Kanon negli occhi- Dimmi che è una menzogna…”

Una supplica che non poteva essere esaudita.

“Kanon ti prego, dimmi che quel bastardo si è inventato tutto, che…”

“Non mentiva”

Il ragazzo non riuscì a sostenere oltre gli occhi spaventati di Kora, ed abbassò lo sguardo.

Non vide l’incredulità dipingersi sul suo volto.

A stento la udì mormorare:”Non…non è possibile…non ci credo…”

Incredulità. Quasi fosse uno scherzo.

Un tocco sulla sua spalla la scostò dal ragazzo, allontanandola di qualche metro.

“È stato tanti anni fa”

La voce atona di Doko, un sussurro del passato che arreca soltanto dolore.

Sentire narrare la propria storia, e chiedersi, con infinito ribrezzo per sé stessi:«Davvero ho fatto questo?Sono stato capace di compiere un gesto simile senza provare vergogna?»

“…Costretto a vivere all’ombra di Saga, relegato ad essere nulla più che il fratello minore di un Saint…”

Ascoltare ogni singola parola e rinnegarla allo steso tempo: per Kora, quella era la peggiore delle torture.

“L’ambizione e la bramosia di un potere sempre maggiore oscurano tutto, e spezzano anche i legami di sangue”

Realizzare che quella persona di cui ti fidavi, che stimavi, che iniziavi a considerare quasi un amico, altri non è che il bastardo che ti ha portato via tutto in passato.

Quanto vale, la vita di un fratello, in confronto al potere sul mondo?Quanto si può essere empi, da giungere a maledire e condannare alla perdizione quella persona con cui condividi il medesimo sangue?

“Non potendo tollerare oltre la condotta di Kanon, non dopo la minaccia di una congiura ai danni di lady Saori ed Aiolos di Sagitter, Saga condannò all’esilio perpetuo il fratello, relegandolo nella prigione di Capo Sunio, lontano dal Grande Tempio…”

La ragazza trasalì, al ricordo della loro prima missione in quel luogo…sembravano essere passati anni.

«Non può essere…»

Fratello contro fratello. Due guerre erano state causate da quell’uomo…Uomo dal cuore di demone…

Ambizioni per cui aveva addirittura sfidato gli dei, incurante della loro ira.

Macchiarsi d’infamia, per poi redimersi.

Ma certe colpe non si lavano; e una morte innocente non può essere ripagata con un semplice ‘mea culpa’.

Kora s’accorse solo dopo molti istanti che Doko aveva finito di parlare; il cielo era divenuto plumbeo, foriero di tempesta.

Una tempesta che aveva già colpito e stravolto tutto.

Aveva scelto di fidarsi…E, ancora una volta, era stata ripagata nel peggiore dei modi.

Kanon attendeva, in silenzio, il capo chino a terra.

Poteva solo attendere.

Invece, non accadde nulla.

Un rumore sordo, accompagnato dal bubbolio lontano di un tuono. Un altro, immediatamente dopo.

Passi, mentro l’ombra disegnata sul pavimento di marmo si avvicina.

“Kora…” la chiamò Aldebaran, che però non potè fare a meno di scansarsi al passare della ragazza. L’amazzone non diede segno d’aver udito.

Gocce di pioggia caddero dal cielo nero, tingendo il mondo di grigio.

I passi risuonavano sul pavimento, sempre più vicini, e Kanon non osava alzare lo sguardo. Improvvisamente, aveva paura.

Anche la voce di Doko si perse nell’aria tempestosa, mentre lei si allontanava in silenzio, con la testa reclina, gli occhi celati dietro ai ciuffi dorati della frangia.

E lui, con quale coraggio osava lasciarla andar via così?

Kanon alzò la testa deciso, parandosi davanti alla ragazza:”Kora, ti prego, aspetta…”

Un fulmine rischiarò a giorno l’improvvisa notte.

“Taci”

La voce della giovane gli fece più male di una pugnalata.

Gli occhi glaciali di lei lo trapassarono da parte a parte.

“Non osare rivolgermi la parola, non osare sfiorarmi”

“Kora…”

“Non ti voglio sentire, né vedere. Mi fai schifo”

Kora superò Kanon con un balzo, poi iniziò a correre.

Via, sempre più veloce, il più possibile lontano, incurante del diluvio.

Lacrime amare si mescolarono alla pioggia che ora cadeva fitta.

 

 

Fine capitolo

 

Ciao!! Quanto tempo!

Scusat il ritardo, ma ho avuto non pochi problemi (familiari e personali)

che mi hanno impedito di concentrarmi sulla conclusione del capitolo,

che era già pronto da un mese a questa parte. SORRY.

Spero che ora i casini siano passati! :P

Volevo lanciare una proposta: a qualcuna andrebbe di collaborare nella stesura della

storia? Ho visto che bellissimo lavoro sta diventando l'ultima fiction di War, e magari, se

a qualcuno va, si potrebbe fare un tentativo e trasformare Devil's Heart in una round robin(spero sia il termine corretto).

Naturalmente, a chi è favorevole, basta lasciarmi un mex che poi gli passo il mio contatto msn.

La storia l'ho già "pensata" sino alla fine (Synno ne sa qualcosa!), ma mi piacerebbe che ne nascesse una collaborazione!

Fatemi sapere!

A presto!

Mizar

 

PS: Kanon nel prossimo capitolo lo vedo MOLTO MALE...

 

 

  
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