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Autore: Poppodaja    20/03/2013    2 recensioni
Vi propongo un finale alternativo all'altrimenti breve e triste vita di Severus Piton. Recluso nella sua casa a Spinner's End, dopo la fine di Vol… Colui-che-non-deve-essere-nominato e della battaglia, deve affrontare la solitudine e la compagnia dei vecchi ricordi.
Piton si troverà tra le mani la possibilità di rivedere ancora Lily, tre volte ancora. Ma il vecchio amore sarà accompagnato da un nuovo sentimento, insospettabile. Un angelo caduto, senza aureola e con le ali spezzate.
- Quando ti capita una magia, una magia vera dico...non devi mai fartela scappare! -
Nuovi e vecchi amori per Piton! E un pizzico di avventura! Spero vi piacerà...
Alcuni dei personaggi da me utilizzati sono frutto dell'infinita immaginazione di J.K.Rowling e non ho assolutamente fini di lucro nell'utilizzarli.
Adios.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton, Sorpresa | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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 < < Profumo di Gigli > >


Il calderone ribolliva pacato in un angolo della stanza buia. I vapori della pozione avevano disteso un pallido velo di condensa sulla superficie del tavolo su cui erano disposti con ordine maniacale i pochi ingredienti rimasti.
Piton sedeva in una poltrona sfondata, silenzioso e assorto.
Sulle ginocchia era adagiata la scatola di Lily, ripulita dalla polvere con lacrime e devozione.
All'interno custodiva ancora il suo prezioso segreto, il fermaglio con quei tre, splendidi, fili di rame intrappolati nella ruggine e rimasti nascosti fino a quel momento.

Piton non riusciva ancora a capacitarsi di come non avesse potuto trovarli prima. Quante volte aveva tenuto tra le mani quel fermaglio, sognando Lily.
Da quando aveva stretto il suo cadavere tra le braccia lo aveva però messo via. Vent'anni erano passati.
La vecchia pendola battè le sei. Piton si alzò e con movimenti lenti e sicuri gettò gli ultimi ingredienti nella pozione fumante. L'indomani mattina tutto sarebbe stato pronto e lei sarebbe tornata.
 
Il vicolo era deserto. Silenzioso e umido nella nebbiosa mattina autunnale.
La ragazza spuntò quasi dal nulla, bianca ed evanescente come la nebbia stessa.
Portava sul viso i segni di una nottata di lavoro. Il trucco sbavato, i ricciuti capelli biondi, scompigliati. Indossava un abito vistoso, color smeraldo, stretto in vita da un corpetto di pelle.
-Mi pagherai il doppio per l'alzataccia bellezza!- annunciò con graffiante voce roca non appena individuò Piton, curvo e nero nell'ombra del vicolo.
-Dubito che tu abbia dormito- sentenziò egli in tutta risposta e senza aggiungere altro le diede le spalle.
La condusse con discrezione in un intricato dedalo di piccole viuzze fino a riportarla nella medesima Spinner's End in cui si erano dati appuntamento.
La ragazza non sembrò accorgersi del depistaggio. Continuava a sfregarsi gli occhi e a macchiarsi ancor di più il viso stanco di trucco scuro.
-Entra- le disse Piton, tenendo aperta la porta del suo appartamento. La richiuse di scatto non appena quella ebbe oltrepassato la soglia.
-Ma che amore di casetta! Le ha ricamate tu le tende!?-. Piton sembrò non apprezzare il sarcasmo della ragazza. Quella sbuffò e si lasciò cadere nella poltrona sfondata.
-Tu non parli molto- constatò sbadigliando.
-Tu troppo- fu la secca risposta.
Piton aprì una vetrinetta e ne estrasse una bottiglia di liquido ambrato assieme a due bicchieri. La mano gli tremò mentre posava il tutto sul tavolo.
La ragazza parve non accorgersene, impegnata com'era ad esaminare il dimesso e triste ambiente del salotto. L'indelicata smorfia sul suo viso tradiva i suoi pensieri.
Piton si concesse un solo istante per controllare che ogni traccia del calderone e della pozione fossero effettivamente spariti a dovere. Tranquillizzato prese a versare con un colpo di bacchetta il liquido nel bicchieri.
-Da bere- annunciò. Non era un invito, ne la cortesia di un ospite. Era un ordine.
La ragazza dovette cogliere il tremolio nella voce o quel lampo di euforia che gli attraversò gli occhi corvini. Si fece accorta.
-Stai cercando di avvelenarmi?- domandò seria.
Piton deglutì con freddezza. Aveva dovuto affrontare situazioni ben più pericolose e tese di quella per lasciarsi intimidire.
-Non vedo perché dovrei- rispose.
La strega convenne. -Vuoi drogarmi allora, nella speranza di non dover pagare- concluse saggiamente, stuzzicandosi i ricci scomposti.
-Sarebbe senz'altro più sensato- fu il lento biascichio di risposta -ma non è mia intenzione. Il tuo compenso è lì- e indicò il piccolo gruzzolo di Zellini e qualche Falce.
La ragazza li prese e li esaminò con cura, sfiorandoli con gli attenti occhi grigi.
-Sono ben pochi, ci fai un ora- lo avvertì alzando lo sguardo su di lui.
Piton non battè ciglio. -Non ho bisogno di un minuto di più-.
-D'accordo allora, non ho tempo da perdere- riprese quella, alzandosi e iniziando ad armeggiare con il corpetto con gesti sicuri e veloci.
-Ferma- La voce di Piton si incrinò curiosamente nel pronunciare quelle parole.
-Vuoi farlo tu?- domandò la strega, avvicinandosi con passo felino.
Piton sentì l'orlo della sua voluminosa gonna sfiorargli le caviglie.
-Da bere- ripeté, lanciando uno sguardo ai bicchieri colmi sul tavolo e protendendosi verso di esi.
-Non ne ho voglia- rispose lei, fissandolo dal basso in su. Piton iniziava a spazientirsi.
- D'accordo- sbuffò e con un colpo di bacchetta sfiorò uno dei bicchieri. Il contenuto ambrato di quello si tramutò in un composto fangoso. -Un Galeone se lo berrai-.
La strega indietreggiò di un passo. Non sembrava troppo stupita dalla proposta. -Tutto qui?- chiese, dando in una risata -vuoi che beva della Pozione Polisucco?-
Piton non seppe come interpretare quella reazione.
-Non sai in quanti me lo chiedono, alcune mie colleghe lo inseriscono nelle offerte di listino- spiegò quella. -Tu chi hai scelto?- chiese poi.
Piton deglutì. Le sue mani ebbero un tremito. -Non è affar tuo- sibilò, prima di sfilarsi qualcosa dalle tasche.
Aprì con estrema delicatezza l'involto di stoffa e ne estrasse un filamento ramato che brillò nella fioca luce della stanza. Lo fissò per qualche istante, in silenzio.
Tutta la sua felicità era racchiusa in quel capello.
Avrebbe di nuovo respirato il profumo di gigli e rivisto quegli occhi. I suoi occhi, così unici, così splendenti. Quegli occhi che Voldemort gli aveva portato via e prima di lui quel Potter.
Strinse i denti con rabbia. Ma ora sarebbe stata unicamente sua, l'avrebbe avuta con se, per un ora.
Ancora.
 
                 -Tic toc…il tempo passa-
 
Piton sollevò lo sguardo di scatto. -Cosa?- domandò.
-Non ho tutto il giorno- sentenziò la strega. Fissò il suo sguardo intelligente su Piton e lo scrutò.
L'uomo si ritrasse come punto da uno spillo.
Senza indugiare oltre lasciò che il capello scivolasse nel bicchiere. Lo vide galleggiare per un momento sulla superficie grumosa e scura della Pozione e poi affondare.
Un istante dopo il composto si era tramutato in una splendente sostanza vellutata, di un caldo color caramello.
Il profumo di gigli che ne scaturì sembrò scuotere la casa dalle fondamenta e Piton vacillò.
Lily era lì, tutta in quel bicchiere.
La mano screpolata ed evanescente della strega lo afferrò, con così poca grazia che Piton avrebbe voluto strappargliela.
Sollevò lo sguardo sulla ragazza mentre quella si portava il bicchiere alle labbra.
Era piccola, stravolta; così misera in quella veste da adulta svenduta che non le apparteneva. Piton si pentì per un solo istante di ciò che stava facendo.
Poi la vide tremare. Il bicchiere cadde a terra con un tonfo.
Schegge di vetro saettarono in ogni direzione mentre i contorni della ragazza mutavano.
I capelli si lisciarono e scivolarono come cascata di rame lucente su spalle esili. Il viso si colorò di rosea freschezza e due occhi verdi come i prati in primavera ammiccarono dietro le palpebre delicate.
Piton sentì un tuffo al cuore. Un sudore freddo lo invase.
 
E furono gigli.
  
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