Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Leyton_Nenny    20/03/2013    4 recensioni
Belle si guarda allo specchio.
E automaticamente sa di non essere abbastanza.
Non abbastanza carina, non abbastanza simpatica. Non abbastanza intelligente.
Non abbastanza sotto ogni punto di vista.
Non sorride abbastanza, non parla abbastanza. Non agisce abbastanza.
Non è abbastanza. Non può fare abbastanza.
Non amerà mai abbastanza, e non sarà mai abbastanza.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Not Enough

18# Read my music
 

  

 

 

 

 

 

 


Quello stesso pomeriggio, Belle si fece accompagnare da Harry nella casa che divideva con Lia, con tutta l'intenzione di raccogliere le proprie cose: facendo il più in fretta possibile, mise alla rinfusa i propri abiti nella valigia ed afferrò il suo peluches - senza di quello non si sarebbe mai mossa, era il suo portafortuna.

Lia aveva osservato malinconica tutta la scena, restando sempre nell'indecisione: doveva parlare o forse era meglio restare in silenzio? Sospirò.

“Belle, qui... qui c'è sempre un posto per te, lo sai” azzardò infine, la mora era già sulla porta.

“Mi spiace, ma non mi sento più di chiamare casa questo posto. Anzi, non me la sento di chiamare famiglia una come te” le rispose guardandola negli occhi con freddezza. La rossa sospirò.

“Se mai vorrai un caffè decente...” provò ancora, prima che l'altra la interrompesse.

“Andrò da starbucks” concluse uscendo e chiudendosi la porta alle spalle, lasciando Lia ad osservare il legno basita.


“Tutto okay?” chiese Harry dopo qualche minuto, rompendo il silenzio che si era imposto tra loro non appena erano saliti in macchina.

“Certo – provò a sorridere – me ne sto andando, no? E tra poco troverò una casa solo per me, cosa c'è di meglio? In fondo ero stufa di vivere in compagnia. Insomma, dividere il bagno e l'armadio, non fa proprio per me” concluse continuando a fissare l'asfalto.

“L'armadio eh?” ripeté lui, trattenendo una risata.

“Ehi, almeno qui ho qualcuno che mi rammenda i calzini”

“Se volessi potrei anche cucinarti una cena” rispose lui annuendo fiero delle proprie doti.

“Certo, specie perché hai fatto la spesa, vero?”

“No, ma ci sto andando adesso”

“Okay, comunque sul serio, Harry, non perché non mi fidi delle tue doti culinarie ma, ecco, sono un po' troppo giovane per morire, non credi?”

“Esagerata, al massimo ti prendi un'intossicazione alimentare” rispose lui, continuando lo scherzo.

“Sempre meglio che morire carbonizzata”

Continuarono a ridere mentre cercavano di accantonare le spiacevoli sensazioni di Belle: un tentato stupro da parte del proprio datore di lavoro e la perdita della propria migliore amica a distanza di pochi giorni erano troppo da digerire, Harry lo sapeva. Ma sapeva anche che la sua nuova coinquilina era una ragazza forte, determinata.

“Cosa vuoi per cena?” chiese lei non appena ebbero sistemato la spesa e i vestiti di Belle: Harry aveva fatto del suo meglio per farle spazio nell'armadio. Ora la ragazza si stava divertendo a frugare tra i suoi abiti. E la cosa era abbastanza imbarazzante.

“Oddio, hai le mutante e la maglia di Superman, non ci posso credere!” urlò lei tra le risa mostrandogli i capi, come se lui non li conoscesse.

“La pianti di trovare gli abiti che quasi non sapevo di possedere?” la riprese lui, cercando di afferrare i vestiti. In poco tempo, lei si ritrovò sdraiata sul letto, con lui sopra che le premeva sopra le gambe per evitarle di fuggire.

“Andiamo, sai, noi donne impariamo molto, curiosando nell'armadio di un uomo” esplicò lei, quando lui le ebbe strappato di mano le mutande e la maglia.

“Io invece imparo molto dalla musica che una persona ascolta” si lasciò sfuggire Harry. Belle sorrise.

“Allora devi assolutamente vedere il mio ipod” esclamò lei facendo pressione contro il suo busto: il suo volto era molto vicino a quello di Harry, il ragazzo poteva sentire il suo respiro solleticargli le labbra.

Confuso e stordito dal suo profumo e da quella sensazione, la liberò dalla presa, lei armeggiò per qualche istante con la borsa, prima di consegnarle un apparecchio decisamente rovinato.

“Innanzitutto, si può dire che sei una persona che ama i ricordi: questo qui, ad esempio, deve avere almeno una decina d'anni” esordì.

“Quasi undici” esplicò lei, stupita.

Harry sorrise ed accese l'ipod.

“Allora, tra i più ascoltati abbiamo Naive, dei The Kooks: sei una persona spensierata, ma che ha una grande paura di soffrire. Sei ingenua, come dice il titolo della canzone, dalla successiva, Love me do, si capisce che sei una persona romantica, una che crede nel principe azzurro, anche se non sei coerente: ci sono così tante canzoni tristi, che parlano di amori finiti, direi che ci credi, all'amore, ma che hai paura di essere illusa, per questo fingi a te stessa che non esista, che non arriverà mai nessuno a salvarti, per quanto lo cerchi. E questo lo dice chiaramente la canzone dei Nickleback, saving me, la numero quattro. Ma dimmi una cosa, perché hai chiamato Liam, se credevi che nessuno sarebbe mai venuto?”

“Perché sarebbe stato da masochisti, non chiedere aiuto”

“Ma sono apparso io”

“Già, ancora non me ne capacito. Perché sei venuto?”

Harry abbassò lo sguardo, ponderando a lungo la risposta, prima di capire che la cosa migliore sarebbe stata non rispondere. Sospirò.

“Andiamo a cena? Sto morendo di fame!”

“A chi lo dici! - rispose lei, saltando giù dal letto – io farò la cena, per questa volta. Ma tu devi rifare il letto, altrimenti dove dormiamo stanotte?”

Harry la guardò stupefatto: avrebbero dormito insieme anche quella notte. Sorrise.

“Tranquillo, appena trovo qualcos'altro me ne vado, promesso”

“Non mi dispiace la tua presenza – azzardò lui – per quanto a te possa piacere non dividere l'armadio e cose varie, a me piace, avere qualcuno che mi cucina la cena” commentò, guadagnandosi una cuscinata sul viso.

“Sognati che ti faccia da cuoca. E poi, dopo cena, sta a te lavare i piatti”

“Esiste la lavastoviglie”

“Okay, allora la carichi tu” rise lei facendogli una linguaccia prima di affrettarsi al piano di sotto, lasciando Harry a pensare a quanto potesse essere strano, vivere con qualcuno. Non era da lui. Ma vivere con lei gli risultava straordinariamente naturale. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve!
Rifatevela con la tendinite se ci ho messo tanto a postare u.u
No vabbè, a parte che mi scuso per il ritardo che non è assolutamente colpa mia, vi ringrazio per aver letto il capitolo.
Siamo quasi alla fine, ed io sono disperata all'idea di concludere. 
Non ce la posso fare.

With Love <3
-J

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Leyton_Nenny