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Autore: sakuraelisa    20/03/2013    1 recensioni
Blaine è rimasto vedovo a crescere sua figlia Melanie, convinto che per lui l'amore non esistesse più decide di vivere solo per lei, ma quando il destino si mette di mezzo, tutto è possibile.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Mike Chang, Tina Cohen-Chang | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo dicianove

 

 
Era l’inizio di settembre quando Kurt decise che era arrivata l’ora di andare a trovare suo padre e Carole per presentare loro finalmente la sua nuova famiglia: erano settimane che parlava a Burt di Blaine e Melanie e non vedeva l’ora di presentarglieli.
Ormai abitava con loro già da un po’ e non poteva ritenersi più felice: ogni mattina si svegliava e trovava Blaine che lo guardava sognante. Perdersi nei suoi occhi già alle prime luci della mattina era una sensazione meravigliosa, sentire le sue braccia stringerlo forte e rannicchiarsi contro il suo fianco era bellissimo. Se solo ci pensava, diventava subito rosso in viso e iniziava ad emozionarsi subito all’idea che questo era possibile ogni giorno.
Era quasi arrivato a casa, percorse l’ultimo tratto del vialetto quando una folata di vento lo distrasse all’improvviso e alzò il viso per guardare il cielo condito di tante nuvole bianche; era felice, molto felice della sua nuova vita e un sorriso comparve sul suo volto quando vide da lontano due figure che conosceva sin troppo bene.
Blaine e Melanie si stavano avvicinando e la sua gioia aumentò: la bimba lasciò la mano del suo papà e gli corse incontro, Kurt si abbassò e allargò le braccia pronto a prenderla.
Nel momento in cui la strinse la sua giornata divenne completa, le bacio la fronte e le accarezzò i capelli.

“Hey piccola!”

Lei gli sorrise in maniera quasi esagerata e si sporse per poterlo baciare sulla guancia.

“Ciao papà!”

Blaine li raggiunse e attese che lui si sollevasse da terra, Kurt lo guardò solo un istante lungo come un soffio di vento e poi si alzò.

“Hey tesoro che fai lì fermo? Ho bisogno di un tuo bacio” disse Kurt.

Melanie si voltò e gli fece una piccola smorfia per farlo ridere.

“Se non lo vuoi tu me lo prendo io a papà” gli disse scherzosa.

Blaine si destò e facendo dei piccoli ma veloci passi li raggiunse del tutto e dolcemente spostò la sua bambina posandole teneramente le mani sulle sue
spalle minute.
Quando si trovò davanti alla perfezione che lui comunemente chiamava Kurt tutto il mondo intorno a sè perse improvvisamente importanza. Quelle
iridi blu lo osservavano impazienti della sua prossima mossa e lui con molta calma e tranquillità le accontentò.
Posò teneramente le mani sulle sue guance e per un secondo si perse nel toccare la sua pelle soffice e morbida, sussurrò un ti amo a voce e bassissima e solo quando sentì quel ti amo tornare indietro con quel sorriso tanto innamorato del suo compagno, lo baciò. Un tocco a fior di labbra, un semplice ma significativo accenno del loro amore reso tangibile e sempre reale con i loro contatti sempre presenti.
La bambina sorrise al loro gesto e attese paziente il suo turno, quando Blaine si staccò succhiando un’ultima volta il labbro inferiore del suo fidanzato, rivolse a lei la sua attenzione.

“Amore penso che sei arrivata tardi, lui è tutto mio” disse attirando a se Kurt, portando un braccio intorno alla sua vita e sorridendole sornione.

“Se vuoi però ... lo posso condividere con te, sempre se lui vuole” continuò voltandosi verso di lui e baciandolo sulla guancia.

Kurt si lasciò stringere e sorrise beato a quelle parole e a tutta la dolcezza che ogni giorno Blaine e Melanie gli riservavano, era davvero un uomo
fortunato e se ne rendeva conto ogni secondo di più.
Rientrarono in casa e mentre Melanie corse subito in camera sua per giocare e attendere il pranzo, loro due raggiunsero il salotto. Più che altro Kurt trascinò Blaine tenendolo per la mano impaziente di dargli la lieta novella.
Quando si sedettero Blaine stava attendendo curioso e Kurt si avvicinò di più a lui e gli prese le mani tra le sue, lo baciò una sola volta sulla bocca e poi parlò.

“Ho preso una decisione importante stamane” gli disse emozionato.

Blaine poteva vedere l’eccitazione nei suoi occhi bluastri quel giorno resi più chiari, quasi tendenti al celeste chiaro, dalla luce del sole che filtrava dalla finestra posta alla loro destra.

“Dimmi amore”

Kurt fece un piccolo sospiro prima di parlare ma alla fine non resistette più.

“Ho pensato che questa settimana che sta arrivando potremo fare visita alla mia famiglia, così mio padre e Carole potranno conoscere te e Melanie” gli
disse con un sorriso felice dipinto sul viso.

Blaine lo osservò attento: sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento, ma era lo stesso molto spaventato all’idea. Dopotutto stava andando a conoscere il padre del suo compagno .. . e se non fosse stato d’accordo con il loro rapporto? Se non lo riteneva all’altezza di suo figlio? Se pensava che diventare padre fosse una responsabilità troppo grande per Kurt?
Proprio quest’ultimo si accorse subito dell’aria spaventata che offuscava gli occhi del suo fidanzato, così gli strinse più forte le mani e si sporse verso di lui.

“Tutto bene Blaine? Pensi che sia presto?” gli domandò quasi spaventato all’idea di aver fatto un passo troppo grande nella loro relazione.

Blaine abbassò il volto e soffermò lo sguardo sulle loro mani intrecciate e per un secondo si perse nei meandri della sua memoria, a quando si conoscevano appena, a quando a lui era bastato un secondo per capire che Kurt era quello giusto. Si destò qualche minuto più tardi e si accorse che il suo compagno lo stava guardando preoccupato, poteva leggere l'ansia nelle sue pupille blu, così scosse la testa e si apprestò a consolarlo subito.

“Tutto bene, pensavo solo che...”

“Che?”

“Pensi che tuo padre accetterà ogni cosa? Dico il nostro rapporto? Il fatto che tu voglia diventare il papà di Melanie?”

Kurt sorrise e gli lasciò un tenero bacio sulle labbra, un lieve tocco appena accennato.

“Blaine, se ho deciso di presentarvi a mio padre e a Carole, è proprio perchè so che vogliono conoscervi.. sono mesi che parlo a papà di te e lui non vede l’ora di conoscere il bellissimo uomo che mi ha reso felice e la sua splendida figlia”

“Nostra figlia” puntualizzò Blaine sorridendo leggermente.

“Si, la nostra bambina” confermò Kurt rispondendo al suo sorriso.

“E allora quando dobbiamo partire?”

“Questo lunedì, una settimana prima dell’inizio della scuola ... tu puoi chiudere il panificio per qualche giorno ... puoi prenderti delle ferie, sempre se ti
va, ovvio ... ” finì di sospirare pensieroso.

“Ma certo che mi va” rispose Blaine sporgendosi e abbracciandolo stretto.

Kurt si strinse a lui e poggiò la testa sulla sua spalla, mentre Blaine continuava a passargli una mano sulla schiena per rilassarlo; si stavano perdendo nella loro bolla d’intimità quando un rumore proveniente dalla cucina attirò la loro attenzione. Si separarono guardandosi curiosi e si alzarono dal divano quasi in sintonia.
Arrivarono in cucina e videro Melanie chinata per terra intenta a raccogliere i pezzi di quello che una volta doveva essere un bicchiere, lei si accorse quasi subito che qualcuno la stava osservando, sollevò il viso e rise imbarazzata della sua goffaggine.
Li stava guardando ancora mortificata quando Kurt la raggiunse e si inginocchiò per aiutarla.

“Non mi sgridi?” gli chiese Melanie.

“Perchè dovrei?” le domandò Kurt a sua volta.

“Sono talmente distratta e stupida a volte”

Lui portò una mano sulla sua guancia.

“No tesoro, non lo sei, hai solo sette anni, credimi ... è normale ” le disse cercando di consolarla.

Rimasero ancora seduti per terra a raccogliere i pezzi di vetro, mentre Blaine era rimasto fermo poggiato sul ciglio della porta, ad ammirare uno scorcio di quella che sarebbe stata la sua vita in futuro, era così felice che poteva finalmente dire a voce alta di avere una famiglia.
Raccolsero e buttarono tutto nel cestino proprio di fianco alla credenza, poi Kurt prese Melanie per mano e andò a sedersi su una delle sedie del tavolo, portandosela sulle ginocchia. Lei si sistemò portando le sue braccia intorno al collo e guardandolo meglio negli occhi, tanto simili ai suoi, ma più belli e luminosi.

“Piccola devo dirti una cosa” esordì Kurt.

“Dimmi tutto”

“T-ti piacerebbe conoscere la mia famiglia?”

Lei lo guardò confusa per un attimo, temendo di non aver capito bene la sua domanda, poi però pensandoci meglio, forse non si riferiva a lei e al suo papà.

“Intendi dire il tuo papà e la tua mamma?”

“Si, il mio papà e la mia matrigna in realtà” le confermò.

“Non hai più la tua mamma?”

“No tesoro” le disse lui accarezzandole lieve una delle sue braccia.

“È morta quando avevo otto anni, più o meno alla tua età”

Melanie quasi come se fosse la cosa più naturale del mondo lo abbracciò forte, cercando di consolarlo, non gli piaceva per nulla vedere il suo volto triste.

“Mi dispiace molto papà” gli disse.

Kurt s’incantò per un secondo lungo un’eternità, perso in quella parola appena accennata da quella dolce bambina che in quel momento lo stava stringendo.
Lo aveva chiamato papà, ed ogni volta che succedeva era meraviglioso, adorava sentirselo dire: sognava da quando era piccolo che un giorno avrebbe tanto voluto avere un marito e una figlia o un figlio ed ora era tutto divenuto realtà.
Strinse forte la sua bambina, l’allontanò da se e poi la baciò dolcemente sulla fronte posandole le mani sulle sue guance leggermente paffute.  

“Va tutto bene, se vuoi quando andiamo a Lima potremo andare insieme al cimitero così ti potrò presentare per bene”

“Penso che sia ok” rispose lei contenta.

Kurt solo allora si rese conto del sorriso orgoglioso dipinto sul volto del suo compagno che li stava guardando ammirato già da un po’, poggiato allo stipite della porta della cucina.
Si sorrisero un momento e rivolse di nuovo lo sguardo verso la piccola Melanie scostandole un ciuffo dalla fronte.

“Sì, è ok tesoro” le disse tornando ad abbracciarla stretta.


*****


La notte arrivò molto in fretta, in quella giornata passata velocemente; avevano pranzato in armonia, avevano passato il pomeriggio tutti insieme. Kurt aveva aiutato Melanie a fare i suoi compiti e Blaine aveva cucinato per loro i biscotti, che avevano mangiato insieme al thè nel tardo pomeriggio e la sera erano andati a cena fuori in un piccolo ristorante non molto lontano dalla loro casa, per festeggiare la vicina partenza per Lima. Ed ora eccoli là, sdraiati nel loro letto, teneramente avvinghiati a guardarsi negli occhi, poco prima avevano messo a dormire la piccola e nella loro stanza si sentivano solo i versi dei grilli che accompagnavano il loro silenzio.
Fu Blaine il primo ad interrompere quello stato di grazia.

“Non sapevo che tua madre fosse morta quando eri piccolo” sussurrò a bassa voce stringendolo a sè.

“Avevo solo otto anni”

Blaine poggiò la fronte sulla sua e attese che Kurt iniziasse a raccontare: voleva conoscere ogni cosa di lui, non aveva mai detto molto del suo passato e lui aveva sempre atteso pazientemente che lui si aprisse con lui ed ora Kurt si stava confidando e lui voleva solo stringerlo forte.

“Era molto malata, io non lo sapevo e il tempo con lei è uno dei ricordi più cari della mia infanzia”

Blaine continuò ad ascoltarlo senza fare domande.

“Quando è mancata, ho sentito come un vuoto, non sono riuscito a piangere nemmeno una volta” disse sospirando appena.

“Puoi piangere adesso se vuoi” gli sussurrò Blaine baciandogli la punta del naso

Kurt sorrise a quel gesto così intimo e dolce, alzò gli occhi e con le dita gli accarezzò leggera la clavicola coperta dalla sua maglietta bianca.

“Pensi che potrei?”

Blaine annuì, così lui non poté fare altro che appoggiare la testa contro il suo petto e far uscire quelle lacrime che tanto chiedevano il permesso di fuoriuscire. Inizio a piangere e Blaine lo strinse a sè, cercando di consolarlo e di farlo sfogare.
Kurt pianse per quelle che sembravano ore, con le braccia del suo compagno che lo circondavano e gli davano la forza per continuare a raccontare.

“È stata così dura, ero solo un bambino e mia madre mi mancava da morire” disse tra le lacrime.

“Ma avevi tuo padre”

“Sì, io e mio padre dopo la sua morte siamo diventati più uniti, lui mi ha accettato completamente ... solo che a volte sento la sua mancanza, lei era speciale.. Era una donna meravigliosa, Blaine” finì alzando il suo viso e incatenando i suoi occhi a quelli del suo compagno che lo stava fissando e a
Kurt non piaceva quello sguardo.

Gli prese il viso tra le mani cercando di far andare via la tristezza dalle sue iridi color nocciola.

“Non devi essere triste per me Blaine, io non lo sono”

“Hai perso tua madre quando eri piccolo, è una cosa triste Kurt” gli disse Blaine cercando di non far cadere nemmeno una lacrima sulle dita che circondavano il suo volto.

“Per questo voglio stare vicino a Melanie” continuò

“Lei non è sola Kurt, ha noi e ci sono le ragazze se avrà bisogno”

Kurt annuì sporgendosi verso di lui, baciandogli prima la fronte, le guance una ad una, quel punto appena sotto la mandibola, poco sopra il collo ed infine le labbra, ogni tocco appena accennato era una scossa di brividi per Blaine.

“Lo so Blaine e sono felice che ora ci sei tu con me”

“Ogni minuto del giorno”

“In ogni istante amore” gli confermò Kurt baciandolo ancora.

Blaine sorrise a quelle parole dolci e tanto significative, strinse più forte la presa intorno alla sua vita e appoggiò la testa sulla spalla per farla ricadere poi sul suo petto lentamente.

“Posso levarti la maglietta?” gli domandò teneramente.

Blaine rise all’improvviso, era bastata una semplice battuta del suo fidanzato per distoglierlo dai quei brutti pensieri e per farlo ritornare il solito Blaine.
Sollevò la testa e lo baciò, un accenno di labbra che durò poco più di un istante, ma che servì loro per farli rilassare. Blaine si alzò sui gomiti e si mise seduto sollevando le braccia in alto, Kurt fece la stessa cosa e piano portò le sue mani sul bordo della sua maglietta e sempre lentamente gliela sollevò fino a sfilargliela del tutto.
Kurt si abbassò leggermente e posò delicate le labbra sul suo petto proprio al suo cuore che batteva forte per l’eccitazione.

“A quanto pare batte solo per me”

Blaine gli portò le mani sulle spalle e lo attirò a se in una forte stretta.

“Sempre e solo per te”.

Si scostò da lui e sfilò anche la sua maglia: era sempre molto eccitante per Blaine poterlo spogliare, avere quella libertà di poterlo toccare in ogni punto del suo corpo e di poterlo fare per il tutto il tempo che voleva.
Rimasero a guardarsi per qualche minuto, persi nei loro ricordi lontani, per poi ritrovarsi in quelli nuovi.
Il primo a portarsi in avanti fu Kurt che spinse Blaine sulla schiena, si posò dolcemente sul suo corpo, sentiva già la sua pelle che iniziava a riscaldarsi, a causa del caldo di quei giorni percepiva ogni minimo tocco con più enfasi. Le mani del suo compagno iniziarono a vagare solitarie sulla sua schiena percorrendo ogni centimetro della sua spina dorsale con le dita.
Kurt continuava a passare le labbra tutto intorno al suo viso, non riusciva a staccarsi, aveva bisogno di sentirlo e di assaporare ogni punto. Quando iniziò a succhiare quel punto sotto la mandibola, sentì Blaine ansimare sotto di lui e sorrise. Era conscio di poter portarlo al limite ogni volta che voleva, sapeva bene quali tasti toccare per farlo gemere.
Si staccò da lui e poco prima di alzarsi per spogliarsi del tutto, si poggiò sui gomiti e portò le sue mani intorno al suo viso.

“Posso chiederti una cosa?”

“Pr-proprio in questo momento Kurt?” gli rispose Blaine con quella voce resa affaticata dai loro recenti movimenti.

“Si” rise lui in risposta.

“Aspetta”

Blaine posò le mani sulle sue braccia e lo spostò da se, si mise seduto e aiutò Kurt a fare lo stesso, gli baciò una guancia e poi gli prese le mani tra le
sue.

“Dimmi”

“Volevo solo chiederti una cosa”

“Avanti” lo incitò Blaine.

“Quando andremo a Lima, e porterò Melanie a conoscere mia madre, vorrei tanto che venissi anche tu”

“Tutto qui?”

Kurt annuì in risposta.

“Amore, sarei venuto comunque, sono talmente impaziente di conoscere il tuo mondo che non vedo l’ora di partire”

“Davvero?”

“Davvero”

Kurt si lasciò andare e si aggrappò a lui. Blaine lo trascinò sul suo grembo e si distese sulla schiena trascinandolo sopra di lui.

“Andrà tutto bene, Kurt”

Lui non rispose e portò le labbra sul suo cuore ascoltando felice il suo battito solo per lui.

“A quanto pare anche il tuo cuore batte solo per me”

“Non dovevi avere nessun dubbio su questo”

Lui sorrise e non rispose, si limitò a distendersi ancora sul suo corpo e a farsi stringere. Passarono le restanti ore prima dell’alba ad amarsi e a stringersi forte l’uno all’altro. Quella notte quando Kurt entrò in lui, si sentì completamente a casa, nuovo e completo: sapeva già che Blaine era la persona che riusciva a completarlo, ma da quando aveva scoperto di amarlo immensamente era tutto diverso, tutto più bello. Lui sapeva che Blaine e Melanie non solo erano la sua famiglia, ma erano anche quelle due persone che credevano in lui, che lo amavano per quel che era e che rendevano la sua vita perfetta nella sua imperfezione. Era molto curioso di conoscere il parere di suo padre e di Carole, ma sopratutto era emozionato all’idea di far entrare il suo compagno finalmente pienamente nella sua vita, facendolo accedere ai suoi ricordi più cari e alla sua infanzia, racchiusi in quella piccola città dove era nato e cresciuto nonostante i mille problemi che aveva avuto, lui era stato felice, anche se aveva sofferto, c’era sempre stato suo padre per lui e questo non sarebbe mai cambiato.
 
 

Note:

Eccomi qua, scusate se aggiorno così tardi ogni volta, ci stiamo avvicinando alla fine, ma per la vostra gioia, ho aggiunto un altro capitolo, spero che questo vi piaccia. Un grazie alla mia beta Bonnie, che è sempre tanto gentile
 
 
 
 
  
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