+Capitolo 02+
Sentendomi improvvisamente in colpa, mi allungo di nuovo su di lui e gli slego
anche l'altra mano, ora finalmente può stare seduto, perciò gli abbraccio la
testa morbidissima e gli faccio poggiare il capo in grembo, si struscia un po'
come un gattino e poi si sdraia di nuovo sulla schiena, chiaro invito.
Comincio a lasciargli dei bacini leggerissimi sugli occhi, scendendo dalle
palpebre fino al lato estremo del taglio dell'occhio per arrivare poi alle
tempie, dove alle labbra sostituisco le dita per fargli un massaggio, geme
rilassato, e così continuo.
Intanto, mentre le mie mani gli frizionano le tempie, passo
alla fronte, sulla quale lascio un piccolo bacino umido. Lui intanto mi ha
allacciato le mani bollenti attorno alla vita, ma non fa niente di che. Gli dò
un bacino sulla guancia, morbidissima, e sento che sorride, poi uno sulla punta
del naso, scendo, e gli dico, soffiandogli sulle labbra.
"Posso?"
Sorride, allora premo le mie labbra leggermente sulle sue, ma mi sposto quasi subito, nascondendo il viso nell'incavo della sua spalla.
"Ehi, piccola, che hai?"
"Nulla, tranquillo, è solo che è l'effetto che mi fai
tu ogni volta..."
Gli scappa una risatina e lo sento sussurrare 'stupida', mi rialzo e gli
comincio a baciare e a mordere il collo, lasciandogli piccoli segnetti rossi.
Gli scappa un gemito soffocato, perciò lo mordicchio dove la
giugulare. Il suo respiro comincia a farsi irregolare, così decido di scendere,
faccio per slacciare il suo collarino ma mi ferma.
"No quello no..."
"Perchè?"
"Perchè quello no..."
"Dai ti prego..."
"No"
”Ma..."
In una frazione di secondo mi sento presa per i polsi e sbattuta sul letto,
vedo i suoi occhi verde acqua piantati nei miei.
"Se ti dico no è no.. o devo fartela capire con
le cattive?"
"E quali sarebbero le cattive?"
Sbuffa con una faccia che dice 'ma come faccio ad arrabbiarmi?', e pianta le
sue labbra morbide sopra le mie, il bacio è lento e umido, gioca un po' con la
mia lingua, lo ricambio affondandogli le mani fra i capelli corvini, ma quando
sono sul più bello interrompe il contatto e, ribaltando le posizioni, mi
riporta su di lui.
"Devi farti perdonare per avermi fatto arrabbiare..."
Si alza a sedere, con me sempre in braccio e si toglie la maglietta, io rimango
imbambolata a vedere i suoi pettorali e le sue spalle, lui lo nota e comincia a
ridacchiare, perché non mi sono nemmeno accorta che nel frattempo mi stà
sbottonando il pigiama, quando lo realizzo divento rossa come non mai, e
rimango immobile aspettando la prossima mossa.
Lui lo nota "Ora non mi và di fare nulla, voglio solo essere un po'
coccolato”.
Ma capisco che con coccole non intende quelle che si danno di solito ai bambini,
e si sdraia di nuovo sulla schiena, portandomi con se, lo bacio sulle spalle,
alternando baci e morsetti, scendo lungo il braccio sinistro lungo i muscoli
tesi, lui respira piano, non mi vuole dare la soddisfazione di farmi capire che
gli piace. Allora gli passo la lingua nell'incavo del gomito, e fa un sospiro
più profondo degli altri, così continuo a scendere lungo il braccio e arrivo al
polso che bacio ampiamente, soprattutto sul segno rosso lasciato dalle
lenzuola.
Arrivata alla punta delle dita la sua mano si muove da sola, e mi ritrovo le sue bellissime dita, una dopo l'altra fra le labbra, le succhio tutte da dovere, e poi gli bacio il palmo in un impeto di tenerezza.
Un’ultima serie di baci sul pancino e poi torno fra le sue
braccia.
"Piaciuto?" dico con un sorriso malizioso,
in risposta mi da un altro bacio lento e umido, che mi lascia senza più forze, io
mi accoccolo sul suo petto, inerme, lui lo nota e ridacchia.
"E’ bello farti quest'effetto.."
"Ti diverti?" dico un pò scocciata dalle sue ultime parole che mi
suonano alcquanto strafottenti.
"Mh mh, soprattutto quando fai la furba, è bello sapere che basta un
semplice bacetto per farti stare zitta.... e comunque mi è piaciuto..."
"Stronzo.."
In risposta con una mossa veloce mi toglie completamente la parte di sopra del
pigiama, mi dà una spinta e mi butta di schiena sul letto, io chiudo gli occhi
ma non succede niente
"Scema, vado a farmi una doccia e a assecondare altre funzioni vitali come
pisciare e mangiare, aspettami qui, faccio in un attimo".
Appena esce dalla porta, senza maglia e con evidenti segni del nostro incontro
intimo le mie amiche scoppiano in risatine e gridolini e si fiondano in camera.
"Allora, allora, com'è?"
"Guardate che non abbiamo fatto niente di che, baci, carezze.."
"Accidenti Laura, sei rossa come un peperone.. che ti fa quel ragazzo?"
"Lo sai che mi fa solo a vederlo, figurati ora.."
Vedo che mi stanno guardando sospettose, sono in reggiseno,
ma perchè ho lasciato il reggiseno sotto il pigiama? Di solito dormo senza,
sarà stata la stanchezza, e comunque forse è meglio,
perchè se mi avesse spogliata subito, non so se il mio piccolo cuoricino
avrebbe resistito.
Hanno visto che non era aria e se sono andate, sento il rumore dello sciaquone
del bagno e poi dell'acqua della doccia che si apre, la sento scorrere e tento
di non pensare allo spettacolo che si stanno godendo ora i muri e il mio box
doccia.
Dopo qualche minuto la porta del bagno si apre, e sento
quella di camera mia chiudersi, le codarde si sono andate a nascondere.
Va in cucina e apre il frigo, allora mi rimetto il sopra del pigiama e lo
raggiungo, è ancora in accappatoio.
"Ti, ti serve una...mano?"
"No"
"Altro?"
"Niente.."
"Che hai?"
"Niente.."
"Come niente?"
"Niente... aspettami in camera"
"Ah, vuoi un pigiama?"
"No, io dormo in boxer...vai in camera"
"Va bene"
E mi avvio. Perchè si comporta così? Mentre sto per aprire
la porta della camera, lo sento posare lo spuntino sul tavolo e sussurrare un
"aspetta", mi giro,
"Che c'è?"
"Stò arrivando", viene verso di me, mi prende per mano, e appena
chiusa la porta dietro di lui mi fa sdraiare sul letto. Mi mette il viso
nell'incavo della spalla, ha i capelli ancora bagnati
"Non ti sei asciugato i capelli..."
"No..."
"Che hai?"
"Nulla..."
"Non ci credo..."
"Nulla...solo che, scusa se ti ho risposto così prima..."
"Non importa"
"Sicura?"
"Sicura", piano piano si toglie l'accappatoio e lo butta da una
parte, ha avuto l'accortezza di rimettersi sotto i boxer per non farmi morire
d’infarto. Poi si sdraia di nuovo sulla schiena, con me al suo fianco, però
subito dopo si alza "aspetta un attimo", si dirige verso il bagno e
torna subito, il mucchio dei suoi vestiti con sopra il cellulare fra le braccia.
"Mando un messaggio agli altri per dire che sto bene, intanto la prossima
data è fra qualche giorno a Ravenna, perciò posso prendermela comoda..."
"Naturalmente ci sarò...ti posso portare io..."
"Non avevo dubbi" mi dice con un sorriso.
Aggeggia un po' con i tasti e poi posa il cellulare sul comodino, ora è di
nuovo sdraiato accanto a me. Comincio di nuovo a baciarlo sul collo e questa
volta, senza dire nulla, lo bacio sul collarino.
"Brava, anche lui che sennò è geloso"
"Sì ma...come dire...ce l'hai sempre... lo lavi mai?" tirandomi su
dal suo collo e facendogli la linguaccia.
Mi mette una mano aperta sulla faccia spingendomela all'indietro,
"Scema!"
"Non mi hai risposto però... mi devo insospettire?" continuando
imperterrita a fargli la linguaccia "…e poi, comunque, il cuoio
puzza!"
"Ma cosa stai dicendo?? Certo che lo lavo! Anzi, è lui a seguirmi tutte le
volte che faccio il bagno o la doccia... non senti come profuma ora?", gli
deposito un bacino sulla mascella,
"Sì" e intanto gli passo una mano fra i capelli ancora un po' umidi,
"E non vuoi avere il collo libero?"
"Sì e se poi ti riveli una vampiretta e mi assali mentre sto dormendo? E’
un rischio che corro sai? Poi visti i precedenti..."
"Quali precedenti?"
"Tutti i morsetti sul collo che mi hai lasciato"
"Io... ehmmmm... non volevo... scusa"
"Che ti scusi a fare? Ti ho mica detto che mi da fastidio?"
"Stupido...", alchè lui mi fa la linguaccia, e
prima che possa fermarlo mi tira il cuscino sul viso, facendomi cadere di
schiena sul letto, quando lo leva, mi ritrovo la sua faccia a pochi centimetri
dalla mia e sento il suo respiro scendere fino al collo.
"Non la trovi anche tu molto sexy questa cosa dei vampiri?", non mi
lascia nemmeno il tempo di rispondere e mi morde forte la base del collo, io
emetto un gemito di dolore, e lui comincia a leccare la parte dove ha affondato i denti.
"Tranquilla non è uscito il sangue..."
"Però... mi hai fatto male... ahi...", dico con le lacrime agli
occhi.
"Scusa... fa tanto male? Volevo solo lasciarti un segnetto ben
evidente..."
"Sì..." E mi lascia un bacio umido sul
segno, e poi uno e un altro ancora. Però il dolore non passa, mi tocco la base
del collo, e sento qualcosa di umido che non è saliva,
così mi guardo le dita alla fioca luce dell’abatjour.
“Cazzo… sangue!”