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Autore: DominoRage    23/03/2013    4 recensioni
Vedo un taglio, esce un delicata goccia di sangue che cade nel buio con un tonfo sordo. Ne vedo un altro, e poi un altro, un altro ancora. L’ultimo fa male, tremendamente male. Cerco di sopportare il dolore ma una fitta al cuore mi prende di soprassalto. Porto la mano al petto, stringendolo il più possibile. Intorno a me tutto diventa bianco, e quel sangue diventa nero. Tremendamente nero. Nero come i suoi capelli. Nero come quella notte di Dicembre. I suoi occhi mi perseguitano. Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non è colpa mia. NON E’ COLPA MIA.
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Chapter One-
-I Can Help-

Il corridoio pullula di studenti.
Evito lo sguardo di tutti, cammino con le cuffie nelle orecchie. Il mondo può andare a farsi fottere.
Raggiungo il mio armadietto con tutta la calma possibile mentre la campanella già suona.
Di solite gli studenti normali corrono in classe per la paura di una nota o un richiamo. Ma io mi limito a non seguire la massa, e mentre loro vanno verso un mondo pieno di regole, io me ne vado nel mio. Ho le mie Marlboro l’intera discografia dei Pantera e la mia macchina fotografica.
Passo per il campo di rugby, nascondendomi dentro le gratinate. Mi apposto nel mio nascondiglio, mi accendo una sigaretta, tiro fuori la mia macchina fotografica e inizio a fotografare. Molte persone mi potrebbero prendere per uno Stalking. Ma mi limito a fotografare il cielo, evitando molto volentieri i giocatori di football.
Faccio l’ennesimo tiro, ispirando tutta quel ben di Dio che la gente chiama nicotina.
Apposto la macchina all’occhio sinistro, metto a fuoco e una testa biondiccia appare nel mio raggio
-Ehi Alex- Ben mi sorride mostrando lo smile.
-Mi hai rovinato il momento- mormoro mettendo via la macchina fotografica
-Cosa stavi per fotografare?-
-Il culo di Richard- sorrido sadica mentre vedo la figura possente del giocatore correre per tutto il campo
-Maniaca- borbotta prendendomi la sigaretta tra le mani
-Marlboro. Perché te le fumi?-
-Perché sono le uniche sigarette decenti che vengono esportate dall’America- prendo la sigaretta e mi porto alle labbra l’ultimo tiro di nicotina.
-Comunque, che stavi fotografando?-
-C’era un pettirosso appollaiato nel ramo di ciliegio più vicino alle gradinate. Stavo per fotografare, quando il tuo cespuglio ha fatto spaventare quel povero uccellino- mormoro mostrando il labbro inferiore
-Ehi, i miei capelli sono fantastici- dice facendo la voce da bambino. Mi lascio scappare una leggera risatina mentre riprendo la macchina fotografica
Me la porta all’occhio sinistro, metto a fuoco, ma la folta e lucente capigliatura di mio fratello entra nell’obbiettivo della macchina.
E che cazzo!
-Allora, porca puttana, vi siete organizzati?- sbotto, sbuffando rumorosamente
-Sai non ti ho visto alla lezione di Biologia. E poi la professoressa mi ha cacciato - Ben ride e fa il cinque a mio fratello, che lo ricambia con una risata fragorosa
-Come sapevi che ero qui?- gli chiedo prendendomi la seconda sigaretta della giornata
-Ben me lo dice sempre- fa spallucce e mi spegne la sigaretta. Faccio un verso incompressibile facendo gli occhi languidi e lucidi a mio fratello
-Che probflema hai con le sigafette?- dico con il filtro stretto tra le labbra
-Potresti morire- mi prende la sigaretta, l’accartoccia e la butta in mezzo al verde del campo.
-Da che pulpito- roteo gli occhi al cielo prendendomene un’altra
-Io non fumo- dice sbigottito e sgranando i suoi enormi occhioni blu
-Si, ma ti fai di Acidi- mi precede Ben mentre io  confermo facendo un si  deciso con la testa
-Ben…- mugola facendo sporgere il labbro inferiore
-È la verità amico- fa spallucce mentre mi prende la sigaretta tra le labbra. Sbuffo e me la riprendo, ma mio fratello  me la spegne
Cristo Santo!
Rimaniamo li a vedere l’allenamento della squadra di Football, il cielo è del tipico color grigio londinese, mentre l’umidità penetra nei miei capelli, Ben e Danny si limitano a picchiarsi dandosi pugni e spallate.
Maschi.
Mi prendo un’altra sigaretta, butto giù mio fratello dalle gradinate- almeno no me la ruba- cade, ma non si fa male, tanto non siamo così in alto. Faccio un paio di tiri, prendo la macchina e la posiziono su una delle tante gradinate, adagio la sigaretta davanti all’obbiettivo e scatto.  Cerco di esaminare la foto, ma le risate di Ben e le imprecazione di Danny sulla mia futura morte mi distraggono
-Smettetela voi due, sto creando- dico lanciando il mozzicone di sigaretta finito a Ben
-Ehi, ma cosa ti passa per la mente?- mi chiede Danny risalendo quelle due o tre gradinate
-Lo sai che quando faccio le foto devo stare sola- borbotto scrutando nella foto i dettagli migliori.
La foto è bella, il cielo grigiastro la rende più tetra e quella mezza Marlboro fumata, da un tocco in più al contesto.
Che fotografa nata.
Sospiro rumorosamente e ritorno in mezzo a Ben e a Danny, sospiro per l’ennesima volta e i due si girano, puntando i loro occhi su di me
-Cosa c’è?- chiedono all’unisono
I miei occhi si sgranano, cos’è adesso non si può nemmeno sospirare?
-Cosa?...Niente, ovvio, normalità-  Ben alza un sopracciglio, mentre Danny stringe gli occhi in una fessura
-Danny non guardarmi così- borbotto prendendo la mia roba e uscendo dal mio nascondiglio
Mi avvio a passo veloce verso l’istituto, ho Fotografia. Ed è l’unico corso che mi piace
Ben e Danny mi raggiungono affiancandomi. Cristo santo mi sembrano due guardie del corpo
-Non ho bisogno di sicurezza- dico fermandomi di colpo. Entrambi mi guardano le braccia, e l’unica cosa che posso fare è abbassare lo sguardo, sistemarmi le maniche e incrociare le braccia al petto iniziando a camminare a passo veloce
-Siete due rompi coglioni- dico lasciandoli soli in mezzo al corridoio.
Entro nell’aula di Fotografia e mi sistemo nell’ultimo banco, iniziando a contemplare la lavagna nera e senza dare ascolto al professore.
 
La campanella del pranzo suona e l’unica cosa che posso fare è seguire la massa di studenti affamati. Cammino tranquilla evitando di toccare qualcuno quando inciampo su qualcosa. Cado per terra lanciando un verso incomprensibile 
-Oh scusa- sento mugugnare
Mi rialzo pulendomi i pantaloni dallo sporco del pavimento e mi giro verso quella voce flebile. Trovo un ragazzo con le gambe stese la faccia da depresso e un sopracciglio spaccato. Mi metto davanti a lui accovacciandomi per vederlo meglio. Zigomi ben definiti, capelli biondicci e spettinati, occhi nocciola scuro e qualche tatuaggio che gli spunta dalla scollatura della maglietta dei Misfist
-Problemi?- dico piegando leggermente la testa
-A parte il sopracciglio rotto, credo di star bene- fa spallucce e ritorna a guardare il vuoto di fronte a me, oppure osserva la mia fronte alta.
È così bello che stranamente inizio ad avere caldo. Sento le mie guance diventare paonazze e distolgo subito lo sguardo, mi accorgo che il corridoio ormai è popolato solo dai bidelli intenti a rilassarsi
-Mi chiamo James- dice porgendomi la mano
-Alexandria-  gli stringo la mano e una scarica di energia mi attraversa il corpo
-Mi potresti aiutare ad alzarmi?- dice con un sorriso sghembo sul viso
-Si, io posso aiutarti- mi alzo senza lasciargli la mano e lo tiro su con la poca forza che ho. Me lo ritrovo a pochi centimetri dal mio viso, sa di vaniglia. Adoro la vaniglia. Divento sempre più rossa e lascio la sua mano con malavoglia
-Ti devo accompagnare in infermeria?- chiedo scrollando le spalle
-No. Hai un fazzoletto?-  si porta una mano alla fronte e stringe forte gli occhi
-Credo di si- frugo nelle tasche della felpa, trovo il pacchetto e glielo porgo. Ne prende uno e se lo porta sul sopracciglio
-Grazie- mormora e iniziamo a camminare
-Chi ti ha fatto questo?-
-Boh un paio di bulli, ma ci sono abituato- senza accorgermene arriviamo in sala mensa e ci mettiamo in coda per il pranzo
-Tu sei la sorella di Worsnop?-
-Esatto, sono così popolare?-
-Beh, tuo fratello si e poi siete uguali- mormora giocherellando con la mela sul suo vassoio
-Oh, non siamo uguali, io sono più bella- scrollo le spalle e mi dirigo verso il tavolo di mio fratello
-Danny, Cam, Ben, Sam. Lui è James- sorrido scompigliando i capelli a Sam
Cam e Sam, accolgo James con un accenno di capo mentre Danny e Ben lo squadrano da capo a piede.
James si siede tra me e Cam, e Danny parte con il terzo grado
-Allora James, cosa fai nella vita?- dice intrecciando le dita portandosele sotto il mento
-A parte essere picchiato suono la batteria-
Ben si raddrizza sulla schiena  e si sporge leggermente per sentire la conversazione
-Interessante, i musicisti non andranno da nessuna parte- dice acido
-Da che pulpito- roteo gli occhi e mio fratello mi fulmina
-Avete una band?- chiede curioso
-Non ti deve interessare- sentenzia acido
-Danny!- gli lancio un calcio ma prendo Ben
-ALEX!- urla
-Scusa- mugolo
-Hai intenzione di farti mia sorella- James sgrana gli occhi e io divento completamente rossa
-DANNY- gli tiro un calcio e questa volta ci prendo dato che cerca di trattenere un urlo
-Ci vediamo a casa Alexandria-
Quando mi chiama così non è  positivo. Faccio cadere il capo in avanti e sospiro rumorosamente.
-Ci vediamo ragazzi- dico lasciando il pranzo li e soprattutto James.
-Ahm…Alex…- sento la sua voce, non mi fermo, continuo a camminare con la testa bassa.
Odio mio fratello.










Eeeeeh macarena.
Sono tornata ( presto ) ma per poco, dato che avevo già preprarto il capitolo tempo orsono (?)
Detto ciò, non so se capirete bene la storia, ma nei prossimi capitolo descriverò meglio i personaggi, ed integrerò un po' di più Sam nella storia :33
Alla prossima
Domino! :3
  
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