Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: LuLu96    23/03/2013    2 recensioni
"Non sono forte come i lupi o il Kanima, non sono veloce come loro, non ho i sensi sviluppati come i loro, non so maneggiare archi, balestre o armi varie come i cacciatori. Sono un'impiccio, ecco tutto. Ma ormai ci sono dentro, e la cosa non mi dispiace affatto, questa è la cosa che mi preoccupa. Dovrei correre per le strade urlando, cercando una via di fuga da tutta questa storia, invece di sentirmi come se io fossi il mostro, quello anormale, invece che loro." (Dal primo capitolo)
"Quell'uomo mi metteva in soggezione. Tutto in lui ispirava paura e rispetto. Era senza dubbio bellissimo: quegli occhi stupendi erano capaci di gelare e bruciare al contempo, potevano sciogliere come potevano far rabbrividire. Mi strinsi nell'abbraccio di Zac, in cerca di un po' di protezione. Non ero abituata a sentirmi in quel modo." (Dal quinto capitolo)
Stiles è in crisi, non sa chi è, cosa vuole, se è di aiuto o di impiccio per i suoi amici, cosa fare della sua vita. La sua vita, però, sta per cambiare.
C'è un nuovo arrivo a Beacon che sconvolgerà gli eventi.
E' la mia primissima fic, spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell'autrice:
Rieccomi!  Capitolo nuovo nuovo, fresco di stamani! Che dire... in realtà dovevano essere due, ma mi piaceva di più l'idea di pubblicarli insieme. Mentre scrivevo stavo ascoltando "If my heart shuold somehow stop" di James Vincent McMorrow (http://www.youtube.com/watch?v=uQH-L8EnN6w), che riflette i pensieri di Derek verso Stiles in questo capitolo. Spero che vi piaccia e recensite!!!

2 settembre 2010

Forse ho trovato una risposta. La cosa divertente è che era sempre stata lì, davanti ai miei occhi. Sono stato io a non permettermi di vederla. Mi sono reso cieco con le mie stesse mani, ho chiuso le stesse porte che desideravo aprire, ma che continuavo a sbarrarmi davanti da solo. Ho amato la mia nuova vita nel soprannaturale fin dal primo momento, fin da quando prendevo in giro Scott dicendogli che era un licantropo (Mai scherzo risultò essere più vero di quello!), ho voluto farne parte fino in fondo, non curandomi del fatto che fosse pericoloso, soprattutto per un umano come me. Ma io stesso mi ero impedito di entrarci con tutte le scarpe, rifugiandomi sempre nell'illusione di una vita semi-normale con piccole cose: la scuola, le lavate di capo di mio padre, la stragrande cotta per Lydia. Tutt'un'illusione.

Dal diario di
Stiles Stilinski


Capitolo VIII
Riscoprirsi

Non ne sapevo il motivo, ma quella notte il mio sonno era più leggero del solito, cosa strana, effettivamente, perchè chiamare 'sonno' il dormiveglia che caratterizzava ogni mia notte da oltre cinque mesi era un eufemismo. Ma per qualche strano motivo quella notte era peggio del solito.
Avevo ignorato il rumore proveniente dalla finestra: sicuramente era un animale, un uccello o forse un gatto. Dopo un po', però, la mia coscienza mi suggerì di aprire gli occhi e controllare comunque.
"Oh mio Dio, tu cosa diavolo ci fai qua?"
Derek Hale era in piedi in un angolo della mia stanza vicino alla finestra e mi guardava. Certo non era la prima volta che succedeva, ma al momento non c'era alcun motivo apparente perchè lui fosse qui. L'ultima volta era stata circa quattro mesi prima, quando eravamo dovuti andare a cercare i documenti di Zac e Jolene. Avevo anche preso i suoi, che avevo riposto, dopo averli letti, in un cassetto della mia scrivania. Ed erano ancora là. Lanciai uno sguardo al suddetto cassetto e riportai gli occhi su un imbarazzato Derek. Accesi la lampada sul mio comodino. Il lupo mi fissò per un attimo e poi si avviò veloce alla finestra.
"No no no, fermo. Mi devi una risposta, che ci fai qui?" Mentre parlavo mi ero alzato, fermando il lupo prima che potesse andarsene.
Nel mio petto il mio cuore batteva a mille e cercai subito i suoi occhi. Persi un battito, ma subito ne recuperai altri cento.
"Io... Non lo so..." Rispose piano Derek "cioè, voglio dire, so perche sono qui, ma non ne sono sicuro"
Mentre parlava mi guardava negli occhi, ma appena finito li riabbassò al pavimento. Da quando Derek si comportava in quel modo? E perchè non mi aveva ancora staccato la mano a morsi? Qualcosa non andava, decisamente.
"Che vuol dire questo?" chiesi esasperato. Avevo bisogno di una risposta, e ne avevo bisogno subito. Avevo trilioni di domande da fare al lupo, centinaia di cose da dirgli.
Mi sedetti a gambe incrociate sul letto, facendo segno al lupo di fare altrettanto. E così fu: Derek si sedette sul bordo del letto, voltato verso di me.
"Ok, vuoi che inizi a parlare io? Perchè avrei qualche cosa da dirti." Iniziai a parlare a vanvera "Ad esempio potrei esporti le mille ipotesi che mi sono fatto sul perchè tu sia qui adesso, e ancora non mi hai né buttato a calci giù dal letto né mi hai ancora dato dell'idiota o provato ad uccidermi -"
"Vuoi chiudere quella maledettissima bocca dannato idiota?"
Ecco, ora sì che ci siamo
Mi zittii all'istante e lo guardai in attesa di spiegazioni.
"Io..." Fece una pausa e mi guardò il petto. Il mio cuore stava facendo circa la velocità della luce. Feci un gesto con la mano, avvampando un po' per l'imbarazzo, e intimandogli di continuare. Per tutta risposta si limitò a guardarmi negli occhi. Era uno sguardo che non avevo mai visto su di lui. Lo rendeva semplicemente bellissimo, ma allo stesso tempo dannatamente inquietante. Nei suoi occhi verdi, nei suoi bellissimi occhi verdi, c'era la disperazione di un uomo che ha perso tutto, il dolore di chi sta perdendo anche sé stesso, la delusione di chi non si sente all'altezza, il coraggio e la forza di un uomo che sta lottando, una richiesta di aiuto urlata al mondo, un cuore che lottava per sciogliere delle spesse catene gelate, un amore che cercava di accendere un fuoco in una landa desolata sferzata da un vento gelido, la paura di chi per quell'amore ha perduto tutto ciò in cui credeva e non riesce più a fidarsi nemmeno di sé. stesso.
Quello sguardo mi paralizzò, mi congelò, mi spaventò, ma mi fece battere il cuore come mai era successo prima, mi riempì gli occhi di bellezza e amore, quello stesso amore che vedevo nei suoi.
E allora capii.
Tutto parve trovare il suo posto, tornare a quell'ordine, che nel caos più totale che era la mia vita, aveva senso. Scoprii che il mondo iniziava e finiva in quegli occhi, che per la prima volta avevo guardato davvero.
"È così, allora" dissi piano, scioccato da ciò di cui mi ero reso conto. Lui annuì. Abbassai gli occhi sulle sue labbra. Un desiderio che avevo chiuso a chiave in un angolo del mio cuore e nascosto anche a me stesso mi si riversò nel petto come un fiume in piena che spacca una diga e rompe gli argini improvvisamente, senza lasciare scampo a chi si trova nei paraggi. Senza quasi accorgermene mi sporsi in avanti, verso di lui. Tenevo gli occhi sbarrati per la paura di aver capito male e che tutto quello che avrei ottenuto sarebbe stato solo altro dolore, fisico e psicologico. Mi mossi con estrema lentezza, non volevo guardare.
Ad un certo punto sentii il suo respiro sulla pelle e capii che ero ormai vicino, vicinissimo, alla bocca del lupo. Mi fermai un istante sentendo l'indecisione di Derek. Cosa dovevo fare? Andare avanti? Nascondermi sotto le coperte e sperare che non mi uccidesse? In un moto di coraggio, optai per la prima opzione.
In un movimento poco più veloce del primo azzerai la distanza e sfiorai appena le labbra del lupo.
Trattenevo il respiro.
Sentivo il suo sapore a portata di mano, ma se volevo avere una minima possibilità di non rimetterci la pelle dovevo andare con calma.
Derek risfiorò a sua volta le mia labbra. Spinsi un po' di più, creando un contatto più concreto.
Derek si staccò da me.
'Ecco, ora mi ammazza' pensai rassegnato senza aprire gli occhi.
Invece il lupo si riavvicinò a me, unendo ancora le nostre labbra. Sospirai su di lui è spinsi ancora muovendo le labbra sulle sue. Sentivo che era rigido, sentivo che stava lottando contro i fantasmi del suo passato, contro Kate.
Mi separai da lui e lo abbracciai, forte.
"Lei non c'è, Derek, è morta." Lo sentii irrigidirsi tra le mie braccia. "Non è stata colpa tua, tu non c'entri." Derek affondò il viso nella mia spalla, stringendomi la schiena con le braccia. Un liquido caldo mi bagnò la maglietta. Derek stava... Piangendo?
"Andrà tutto bene, sh, andrà tutto bene"
"St...Stiles" mormorò stringendomi di più.
"Sono qui"
Si staccò dalla mia spalla e mi guardò negli occhi. Mi portò una mano al viso e mi passò il pollice sullo zigomo, asciugandomi una lacrima. Non mi ero accorto che stavo piangendo.
Abbozzai un sorriso.
"Andrà tutto bene" forse lo dicevo più a me che a lui, ma in quel momento era quello che entrambi volevamo sentirci dire. Riavvicinò il suo viso al mio e poggiò le labbra sulle mie. Il suo odore  mi invase le narici. Le nostre labbra parevano essere fatte per rimanere attaccate, combaciavano alla perfezione e sembravano sapere esattamente le une i movimenti delle altre. Le labbra di Derek erano morbide, calde, le sue braccia e il suo corpo accoglienti, protettivi. Sui nostri visi attaccati si mischiavano le lacrime liberatorie dell'uno e dell'altro: avevamo sofferto dolori simili e adesso avevamo trovato qualcuno che era pronto a comprenderli e a caricare sulle proprie spalle anche il peso dell'altro. Allungai le mani tra i suoi capelli e lo strinsi a me ancora di più. La sua lingua chiese il permesso di entrare nella mia bocca, ma la trovò già aperta e ben disposta ad accoglierla. Il suo sapore mi invase la bocca. Derek sapeva di fresco, di vento, di muschio e di bosco. Il lupo iniziò ad avanzare verso e sopra di me, costringendomi a stendermi sul letto; lui, puntellato sui gomiti, sopra di me. Ci esplorammo a vicenda, le nostre mani correvano sui nostri corpi, scoprendo ogni centimetro l'uno del petto dell'altro. Derek trovò i lembi della mia maglia e piano ci fece scorrere sotto le dita. I suoi polpastrelli erano freddi sulla mia pelle rovente -e non solo per il calore del letto- ma questo contribuì solo a darmi brividi di piacere ancora maggiori.
Non sapevo come avrei fatto a fermarmi, non volevo fermarmi. Volevo Derek fino a scoppiare, volevo il suo corpo sul mio fino a quando entrambi non avremmo ceduto. L'urgenza di respirare, però, si faceva sentire, ma sembrò che Derek lo avesse capito. Infatti si staccò da me e mentre io riprendevo fiato, lui mi sfiorava con le labbra il collo, la mascella, mi mordicchiava il lobo e poi di nuovo di nuovo giù, fino all'incavo tra il collo e la spalla. Sarei potuto rimanere in quella posizione per sempre.


Le lacrime ancora bagnavano il viso del lupo e il mio quando, non saprei dire quanto tempo dopo, Derek si sdraiò accanto a me e io poggiai la testa sulla sua spalla.
"Quante volte sei venuto qui?" gli chiesi. Le domande che erano sparite al momento del contatto con lui riaffiorarono urgenti.
Una risatina. Quando mai Derek rideva?
"Vuoi saperlo davvero?"
Annuii senza staccarmi dal suo petto.
"Circa tutte le notti da più o meno cinque mesi"
Che? E io non me ne ero mai accorto? Diavolo forse non era poi così leggero il mio dormiveglia!
"E che facevi?" chiesi poi.
"Io... Ti guardavo dormire. Ho passato tutte le notti qua, nell'angolo dove mi hai visto, a guardarti dormire"
Non avrei saputo dire come mai, o forse sì, ma la paura di ammetterlo e di accettarlo era ancora troppo grande, ma il fatto di sapere che Derek aveva passato le ultime seicento notti circa in camera mia a fissarmi era rassicurante e stranamente piacevole.
"E perchè?"
Un sospiro. Aprire il suo cuore a qualcuno doveva costargli molto.
"Guardare il tuo viso, starti vicino... Mi dava pace, tranquillità. La notte i fantasmi sono più vivi rispetto al giorno, la guerra infuria nella mia testa e nel mio cuore, tu rimetti tutto al suo posto."
"I..io?" dissi sbalordito alzando gli occhi e il viso verso di lui, puntando il mento sul suo petto.
"Non chiedermi perchè, o come sia possibile, perchè non lo so. So solo che è così." Una pausa durante la quale non osai aprire bocca per paura che non continuasse. Perchè qualcosa mi diceva che avrebbe continuato. "Non ho idea di cosa stia succedendo, so solo che sta succedendo, e sono completamente impotente! Non riesco più a fermare la voglia di baciarti, di abbracciarti, di starti accanto! Il mio cuore mi dice che è giusto così, che devo lasciarsi entrare e che risolverai tutto, ma la mia testa, oh, la mia testa tutt'altro! Mi ripropone immagini di fuoco e fiamme, urla, il ricordo della mia famiglia morta, sterminata, il dolore e in sottofondo la risata di Kate, il suo viso, il suo sorriso, le sue promesse e la fiducia riposta in lei infrante! Se sono morti per colpa mia e la mia testa me lo ricorda ogni santissima volta che penso di aver accettato il fatto di provare qualcosa per te!" Mentre parlava, preso dalla foga del suo discorso, di era alzato a sedere con le gambe piegate e le braccia appoggiate sulle ginocchia, la testa tra le mani, le dita arpionate ai capelli sulla nuca.
"E cosa provi per me?" chiesi forse insensibilmente, ma non riuscii a fermare la lingua prima che emettesse quelle poche parole.
Si voltò a guardarmi, nei suoi occhi l'inferno. Vi lessi quello che la sua bocca non era in grado di esprimere.
"Credo" disse solamente.
Annuii.
"Anche io" mi fissò ancora un attimo negli occhi prima di lasciar trasparire un accenno di sorriso.
"Non so come sia possibile, però"
"Come sia possibile cosa?"
"Che tu provi queste cose per uno come me. Sono un mostro. Ho ucciso la mia stessa famiglia."
Ne era davvero convinto, quel dannatissimo lupo mannaro depresso!
"Non è colpa tua! Quella era una psicopatica assassina!" Avevo preso a gesticolare, allargando le braccia. Derek non rispondeva: la sua reazione era stata un'abbassarsi del capo verso il mio letto. Gli presi il viso tra le mani e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.
"Non è stata colpa tua"
"Lo stesso vale per te"
Lo guardai spiazzato.
"Come...?" Non avevo mai parlato di quella storia con lui, di come le immagini di mio padre che mi accusava della morte di mia madre mi assillassero la notte, di quanto male facesse.
"Noi due siamo simili, anche se tu sei stato più forte di me"
"Sono stanco di essere forte" sussurrai appena, abbassando la testa e lasciando cadere le braccia. Era la pura verità, ammessa per la prima volta anche a me stesso. Stavolta furono le sue mani a raggiungere il mio viso e a costringerlo ad alzarsi. Sentii un calore piacevole e rassicurante premere sulle mie labbra. Risposi al bacio senza paura.
Improvvisamente capii cosa intendeva Derek quando diceva che l'inferno si calmava. Il caos che aveva preso possesso di me tornò a posto al solo contatto della sua mano sul mio viso. Mi beai del suo bacio e seguii i suoi movimenti che ci riportarono a stenderci uno sull'altro, solo che adesso le posizioni erano invertite: mentre prima ero io a poggiare la testa sulla spalla di Derek, ora era il suo capo a pesare sulla mia spalla. Le sue dita si muovevano leggere sul mio petto, mandandomi in tilt ogni pensiero razionale, tranne uno.
"Quando?" Chiesi. La sua risposta fu una risata, leggera e fresca sul mio petto.
"Ricordi il giorno in cui abbiamo scoperto il segno dell'alpha?" Annuii "Quel giorno avevo visto Peter e Jolene insieme e alla loro immagine si era sovrapposta una di noi due. L'avevo respinta, ma senza riuscirci davvero e mi aveva ossessionato tutto il pomeriggio. In quel momento ho cominciato a capire, ma ho realizzato quanto grande fosse quel sentimento solo quella notte, quando sono venuto per mettere pace al mio inferno. Non so cosa sia successo, cosa sia scattato, ma in quel momento ho capito che non lo potevo più ignorare. Ho cercato di respingerlo, di ricacciarlo indietro. Ho provato a non venire più qui, ma ogni notte, quando il fuoco imperversava nella mia testa e stavolta, oltre a Kate, c'eri anche tu che cercavo di farti spazio e chiedevo, no pretendevi, la mia attenzione e l'unica soluzione per farlo tacere era ironicamente il tuo viso, il tuo odore, il battito del tuo cuore, la tua vicinanza."
Ero letteralmente senza parole. Quello che aveva detto Derek era... era... Ero senza parole! Non credevo che in quel lupo musone si nascondesse un lato tanto dolce, capace di provare simili emozioni, credevo fosse morto in quell'incendio e che fosse stato sepolto con Laura. Nella sua voce, però, c'era incertezza, c'erano il dubbio e la lotta.
"Non succederà ancora, te lo prometto"
Derek si voltò verso di me. Poteva sentire, letteralmente parlando, la mia determinazione e la mia sincerità. Si allungò verso di me e mi baciò di nuovo. Non mi sarei mai abituato a quelle labbra, così calde, morbide, buone. Sapevano di casa, sapevano di protezione, sapevano di sicurezza, sapevano di amore. Erano mie.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: LuLu96