Il Sole di settembre
Act
II
Grimmauld Place, n.
21
Soffitta, ore 17.00 del 04.06.2005
“Ciao.”
Ciao
ragazzi.
[…]
«Ora
vuoi dirmi perché hai reagito così?»
«Io...
non lo so.»
«Capisco che la cosa ti spaventi, ma non
sei contento che Hermione abbia trovato un modo per comunicare con
te?»
«No, se questo ha comportato la morte di
qualcuno.»
«...»
«Non riesco a credere
che l'abbia fatto.»
«Nemmeno io.»
[…]
«Riproviamo?»
«Sì.»
[…]
“Ciao,
Hermione.”
Ciao,
Harry. Ciao, Luna.
“Come
stai?”
Per
essere un semplice ricordo, me la passo bene.
“Ricordo?”
Sì;
so cosa hai pensato e la cosa mi delude.
“Cosa
avrei dovuto pensare?”
Qualsiasi
altra cosa.
“Non
usare quel tono con me.”
Ti
voglio bene.
“Non
avresti fatto ciò che hai fatto, se mi avessi voluto bene
davvero.”
È
complicato.
“La
morte è sempre complicata, ma questo non ti ha impedito di
inseguirla.”
Lo
so.
“Ora,
per l'amor del cielo, vuoi dirmi perché l'hai fatto?”
Il
perché della mia scelta non è facile da spiegare; ti
prego di guardare con attenzione.
Scuola di
Magia e Stregoneria di Hogwarts
Corridoio del primo piano, ore
20.00 del 02.05.1998
I
corridoi di Hogwarts erano ancora sommersi dalle macerie.
Rivedere
quella scena, per Harry, era uno straziante colpo al cuore. Ogni due
passi poteva scorgere un viso afflitto; non
aveva importanza se chi lo indossava fosse un vincitore o un vinto.
Hermione incedeva spedita pochi passi davanti a lui, sembrava
diretta verso il secondo piano.
“Cosa diavolo sta facendo?”,
pensò istintivamente.
Poi capì.
All'imbocco della
prima rampa di scale – in quel momento ferme, come
in lutto
– si era fermata e appoggiata ad una colonna; sembra in
attesa.
Ciò che Harry vide poco dopo, poco prima di essere
nuovamente catapultato nella triste realtà, gli spezzò
il cuore.
Grimmauld
Place, n. 21
Soffitta, ore 17.20 del 04.06.2005
«Sei
tornato, finalmente.»
«Ero talmente preso dagli eventi
che non mi sono neppure accorto che non eri lì.»
«Posso
capirlo.»
«Non crederai mai a ciò che ho
visto.»
«Sentiamo.»
«Ero nei corridoi
di Hogwarts, poco dopo lo... scontro.»
«Perché?»
«Non
ne ho idea; so solo che Hermione era diretta da qualche parte. E io
l'ho seguita.»
«Dove stava andando?»
«Pensavo
che si stesse dirigendo al secondo piano, ma quando stava per salire
le scale si è bloccata all'improvviso. Si è appoggiata
ad una della poche colonne ancora integre e ha aspettato un paio di
minuti. Il suo sguardo era triste, spaventato. Sembrava davvero molto
turbata. Penso che aspettasse qualcuno e che sperasse che questi
fosse ancora vivo.»
«E poi?»
«E poi è
arrivato Draco
Malfoy.»
[…]
«Ancora
non riesco a crederci.»
«Io
non mi stupisco; ho sempre pensato che insieme sarebbero stati
divinamente.»
«Perché dici questo? Tu lo
sapevi?»
«No, non lo sapevo. Ma segretamente lo
speravo.»
«Forse sei davvero pazza, Lunatica.»
«Non
c'è bisogno di offendere, Harry. Capisco che sei sconcertato,
ma non hai il diritto di trattarmi così.»
«Scusami.
È solo che...»
«Tranquillo.»
«Dicevi?»
«Loro
due hanno sempre avuto qualcosa, nei loro sguardi, di incredibilmente
opposto. Insomma, lui era un purosangue conservatore che possedeva
tutta la nobiltà che è possibile ottenere con la
nascita. Lei, invece, custodiva nel suo cuore tutta la nobiltà
d'animo di questo Universo.»
«Non ti seguo.»
«Insomma,
erano le persone più diverse che uno possa mai incontrare. Lui
è freddo, maligno, calcolatore. Lei era solare, gentile...
buona.
Ma allo stesso tempo, per chissà quale assurda ragione, erano
tremendamente simili.»
«Cosa vuoi dire?»
«Che
entrambi erano... soli.
E infinitamente tristi.»
«Hermione non era sola! Aveva
me, Ron, Ginny... Tantissime persone le volevano bene!»
«Sì,
hai ragione. Io stessa le volevo bene come fossimo sorelle. Ma
intendevo dire che entrambi cercavano amore.»
«Hermione
non avrebbe mai sposato Ron, se non l'avesse amato.»
«So
che è molto brutto da dire, ma ho sempre pensato che Ronald
fosse un... ripiego,
ecco. Una sorta di sfumatura al margine di un foglio infinito.»
«Non
ti capisco, Luna. Davvero.»
«Forse non mi sto
spiegando bene. Hermione aveva lo stesso sguardo di mio padre; lo
sguardo di chi l'ha perduto, l'amore.»
«Non posso
crederci.»
«Lo so, è difficile da
accettare.»
«Più che difficile, direi
impossibile.»
«Comunque, non sto dicendo che non
volesse infinitamente bene a Ronald. Solo che non era l'amore
della sua vita.»
«Questo
posso capirlo, ma che senso ha avuto il suo gesto?»
«A
questo non so rispondere, Harry. Mi dispiace.»
Grimmauld
Place, n. 21
Stanza di James, ore 23.30 del 04.06.2005
«Vieni
a letto, amore. Hai bisogno di dormire.»
«Arrivo fra
poco, Ginny. Voglio guardarlo ancora un po'.»
«Va
bene, ma poi vieni a riposare. Hai una faccia spaventosa e...»
«È
davvero bellissimo.»
«...non vorrei che ti ammalassi.
Come?»
«James è bellissimo; è uguale a
te.»
«Dici? Ha i tuoi occhi, però.»
«Spero
che non debbano mai vedere ciò hanno visto i miei.»
«Non
succederà; saremo sempre al suo fianco, Harry. Niente potrà
mai fargli del male.»
«Nemmeno
l'amore?»
«Perché
me lo chiedi?»
«Così.»
«Nemmeno
l'amore.»
«Glielo auguro davvero.»
Grimmauld
Place, n. 21
Soffitta, ore 3.45 del 05.06.2005
“Sei
ancora qui?”
Che
domanda sciocca, Harry. Io starò qui finché tu non
avrai... capito.
“E
cosa dovrei capire?”
Questo.
Scuola di
Magia e Stregoneria di Hogwarts
Corridoio del primo piano, ore
20.05 del 02.05.1998
Hermione
aveva il viso sporco e graffiato; se avesse potuto parlarle, Harry le
avrebbe detto di andare nella Sala Grande e farsi controllare. Aveva paura
che le sue ferite si infettassero. Razionalmente, sapeva che non
poteva succederle niente – era già morta. Ma, se
lasciava da parte la ragione, gli veniva spontaneo preoccuparsi della
sua salute. Forse il suo errore era stato proprio quello: quando si
era sentito bene – e vivere per lui era diventato spontaneo,
naturale – non aveva più fatto caso alla salute
mentale e sentimentale di Hermione. Si sentì egoista,
maledettamente egoista.
[…]
Aspettavano da
qualche minuto, ma a lui sembrava che fossero passati secoli.
Muoversi nella psiche di Hermione era come nuotare in alto mare; se
non si teneva a galla, rischiava di annegare.
Poi, quasi a
salvarlo dalle sue paturnie mentali, arrivò Draco
Malfoy.
Correva e si guardava intorno con profonda angoscia.
«Sei
ancora vivo», disse lei. Sembrava che si fosse tolta un enorme
peso dallo stomaco; e in effetti, scoprì Harry pochi attimi
dopo, così era stato.
«Anche tu», rispose
semplicemente lui.
Vista fin lì, sembrava un normalissimo
discorso fra due persone che erano sopravvissute insieme –
volenti o nolenti.
E probabilmente nessuno avrebbe mai fatto caso a due frasi così
banali, passando di lì. Un problema, però, sussisteva;
perché mai Draco Malfoy ed Hermione Granger avrebbero dovuto
essere così felici di sapere l'altro sano e salvo? Non aveva
senso.
«Ho avuto paura per te.»
«Non ti avrei
mai lasciato sola, lo sai.»
«Sì, lo so.»
Harry
non sapeva più cosa pensare; si sentiva un estraneo, uno
spettatore abusivo di un momento tanto intimo da sembrare irreale.
Improvvisamente, voleva chiudere gli occhi.
E lo fece, quando
i due si baciarono.
Grimmauld
Place, n. 21
Soffitta, ore 4.15 del 05.06.2005
“Cazzo.”
Che
linguaggio poetico, Harry.
“Sai, sono un tantino
sconvolto.”
Più che comprensibile, non lo nego.
“Ora posso sapere cosa diavolo significava quello che
ho visto?”
Tu rifiuti di guardare, Harry.
“Non
ci riesco, è più forte di me; vederti avvinghiata a...
a quello lì.”
Draco.
“Da
quando lo chiami così, Hermione? Quando è iniziata
questa buffonata?”
Sarò
anche morta, ma non ti permetto di offendere i miei
sentimenti.
“Sentimenti? Come
potevi provare sentimenti per una persona del genere?”
Tu
non c'eri; non hai idea di come lui sia – o almeno fosse –
realmente.
“Dimmelo tu.”
Non
posso. Non appena hai pensato “Dio, voglio uscire di qui.
Immediatamente.” la tua magia, per te, ha operato in modo tale
che ogni meccanismo di questo ricordo fosse danneggiato.
“Sei
sempre stata una strega più forte di me, Hermione. Non
raccontarmi cazzate!”
Harry!
“Scusa.”
Forse
ero una strega più forte di te, Harry. Ma, per l'appunto, lo
ero.
Le parole vengono scritte su queste pagine grazie a un... residuo,
ecco. Un residuo della mia magia. L'ho depositato in questo quaderno
per far sì che, quando l'avessi trovato, capissi. Ma ora non è
più possibile.
Grimmauld
Place, n. 21
Camera padronale, ore 5.50 del 05.06.2005
«Cosa
fai ancora sveglio?»
«Penso.»
«E a
cosa, di preciso?»
«A tutto e... a niente.»
«Molto
logico.»
«Niente è logico, se si parla di
magia.»
«E questa dove l'hai presa? Credo che Luna ti
sia influenzando un po' troppo. Sono preoccupata.»
«Lei
crede in me. E crede in Hermione.»
«Anche io credo in
te, Harry! E volevo tantissimo bene ad Hermione. Ma, come ti ho già
detto, la vita va avanti. Non puoi vivere appoggiandoti sul suo
ricordo.»
«...»
«Rispondimi quanto ti
parlo, Harry.»
«Scusa, la parola ricordo mi ha fatto
venire un'illuminazione.»
«Di che genere?»
«Non
importa. Grazie!»
Casa
Lovegood, periferia di Ottery St Catchpole
Ingresso, ore 06.15 del
05.06.2005
«Arrivo,
arrivo!»
«Aprimi subito, Luna! Forse ho trovato una
soluzione.»
«Buongiorno, Harry.»
«Buongiorno,
Luna. Ora, vogliamo andare al sodo?»
«Sono tutta
orecchi.»
«Ieri sono entrato di nuovo nel ricordo di
Hermione e questo è andato un po' più avanti. Come ti
ho già detto, in quel corridoio lei si è incontrata con
Draco Malfoy.»
«Sì, questo lo sapevo
già.»
«Quello che tu non sai, è che dopo
si sono baciati.»
«Oh.»
«Già.
Comunque, ti dicevo, dall'orrore ho desiderato uscire di lì e,
subito dopo, sono tornato nella mia soffitta.»
«Quindi
non sai cosa è successo dopo.»
«No.»
«Capisco.
Vedi Harry, c'è qualcosa che non ti ho
detto.»
«Cosa?»
«...»
«Rispondimi
subito, Luna. Cosa cazzo hai visto?»
«Quel due maggio
maledetto, la sera, come tu ben sai eravamo tutti accampati nella
Sala Grande. Bene, verso le due di notte avevo bisogno di andare in
bagno. Così, sono andata al bagno di Mirtilla che,
stranamente, era l'unico non distrutto negli
scontri.»
«Continua.»
«Poco prima di
varcare la porta ho sentito dei... lamenti.
All'inizio ho pensato che si trattasse di Mirtilla, ma quando sono
entrata ho trovato Hermione. Piangeva disperatamente, rannicchiata in
un angolo del pavimento. E... e lei...»
«E lei?»
«Si
stava letteralmente strappando i capelli dalla testa.»
«Santo
cielo.»
«Pensavo fosse dovuto allo stress, ma da
quando si è tolta la vita non faccio che pensarci ogni
notte.»
«Pensi che fosse pazza, Luna? Mi stai dicendo
che la mia migliore amica era pazza? Parli proprio tu!»
«Hermione
non era pazza. Penso solo che...»
«Cosa pensi, eh?
Avanti, sentiamo.»
«Io credo solo che avesse una
psiche estremamente fragile.»
«Non è possibile;
lei era così... forte.»
«Le
persone forti sono quelle che crollano per prime, Harry. Lo sai
meglio di me.»
[…]
«Bevi
un po' di tè, Harry. Starai meglio.»
«Grazie,
Luna. Scusa per la scenata di prima, ma...»
«Stai
tranquillo; posso capire ciò che provi.»
«Mh.»
«Prima,
quando sei arrivato, hai detto che forse avevi la soluzione.»
«In
un certo senso sì; me l'ha suggerita Ginny, anche se
involontariamente.»
«Dimmi tutto.»
«Quando
sono uscito dal ricordo, Hermione mi ha detto che avevo rotto il
meccanismo del quaderno. O qualcosa del genere.»
«Oh,
è un bel pasticcio.»
«Già. Poi, però,
ho pensato: perché non parlare con il diretto interessato?
C'era anche lui. Solo lui può dirci cosa si sono detti, cosa è
successo fra loro in seguito.»
«Ottima idea,
Harry.»
«Spero solo di scoprire qualcosa di più.»
«Lo
spero anche io.»
Note
dell'autrice: anche il secondo capitolo è
finito. E, probabilmente, non state capendo niente. Credo che questo
fosse un po' il mio intento, mentre lo scrivevo. Perché prima
di darvi risposte, devo trovarle io stessa. Non so ancora dove ci
porterà questo viaggio nell'amore di Hermione, ma spero che
vogliate fare le valige, allacciare le cinture e partire con me.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Baci e
abbracci,
egoica
ps: penso che il ritmo di aggiornamento
sarà più o meno sempre questo: 10-11 giorni.