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Autore: Lesta_Mancina    24/03/2013    2 recensioni
Regina prese una decisione: non avrebbe visto, sentito, incontrato, in qualche modo interagito, o anche solo pensato ad Emma Swan per l'intero fine settimana che stava per iniziare!
O almeno ci avrebbe provato... Riuscirà il Sindaco di Storybrooke a mantenere il proprio proposito?
(SwanQueen, ovviamente)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TUTTI FRUTTI – O, NON CI SONO SOLO LE MELE

By Lesta Mancina



2 - ARANCE

 

Regina firmò l'ultimo documento e guardò il suo elegante orologio da polso, erano le undici, ora della pausa.

Come ogni mattina il Sindaco lasciò la sua scrivania e, raggiunto il centro del suo ufficio, si accorse che il cestino di mele che teneva sul tavolino dell'angolo salotto era vuoto.

Impossibile, come aveva fatto a non accorgersi di aver finito le mele?

Non le era mai accaduto. Ma non le era mai neppure accaduto di affrontare un periodo così stressante da quando si trovava a Storybrooke.

"Emma Swan!" Era solo colpa sua. Ma non ci doveva pensare, aveva promesso a sé stessa di non farlo.

 

Regina girò i tacchi irritata e tornò alla sua scrivania, non avrebbe permesso a quella vagabonda bionda di rovinarle anche le pause mattutine.

-Cynthia, - disse Regina parlando all'interfono, - venga subito nel mio ufficio!-

La segretaria minuta ed occhialuta si presentò alla porta in men che non si dica.

-Prenda le chiavi della mia auto e mi porti il cesto che c'è nel bagagliaio.-

La ragazza prese le chiavi che le erano state allungate e senza far domande corse ad adempiere alla strana richiesta. Il Sindaco non amava dare spiegazioni del suo operato e la ragazza non aveva certo intenzione di stuzzicarne il caratteraccio.

 

Regina attese osservando la città dalla finestra dietro la scrivania. Alle sue spalle poté sentire il silenzioso ritorno della segretaria che dispose la frutta nel cesto.

Quando sentì la porta richiudersi, Regina rilassò le spalle e ripeté il gesto quotidiano di recarsi al cesto di bianca ceramica che conteneva le sue amatissime mele.

Molte persone amavano fumare, altre trangugiavano ettolitri di caffè, lei si rilassava mangiando, o cucinando mele.

 

Ad un passo dal basso tavolino in legno e vetro nero, la donna rimase attonita. Anche parecchio irritata a dirla tutta.

Se era uno scherzo, non era affatto divertente!

-Cynthia!- chiamò Regina con voce dura. Qualcuno le doveva delle spiegazioni.

 

Alla segretaria venne un colpo. Il Sindaco che alzava la voce per richiamarla nel suo ufficio!

La ragazza iniziò a tremare, non aveva il coraggio di alzarsi dalla sua sedia. Fortunatamente la provvidenza le mandò una salvatrice.

-Lascia, Cynthia, a questa ci penso io- disse spavalda lo sceriffo Swan, arrivata in quel momento, attraversando a lunghi passi il piccolo ufficio accanto a quello di Regina.

 

Come ogni sabato mattina lo sceriffo Swan era passata dal municipio a consegnare al Sindaco le scartoffie della settimana.

Cynthia si portò una mano al petto traendo un sospiro di sollievo.

 

Coi pugni sui fianchi, pestando nervosamente la punta di un piede, Regina aveva ancora lo sguardo fisso sul cesto di frutta.

-Cynthia, dove sono le mie mele?- voltandosi di scatto, Regina vide che non si trattava della sua segretaria, ma proprio dell'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.

 

Emma levò un sopracciglio, senza trattenere anche un sorriso malizioso.

"Le tue mele sono esattamente dove dovrebbero essere e sono anche deliziosamente in vista, oggi" pensò lo sceriffo notando una camicetta bianca più aderente del solito, i cui primi due bottoni erano slacciati lasciando intravedere l'inizio del solco dei seni.

Nah... sarebbe stato troppo facile schiacciare a punto con una battuta pesante su quell'uscita, e Regina non era certo tipo da lasciarsi prendere in giro.

Almeno non da lei.

 

-Quali mele?- disse con falsa innocenza lo sceriffo, senza però poter evitare di far scivolare in modo palese il suo sguardo sulla scollatura della donna per poi tornare a fissarla.

Regina si irrigidì, quella donna era sfacciata ed irritante, come osava!

-Sceriffo Swan, cosa la porta nel mio ufficio?- Regina si tolse da una situazione imbarazzante cambiando argomento e tornando a sedersi dietro la sua scrivania.

 

Emma le mostrò la cartelletta con i documenti e poi la appoggiò sul liscio ripiano nero. Regina prese la cartelletta annuendo.

-Bene, se è tutto, può andare.

 

Emma si infilò le mani nelle tasche dei jeans e fece due passi indietro.

-Nervosa oggi, eh?- sussurrò guardando per aria.

Regina la incenerì con lo sguardo.

Emma capì che non era il momento. La donna era decisamente acida. Più del solito, comunque.

 

Lo sceriffo girò sui tacchi e fece per uscire, poi si accorse del cesto di frutta e sorrise capendo finalmente quale poteva essere il problema.

Emma si avvicinò al cesto di ceramica e si chinò lentamente per prendere un frutto.

 

Regina stava osservando ogni sua mossa, o meglio, ogni sua forma, mentre i jeans aderivano spaventosamente alle gambe e ai glutei del biondo difensore della legge.

Emma poteva sentire lo sguardo della donna su di sé e ne gioì internamente. Afferrò un frutto e si girò di scatto verso il Sindaco.

 

Regina distolse subito lo sguardo e schiarendosi la gola finse di essere intenta a firmare qualcosa.

Avrebbe pensato in seguito a riscrivere l'importante documento che aveva appena rovinato con degli scarabocchi.

 

-Non pensavo le piacessero anche le arance- la stuzzicò Emma, lanciando in aria e riafferrando lo sferico frutto arancione.

-Mi piacciono molte cose, sceriffo Swan. Anche lavorare in pace, se non le dispiace!-

Emma sorrise e resse quello sguardo scuro che le restituì un sorriso tagliente.

-Ok, ho capito...- senza aggiungere altro Emma lasciò l'ufficio del Sindaco.

 

Regina la seguì con lo sguardo fino alla porta, poi osservò quella forte e nuova pennellata di colore nel suo ufficio. Era un colore caldo, ma diverso dal rosso rubino delle sue mele, era deciso, ma non aggressivo. Era piacevole.

   
 
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