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Autore: Never Let Me Go    26/03/2013    6 recensioni
Damon è un vampiro da molto, forse fin troppo tempo e viaggiare è una delle cose che lo distoglie da quella vita che di certo non avrebbe scelto, in un altro momento della sua esistenza.
Una AU Delena ambientata in territorio Parigino, negli anni '50, piena di sfaccettature del nostro amato vampiro dagli occhi azzurri. Le sue paure, le sue debolezze, le sue insicurezze sono state causate da una sola persona.
E il tuo odio verso di lei ha dimensioni immense, è profondo e intenso come l’amore che provi nei suoi confronti.
Non è una raccolta di one-shot, ma è una FF breve, semplicemente era nata come una one-shot ma poi ho deciso di continuarla :)
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce | Coppie: Damon/Elena, Damon/Katherine
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Paris dans la nuit



Passeggi per le strade desolate e raccapriccianti di Parigi alle due di notte, senza una meta: sei come un nomade, incerto ed incapace di comprendere quale sia il luogo più adatto per ritrovare la pace.
Il tuo cuore è instabile, ferito.
Ricordi solo il suo profumo, o forse vuoi ricordare solo quello e non i suoi occhi castani scavarti dentro l’animo; le sue mani accarezzarti le gote e poggiare le sue sottili labbra sulle tue.
Uno scontro tra petali di rose, qualcosa che non può essere spiegato a parole: un vino che ti inebria il cervello come il più potente dei veleni. Quello dal quale non riesci a sfuggire, che non riesci a rimuovere dal tuo cervello e che torna sempre a torturarti, come un coltello riesce ad accentuare la profondità di una ferita.
E brucia; arde come legna sul fuoco.
Ti devasta l’animo e sai che non puoi farci nulla perché lei non tornerà.
Sfiori leggermente il tuo anello. Vorresti sbarazzartene (ma sai che non puoi), come vorresti sbarazzarti di tutte le sue immagini che ormai sono marchiate nella tua memoria come un simbolo di guerra; sai che non andranno via.
Vorresti punirti per questo, vorresti che non fosse mai esistita e sai che in fondo è solo colpa sua se sei diventato un demone della notte.
E il tuo odio verso di lei ha dimensioni immense, è profondo e intenso come l’amore che provi nei suoi confronti.
Quelle vie deserte infliggono molta tristezza, più di quanta tu ne stia provando in questo momento e continui a chiederti perché ogni volta che cambi città, ti ritrovi a camminare da solo.
Sei solo stanco e scocciato, vorresti cambiare vita ma puntualmente, non ci riesci.
Non hai più nessuno: non sai dove si trovi tuo fratello, forse in qualche posto sperduto a squartare e dissanguare corpi.
Non hai più amici: sono morti tutti all’inizio del secolo e hai sofferto talmente tanto che spegnere l’umanità ti è sembrata la scelta più plausibile.
Questo per te è un ulteriore motivo di frustrazione perché sai quanto il tuo passato influisca sul tuo presente.
Sai anche che non dovrebbe essere così.
Sei stanco e molto, forse anche troppo affamato.
Arrivi davanti ad un antico palazzo, non ridotto molto bene e sul quale si vedono ancora dei segni causati dalle bombe qualche anno prima. Noti un maggiolino rosa, che ti fa sorridere per la bizzarra scelta del colore.
Apri il vecchio portone  e sali le scale, senza sapere con precisione dove sei intenzionato a dirigerti. Con un calcio spalanchi la prima porta che trovi, incosciente di chi si presenterà ai tuoi occhi.
Muovi quattro passi, che rimbombano nell’appartamento buio e talmente trascurato che farebbe rabbrividire persino una persona che non teme nulla. I tuoi pensieri sono così contraddittori che riesci persino a sorriderne.
Davanti a te si presenta la sua esile figura.
Non è possibile, esiti a crederci.
Per decenni hai viaggiato, arrivando in capo al mondo soltanto per rivederla, nonostante il dolore che ti ha inflitto.
E ora è davanti ai tuoi occhi, macchiati di quel pigmento azzurro che dona alla tua immagine una forza che non ti appartiene.
“Katherine.. Ti ho cercata ovunque”
La ragazza è confusa e non riesci a capirne il motivo.
“Io non sono.. Mi chiamo Elena.”
Sei confuso e inizialmente non riesci a comprendere. Ma poi tutto risulta più chiaro, come se un raggio di luce avesse illuminato quella casa.
“Scusa, è che mi… mi ricordi molto una persona.”
“Si, quella stronza di Katerina Petrova.”
Rimani pietrificato: non credevi che potesse conoscerla eppure ti sbagliavi di grosso.
“Come sai..”
Non riesci a terminare la frase, sei troppo scosso per poter parlare di lei, della donna che ti ha portato via tutto, compreso il tuo cuore. Come se le fosse appartenuto o come se avesse potuto farne ciò che desiderava: tu glielo avevi concesso e per questo ti odiavi.
“Purtroppo lo so, non c’è niente da spiegare. Ma, come sei riuscito ad entrare? La porta era chiusa.”
Anche tu non ne comprendi il motivo, sai che non ti è concesso.
“Questa è casa tua?” Le chiedi dolcemente.
“No. Sono una fuggitiva. Ma tu, chi sei?”
“Sono Damon. Scusa se risulto invadente, ma… da cosa scappi?”
La ragazza esita nel risponderti, come se ciò che stesse per dire non riuscisse ad uscire dalle sue piccole labbra.
“Da un folle che voleva uccidermi per un rito ma per fortuna sono riuscita a mettergli i bastoni tra le ruote.”
Riesci a capire la sua risposta solo quando riconosci quell’odore, così simile al tuo.
Anche lei è un vampiro.
Ora tutto ti è molto più chiaro, riesci a rispondere a tutte le tue domande.
“Il suo nome è Klaus?”
“Come lo sai? Lavori per lui?”
Ricordi la storia di Katherine. E lo odi, perché se non avesse infastidito Katherine per spezzare quella maledizione tu saresti già morto da cent’anni e non saresti rimasto incatenato a quella condanna per il resto della tua esistenza.
Ma lo ringrazi: se non fosse stato per lui non avresti mai potuto incontrare la ragazza che ti fissa e che sta cercando di capire cosa tu voglia da lei.
Sai che questo incontro ti scaverà nell’anima, se saluterai Elena a breve.
Ma non vuoi farlo.
“No, ma anche io lo vorrei morto.”
Lei ti sorride e tu non riesci a fare altro se non fissarla come se fosse una delle sette meraviglie del mondo.
E pensare che in quella casa vi eri entrato per sbranare qualche povera vittima innocente che avrebbe perso la vita per un tuo attacco di insana malinconia e rabbia repressa.
“Sei un vampiro.” Afferma lei, con la voce bassa.
“Anche tu lo sei.” La ragazza fa cenno di sì con il capo e ti rivolge un sorriso, simile a quello di prima e che ti fa andare fuori di testa.
Sei attratto da lei, ti senti legato alla sua persona.
E non è per la sua somiglianza con Katherine, no. E’ per qualcosa che forse ancora ti è sconosciuto ma che vorresti comprendere al più presto possibile. E’ come se il tuo centro di gravità dipendesse da lei  e non riesci a capirne il motivo.
“E pensare che ero entrato in questa casa perché volevo farmi uno spuntino”
“Bisogna ammettere che risulta molto difficile trovare qualcuno che sappia più di sangue e non di marijuana e alcool, a quest’ora della notte.”
Sorridi. Sai quanto lei abbia ragione: da quando sei a Parigi non sei ancora riuscito a trovare qualche preda (è brutto chiamarle così, pensi) che non avesse quel retrogusto di erba o di un cocktail realizzato con alcolici da quattro soldi.
“Andiamo a cercarlo insieme, allora.”
“Chi ti da la sicurezza che io voglia venire con te?” Sussurra ad un centimetro dalle tue labbra.
Sta cercando di provocarti e sai benissimo che, se lei accetterà il tuo invito, la serata finirà con del salutare sesso tra vampiri. E devi ammettere che l’idea non ti dispiace per nulla.
Eppure, vorresti che fosse diverso. Forse, con il tempo lo sarà.
“Beh, se non vuoi basta dirlo” Dici, ammiccando.
Lei sorride maliziosa e ti da una piccola pacca sulla spalla destra.
“Andiamo, Damon. La mia macchina è qui sotto.”











ANGOLO DELL'AUTRICE
Hola a todos!
Non chiedetemi il perchè di questa strana e contorta one-shot perché sinceramente non lo so nemmeno io.
So solo che ero a scuola e i miei compagni erano interrogati in Letteratura. Io ero molto annoiata, ho preso la penna ed ho iniziato a scrivere.
Inizialmente non volevo postarla perchè mi sembrava troppo strana e non volevo sembrare una psicopatica... ma poi, rileggendola ho deciso di volerla postare.
Ho voluto mettere in risalto quello che Damon, molto probabilmente, provava per Katherine negli anni (o meglio, decenni) successivi alla sua trasformazione.
Rabbia, amore, odio, nostalgia: sentimenti che Damon non riesce a sopportare e così decide di spegnere l'umanità.
Se qualcuno non avesse capito, ho voluto dare ad Elena una storia molto simile a quella di Katherine: Klaus l'ha trovata e lei, una volta capito il suo intento, è riuscita a sfuggirgli trasformandosi in un vampiro. 
E soprattutto, ho voluto dargli un carattere completamente diverso, per quel poco che si possa notare.
Un rapporto tra i due un po' strano e diverso dal comune.
Chi lo sa, forse potrei scrivere altri capitoli.
Comunque, sto parlando troppo e forse vi sto anche annoiando. Forse qualcuno non avrà nemmeno letto le mie riflessioni o i miei tripp mentali; ma se lo avete fatto significa che avete letto tutta la mia oneshot e perciò, forse (e lo sottolineo) non fa poi così tanto schifo.
A me piace e soprattutto mi sono appassionata molto nello scriverla, perciò spero che anche voi possiate apprezzarla.
Fatemi sapere!
Bacioni, Valentina :)
  
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