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Autore: Phoenixstein    27/03/2013    6 recensioni
Odore. Capace di canalizzare l’olfatto, afferro solo il suo, appannando il resto. Riesco a cancellare il caldo effluvio sfrigolante che proviene dalle cucine e rotola nei piatti dei clienti. Catturo l’essenza concentrata sulla sua nuca bianca, svelo la chimica elementare e disarmante del sudore, le ombre profumate dei sogni che vibrano sulla sua pelle. Un odore perfetto, raro, articolato in una sonata di violoncello estatica per i miei sensi perennemente all’erta.
Lascio una mancia sul tavolo -senza sapere se sarà in effetti lui a riceverla- prima di cercare d’istinto una via di fuga. Sono obbligato a passargli accanto per uscire; non lo guardo, ma so che lui invece lo fa. Scava con fame curiosa dentro al mio sguardo fisso su un orizzonte che non c’è.
Al diavolo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I can see how you are beautiful,

can you feel my eyes on you?

I'm shy and turn my head away.

Working late in diner Citylite,

I see that you get home alright,

make sure that you can't see me

hoping you will see me…

[…]

Obsessed by you, your looks, well,

anyway "I would any day die for you"

I write on paper and erased away.

Still I sit in diner Citylite, drinking coffee and reading lies,

turn my head and I can see you.

Could that really be you?

 

 

 

 

Martedì

Sono tornato a Beacon Hills, dopo aver promesso a me stesso che non l’avrei mai fatto. Ma mi hanno richiamato le spoglie martoriate di mia sorella, qualcosa a cui non potevo dire “no” e voltare le spalle.

Laura. Sento ancora l’odore del terriccio smosso mentre la seppellivo, ne percepisco la consistenza molle sotto queste dita scaldate dalla tazza di caffè che mi ha servito quel ragazzino. Ed è passata una settimana.

Rientra nel mio campo visivo. Sì, il ragazzino. Si fa chiamare Stiles. Ma non si ferma mai? È irritante.

 

 

Giovedì

Ancora qui. Chissà perché scelgo di torturarmi venendo nel locale preferito di Laura.

Siedo nell’angolo, scruto le uova strapazzate nel piatto e, ovunque io guardi, gli occhi incrociano sempre quella saetta di ragazzino. Non riesco a farne a meno, tendo il mio udito lupesco alla quantità di cose assurde che escono dalla sua bocca… mi lascio distrarre, mi fa bene. Parla a Francis dietro la cassa di una ragazza, una ragazza di nome Lydia. Dice che diventa ogni giorno più bella e lo manda in confusione totale. Dice che il suo nuovo profumo lo fa impazzire e ha girato per tutte le profumerie di Beacon Hills pur di trovarlo…

Odore. Capace di canalizzare l’olfatto, afferro solo il suo, appannando il resto. Riesco a cancellare il caldo effluvio sfrigolante che proviene dalle cucine e rotola nei piatti dei clienti. Catturo l’essenza concentrata sulla sua nuca bianca, svelo la chimica elementare e disarmante del sudore, le ombre profumate dei sogni che vibrano sulla sua pelle. Un odore perfetto, raro, articolato in una sonata di violoncello estatica per i miei sensi perennemente all’erta.

Lascio una mancia sul tavolo -senza sapere se sarà in effetti lui a riceverla- prima di cercare d’istinto una via di fuga. Sono obbligato a passargli accanto per uscire; non lo guardo, ma so che lui invece lo fa. Scava con fame curiosa dentro al mio sguardo fisso su un orizzonte che non c’è.

Al diavolo.

 

 

Venerdì

Il ragazzino non c’è, stasera. Meglio così.

Ordino, consumo e vado via.

Comunque, dovrei decisamente smetterla di venire qui.

 

 

 

 

Martedì

Questo nell’angolo sta diventando il mio posto abituale. È il posto dei solitari, il posto di chi odia dover parlare, il posto di chi vuole osservare ma non essere osservato, il posto di chi soffre con distacco e con distacco si nutre, il posto di chi si trascina lugubremente da una notte all’altra senza più sapere in che direzione scorra la propria vita

Come l’animale che sono, giro in tondo e mi mordo la coda. Non so chi ha ucciso Laura, né per quale motivo; non so se sia giusto restare o tornare dove mi ero costruito una vita lontano da una vecchia villa che sotto i miei occhi ancora brucia; non so cosa farne di me, della mia sporadica esistenza. Non saprei spiegare il perché, ma avere una routine in questi giorni persi mi fa sentire meno allo sbando, intorpidisce le mie insicurezze e mi aiuta a sentirmi normale.

Oggi quello che ha tutta l’aria di essere il suo migliore amico è venuto a trovare Stiles. Hanno molta confidenza, si comportano come la tipica coppia di cazzoni della loro età.

«Di chi è la Camaro qua fuori?» è la prima domanda che il ragazzo dalla pelle olivastra fa all’altro. Il modo in cui lo dice fa sembrare una cosa disgustosa possedere un’auto di lusso. Si fa ciondolare lo zaino sulle spalle mentre attende la risposta.

Con la coda dell’occhio mi accorgo che Stiles fa un cenno della testa nella mia direzione. «Derek Hale, è solo qualche anno più grande di noi.»

«HALE? La sua famiglia…»

«Shhh, Scott! Abbassa la voce. È laggiù.» boccheggia Stiles, muovendo freneticamente le mani.

L’altro, incuriosito, lancia una rapida occhiata verso di me. Il mio grugno imbronciato lo intimorisce. «Cosa ci fa qui? Voglio dire, perché sarà tornato?» bisbiglia, come se questo potesse impedirmi di ascoltare la loro conversazione.

«E io come faccio a saperlo?» esclama Stiles, alzando gli occhi al cielo.

«Ma tu sai sempre tutto!» replica Scott con aria poco sveglia.

Non mi va più di origliare quello che si dicono. Non c’è nulla di interessante, ormai cominciano a vertere su di me: no, grazie, so già quello che di funesto si mormora sul cognome “Hale”.

 

 

Giovedì

Il giornale locale di Beacon Hills riporta uno scoop di quelli eclatanti. Un uomo, un autista, è stato trovato in fin di vita in uno degli scuolabus posteggiati al liceo. Sangue ovunque, una cruenta scena del crimine che di solito si vede solo in tv.

In città non si parla d’altro. Stiles e Scott ne discutono con timore e, allo stesso tempo, con morbosa curiosità. Hanno tutta l’aria di sapersi cacciare nei guai, questi due.

Stupido ragazzino! Accartoccio un lembo del quotidiano su cui ho scarabocchiato delle parole senza alcun significato.

Comunque mi sono accorto di una cosa: non viene più a servirmi. Fa di tutto per evitarmi, anche se non ha fatto parola con nessuno del motivo. È nervoso quando sono nei paraggi, l’odore cambia, si fa acre, le sue pulsazioni impazzano e mi volta le spalle. Ha paura.

Mi alzo e vado via, promettendomi di lasciarlo in pace e non mettere mai più piede qui dentro.

 

 

 

 

Domenica

Non ce l’ho fatta. Sento lo sguardo di Stiles pesare sulla mia persona mentre bevo il caffè, come se oltre ad avere paura di me, mi compatisse anche. Devo apparirgli davvero patetico, un giovane uomo che non ha sulla faccia lo straccio d’un sorriso e sembra non aver niente di meglio da fare che mangiare un boccone con nessuno accanto. Faccio il possibile per non incrociarlo, per guardare da un’altra parte, combatto contro l’impulso di intrappolare quelle iridi lucenti fra le mie. Perché in fondo so che non posso permettermelo, in nessun modo. Eppure il ragazzino è ormai un piccolo rituale della buonanotte; vengo qui da Citylite, ceno, lo ascolto, lo ammiro, imparo a conoscerlo senza che lui lo sappia, via sulla Camaro e mi addormento stringendo fra le dita sogni evanescenti.

E più so, più voglio sapere.

Più mi avvicino e più vorrei allontanarmi. Sei solo, Derek, e solo devi restare.

E allora perché mi ostino a pensare a lui per dimenticare che il vento scricchiola fra le assi arse della mia vecchia casa minacciando di buttarla giù per sempre? Mi rintano nella polvere e nell’oscurità, accarezzando il ricordo in un luogo lugubre e desolato che un tempo era amore, gioia, famiglia. Mi faccio del male, così poi sarò più forte, sempre di più.

Stiles. Gli devo qualcosa per avermi tenuto compagnia senza che lui lo volesse o che io lo volessi. È per questo che stanotte lo seguirò. Mi assicurerò che per strada non accada nulla, che dorma al sicuro nel suo letto mentre fuori la luna piena è alta e bianchissima. Sono del tutto convinto che ci sia un’Alpha in giro, riesco a percepirlo, mi sta chiamando tacitamente e io gli resisto…

 

 

 

Aspetto in macchina, parcheggiata a passabile distanza dalla Jeep azzurra di Stiles. Non deve accorgersi di quello che sto facendo o, probabilmente, mi denuncerà a suo padre per stalking. Hm, già, è il figlio dello sceriffo Stilinski… mi ricordo di sua madre, e di come morì… Ma lui? Lui dov’era? Perché non l’ho mai visto prima? Ho rimosso qualche viso fra quelli che una volta conoscevo? O forse era semplicemente troppo piccolo, allora, per uscire di casa da solo?

È quasi l’una quando stacca dal lavoro. Ho passato due ore a fingere di non sentire il richiamo dell’Alpha, dannatamente vicino. I sensi mi rivelano che è il mio Alpha, anche se questa ipotesi è assurda e non mi spiego come sia possibile. L’unica certezza è che mia sorella è stata fatta a pezzi: non è forse opera degli Argent? È tutto così folle e vago e io non faccio altro che perdere tempo. Non avere basi solide su cui poggiare le mie convinzioni mi divora più dell’istinto lupesco. Mi consumo dal desiderio di capire, di trovare una strada che non sia un vicolo cieco!

Ma, per adesso, la mia preoccupazione si focalizza sull’incolumità di Stiles. Ho cattivi presentimenti per stanotte; accadrà qualcosa di spaventoso, di nuovo, e Beacon Hills non dormirà sonni tranquilli.

Marcio in seconda, non accelero per non dargli motivo di pensare d’essere pedinato. Mi mantengo lontano ma imito la sua traiettoria con fermezza. I miei fanali proiettano dolcemente fasci di luce gialla sulla carrozzeria retrò della sua Jeep ed è come se fossero i prolungamenti delle mie mani che lo raggiungono.

Le mie mani sono su di te, Stiles. Solo per proteggerti, è chiaro. Sono capaci di contenerti tutto intero, piccolo uomo, così nessuno potrà osare toccarti. Neppure io.

 

 

 

 

Salve! Era da un po’ che non pubblicavo in questa sezione! °O°

Come avrete intuito, l’ascolto prolungato di “Shy” dei Sonata Arctica mi ha ispirato un sacco di Sterek feelings che dovevo esplicitare in qualche modo… Ne è uscita una mini-long di due capitoli. Una cosetta veloce, insomma.

L’aggiornamento dovrebbe arrivare presto ma non posso garantire nulla.

Sì, ehm… come al solito, fatemi sapere se Derek vi sembra OOC ;___;

p.s. Per chi non l’avesse capito, qui il morso inferto a Scott viene ritardato. Anche se, nel frattempo, Peter ha già cominciato il suo piano di vendetta u.u

Ma tanto questa è solo la “cornice”, mi concentrerò unicamente su Derek e Stiles.

Un bacio a tutti :*

   
 
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