Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Mabelle    27/03/2013    5 recensioni
Mi sono sempre etichettata come una mattina che assomiglia alla sera, una continuazione, non ho né inizio né fine. Sono imperfetta, burrascosa, grigia, pura, ma dannatamente fredda. Sono sempre stata così: troppo gelida, perfino con me stessa. Sento di non appartenermi, di trovarmi all’interno di un corpo che non è il mio e non sono in grado di liberarmene. Mi sta tutto così stretto, non ho spazio, soffoco. Questa sensazione durerà per sempre, lo so. Quando provi quello che provo io, quando non accetti l’immagine che si riflette allo specchio, quando ti consideri un problema a cui non c’è soluzione, quando ti senti dannatamente sola, allora non puoi fare altro che crollare, ed io lo faccio continuamente, ogni giorno. Forse è questo il punto: per le persone come me non c’è soluzione. Io non sono l’eccezione alla regola. Se il mondo se ne andasse, nessuno rimarrebbe. Allora cominci a non credere più in te stessa, diventi un’automa, svolgi le azioni principali e poi basta, fine, stop. Ti dicono di essere forte e a volte sei costretto ad esserlo. Perchè per le persone come me non c’è né un inizio né una fine, siamo solo una continuazione di qualcosa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



17. Cry.


Allora è così che ci si sente quando una persona sviene.

Il buio totale che ti prende all’improvviso, le voci ovattate, nessuna percezione della realtà.

È proprio vero che sembra che tu ti stia staccando dal resto del mondo, una sorta di pausa.

La testa mi duole a tal punto che non riesco nemmeno a muoverla, sento le palpebre pesanti e non riesco a sollevarle.

Tutti i miei muscoli sono bloccati, ho la bocca semichiusa eppure non esce nessuna suono.

«Ragazzi, forse si è ripresa.» riconosco la voce preoccupata di Louis avvicinarsi al mio corpo, si è seduto di fianco a me, probabilmente mi starà osservando in attesa che questi occhi si aprano.

«Louis...» con tutta la buona volontà riesco finalmente a pronunciare il suo nome, sento la mia voce incrinarsi, fino a scomparire nuovamente.

«Cher, sono qui. Stai bene?» percepisco altri movimenti, anche i ragazzi si saranno avvicinati.

Sbatto lentamente le palpebre, sono più pesanti di quanto credessi, per questo le tengo semichiuse, come se fossi persa in una sorta di dormiveglia.

«Ho sete.»

«Harry, vai a prendere un bicchiere d’acqua.» il riccio si sposta in cucina, dopo pochi secondi è già di ritorno, così Louis mi solleva il capo e bevo lentamente.

«Sto bene, non vi preoccupate.» mi siedo sul divano, nonostante continui a sentirmi indolenzita.

«Ti ricordi? Sei svenuta e hai sbattuto la testa. Secondo me è meglio chiamare un medico.» Liam, come sempre, si intromette.

«No - rispondo prontamente - ho avuto solo un giramento di testa e sono svenuta. Non c’è bisogno di farne una tragedia.»

«Io ritengo che sia meglio chiamarlo, almeno una visita di controllo. In fondo sei svenuta e non è cosa da poco.»

«Ora vorrei solo riposare. Grazie.» interrompo immediatamente la breve discussione.

Mi fa ancora male la testa e sentirli parlare mi dà solamente sui nervi.

»L’accompagno io.» Niall si propone e, santo cielo, era meglio se non l’avesse fatto.

Mette il mio braccio sotto le sue spalle, dopo di che mi aiuta ad alzarmi, ho la vista offuscata e ci vogliono diversi secondi prima di riuscire a mettere nuovamente a fuoco le figure. I ragazzi mi guardano, noto Liam e Louis scambiarsi occhiate, mentre Zayn ha lo sguardo basso, fisso sul pavimento.

Scuoto, per quel che posso, la testa, mentre io e Niall iniziamo a salire le scale. Percorriamo il corridoio fino ad arrivare alla mia stanza, sto per aprire la maniglia, ma il biondo mi precede. Finalmente posso sedermi sul mio letto.

«Tu hai bisogno di aiuto.» 

«Io non ho bisogno di nulla, Niall. Ora, se non ti dispiace, esci dalla mia camera.»

«No, non ci esco finché non mi avrai spiegato che cosa ti succede.»

«Non succede un cazzo. Esci. Muoviti.»

«Cheryl, smettila di allontanarmi da te. Pensi davvero che ti salverai da sola?» Niall afferra le mie mani gelide, le accarezza delicatamente per poi intrecciarle.

Niall non distoglie il suo sguardo dal mio viso, mentre io continuo ad abbassare il mio. Non ce la faccio a sostenerlo, ora come ora vorrei che uscisse e mi lasciasse in pace. Come può pretendere che io gli dia spiegazione se non riesco nemmeno a darle a me stessa?

«Niall, te lo chiedo per cortesia, lasciami da sola.»

«No.»

«Perchè?»

«Perchè tu hai bisogno di qualcuno e quel qualcuno vorrei essere io. Pensi che io non me ne sia accorto? Ti vedo ogni mattina: il tuo viso malinconico, le mani tremanti, le gambe magre. Perfino il tuo corpo si sta ribellando e tu non lo ascolti. Ti stai facendo del male, Cheryl. Ti stai uccidendo.»

Scoppio in una risata, forse dal tono isterico.

«Non sparare stronzate, grazie.»

«E’ la verità. Vorrei che ti potessi guardare con i miei occhi per capire fino a che punto ti stai riducendo.»

«Allora, sentiamo, fino a che punto mi sto riducendo?»

«Non mangi più, nemmeno quella mela o quel cracker che ti eri imposta nella dieta. Passi così tanto tempo in camera tua, rinchiusa in te stessa, continuando a scrivere numeri su numeri e controllando i progressi che fai. Il tempo che ti rimane lo passi in bagno davanti allo specchio. Le uniche volte che parli sono per dire che devi riposare oppure che non hai fame. Io mi chiedo se questa sia la vita che vuoi. Davvero vuoi ridurti così? Dipendendo da uno stupido numero che compare su una bilancia, influenzando il tuo futuro? Io ho capito che cosa vuoi essere: tu ti stai imponendo di essere impeccabile. Sempre. Con tutti.» Niall respira profondamente ed io con lui, ho trattenuto il respiro fino ad ora, le sue parole mi hanno mozzato il fiato.

«Eppure non capisci che tu basti così, per tutti. Basti con i tuoi capelli sempre arruffati e disordinati. Basti con gli occhi castani che tanto odi e che cerchi di valorizzare. Basti con le tue felpe larghe e i jeans. Basti con le cuffie nelle orecchie perchè affrontare la realtà sarebbe troppo complicato. Basti con le mani tremanti quando sei agitata per qualcosa. Basti con quel sorriso che mostri davvero poco perchè dici che non ti piace. Basti tu. Basti davvero.»

Una strana sensazione mi prende all’improvviso. Troppe parole stanno uscendo dalla bocca e temo che non le pensi veramente. Probabilmente starà solo cercando di tranquillizzarmi, ma è l’ultima cosa di cui ho bisogno, sinceramente.

«Scommetto che nemmeno la metà delle cose che dici le pensi veramente.»

«Ti sbagli: ogni cosa che ho detto la penso, sei tu che non mi credi.»

«Quando per troppo tempo ti sei sentita dire il contrario, difficilmente puoi fidarti.»

So che sto sbagliando, potrei semplicemente ammettere tutto e togliermi questo peso dalla mente, dal cuore, da tutto. Eppure non riesco.

«Cheryl, parla.» Niall mi incita, mentre stringe le sue dita intorno alle mie.

«Smettila, per favore. Non sono affari che ti riguardano, è la mia vita, è il mio corpo. Decido io cosa è meglio per me.»

«Io davvero non ti capisco. Ti sto offrendo il mio aiuto, anzi, ti sto implorando di accettarlo e tu mi allontani costantemente. Mi spieghi qual è il problema?»

«Sono io il problema.» si alza spazientito, abbandonando le mie mani che ricadono debolmente sul lenzuolo lilla.

Sta perdendo la pazienza eppure non molla.

È più testardo di me, a quanto pare.

«Bene. Vorrà dire che passerai il Natale in camera tua con me e non mi muoverò da qui finché non deciderai di spiegarmi ogni cosa.» strabuzzo gli occhi in un’espressione di sorpresa. «Guarda cosa faccio per te, santo cielo.»

Si siede nuovamente accanto a me.

«Niall, posso abbracciarti?» glielo domando così, chiusa nelle mie spalle e con lo sguardo basso. Nessuna risposta, anzi, la ricevo quando mi ritrovo il viso incastrato nell’incavo del suo collo.

È che io ho maledettamente bisogno degli abbracci e per me sono più difficili da dare rispetto ad un bacio. Quando abbracci, lasci una parte di te fra quelle spalle, raggomitolata fra i toraci, schiacciata. Ed io non ho nulla da dare, se non un ammasso di fallimenti e sconfitte. Il punto è che, nonostante tutto, il peggior fallimento sono sempre e comunque io.

Mi stacco lentamente da questa stretta così intima, da questo corpo che tanto mancava. Mi stacco da lui.

«Cher, ascoltami, per favore.» mi alza delicatamente il viso e vengo investita dai suoi occhi chiari.

«Dimmi.» biascico.

«Tu hai bisogno di aiuto, davvero. Devi rendertene conto che non sei da sola, ci sono io e anche i ragazzi.»

«Smettila, per cortesia. Ti ho chiesto un semplice abbraccio.»

«Mi hai chiesto di salvarti.»

Scuoto la testa in segno di dissenso. 

Che cazzo sta dicendo?

«Cher, sei svenuta, capisci? E sai quante volte accadrà se tu continuerai a non mangiare?»

«Non succederà nulla. Ho solo avuto un calo di zuccheri o magari non è neanche per quello.»

Niall prende nuovamente le mie mani nelle sue e continua ad accarezzarle.

È tutto in contrasto.

I suoi gesti dolci e delicati, queste carezze quasi sussurrate e nascoste, sono schiacciate dalle parole acide che mi rivolge. 

«Allora chiamerò il medico.» lo dice così, come se non fosse nulla di importante ed improvvisamente sento il cuore uscirmi dal petto da quanto batte.

Non può.

Non deve.

«Non ci provare nemmeno, Niall James Horan.»

«E perchè? Anche gli altri ragazzi sono d’accordo, così finalmente scopriranno quello che ti sta accadendo, anzi, quello che ti stai facendo da sola.»

«Visto che ti credi così tanto responsabile, perchè non gliel’hai detto tu quello che sto passando?»

«Perchè avrei semplicemente firmato la tua condanna a morte. Ho aspettato, Cheryl. Ho aspettato che tu capissi che il male che ti stai procurando non te lo meriti minimamente; che quei chili che stai continuamente perdendo ti stanno riducendo al nulla; che io non vedo il tuo sorriso da troppo tempo; che sei impeccabile così, con tutta te stessa. Ho aspettato, Cheryl, che capissi che si può essere migliori anche senza distruggersi. Ed io ti avrei aiutato, dannazione, se l’avrei fatto.» sento quel pizzicore negli occhi che mi indica che le lacrime sono fin troppo vicine.

Piango.

Piango tutto quello che ho tenuto dentro fino ad ora.

Piango una me stessa che ormai non esiste più.

Piango le giornate spese ad odiarmi davanti ad uno specchio.

Piango le dita in gola per vomitare.

Piango gli insultati che mi sono rivolta nella mia mente.

Piango il dolore che ho provato, che provo e sempre proverò.

Piango, perchè quello che ha detto Niall è ciò che avrei voluto sentirmi dire e nessuno l’aveva capito.

Ed io ora non riesco a credergli.

E fa male.

Ti si infila dentro.

Ti disarma.

Niall mi stringe a sé come suo solito fare in questi momenti, una mano infilata tra i capelli castani e un’altra che dolcemente mi accarezza la schiena, mentre il mio corpo è scosso dai singhiozzi per il pianto.

«Ci sono io con te.» piano piano mi calmo, rendendomi conto che non posso continuare a piangere e farlo davanti al mio migliore amico è abbastanza umiliante e imbarazzante.

Mi pervade una sensazione di impotenza, quella che provo ogni giorno appena mi sveglio e non mi abbandona per tutta la giornata. 

«Niall.»

«Dimmi.»

«Penso di aver bisogno di aiuto.» 

Così lo ammetto ad una me stessa che non accetta sconfitte, nonostante sia da troppo tempo che riceve solo quelle.
Lo ammetto al mondo, che ha vinto.

Ho perso.

Ho perso come sempre.

Ho perso tutto.

Ma la cosa più orrenda è che ho perso me stessa e non riuscirò più a trovarmi.








VI AMO. ♡
Ritardo madornale e mi ucciderete, i know.
Che vi posso dire? Buona Pasqua in anticipo, belle donzelle.
Una settimana di vacanza, finalmente. 
Davvero, non ne potevo più di svegliarmi presto alla mattina per prendere un cazzutissimo treno che non va nemmeno a spingerlo. Perchè, poi, si possono spingere i treni? AHAHAH.
Ieri mattina sono andata a pattinare sul ghiaccio con la classe. Premetto che non ero capace, poi ho imparato - più o meno lol - ed è bellissimo, kjjrgjk. 
Provate anche voi.
Ah, un mio compagno è caduto e si è lussato la spalla; mentre un'altra ragazza si è rotta il dente.
Volete ancora provare? ♡
Seriamente, è davvero bello, anche se bisogna stare attenti.
Vi prometto che prima di mercoledì aggiorno e se non fosse così, be', venite sotto casa mia con i forconi per infilzarmi le chiappette. ♡
Riposate, riposate, riposate, riposate, riposate, riposate.
Grazie mille per le vostre bellissime recensioni.
Un bacio enorme. ♡

p.s. sì, sto in fissa con 'sto cuore. ♡

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Mabelle