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Autore: 1D_arms    27/03/2013    1 recensioni
e se cominciasse tutto su un comune social network?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Abbi pazienza. Tra poco finirà tutto» mi disse la rossa con compassione scuotendomi leggermente dal mio stato di trance e riportandomi alla triste realtà che era la scuola. Quinta ed ultima ora: latino. Io annuì sorridendo e Summer ricambiò. Era così bella, soprattutto quando sorrideva. I suoi capelli rossi leggermente mossi, che le arrivavano appena sotto al seno, occhi verde/marrone. Erano davvero strani, ma sorprendentemente belli che cambiavano a seconda del suo umore o del tempo. Fisico perfetto, non troppo magra, alta e aggraziata. In confronto io ero completamente l’opposto: capelli castano chiaro, che d’estate diventavano quasi biondi, occhi azzurri, fisico modesto, normale. Si potrebbe dire che ‘Impacciata’ sia il mio secondo nome. Sono più bassa di Summer di qualche centimetro. Insomma io sono l’amica che non viene mai invitata alle feste, ma puntualmente Summer mi ci trascina. Penso che non sia il mio ambiente, non lo è mai stato e ne mai lo sarà. Non ho neanche i vestiti per quel genere di inviti, me li presta sempre quella santa ragazza che ogni volta viene a casa mia con il suo intero arsenale di abiti di ogni tipo/taglia/colore/lunghezza. A volte mi chiedo davvero dove diamine li abbia comprati e quando. Certo, ogni volta che andiamo mi trascina a fare shopping. Comunque spesso non accetta gli inviti per stare con me.
Il suono della campanella si insinuò nei miei pensieri, facendomi sobbalzare. «Ragazzi, per martedì, dovete leggere il testo a pagina 30 svolgere gli esercizi di pagina 35 e mi raccomando, studiate bene per la verifica di venerdì» disse la donna grassoccia seduta sulla sedia dietro la cattedra, inclinando la testa verso il basso, sbirciando oltre gli occhiali, per osservare meglio la classe, per poi ritornare a scrivere quello che aveva appena enunciato. 
«Verifica? Venerdì? Oddio quando l’ha detto?» chiesi allarmata, sbarrando gli occhi e raddrizzandomi sulla sedia sulla quale, fino a poco prima, ero comodamente sdraiata svaccata, per voltarmi verso Summer.
«Se magari stessi attenta, forse lo sapresti» disse la rossa sospirando e facendo un sorriso divertito.
«Mia cara Summer, dovresti saperlo che il latino non è il mio forte, quindi sbrigati che me ne voglio andare da qui» cercai di zittirla «Oppure me lo dici stasera che ti chiamo. Si, direi che è meglio così me ne vado da questa specie di carcere chiamato scuola» conclusi parlando più con me stessa che con Summer. 
«Va bene, capo» rise alzandosi dalla sedia, trascinandola provocando un rumore assordante, prendendo lo zaino e mettendoselo sulle spalle. La imitai cercando di fare meno rumore possibile e insieme ci dirigemmo fuori dalla scuola, raggiungendo, come sempre, la fermata ad aspettare l’autobus che non tardò ad arrivare. Salimmo e ci aggrappammo ai pali cercando di stare in equilibrio il più possibile, onde evitare di cascare per terra, impresa che si è presto rivelata difficile dopo il mio mini capitombolo (?), su quell’abitacolo impazzito e traballante.
Ad ogni modo, scendemmo entrambe, Summer prima di me e io qualche fermata dopo. Dopo un breve tratto a piedi e dopo aver salito quei pochi gradini che mi separavano dal portone, suonai al campanello aspettando che qualcuno aprisse.
«Chi è?» chiese la voce robotica, dall’altra parte del citofono.
«Mamma, sono io» risposi un tantino seccata.
«Oh, certo tesoro» disse allegramente, dando il tiro. Aprii il portone e lo lasciai chiudersi da solo alle mie spalle, causando un tonfo sordo. Salii le due rampe di scale e trovai mia madre ad aspettarmi sulla soglia della porta. Le passai accanto, dandole un bacio sulla guancia per poi salire le scale che mi separavano dalla mia camera, a posare lo zaino per poi riscendere e andare verso la cucina, sapendo che l'avrei sicuramente trovata indaffarata ai fornelli, intenta a preparare il pranzo. Mi sedetti su una delle quattro sedie, appoggiando i gomiti sulla tavola apparecchiata. Mia madre si voltò sorridente, portando due piatti di pasta e sedendosi di fronte a me.
«Com’è andata a scuola?» mi chiese dopo qualche minuto di silenzio.
«Bene, ho preso 8 nella verifica di scienze» risposi solennemente orgogliosamente. Mia madre si trattenne dallo scoppiare a ridere, affrettandosi a ingoiare l’acqua che aveva appena bevuto e appoggiando il bicchiere sulla tovaglia. 
«Wow, un miracolo!» disse ridacchiando.
«Mamma, dovresti essere orgogliosa di me» replicai piagnucolando.
«AHAHA certo, sei stata bravissima» mi rassicurò sorridendo.
«Ecco, così va meglio» dissi chiudendo gli occhi e alzando le sopracciglia cercando di assumere un aria superiore, ottenendo solamente ulteriori risate da parte della donna. 
Dopo aver finito di pranzare, andai in camera. Presi il cellulare, lo collegai alle casse mettendo la riproduzione casuale. “Stole my heart” fu la prima canzone che partì. Presa dall’emozione di sentire quelle voci, mi misi a cantare e ballare urlare come una pazzoide e saltare per tutta la camera, come un dugongo in calore. 
Passai il resto del pomeriggio su twitter, a inviare tt a Liam, sempre con la musica accesa, canticchiando. Dopo essere andata in limit un paio di volte, arrivai a 200 “please @Real_Liam_Payne follow me. Italian directioners love you so much. And I love you too xx 200 ;)” poi andai un altra volta in limit, così decisi di cambiare il mio nome in “Limit for liam ç_ç” magari mi avrebbe notata, l’avrei impietosito e mi avrebbe seguita. Non fa una piega! Decisi di andare in cucina a frugare nella dispensa alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti mentre aspettavo che il limit finisse per poi continuare ciò che avevo lasciato in sospeso. Non mi sarei arresa così facilmente. 
Presi ciò che mi occorreva (cucchiaio e un barattolo di Nutella, la risposta ad ogni problema) e ritornai in camera, sedendomi sul letto a gambe incrociate davanti al computer. Aprii Tumblr e cominciai a rebloggare le foto che mi piacevano, mentre chattavo con Summer. Quella povera testolina bacata che mi rompeva sempre le scatole con quell’altrettanto testa bacata di mio fratello Marco. Mi chiedeva sempre come stava, cosa faceva, a che ora mangiava, se usciva con qualcuna, come andava a scuola e cose del genere. TUTTI I SANTI GIORNI. Non la sopportavo più. L’avevo persino minacciata più volte dicendole che l’avrei soppressa, tirato calci, pugni e cose del genere ma, per mia sfortuna, non si arrendeva e io le rispondevo con noncuranza omettendo o inventando cose, tanto non mi avrebbe mai scoperta e io non volevo che quei due citrulli si mettessero insieme. Certo, mi sarebbe piaciuta l’idea di avere come cognata la mia migliore amica, ma viste le circostanze, non mi pareva il caso anche se il mio caro fratellone, in fondo, MOLTO in fondo, era un bravo ragazzo, ma conoscendolo avrei preferito che rimanessero il più lontano possibile. L’idiota andava sempre con puttanelle che trovava alle feste o a scuola. Certo, non era un BRUTTISSIMO ragazzo me essendo sua sorella, ovviamente, ai miei occhi pareva uno sgorbio di prima categoria, stronzo fino al midollo, ma che nonostante tutto, mi sosteneva e mi dava consigli come solo i fratelli maggiori sanno fare. D’altronde a che altro poteva servire quell’impiastro? Ascoltava musica tutto il santo giorno, un po’ come me, ma io il volume lo tenevo basso o, quantomeno, che non si sentisse fino in Uganda. La sua stanza era un enorme casino, puzzolente e sudicia. Mi sono chiesta parecchie volte come facesse a vivere lì dentro, e perché non avessero reso inagibile quella parte della casa. Ovviamente, quando doveva uscire era sempre tutto profumato e “ben” vestito. Per mia fortuna, ha anche un buon senso e non si portava mai le puttanelle in casa, anche perché se l’avesse visto mio padre, penso che l’avrebbe preso a calci nel sedere, fino in Uganda così magari avrebbe chiesto scusa a quelle povere anime pie che si devono subire la sua orripilante musica.
Mentre Summer mi estenuava con le sue continue lamentele, andai su twitter per vedere se il limit era finito anche se l’obbiettivo era principalmente quello di controllare se quel rimbambito mi aveva seguita. Nulla. Il nulla più totale, così continuai imperterrita a rompergli le scatole.
302 furono esattamente tutti i tt che gli inviai prima di andare di nuovo in limit. E non cambiò niente. Erano le sei del pomeriggio quando arrivai a 473. Ormai avevo gli occhi fuori dalle orbite e mia madre era venuta a farmi visita un paio di volte dato che non mi sentiva strillare come una gallina impazzita nonostante le casse continuavano a trasmettere la musica. 
19:07 precise. Sentii dei passi lontani che si avvicinavano man mano sempre di più, fino a spalancare la porta, facendomi sobbalzare dallo spavento. Chi poteva essere il coglione che apriva una porta in quella maniera? 
«Mmh, che tatto che hai, fratellino» dissi ironicamente staccando gli occhi dallo schermo del computer e guardandolo nei suoi occhi marroni.
«Mamma mi ha detto di chiamarti e dirti che è pronta la cena» disse ignorando ciò che avevo detto qualche secondo prima.
«Si, ora scendo» risposi trascinandomi giù dal letto, sotto lo sguardo scioccato di Marco
«Minchia guaddi?» chiesi con nonchalance, seccata dal suo sguardo.
«Niente» fece per andarsene socchiudendo la porta, per poi riaprirla di scatto. «Muoviti» ordinò tornando indietro e andandosene definitivamente.
Scesi le scale dirigendomi al tavolo, e sedendomi al mio posto sotto lo sguardo scioccato dei miei genitori. Che palle, cos’avrò fatto stavolta? 
«Che nei hai fatto dei tuoi bellissimi occhi?» chiese mamma preoccupata.
«Ehm.. Cosa pensi che abbia fatto, sono rimasti al loro posto per tutto il tempo, sai com’è, non si staccano a meno che tu non li faccia saltare via con un cucchiaio, ma poi non credo che andare in giro con una benda sull’occhio, tipo Capitan Uncino sia la cosa migliore. Sto cercando un fidanzato, non credo che ai maschi piacciano le ragazze con le bende sugli occhi» dissi a mo’ di spiegazione facendo sorridere un po’ tutti e cercando di chiudere in bellezza la discussione.
«Cosa stai cercando tu?» chiese mio padre scioccato e non proprio entusiasta.
«Uhm… un ragazzo!?» risposi accigliata.
«Per farci cosa?» disse con gli occhi sbarrati.
«Nel caso non l’avessi notato, sono una ragazza. Mi piacciono i ragazzi. Sai com’è… a meno che non sia lesbica.» dissi gesticolando. «Ah, ma ovviamente non lo sono.» continuai per rassicurare tutti che mi guardavano preoccupati.
«Pensi che rimarrò zitella per il resto della vita?» conclusi divertita e un po’ scocciata. Okay che ti voglio bene, ma io ho le mie necessità e voglio un cazzutissimo fidanzato.
«Beh, ma tu sei ancora piccola, non puoi pensare a queste cose» rispose dopo qualche attimo di silenzio.
«Papà, ho 17 anni. D i c i a s s e t t e, capisci? Non voglio e non rimarrò single. Va bene, sarà un impresa ardua trovare un ragazzo decente con gusti non troppo complicati a cui piaccia anche se non sono il tipo di ragazza con il fisico da modella, bionda e con gli occhi azzurri. Anche se gli occhi azzurri li ho, ma dettagli.. Accipicchia, deve esserci un dannato uomo su questo pianeta a cui piacciano le ragazze normali». Conclusi in tono esasperato sotto lo sguardo scioccato (ancora) della mia famiglia, in particolare di mio padre.
«Sappi che sei la ragazza più bella di questo mondo» disse papà girandosi anche verso mia madre che guardava la scena come se fosse al cinema e che appena incontrò lo sguardo di mio padre, si addolcì sorridendo come un’ebete. «E che troverai un ragazzo “decente”» proseguì mimando della virgolette con le dita «Ma che nel frattempo c’è il tuo paparino che ti vuole tanto bene e te ne vorrà sempre. Sappi che io ci sono per qualsiasi cosa» finì accarezzandomi una guancia, sorridendo. Io gli sorrisi di rimando, mi alzai e gli gettai le braccia al collo abbracciandolo. «Hei, hei, fai piano che mi soffochi» disse divertito.
«Okay, ora che la scenetta è finita, possiamo mangiare?» sbottò Marco parecchio scazzato ma anche divertito.
«E te pareva che non doveva rovinare il momento. Sei un rompiscatole» dissi facendo la linguaccia al CARO fratello. 
Cominciammo a mangiare e io continuai a pensare alle parole che mi aveva appena detto papà. 
«Ma ci sarai anche se arriverò a casa incinta di quattro gemelli?» chiesi scherzosamente ricevendo in cambio un'occhiataccia da parte di mio padre, che diventò bianco come un cencio.
«C-come s-sarebbe a dire?» disse pacatamente, preoccupato. «T-tu n-non sei i-in...c..in..t...a» continuò balbettando, guardandomi sotto shock.
Strabuzzai gli occhi «Ma certo che no, tzè. Ti ho appena detto che non ho un fidanzato, con cosa potrei procreare un bambino, scusa» risposi ovvia «Era per dire, non ti preoccupare». Lo rassicurai.
«Beh.. Certo» disse lui sottovoce per confermare. Schioccai la lingua sotto al palato e mi concentrai a tagliare la fetta di carne che mi era appena stata messa sotto al naso.In tutto questo, Marco non aveva detto una sola parola, se non il commento all'inizio della cena.
«Allora Marcolino, come mai non parli? Il gatto ti ha mangiato la lingua?» dissi pacata, voltandomi verso di lui.
«Ehm... Forse perchè non ho niente da dire?» mi rispose con nonchalance. «E non chiamarmi Marcolino» mi rimproverò, rivolgendomi uno sguardo omicida.
«Va bene Marcolino, come vuoi...» conclusi sorridendo, calcando di più sul suo soprannome, e ritornando con lo sguardo diretto al mio piatto, sentendo uno sbuffo esasperato provenire alla mia destra. 
Finimmo di mangiare e aiutai mamma a sparecchiare, per poi ritornare nella mia amata cameretta a finire di impezzare il mio idolo.
Già, ho puntato su di lui perché solitamente è quello che caga di più noi povere directioners, e anche se ormai non sarà più su Twitter, io continuo imperterrita. La noia a volte gioca brutti scherzi, e questo è uno di quei casi. Mi sono anche posta un obiettivo: 500 tt in un giorno! “Ce la posso fare” dissi a me stessa. 

MYYY SPACEE
Aluurs, innanzitutto grazie per essere arrivata fin qui :D premetto che questa è la prima FF che scrivo, quindi se quella buon anima che ha letto questa cacca (ovvero tu, beleza. crazie tanto) ha la pazienza di aspettare che quella testa bacata dell'autrice (nonchè io .-.) aggiorni, beh... GRAZIEEEE 
volevo aggiungere che non mi veniva in mene un nome decente, quindi scoprirete come si chiama la migliore amica di Summer, nel prossimo capitolo :D
detto questo me ne vado. addio. anzi no, mi vedrete nei paraggi (?) perchè dovrò pur aggionare, no? o fa così tanto schief sta cuuusa (?). orsù, lascia una piccola recencionsina (?) ohw... ho messo tanti (?) HAHAHAHA (?) (?) (?) (?) (?) (?) OuO lol. no vabbè me ne vado!
sciao belezaa
-Giulia <3

  
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