“Ce la
posso fare” dissi a me stessa.
“Tanto non manca molto, sono a 473. Altri 27, anzi no, posso
anche farne di
più” feci il punto della situazione, e poi mi
venne in mente che dovevo
chiamare Summer per chiederle gli argomenti della verifica”.
Presi il telefono
e digitai il numero, aspettando che rispondesse.
«Oh,
finalmente ti fai viva, stronza.»
«Anche,
io sono felice di sentirti.»
dissi sarcastica.
«Spara
meno cazzate, su.» la sentii
ridacchiare.
«Quindi
su cos’è la verifica di
latino?» chiesi poco entusiasta.
«Versione
su Leonida.»
«Tutto
qui? Ma tipo, dirmelo in
autobus no, eh?»
«Scusa,
ma non me l’avevi chiesto, e
poi abbiamo parlato e me ne sono dimenticata.»
cercò di scusarsi. Scommetto che
starà agitando le braccia. La conosco bene e quando cerca di
spiegare qualcosa,
non può fare a meno di gesticolare.
«Va
bene. Se hai qualcosa di
importante da aggiungere, fallo ora perché devo finire di
fare una cosa
importantissima e non sarai tu a fermarmi.» il mio tono era
di sfida, ma anche
divertito, tanto da far scoppiare a ridere la mia amica
dall’altro capo del
telefono.
«Quale
sarebbe questa cosa così tanto
importante?»
«Non
credo che tu voglia davvero
saperla.» la avvertii.
«Se
riguarda quei babbei, allora no.
Tantomeno se cerchi di farti seguire da loro.»
«Bene,
allora se non hai nient’altro
da dire, vado da Liam.»
«La
convinzione fotte la gente,
tesoro.» disse ridacchiando.
«Intendevo
dire che vado a finire di
mandare i 27 tweet che mi mancano per arrivare a 500 e forse
continuerò finché
il sonno non s’impossesserà di me.»
«Se,
vabbè.» disse scettica. «Tu sei
matta».
«Hai
finito di fare la predica?» dissi
esasperata.
«Si.»
“Ce la
posso fare” dissi a me stessa.
“Tanto non manca molto, sono a 473. Altri 27, anzi no, posso
anche farne di più”
feci il punto della situazione, e poi mi venne in mente che dovevo
chiamare
Summer per chiederle gli argomenti della verifica”. Presi il
telefono e digitai
il numero, aspettando che rispondesse.
«Oh,
finalmente ti fai viva, stronza.»
«Anche,
io sono felice di sentirti.»
dissi sarcastica.
«Spara
meno cazzate, su.» la sentii
ridacchiare.
«Quindi
su cos’è la verifica di
latino?» chiesi poco entusiasta.
«Versione
su Leonida.»
«Tutto
qui? Ma tipo, dirmelo in
autobus no, eh?»
«Scusa,
ma non me l’avevi chiesto, e
poi abbiamo parlato e me ne sono dimenticata.»
cercò di scusarsi. Scommetto che
starà agitando le braccia. La conosco bene e quando cerca di
spiegare qualcosa,
non può fare a meno di gesticolare.
«Va
bene. Se hai qualcosa di
importante da aggiungere, fallo ora perché devo finire di
fare una cosa
importantissima e non sarai tu a fermarmi.» il mio tono era
di sfida, ma anche
divertito, tanto da far scoppiare a ridere la mia amica
dall’altro capo del
telefono.
«Quale
sarebbe questa cosa così tanto
importante?»
«Non
credo che tu voglia davvero
saperla.» la avvertii.
«Se
riguarda quei babbei, allora no.
Tantomeno se cerchi di farti seguire da loro.»
«Bene,
allora se non hai nient’altro
da dire, vado da Liam.»
«La
convinzione fotte la gente,
tesoro.» disse ridacchiando.
«Intendevo
dire che vado a finire di
mandare i 27 tweet che mi mancano per arrivare a 500 e forse
continuerò finché
il sonno non s’impossesserà di me.»
«Se,
vabbè.» disse scettica. «Tu sei
matta».
«Hai
finito di fare la predica?» dissi
esasperata.
«Si.»
«Oh,
grazie a Dio!» chiusi gli occhi, felice di non dover
sentire la sua contrarietà su questa cosa. Per lei era
altamente stupido. Ma
d’altronde lei non capiva, e io non potevo biasimarla
«Sei
simpatica.» disse sarcastica.
«Lo
so.» risposi orgogliosamente.
«Bene,
mi fa piacere.» continuò,
sempre con una punta di ironia nel tono di voce.
«Sum,
mi pigli per il culo?».
«Si,
Sunny.»
«NON.
CHIAMARMI. SUNNY. Okay
Carletta?» Già. Io, Maria Sole, venivo
costantemente soprannominata Sunny da
quella mongoloide, il cui secondo nome era Carla. Odiavo essere
chiamata Sunny,
come lei odiava il soprannome Carletta.
«Si, va
bene…» la mia dea interiore
esultava, vestita con un uniforme da cheerleader, rossa, con i pon-pon
in mano.
Non era facile far arrendere Summer Carla Venturi così
facilmente. Ma potevo
aspettarmi di tutto da quell’essere. «…
Sunny.» concluse. Avevo parlato troppo
presto. Sbuffai.
«Okay,
ora posso continuare? O devi
ancora rompere la minchia che non ho?»
«Fine
la ragazza!»
«Già.
Ciao babbea.» tagliai corto.
«Ohw…
ma ti voglio bene anch’io e soprattutto:
BUONA NOTTE ANCHE A TE!» mi strillò nelle orecchie
fingendosi offesa.
«Si,
si. Buona notte.» dissi
distrattamente, tenendo il telefono tra la spalla e
l’orecchio, con la testa
inclinata, facendo ‘copia e incolla’ in
continuazione, aggiungendo i numeri.
Quando non sentii più le proteste di Summer, presi il
telefono e mi stiracchiai
il collo indolenzito. Vidi che aveva agganciato, così
lanciai quell’aggeggio in
una parte indefinita del letto.
D’un
tratto mi fermai. Il tweet n°499
era rimasto aperto, pronto ad essere inviato. “E se
è andato via? Starà
sicuramente dormendo ora” pensai cominciando a deprimermi e
convincendomi che
fosse tutto tempo sprecato, e che il mio lavoro non sarebbe servito a
nulla. La
mia dea interiore apparve dal nulla, seguita da una nuvoletta di fumo,
che
scomparve immediatamente. “Cosa cazzo dici?
C’è un ora di fuso orario, se è in
Inghilterra” cominciò a sbraitare. Incredibile. La
mini me, come me la immagino
io, mi sta attaccando. Devo essere pazza. “Facendo i calcoli
se da noi sono le
21, a Londra o in qualunque luogo sia quel babbeo, purché
nel Regno Unito, sono
le otto di sera. Quindi non abbatterti e continua. Magari è
in linea in
incognito!”
«Si, in
incognito!» ripetei
entusiasta, alzando lo sguardo in direzione del rumore proveniente
dalla porta.
«Che vuoi.» dissi in tono monocorde rivolgendo
nuovamente lo sguardo al
computer. Aspettai una risposta ma non udii niente. «CHE.
CAZZO. VUOI?» urlai.
Forse sarei stata più chiara. Magari era diventato sordo.
«No, adesso mi dici
che tipo di problemi hai.» dissi pacatamente, intenta a
continuare il mio
lavoro, più convinta che mai. Sbuffai e poi mi arresi.
Lasciando quel beota di
mio fratello a fissarmi. Che cosa voleva poi? Bah. I maschi sono strani
a
volte.
Feci
‘copia e incolla’ per l’ennesima
volta. Stavo scrivendo il numero 593. Cliccai su
‘tweet’. “Hai raggiunto il
limite giornaliero di tweet” si limitò ad
avvisarmi il computer. «Ma vaffanculo
a te e al limit.» sbraitai contro il computer.
«Qual è il tuo scopo nella vita?»
chiesi alzando lo sguardo, incrociano gli occhi del babbeo appoggiato
con una
spalla allo stipite della porta. «Ma mi vuoi rispondere? Mi
stai leggermente
rompendo le scatole. Babbeo.» dissi spegnendo il computer.
Non mi
rispondeva. Mi chiedo davvero che
tipo di problemi abbia quel ragazzo.
Decisi di andare
in cucina per
chiedere a mia madre se quando Marco era piccolo, l’avesse
fatto cadere per
terra o se in qualche modo avesse sbattuto la testa da qualche parte.
Mi si
sarebbe di certo aperto un mondo e magari sarei riuscita a comprendere
la sua
idiotaggine.
Mi alzai in
fretta dal letto,
superando Marco sull’uscio della porta, che mi guardava
scandalizzato. Che
cazzo c’ha da guardare quello, non l’ho ancora
capito. Beh, almeno dopo aver
chiesto spiegazioni sarebbe stato più chiaro. Scesi di corsa
le scale,
ritrovandomi mio fratello di pochi passi dietro di me. Mi diressi in
cucina. Le
luci erano spente e non c’era nessuno. Allora andai il sala.
Era buio anche li,
se non per la luce proveniente dal televisore. Accesi di scatto la
luce,
facendo sobbalzare i mie due genitori che si scambiavano effusioni sul
divano.
«Jerk..» dissi con disgusto.
Questo però non mi impedì di piazzarmi
davanti alla televisione, coprendo la visuale. Tanto non stavano
neppure seguendo
il film. Non si sarebbero persi niente comunque.
«Mammina
cara» dissi sotto lo sguardo
stupito e scandalizzato dei due, non so se per quello che stavano
facendo e che
io avevo interrotto, o perché mi ero fiondata
così velocemente davanti alla tv,
accecandoli dopo aver acceso la luce. «Sapresti dirmi se
quando l’idiota…»
dissi indicandolo «… era piccolo, l’hai
fatto cadere accidentalmente, o se ha
sbattuto la testa?». La mamma ci pensò su, senza
togliere l’espressione stupita
dal viso.
«Ehm…
non credo. Cioè, non mi ricordo
ma sicuramente non con me» sentenziò.
«Papà…?»
chiesi puntandogli lo sguardo
addosso.
«No»
disse quel chiacchierone di mio
padre
«Ohw…»
dissi con aria delusa.
«Perché?»
chiese mamma.
«Allora
Marco è nato così» dissi più
a
me stessa.
«Già…»
disse la mamma sorridendomi
Girai i tacchi e
me ne andai. Marco mi
guardava malissimo ma tanto chissene importa di quel babbeo
sottosviluppato.
Ritornai in camera mia e, con grande gioia, vidi che anche
quell’altro se n’era
finalmente andato a fare in culo nella sua
“camera”. Lo so, sono fine io. Mi
diressi in bagno, per farmi una doccia, lavarmi i denti e andare a
dormire.
L’indomani
sarei andata a fare
shopping con quella svampita di Sum anche se odiavo girare i sabati per
le
strade di Milano. Era odioso vedere tutti quei cinesi in giro. Erano
dappertutto e la cosa mi irritava. Perché non se ne stanno a
casa loro? No,
devono visitare il Duomo e tutte quelle menate li e ovviamente non
possono
comprare una mappa della città, ma devono stare a rompere
chiedendo
informazioni. In cinese.
Per non parlare
dei vu cumprà che ti
mettono i braccialetti ai polsi, senza preavviso, e poi devi sganciare
1 euro.
Mi danno i nervi. Infatti ogni volta gli sbraito dietro e loro si
allontanano.
È uno spasso.
Mi misi sotto al
getto d’acqua calda,
mettendo lo shampoo sui capelli e sciacquando. Finii di lavarmi, uscii
dalla
doccia e mi avvolsi intorno un asciugamano. Mi lavai i denti,
già che ero in
bagno e andai in camera mia per mettermi il pigiama. Pettinati i miei
lunghi
capelli, li legai in una coda fatta molto alla cazzo e mi infilai sotto
alle
coperte. Chiusi gli occhi. “Cazzo, non ho dato la buonanotte.
Fanculo” mi
maledissi mentalmente, per poi togliermi riluttante le coperte da
dosso,
infilandomi le ciabatte e andando verso le scale, che scesi per poi
andare in
sala. Notai con grande gioia che i due erano impegnati a guardare il
film e non
fare altro. Mi avvicinai di soppiatto, mettendomi ancora una volta
davanti al
televisore, attirando l’attenzione. Mi guardarono
corrucciati, poi mi decisi a
parlare
«Vado a
letto. Buonanotte»
«Buonanotte
tesoro» disse mamma
«Sogni
d’oro principessa» sorrisi e
poi mi fiondai tra le braccia di mio pare, che mi lasciò un
bacio tra i
capelli. Mi alzai e diedi un bacio sulla guancia di mia madre, che mi
sorrise
dolcemente. Tolsi il disturbo, ridirigendomi verso le scale.
«Ah,
Sun. Dai la buonanotte anche a
tuo fratello.» disse mamma
«Che
palle.» protestai, sentendo delle
risate alle mie spalle.
«Modera
i termini, signorina.» mi
ammonii mio padre.
«Si
papà» alzai gli occhi al celo, poi
salii le scale andando verso la porta della camera
dell’idiota. Bussai, non si
sa mai. Quello è un porco e non voglio nemmeno immaginare
cosa faccia là
dentro. Mi venne ad aprire, squadrandomi da capo a piedi.
«Perché
mi fissi in quel modo? Sei
inquietante. Smettila» ordinai.
«Ew»
si limitò a rispondere.
Non feci caso al
suo versetto. «Sono
venuta a darti la buonanotte» dissi come se fosse ovvio.
Lo vidi
illuminarsi. «Buonanotte anche
a te, Sunny». Mi stuzzicò.
«Minchia
oh. NON. CHIAMARMI. SUNNY.»
minacciai. I miei occhi erano come due fessure, e il mio indice era
puntato sul
suo petto. Mi venne in mente quando risposi a Summer alla stessa
maniera.
Perché a me il fratello scemo e la migliore amica
rincoglionita? Perché? A
volte mi chiedevo se avessi mai fatto qualcosa di male.
«uuuuh,
che paura» mi prese in giro.
«Pigli
per il culo, Marcolino?» gli
risposi urlando. Mi guardò rimanendo in silenzio. Odiavo
quando non diceva
niente e se ne stava zitto. Le cose sono due: o sta zitto tutto il
tempo, o
parla sempre. Non può pigliare per il culo le persone e poi
non proferire
parola. È fastidioso. Lui è fastidioso.
«Beh,
visto che stai zitto a fissarmi,
io me ne vado» mi girai, e feci per andarmene, quando mi
sentii presa per una
spalla, mi girai e la mia povera guancia andò a sbattere
contro la superficie
dura del suo petto e delle braccia mi tenevano stretta, accarezzandomi
la
schiena. «Certo che sei strano forte tu» dissi
ridacchiando. Chissà come mai gli
vengono ‘sti attacchi. Magari ha una doppia
personalità e io non lo sapevo.
«Fratellone..»
dissi cercando la sua
attenzione.
«Mh…?»
di molte parole, vedo…
«Ma non
è che sei bipolare?»
Si
staccò dall’abbraccio, guardandomi
corrucciato. «No.» affermò.
«Ma che
cazzo. Ti sprechi molto a
parlare.» sbraitai. Stavo perdendo la pazienza.
«Cosa?»
disse confuso.
«Oltre
che muto, sei anche sordo?»
«No, io
parlo e sento benissimo»
«Se
vabbe.» dissi poco convinta,
schioccando la lingua contro il palato «Buonanotte»
conclusi e me ne andai.
«Buonanotte»
lo sentii dire alle mie
spalle.
Entrai in camera,
chiusi la porta e
spensi le luci per poi correre verso il letto. La paura del buio mi
fece fare
un ruzzolone. «Ma che cazz…» sussurrai,
con le ginocchia al pavimento. Mi
rimisi velocemente in piedi, stavolta camminando più
lentamente verso il letto,
salendoci sopra e finalmente infilandomi sotto le coperte. Chiusi gli
occhi
abbandonandomi alle dolci carezze di Morfeo.
Aaaaaaaaaaaaallora. Premettendo che io non faccio latino, ho dovuto
chiedere a
una mia amica, che va in prima superiore (come me lol) e quindi, se
c’è
qualcuno che sa qualcosa di latino, e vede che c’è
qualcosa di sbagliato o che
ne so io, beh… non fateci caso lol. Era la prima materia che
mi era venuta in
mente, non so perché. Veramente volevo cambiarla ma alla
fine mi sono
dimenticata. ewe
Poi finalmente mi
è venuto un nome
decente per la protagonista. A me piace tanto Maria Sole. È
xtcfygvkhbjnk.
Chiudendo questo
discorso, volevo ringraziare
wings_of_dreams per aver messo la
storia nelle seguite e per aver recensito e volevo anche
scusarmi per
averla fatta aspettare tanto D: xcvbdsjxllJ. Grazie
anche ai 102 fantasmini (?) che hanno dato almeno
un’occhiata alla
storia. VI AMO
TUUUUUTTI (?)
Fatemi sapere se
piace a qualcuno
questa schifezuola (?) anche se sono solo capitoli di passaggio. La
storia vera
e propria comincerà tra altri due capitoli, credo.
p.s: qualcuno che
sia così gentile da
lasciare una recensione? Anche piccola piccola, microscopica,
piccolerrima
(?). O se qualcuno vuole che cambi qualcosa o darmi
consigli/suggerimenti. Sono
disposta a tutto (?) AHHAHAHAHA :D
Baci. Giulia
Se volete
seguirmi su twittah, sono
https://twitter.com/secsi1D basta chiedere e se volete ricambio :D (non so se si vede il link D: sono un po' negata in ste cose, abbiate pietà lol)