Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: LilithJow    28/03/2013    5 recensioni
[..] Gli occhi di Johanna mi fissavano ancora e - non per mia impressione - si erano avvicinati parecchio al mio viso, più di quanto avessero fatto giorni prima, a scuola.
Ma, proprio come quella volta, qualcosa accadde: ancora quelle ombre rosse che le attraversarono l'iride. Più forti, più scure, più continue: le vidi chiaramente, e non era né un riflesso di luce né una mia fantasia né, tanto meno, per via di una botta in testa. Li fissai, incredulo, ma allo stesso tempo incuriosito: a cosa era dovuto? Non ne avevo la benché minima idea. Forse internet mi avrebbe dato delle risposte, oppure – cosa molto più probabile – riempito di ansie, paure e paranoie.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Lullabies Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 14
"Happiness"


Si dice che la felicità sia quello stato d'animo, assolutamente positivo, che deriva dalla piena soddisfazione dei propri desideri.
L'essere umano, per la propria indole, è spinto costantemente alla ricerca della felicità, quasi fosse il solo scopo della vita. Non è un emozione oggettiva, né casuale. E' qualcosa di estremamente soggettivo, perché, per ovvie ragioni, ognuno di noi ha sogni e bisogni diversi.

Per quel che mi riguardava, in quel momento, stare con Hazel era il mio desiderio, ed essere sdraiato con lei che poggiava la testa sul mio petto, entrambi ricoperti da spesse lenzuola blu, la mia felicità.

«Devo farti una domanda» la sentii sussurrare, mentre lieve mi accarezzava il collo coi polpastrelli. «Falla pure» replicai, abbassando lo sguardo, in cerca del suo. Hazel aveva ancora il capo basso e solo quando lo sollevò, riuscii ad incrociare i suoi occhi. «Non stai pensando a Jason, vero?» chiese, mordendosi appena il labbro inferiore. Accennai una risata. «Assolutamente no» esclamai e la feci scivolare più su, in modo che le nostre labbra potessero scontrarsi ancora una volta, come avevano fatto per tutta la notte.

«Tu occupi completamente i miei pensieri, lo giuro».

«Volevo esserne certa».

Hazel appoggiò i gomiti ai lati della mia testa, sul cuscino, e io presi ad accarezzarle piano la schiena nuda, percorrendo con le dita la linea della colonna vertebrale.

«Non riesco a credere che questo stia succedendo» mormorò, sfiorandomi i capelli.

«Questo cosa?».

«Tu».

«Io?».

Annuì e strisciò nuovamente all'indietro, sul mio corpo, così che potesse appoggiare un orecchio sul mio petto e, a suo dire, lasciarsi cullare dai battiti regolari del cuore. Io continuai le carezze sulla schiena, come se fosse un gesto ormai automatico.

«Credi sia possibile che un essere programmato per non sentire nulla, all'improvviso senta tutto?» sussurrò. Fissai il soffitto per un attimo e capii subito a cosa si stesse riferendo. Il suo “mi fai sentire umana” era un tatuaggio impresso sulla mia pelle. «Credo che tutto sia possibile» replicai, a bassa voce.

«L'ho fatto altre volte» continuò, con lo stesso tono. «Parlo del... Dell'andare a letto con qualcuno, ma... Non è mai stato così... Intenso». Fece una breve pausa, durante la quale sollevò la testa e mi guardò, sbattendo piano le palpebre. «E se tu avessi fatto nascere le mie emozioni? Delle vere emozioni».

«Sarebbe qualcosa di... Davvero grosso».

«Lo so». Rimase di nuovo in silenzio per qualche secondo, mordendosi piano il labbro inferiore. «Forse mi sto illudendo che sia così, perché sarebbe la via più semplice e bella».

«E' quello che gli umani fanno».

«Fanno cosa?».

«Vivono nell'illusione. Vivono... Nell'attesa, di chissà cosa. Passano il tempo a sperare che qualche avvenimento stravolga loro la vita, che all'improvviso possano essere davvero felici e, certe volte, si illudono che sia così». Una mia mano si fermò su uno dei suoi fianchi, mentre l'altra si appoggiò sul suo collo, sollevandola lentamente, a far tornare i nostri visi l'uno davanti all'altro, vicini.

«Per quanto mi riguarda, tu sei molto più umana di chi umano lo è davvero. Alcuni danno le emozioni per scontate e finiscono per perderle».

Hazel tremò appena e poi si sporse verso di me, baciandomi delicata sulle labbra. «Non mi lasciare mai. Intesi?»

«Non credo di essere in grado di lasciarti andare».

Fui io a baciarla, quella volta. La tirai di più nella mia direzione, stringendola a me, forte, e scivolando sul materasso, ribaltando le nostre posizioni, finché non le fui io sopra, per sprofondare di nuovo l'uno dentro l'altro.
 

***

Aprii gli occhi quando il sole era già alto nel cielo. Scorsi la sua luce da uno spiraglio della finestra socchiusa. Doveva essere mezzogiorno o comunque un'ora molto vicina. Hazel non era accanto a me, rimaneva solo il suo profumo alla vaniglia sulle lenzuola.
Mi passai una mano sul viso, mentre distrattamente indossavo i miei vestiti, sparsi un po' ovunque per la stanza. Ancora assonnato, abbandonai la camera da letto e barcollai per i corridoi dell'enorme attico, fino alla cucina.
Mi aspettai di trovare lì Hazel o Martha, ma nessuna delle due era presente. C'era solo la ragazza dai capelli rossi, seduta al tavolo, intenta a torturare come meglio poteva il proprio cellulare, al quale avrebbe staccato i tasti, se solo li avesse avuti.
Ringraziai la mia coscienza per avermi convinto a metter addosso i pantaloni della tuta e una maglietta e per non aver optato solo per i boxer grigi.
Lei non si accorse della mia presenza, almeno finché non le sedetti di fronte e poggiai i gomiti sul tavolo. Sobbalzò, lasciandosi cadere il cellulare dalle mani. «Accidenti!» esclamò, socchiudendo gli occhi. Accennai una risata. «Tamara, giusto?» dissi.

«Già» replicò, scuotendo piano la testa. «E tu sei il famoso Simon».

«Famoso? Perché dovrei essere “famoso”?».

«Per avere una relazione con una Divoratrice di Anime, forse?».

«Si è famosi per questo?».

«Beh, sì. Non è una cosa proprio usuale, ma... Per fortuna avete qualcuno di assolutamente incredibile ed eccezionale come me a proteggervi il culo. Una vera fortuna, no?». Sorrise apertamente, ma riuscii comunque a scorgere un tono sarcastico nella sua voce. Evidentemente non era come Martha, a sostenere la mia relazione con Hazel.

Feci una smorfia e cambiai drasticamente argomento. «Hazel e Martha dove sono?» domandai.

«Sono uscite».

«Uscite? Sbaglio o non possiamo uscire da questa casa? Tipo... Tutti, tranne Martha, certo e...».

«Non sbagli, ma... Ricordi che avete una strega a pararvi il culo? Bene, faccio anche questo». Sbuffò e riprese a torturare il cellulare. «Hazel aveva bisogno di nutrirsi. E' quasi morta, santo cielo. Le ho dato un amuleto sigillato con lo stesso incantesimo che c'è sulla casa, solo che con oggetti piccoli, non dura più di un'ora. Ma, tranquillo, saranno di ritorno molto presto».

Sospirai. Tamara sembrava essere molto sicura di sé e, seppur scontrosa e sarcastica, faceva bene. Se Martha l'aveva contattata, voleva dire che era molto potente o, perlomeno, abbastanza forte per tenere a bada Sebastian, il che mi fece pensare che conoscesse molte cose, forse più degli stessi Divoratori.

«Posso chiederti una cosa?» esclamai, e la mia mente corse subito al discorso della notte precedente, in camera da letto, con Hazel.

Tamara sbuffò ancora e non accennò a mollare il telefono. «Tecnicamente lo hai già fatto, ma okay» disse. «Spara».

Mi venne voglia di prenderle il cellulare e scaraventarlo a terra, ma una vocina nella mia testa – sempre la stessa – mi suggerì di trattenermi e andare dritto al punto. «E' possibile che...» sussurrai «Che un Divoratore di Anime sviluppi dei sentimenti? Intendo, dei veri e propri sentimenti, non quelli derivanti dall'aver appena... Mangiato».

«No, non credo».

«Ne sei sicura?».

La strega, a quel punto, si decise a lasciar perdere il proprio telefono, che abbandono sul tavolo e mi guardò, facendo scintillare gli occhi color nocciola. «Perché ci tieni tanto a saperlo?» domandò.

Mi morsi piano il labbro inferiore. «Perché è ciò che Hazel desidera di più. Vuole essere umana e, se esiste un modo per renderla tale, io... Io voglio trovarlo».

Tamara abbozzò un sorriso e, quella volta, non fu per niente ironico o sarcastico. «Ci tieni veramente a lei, vero?».

«Sì, ci tengo».

Fece una breve pausa e sospirò. «Posso provare a cercare qualcosa, ma non ti assicuro niente. I Divoratori di Anime sono una specie molto complicata, esistono migliaia di leggende e storie su di loro, e nessuno sa quali di esse sia vera o falsa».

«Va bene, è... E' pur sempre una speranza».

La nostra conversazione fu troncata in quel momento, dopo quella frase, con il ritorno di Hazel e Martha, l'una di fianco all'altra, proprio accanto al tavolo. La prima non esitò più di qualche secondo a sorridermi e le tesi subito la mano, in modo da poter entrare in contatto, come sempre. 
Tamara mi lanciò uno sguardo, complice, mentre salutava Martha.
Non sapevo se ci fosse davvero una possibilità di rendere Hazel umana, ma, stranamente, sentivo di potermi fidare del tutto di Tamara ed ero certo che avrebbe trovato un modo, qualunque esso fosse stato.



 

_______________________________________________________________

Ehm, ehm.. Io sono una di quelle che evita sempre le note dell'autore a fine del capitolo, perché sono assolutamente pignola con le mie storie e le voglio tutte ordinate!
Comunque, faccio una piccola eccezione per questa volta, unicamente per ringraziare tutti coloro che hanno letto/recensito/apprezzato questa storia. Come ben sapete, mi riempie di gioia sapere che quel che scrivo piace, che tutto ha un senso e, sì, mi esalto quando ricevo nuove recensioni. Tipo tantissimo, okay. #viamotutti
Seconda cosa, vorrei augurare a tutti voi una buona Pasqua e felici vacanze *-*

Terzo - per chi non l'avesse capito - vi presento tutti i personaggi - clicca qui - in quest'ordine; Simon, Johanna/Hazel, Martha, Sebastian e Tamara.
Per adesso sono solo loro, non so se ne aggiungerò altri. Forse sì, forse no u_u''

#viamoancora <3

A presto,
Susy.

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: LilithJow