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Autore: neverenough    29/03/2013    27 recensioni
“Era stato chiaro, noi non eravamo più niente.
È ridicolo come da migliori amici, siamo diventati il nulla. Mi manca da morire ma è stata la sua decisione, ed io devo rispettarla.
Se potessi tornare indietro? Eviterei di innamorarmi di lui e rovinare tutto.”
Lei, una ragazza con un talento naturale, ma con una malattia che la sta consumando lentamente.
Lui, un ragazzo tutto fare, emergente in ogni sport dove mette tutto se stesso.
Due vite, prima unite poi separate per una decisione sbagliata. Cosa succederà se saranno di nuovo unite? Cosa succederà se i sentimenti di entrambi verranno fuori?
E cosa farà lui davanti ad una decisione cruciale? Lei o i suoi amici?
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo



Tutte le persone al di fuori della rete che circondava il campo di basket esultavano estasiati.
Era passato circa un mese e, dopo diverse partite, ecco che finalmente si disputava la finale del torneo di basket: quartiere rosso contro quartiere giallo.
Nessuno si aspettava che Justin e la sua squadra arrivassero così lontano, addirittura a disputare la competizione contro il quartiere che deteneva il titolo da tre anni circa.
Correva verso il campo opposto, seguendo la scia di Ryan che avanzava con la palla, la quale toccava costantemente terra.
Stava per arrivare al canestro quando quelli della squadra avversaria gli si pararono di fronte, costringendolo a fermarsi.
<<Ryan!>> urlò Justin per fargli capire che era libero e, appresa la situazione, l’altro gli tirò la palla in un passaggio alto. Lui prontamente l’afferrò al momento giusto e poi tornò ad avanzare verso il canestro. Subito gli avversari iniziarono a placarlo e, non trovando nessun compagno libero, decise di tirare.
Guardò il canestro, distante appena quattro metri. Aveva sempre fatto tiri da quella distanza e quindi fare centro, sarebbe stato facile.
Bloccò la palla nelle mani, si posizionò e poi saltò di poco, lanciando la palla sul canestro. Quest’ultima arrivò solo sul bordo del cerchio ma non entrò e uscì dal campo.
L’arbitro fischiò due volte. <<Time out!>> urlò e Justin e tutti i suoi compagni di squadra si radunarono intorno alla panchina.
<<Si può sapere cosa hai fatto!?>> si lamentò Stefan. Lo guardò male. <<Quel tiro era facile, l’hai sempre fatto, perché adesso l’hai sbagliato!?>> urlò.
<<Stefan sta calmo. Tutti commettiamo degli errori.>> intevenne Chaz.
<<Errori!? È il capitano e deve essere perfetto!>>
Strinse i pugni trattenendo la rabbia. Odiava il suo comportamento da quando aveva rifiutato di aiutarlo con Callie. Era un tipo che pensava solo a se stesso e questo lo aveva capito a proprio discapito.
<<Può capitare a tutti.>> disse Nolan.
Scosse la testa ridendo nervosamente. <<No. Justin ha un problema!>> urlò di nuovo, poi gli si avvicinò con un sorriso misto tra il beffardo e il malizioso. <<Fammi indovinare, è per colpa di quella ragazza che è morta.. Quella che a quanto pare amavi ma eri troppo codardo per dirle la verità e te la sei solo sbattuta.>>
Non resistette più: gli strinse la maglia larga di basket all’altezza delle spalle e lo spinse contro la recinsione di ferro. <<Azzardati a nominarla di nuovo o a dire qualsiasi altra minchiata su di lei e non mi conterrò più dal spaccarti la faccia.>> Chaz gli mise una mano sulla spalla, tirandolo indietro. <<Calmati.>> disse con tono fermo.
Justin arretrò e Stefan non perse tempo. <<Bravo, prenditi un calmante. Magari fatti dare un aiuto dal cielo da quella troietta.>>
Strinse nuovamente i pugni e, il secondo dopo, gli sferrò un colpo in pieno viso, prendendolo di sprovvista e creando scompiglio sia nella squadra sia fuori dal campo.
Lo allontanarono da Stefan. <<Devi calmarti. Abbiamo ancora una partita da disputare.>> disse Nolan mettendosi davanti e spingendolo indietro.
Voltò la testa e sputò a terra.
Intorno a quella specie di gabbia, gli spettatori continuavano a mormorare e a incitare per il continuo della partita.
Alzò gli occhi e si sentì chiamare: <<Justin!>>
Era una voce femminile, una voce che sicuramente apparteneva a Penn.
Spostò lo sguardo avanti e dietro, alla ricerca della ragazza e alla fine la vide: aveva un vestitino rosa chiaro che le arrivava poco più sopra delle ginocchia, a giromaniche e con un fiocco nero legato lateralmente all’altezza della vita. Aveva le mani poggiate sulla rete e lo fissava implorante.

<<Cosa?>>
Gli prese le mani. <<Sai che Callie era una pianista fantastica e a breve ci sarà il saggio d’inizio primavera..>>
<<Non.. non ti seguo..>> disse tirando su con il naso.
<<Callie doveva chiudere lo spettacolo ma.. adesso che non c’è più..>> abbassò lo sguardo ma lo rialzò poco dopo sospirando. <<Se deve essere sostituita da qualcuno, quel qualcuno devi essere tu.>> concluse tutto d’un fiato.
<<Cosa?>>
<<Tu sai suonare al piano e lei amava eseguire un brano con te… Sei tu la persona perfetta per quell’incarico.>>
Un breve silenzio alleggiò nella stanza.
<<No.>> disse infine. <<Non posso.>> si sedette sul letto e Penn lo affiancò.
<<Non capisco. Perché?>>
<<Perché ho da pensare alle partite, ho troppi impegni e non posso tirarmene fuori.>>
Si alzò di colpo, sbattendo i piedi a terra. <<Preferisci partecipare a uno stupido torneo che eseguire un fottuto brano per ricordarla?!>> gli urlò contro mentre nuove e diverse lacrime le uscivano dagli occhi. <<Non ti riconosco più.>> disse prima di uscire dalla camera sbattendo la porta.


Da quel giorno, non si erano più rivolti la parola e spesso Penn lo fulminava con lo sguardo.
La verità era che non gli andava di passare ore e ore in un teatro a riprodurre brani che, molto probabilmente, a lei non piacevano nemmeno.
Conosceva Callie e sapeva che suonava brani che amava davvero, brani che, dietro tutto, nascondevano ognuno una propria storia, una propria emozione.
Lasciò la panchina e si avvicinò all’amica. <<Penn, tu non dovresti essere al saggio?>> chiese guardandola.
<<La mia parte l’ho fatta. Adesso devi essere tu a terminare.>>
<<Già te l’ho detto, non posso.>> gli occhi gli divennero lucidi.
Chaz e Ryan gli si avvicinarono.
<<Se vuoi andare, vai. Qua ci pensiamo noi.>> disse Chaz poggiandogli una mano sulla spalla.
<<Se quel coglione di Stefan dice ancora qualcosa, penserò io a farlo tacere.>> continuò Ryan nervosamente.
<<Io.. non lo so.>> abbassò la testa.
Il doppio fischio dell’arbitro fece capire che la partita stava ricominciando.
<<Justin..>> lo richiamò Penn. Estrasse qualcosa dalla piccola borsa nera e gli mostrò l’oggetto.
Era una foto di lui e Callie, una foto che era stata scattata tempo prima e che conteneva tutti i momenti felici insieme. Erano perfetti.
Ebbe l’istinto di prenderla ma si limitò ad appoggiare le mani sulla rete. Non sarebbe riuscito a prenderla se stava ancora dentro il campo. <<Questa foto.. credevo di averla persa.>> guardò sorpreso Penn.
<<No. Era a terra con tutti gli altri oggetti e si era rotto il vetro. L’ho presa e l’ho fatta riparare, aspettando il momento adatto per ridartela.>>
Si decise. Senza dire altro, si avviò verso la panchina della propria squadra. Prese la propria felpa e la indossò, poi diede una pacca a Tyler, il ragazzo che stava sempre in panchina. <<Sostituiscimi.>>
<<Cosa!?>> urlarono tutti gli altri membri della squadra. <<Sei il capitano, non puoi andartene!>>
<<Ho cose più importanti da pensare che una stupida partita.>> concluse e poi uscì dal campo. <<Chaz, sarai tu a guidare la squadra!>> urlò e si diresse verso Penn, poi insieme si diressero all’auto di Justin. Guardò l’orario. <<Ce la faremo in tempo?>> chiese mettendo in moto.
<<Se vai a tutta velocità ed eviti il traffico, sì.>> sorrise. <<Sapevo che saresti stato tu a memorarla.>>
<<Io la amo e hai ragione, non c’è persona migliore per fare quello che toccava a lei.>>

<<Aspetta qui e quando ti faccio segno vieni sul palco.>> disse Penn prima di allontanarsi.
<<… e quindi siamo giunti al termine..>> disse la professoressa sul palco bloccandosi appena Penn le toccò la spalla e prese il possesso del microfono.
<<Mi scusi professoressa.>> disse guardandola, poi si rivolse alle persone presenti parlando attraverso il microfono. <<Vi annuncio che c’è un cambiamento di programma. Stasera doveva essere il gruppo di musica a concludere ma, dal principio, doveva essere la mia migliore amica a chiudere con l’esecuzione di alcuni brani al piano. Come penso alcuni di voi sapranno, Callie Traeh è scomparsa poco meno di un mese fa..>> si bloccò asciugandosi una lacrima. <<Per ricordarla, ho deciso questo fuori programma e, tra poco, sentirete il suo brano preferito.>> guardò Justin, facendogli segno di avanzare. <<Non sarò io a eseguirla ma lui..>>
Sospirò e iniziò a camminare verso di lei. Quando le si fermò accanto, vide l’intero teatro stracolmo di persone. Alle prime file c’erano il sindaco, la preside e la maggior parte dei professori di quell’istituto, e poi c’erano molti genitori e alcuni curiosi amanti della musica classica.
<<Justin Bieber.>> continuò a parlare. <<Lascio a lui la parola.>> terminò e poi lo guardò.
Si abbracciarono. <<Grazie per avermi fatto cambiare idea.>> le sussurrò all’orecchio.
<<Falli sognare.>> detto ciò, Penn si staccò dall’abbraccio e andò dietro le quinte, trascinando con sé la professoressa Silver e lasciandolo solo sul palco.
Si sentì tremendamente in imbarazzo: non aveva mai suonato al piano di fronte a così tante persone.
Si avvicinò al microfono. <<Buonasera.>> la sua voce risuonò in tutto il teatro attraverso gli amplificatori e per un attimo pensò che on fosse lui a parlare. <<Mi scuso con voi per questo improvviso cambio di programma e mi scuso anche per il mio abbigliamento.>> si sentì qualche risata. <<Non pensavo che sarei venuto e oggi ero impegnato in un’importante partita, ma me ne sono andato per essere qui.>> sospirò. <<Il brano che state per sentire, si chiama ‘River flows in you’. Callie amava questo brano e spesso lo abbiamo suonato insieme.>> sorrise, ricordando tutti i momenti felici passati insieme. <<Lei.. per me era davvero importante. Era una delle persone che rappresentavano la mia vita ed io.. l’amavo..>> disse con un groppo in gola, suscitando nella maggior parte dei presenti un sorriso di commozzione e tristezza. <<La sua perdita è stata un brutto. Questo brano che eseguirò, probabilmente non è nulla di complesso e forse non rientra nelle vostre aspettative, ma è per ricordare una ragazza forte, solare e dolce. Una ragazza che, nonostante avesse problemi propri, non esitava ad aiutare gli altri anche con semplici consigli.>> sospirò. <<Godetevi il brano.>> terminò allontanandosi dal microfono e sedendosi sullo sgabello posto vicino al piano al centro del palco, mentre tutti applaudivano.
Aspettò che il silenzio calasse e che l’occhio di bue fosse puntanto su di sé, poi iniziò a pigiare i tasti.

[ Clicca qui per sentirla]

Le corde del piano iniziarono a vibrare, facendo uscire il lieve suono e, se fino al quel momento era teso, adesso si sentiva rilassato.
Sfiorava i tasti automaticamente, senza bisogno di vedere le note sul pentagramma.
Quella melodia la conosceva a memoria e quando la riproduceva con lei, era come se andasse in un altro mondo, come se tutto ciò che era intorno a loro non esistesse, come se loro, in quel momento, fossero una cosa sola, una cosa perfetta e completa.
Loro erano quella melodia.
Una lacrima gli rigò la guancia, ricordando l’ultima volta che l’avevano eseguita insieme. Lei non se lo aspettava e non servivano parole per descrivere quello che sarebbe successo.
Erano perfetti, probabilmente anche troppo, e così il fato aveva deciso di prendersi un angelo, l’angelo più bello che ci sarebbe stato in paradiso.
Gli occhi divennero sempre più appannati per via delle lacrime, così decise di chiuderli.
Improvvisamente si sentì leggero e felice come non mai.
Le sue dita si muovevano quasi da sole, come se ci fosse stato qualcuno a guidarle. Ai suoi occhi apparve la figura di Callie, mentre suonava accanto a Justin, come quando il pianoforte veniva diviso in due.
Ma aveva gli occhi chiusi e, quella che sperava essere realtà, era solo la sua immaginazione. Almeno così credeva.
La fissò a lungo e si rese conto che intorno a loro non c’era più niente, se non un sottofondo nero. Il suo volto era come la porcellana e sulle sue labbra c’era un sincero sorriso.
Lo guardò sorridendogli e fu allora che incontrò i suoi fantastici occhi ambra. Quanto gli erano mancati, quanto tempo aveva passato a fissarli attraverso foto di ricordi andati via…
Ognuno distolse lo sguardo dall’altro e continuarono a suonare quella melodia, com’erano soliti fare.
La tranquillità, la spensieratezza di quel momento non si poteva descrivere.
Si sentiva incredibilmente bene e solo adesso capì una cosa: Callie non se ne sarebbe mai andata. Sarebbe stata sempre vicino per proteggere lui e tutte le persone che le erano state care.
Quella melodia era come la sua firma: era qualcosa che colpiva dritto al cuore e sarebbe sempre esistita.
Interi minuti passarono troppo velocemente e, presto, arrivarono alla fine della melodia. Questa volta, le ultime note acute toccavano a Justin e lui le eseguì.
Prima di premere l’ultimo tasto, si voltò e la guardò.
Il sorriso sul suo volto era qualcosa d’indescrivibile e i suoi occhi emanavano luce pura.
Si sentì stringere una mano e abbassò lo sguardo, notando la sua mano –la quale emanava una strana luce bianca che vide solo in quel momento- che stringeva la sua. La differenza tra le due mani era evidente ma, nonostante tutto, sembrano perfette unite.
Alzò lo sguardo ma fu come risvegliarsi da un sogno e aprì gli occhi, realizzando che era ancora su quel palco del teatro della scuola e che aveva appena terminato di suonare.
Tutte le persone erano in piedi ad applaudire e il teatro risuanavano di essi.

Quel momento non lo avrebbe mai dimenticato: quella era davvero l’ultima volta che suonavano insieme.




Commenti autore:
Eccovi l’ultimo capitolo.. Eh sì, è davvero finita çç
Vi ringrazio per aver seguito questa storia, per aver sognato con me e per avermi fatto sorridere con le vostre recensioni.
Siete tutti magnifici e amo il fatto che le persone leggano quello che scrivo perché ci metto davvero tanto tempo e metto una parte di me in ogni storia.
Lo devo dire, concluderla è stato magnifico e spero di avervi fatto almeno un po’ emozionare c:
Purtroppo è finita ma, come vi ho già detto, presto inizierò a pubblicare una nuova storia e ve la posterò stesso domani (aggiungerò a questo mio spazio il link, così potete trovarla facilmente c: ) e sono felice di sapere che alcuni di voi la seguiranno :D
Questa è la trama:
“Justin fa parte di una delle organizzazioni criminali più potenti di Toronto. Sa il fatto suo e in ogni situazione riesce a cavarsela in una maniera o nell’altra. È sicuro di sé e delle sue capacità ma, quando nella sua vita entrano due ragazze, le cose cambiano.
Sono identiche ma, allo stesso tempo, l’una è l’opposto dell’altra. Com’è possibile?”

Spero che almeno un po’ v’incuriosisca e vi annuncio che sarà di uno stile diverso e sarà anche più lunga (saranno due storie, saranno intrecciate e una sarà la conseguenza dell’altra).
Non pensate che questa mia nuova storia sarà come le altre, come quelle tipiche che stanno andando di moda ultimamente. Niente di quello che appare è la realtà, ve lo assicuro.
Ok, ho scritto un tema e adesso vi lascio çç
È stato stupendo scrivere per voi e vi amo, tutti c:
Recensite, un bacio :*

-Yogurt


Identity: Just the beginning Cliccate per leggere la mia nuova storia :)
   
 
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