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Autore: Water_wolf    30/03/2013    6 recensioni
Avete presente quelle storie che parlano di angeli? E quelle sui quattro elementi? Ecco, prendetele e buttatele nel cestino perché questa fanfiction non ha nulla a che vedere con la normalità. Perciò, ecco gli ingredienti per questa storia:
-Un angelo rincorso in metro
-Una quindicenne sempre in ritardo
-Una Milano piovosa
-Una sana dose di divertimento
-Tre cucchiai di buona musica
-Cavolate q.b
-Magia in abbondanza
-Quattro Elementi strampalati
-Una missione da compiere
-Un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!)
[Cap. 6 “Prendi appunti coscienza: quando un padre arrabbiato incontra un ragazzo semi nudo in casa con sua figlia, il ragazzo semi nudo è un ragazzo morto”. Il pugno lo colpì in pieno volto, l’angelo cadde a terra, dal labbro era iniziato a scendere sangue. ]
[Cap. 10 Devi aiutarlo. Devi salvarlo. Corri. Più forte. Va’ da lui. Lui ha bisogno di te. Jonas ha bisogno di te. Quei pensieri, quella consapevolezza, le facevano muovere le zampe freneticamente, mentre i cuore aveva abbandonato il petto già da un po’ per trovare una sistemazione più accogliente in gola. ]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Emilia era arrabbiata come non mai. Macinava metri su metri pur di arrivare il prima possibile a casa di Giovanni per fargliela vedere.
Si era fatta persino dare le chiavi di casa. Aveva visto, o più che altro sentito, Chiara in bagno e aveva ascoltato con collera tutto il resoconto.
L’aveva costretta ad andare a casa e non muoversi da lì finché non avesse sistemato la situazione con Shai e, soprattutto, con Jonas.
<< Non ucciderlo, per favore. >> l’aveva salutata, ma non era molto sicura che ci sarebbe riuscita.
Mentre percorreva il grande viale verso la casa dello scrittore, una lenta cantilena le rimbombava in mente. Era la sua rivisitazione del proemio dell’Iliade.

Canta, oh dea, dell’ira d’Emilia incazzata,
rovinosa che infiniti dolori inflisse a quell’angelo bastardo,
gettò in preda all’Ade una vita insignificante d’idiota,
ne fece il bottino i cani, di tutti gli uccelli –se seguivi il consiglio della tua coscienza forse vivevi- da quando prima si divisero contendendo il bacio di un cretino
la bella Chiara regina delle sirene e Shai la tenebrosa.

Ne andava anche piuttosto orgogliosa. Senza accorgersene era già sull’ascensore.
Arrivata al piano giusto, poggiò la borsa a terra, si scrocchiò le dita, si costrinse a sorridere e bussò delicatamente alla porta. Giovanni aprì e l’accolse calorosamente.
<< Jonas è in casa? >> domandò con una voce tanto gioiosa che faceva fatica a riconoscere sua.
<< Sì. Gli devi parlare? >> chiese lo scrittore.
<< Esatto. >> rispose << Per favore, potresti uscire a fare una passeggiata? >>
Giovanni fece spallucce, prese il cappotto e uscì. << Andrò a bere un caffè. >>
Emilia attese un paio di minuti, poi gridò a pieni polmoni << Vieni fuori razza di cretino! >>
Jonas, in camera da letto assieme a Shai, deglutì. Mormorò un “torno subito, aspettami qui” alla compagna e raggiunse Emilia in soggiorno.
Pregò il cielo affinché non la bionda non lo uccidesse. << Tu. >> disse lugubre.
Jonas sentì i brividi corrergli lungo la schiena. Non aveva via di fuga, non poteva negare l’evidenza dei fatti, non poteva scampare all’ira della ragazza.
<< Pensavo fossi un idiota ma non poi così tanto. >> continuò lei << Quando hai baciato Lyra mi sono detta “Toh, si è svegliato il bell’angioletto”. Invece no! Perché sei talmente stupido che la tua mente va oltre l’umana comprensione della demenza! >>
<< Mi dispiace… >> azzardò lui. Emy gli scoccò un’occhiata di fuoco.
<< Non interrompermi. >> Sembrava un rapinatore armato in una banca, se lo si faceva arrabbiare ti ritrovavi un buco in testa.
<< Stavo dicendo che oltre ad essere un deficiente patentato sei anche un bastardo. Da quando un giorno sei una trota innamorata di Chiara e un altro un serpente bacia dark? Credo che la scuola che hai frequentato sia davvero ben qualificata, per sfornarne come te si deve dare parecchio da fare, non credi? >>
<< Veramente io… >> provò Jonas. Emilia lanciò una palla infuocata che colpì la finestra, liquefacendo il vetro. << Ho detto di non interrompermi! >> gridò.
Prese un lungo respiro e lo insultò come mai aveva fatto con qualcuno.
Jonas avvampò, non poteva nulla contro di lei, e non voleva fermarla perché sapeva che quello che stava dicendo era la verità.
Quando le offese però toccarono anche Shai, si sentì punto sul vivo.
Con un gesto involontario una lama di vento atterrò la bionda e gran parte della mobilia.
<< Non hai il diritto di sparlare di persone che non conosci. Puoi inveire contro di me quanto ti pare ma non insultare lei, non l’hai mai vista in vita tua, non puoi giudicarla. >> disse serio.
Emilia si alzò e si avvicinò inviperita verso Jonas, le mani che le bruciavano. << E’ vero, non la conosco, ma conosco te e cosa hanno fatto le tue labbra e questo mi basta. >>
<< E’ lei che mi ha baciato. >> si schernì Jonas.
Emy fece una risatina isterica << Un bacio si fa in due, non lo sapevi? >>
L’angelo perse il controllo. Rigirare il coltello nella piaga era doloroso, vedere stesi su carta i propri errori era tutt’altro che piacevole.
<< Che cosa cazzo ne puoi sapere tu di me?! Conoscermi, conoscermi… Allora perché non pensi che le ho salvato la vita? Che le ho regalato un momento, un dolce ricordo che nessuno mai le aveva donato? Le ho dato qualcosa che nemmeno tu, la sua migliore amica, eri mai riuscita a darle! >>
Emilia lo colpì allo stomaco, con forza. << Il passato è passato, quel che conta è il presente, quello che si vive, e se nel presente tu la ferisci, ferisci anche me. Se tu la baci, e poi te la fai con un’altra, e come se lo avessi fatto con me. Se lei si è ritirata in un bagno a piangere, io me la prendo con te. >>
Il mondo parve sgretolarsi nell’istante in cui Emilia pronunciò l’ultima frase.
E allora non fu tanto lo stomaco a dolergli, quanto la consapevolezza di aver colpito e aver centrato il bersaglio.
<< Dille che mi dispiace, non volevo… >> ansimò l’angelo.
Emy sorrise malinconica << A volte dispiacersi non basta. >>

Si voltò, aprì la porta, raccolse la borsa e se ne andò. Shai, che era rimasta in silenzio ad ascoltare tutta la conversazione, si alzò e raggiunse Jonas.
<< Ho bisogno di spiegazioni. >> disse semplicemente. Nessuno sfogo di rabbia, niente pazzie, solo una calma glaciale.
Jonas sospirò, si passò una mano tra i capelli castani e iniziò a raccontare.
L’aveva già aggiornata per quanto riguardava la missione, Shai sapeva delle due Custodi e delle trasformazioni in animali. La violinista aveva poi riferito ciò che era accaduto durante il suo viaggio.
Era stata a Roma, a Ravenna, a Genova e lì aveva trovato chi mai si sarebbe aspettata di incontrare: Andrea, il Custode della Terra.
Aveva passato poco tempo con lui, poi era ripartita alla volta di Milano per scoprire dove era finito Jonas. E a Milano l’aveva trovato.
Ma l’oggetto di quella narrazione non era la missione, bensì ciò che l’angelo aveva provato nei confronti di Chiara.
Jonas fu schietto e lapidario, non le risparmiò nessun particolare, sarebbe stato ingiusto. Shai fece vibrare un Sol.
Quando parlò la sua voce non lasciava trasparire alcuna emozione. << E tu la ami? >>
L’angelo non rispose e si richiuse a riccio.
<< Mi ami ancora? >> lo esortò, non era ansiosa, solo esigeva spiegazioni.
L’angelo si lasciò cadere di schiena sul pavimento. << Non lo so… non so se la amo, non so se ti amo… non so più niente ormai. E che quando l’ho baciata è stato meraviglioso, ma poi sei arrivata tu e il passato è come ricomparso all’improvviso. Non lo so, Shai, e mi sento stupido a non sapere, a non capire. >>
La ragazza dai capelli corvini sorrise timidamente. << Sei sempre stato così, più femmina che maschio, con più insicurezze che chiunque altro. >>
<< E tu più maschio di qualunque altra femmina. >> si schermì lui.
<< Non stavo dicendo questo… solo ti darò il consiglio che si dà ad una ragazza indecisa. >>
Jonas levò il capo e la squadrò senza capire. << A volte non c’è bisogno di capire, bisogna sentire, ascoltare ciò che ti dice il cuore. >> concluse Shai.
L’angelo rise << Dove l’hai trovata questa frase, in una scatola di cioccolatini? >>
<< Non sei nella posizione adatta per fare sarcasmo, J. >> ribatté la giovane, non realmente offesa.
Si alzò e andò in camera, prese l’archetto e ritornò in soggiorno. Suonare, era così che aveva scoperto d’essere la Custode del Tempo.
Era nell’aula di musica e stava provando un pezzo per la banda della scuola e, all’improvviso, il tempo si era velocizzato, diventando l’ “allegro” della battitura.
Si era sporta fuori dalla classe e aveva notato che tutti i ragazzi si muovevano a ritmo, compresa lei. Erano dovute passare due ore prima che il tempo si regolarizzasse.
Adesso, suonando le note di quello spartito, che conosceva a memoria, si lasciò trasportare dalla melodia e i pensieri, le emozioni provate quel giorno si acquietarono, consentendole di ragionare sul da farsi.
Sicuramente doveva delle scuse a Chiara, come poteva sapere che baciando Jonas l’avrebbe ferita in quel modo?
Secondo, avrebbe dovuto avvisare Andrea e dirgli che aveva trovato Jonas e organizzarsi, in modo che potesse raggiungerli a Milano.
Terzo, doveva aiutare l’angelo a vedere chiaramente i suoi sentimenti.
Si chiedeva ancora come poteva essersi lasciata abbindolare da uno come lui.

§

Shai percorreva i corridoi di fretta, aveva un appuntamento con la banda e non poteva assolutamente arrivare in ritardo.
Anche se mancavano ancora più di venti minuti, si costrinse ad una andatura veloce. “Meglio presto che tardi” si ripeteva.
Un frastuono di ferri contro marmo catturò la sua attenzione. Svoltò a destra ed entrò in un aula. Era una specie di sgabuzzino, solo che al posto degli attrezzi dei bidelli vi venivano riposti gli oggetti sequestrati agli alunni. Ed erano parecchi.
Un ragazzo era chino a terra e raccoglieva adirato dei cellulari. Shai si abbassò e gli toccò la spalla.
L’angelo scattò in piedi, colto in flagrante. << Ehi, che stavi facendo? >> gli chiese, il tono non accusatorio.
<< Recupero ciò che è mio. >> rispose secco il ragazzo, riprendendo a frugare tra gli oggetti sequestrati.
<< Oh, allora prenderò anch’io qualcosa che mi appartiene. >> disse Shai, lo superò e setacciò un cartone in cerca di uno specchietto, ritiratole qualche mese prima.
L’angelo la lasciò fare. La violinista trovò l’oggetto e si rivolse allo sconosciuto << Beh, io ho preso quello che mi serviva, se vuoi una mano… >>
Quello non la guardò nemmeno negli occhi. << No grazie. Ho fatto. >> le mostrò il telefonino << E poi non dovresti stare con me, io sono Jonas King. >>
Jonas King. L’angelo desiderato da mezza scuola, il cattivo ragazzo, quello irraggiungibile, quello “che ti porterà sulla cattiva strada”, per dirla alla maniera di sua madre.
Shai scrollò le spalle << E allora? Jonas o non Jonas non sei pericoloso. >>
L’angelo era interdetto. Da quando la sua fama da duro non sortiva l’effetto sperato?
<< Forse non mi conosci bene. >>
<< Forse tu non conosci me. >>
Si susseguì uno scambio di sguardi penetranti.
Jonas ruppe quel silenzio. << Chi sei? >> domandò incuriosito da quella ragazza.
Era diversa da tutte, non era scappata via urlando, non era svenuta, era rimasta solo lì, col suo modo di fare amichevole, a dispetto del look che vestiva. L’apparenza inganna gli suggerì la sua coscienza.
<< Sono Shai, la violinista dark, mai vista in giro? >> rispose lei, piccata.
L’angelo sorrise. La ragazza sorrise di rimando.
<< Ti va di fare un voletto Shai? >> chiese, scoccandole un’occhiata d’intesa. Lei annuì.
Il ragazzo la prese per un polso, la guidò su per le scale anti-incendio e si fermò solo quando raggiunse il tetto della scuola. << Sai volare? >>
<< Che domande! Certo che so volare, sono un angelo. >>
<< Allora vola! >> urlò Jonas, gettandosi nel vuoto, trascinandosi dietro la violinista.
Fu presa dal panico e con una certa difficoltà spiegò le ali. Quel ragazzo era davvero folle.
<< Sei pazzo! >> gridò lei, non appena lo vide ridere divertito da chissà cosa.
Solcarono il cielo finché non si tinse dei toni aranciati del tramonto. Le ali le dolevano leggermente per lo sforzo di stare dietro quell’angelo.
Quando Shai si rese conto dell’orario si infuriò con se stessa. << Devo andare, se ho saltato la lezione e ora a casa mi aspetterà una ramanzina, è tutta colpa tua. >>
<< Effetti collaterali… Ci si vede in giro Shai. >> la salutò Jonas.
<< Certo. >> confermò la ragazza.
Nessuno dei due immaginava che quei voli inaspettati sarebbero diventati abitudine, che quel “ci vediamo” non era più una domanda, ma un disperato bisogno di completamento.
Nessuno, poi, credeva che quella coppia sarebbe diventata così unita. Mai prima d’ora l’angelo irraggiungibile si era fatto catturare per così tanto tempo; mai prima d’ora la violinista dark aveva saltato delle lezioni di musica.
Ma Shai era riuscita a vedere oltre l’apparenza, quegli occhi nuvolosi per lei erano un cielo aperto.
Così, senza aspettarselo e senza volerlo, quel giorno normale divenne il loro primo incontro.

§

Chiara mordicchiava il cappuccio della penna nervosamente.
Nessuna notifica su Facebook, nessun messaggio, niente che le potesse dire che cosa aveva fatto Emilia in quelle tre ore.
Alla fine rinunciò a completare gli esercizi scolastici. Troppi pensieri per la testa, troppo domande senza risposta per potersi concentrare a dovere.
Prese il suo MP3, si infilò le cuffie nelle orecchie e si sedette sul divano. Pigiò qualche pulsante e la musica scaturì dagli auricolari.
Si mise a gambe incrociate e imbracciò il suo blocco da disegno. Disegnare e ascoltare le era sempre piaciuto, era rilassante e d’ispirazione.
Partì una canzone che adorava, uno dei tormentoni di quell’estate, che era subito finita nella sua lista di brani preferiti.
Era “Tu mi porti su” di Giorgia. Si bloccò con la matita a mezz’aria.
Possibile che quella canzone parlasse di lei? Di come Jonas le avesse fatto vedere le stelle e di come poi era ritornata bruscamente alla realtà? Era una semplice coincidenza oppure il destino le voleva mandare un segnale?
Scosse vigorosamente la testa. No, era solo una canzone, nulla di più.
Ma quando le voci della cantante si unì a quella del partner la sua idea vacillò.
“Sto imparando a volare”.
Sì, era vero, lei stava imparando a volare. Aveva provato qualcosa che non aveva mai sentito prima, aveva trovato qualcuno disposto a stare con lei nonostante le sue imperfezioni.
E sì, per Chiara era come imparare a volare, ad andare oltre il limite di sicurezza. Si peccato che ti sei schiantata al suolo si disse.
Controllò per l’ennesima volta il telefonino. Era arrivato un nuovo messaggio. Lo lesse avidamente.

“J mi ha detto di chiederti scusa. Beh, che lo faccia lui, mica sono un postino io. “

Chiara rimase interdetta. Almeno non l’ha ucciso pensò, cercando di tirarsi su di morale.
Gettò via il cellulare e sprofondò tra i cuscini. Emilia poteva anche sforzarsi a scrivere qualche dettaglio in più, invece non era cambiato nulla.
Per cosa si dispiaceva Jonas? Per aver baciato lei, o Shai? Sospirò, la sua vita era più aggrovigliata di un gomitolo in preda ai gatti.
Non capiva il comportamento dell’angelo. Se si era innamorato di lei perché la faceva star male? Perché invece di rifiutare l’accaduto non veniva da lei e le spiegava le sue ragioni?
A complicare maggiormente la situazione c’era Shai, un tipino che non le ispirava per niente simpatia. Guardò l’orologio del telefono; era un’ora adatta per fare merenda.
Si alzò faticosamente dal divano e si diresse in cucina. Aprì la credenza, frugò tra i pacchetti di biscotti, zucchero e caffè finché non trovò la soluzione a tutti i mali del mondo: l’appetitosa e amata crema alle nocciole, meglio conosciuta come Nutella.
Svitò il tappo e ci ficcò dentro due dita, come faceva da bambina.
Assaporò il dolce e lo trovò buono come sempre.
Dovrebbero brevettarla come medicina, farebbero affari pensò e sorrise.

"ali di cera che si sciolgono al sole,
pensieri,
parole,
ali di cera che si sciolgono al sole,
è sempre imprevedibile la rotta dell'amore e cado,
oh cado!"
Tu mi porti su, Giorgia

***
ANGOLO DELL'AUTRICE
Frohe Oster a tutti!
Sarò il più breve possibile, così voi non vi addormentate e la chiavetta non muore
Beh, gli insulti, il proemio secondo Emilia spero vi abbiano fatto sorridere, io mi sono divertita molto a scriverli xD
Shai mi sa che ve la immaginavate un po' diversa, forse più stronza xD
Spero vi sia piaciuto, alla prossima ;)

Water_wolf

  
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