Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Babe94    30/03/2013    2 recensioni
In seguito alla morte dei suoi genitori, Elena si allontana da Mystic Falls per due mesi e al suo ritorno si scontra con una realtà molto diversa: un ex la perseguita, suo fratello la odia, la sua amica Rebekah vuole rendere la sua vita un inferno, Bonnie sembra nascondere qualcosa. In seguito ai primi momenti di debolezza, Elena dimostra di essere ancora la ragazza testarda, decisa e sicura di sè che era prima del tragico evento e con l'aiuto di Stefan e Caroline affronta i problemi irrisolti. La storia si svilupperà attorno a due nuclei principali: 1) La ricerca della madre biologica di Elena 2) La conoscenza e il rapporto con Damon, un ragazzo che è appena uscito dal Riformatorio ed ora frequenta la sua stessa scuola. Si tratta di un ragazzo arrogante, scontroso, donnaiolo e misterioso. Tentando di far luce nel passato di Damon, Elena vedrà la sua stessa vita minacciata.
NB: sono tutti Umani.
Genere: Generale, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

II

After all, tomorrow is another day


8 anni dopo


Drin, driiiin!
Apro gli occhi.
Drin, driiin!
Il mio sguardo cerca l’orologio appeso alla parete. Ma diamine! Sono appena le 9.30!
Drin, driiin!
Sbuffò. A chi può venire la malsana idea di chiamarmi a quest’ora? Rimango distesa sul letto con lo sguardo fisso sulle lancette dell’orologio mentre allungo la mano verso il comodino e afferro il cellulare.
“mmmsì?” Mugugno
“Buongiooooooorno!” La squillante voce di Caroline mi fa prendere un sobbalzo.
Ehi, ci sei ancora?” Continua.
“Insomma… avrei preferito continuare a stare nel mondo dei sogni… gli unicorni rosa sono molto simpatici, sai?” Rispondo scocciata.
“Ecco ecco! Lo sapevo io!”- Riprende la mia amica urlando agitata -“Volevi passare l’ultimo giorno di vacanza dormendo!”
“E cosa ci sarebbe di male? Siamo tornate solo ieri mattina e ho bisogno di riposo…”
“No! Tu hai bisogno di riprendere in mano la tua vita! Esci da casa tua e corri incontro a quelle persone che in questi due mesi hai trascurato! Devi farlo prima che sia troppo tardi!” Il suo tono di voce sembra quasi serio.
“mmmm domani! Ci penserò domani…” Sono troppo stanca e non sono nemmeno psicologicamente pronta per affrontare tutti.
“NOOOO!” Caroline mi fa sobbalzare nuovamente. Ma dove diavolo trova tutta questa energia la mattina?
“Esci esci! Se domani scopro che non hai combinato un bel nulla dovrai sorbirti la mia ira!” Ok. Assecondiamola, altrimenti non se la smette più.
“Va bene Care. Ma dimmi, da dove viene tutto questo entusiasmo?”
“Oggi rivedo Matt!!! Ieri non siamo riusciti a vederci a causa del suo lavoro, ma oggi si è preso il giorno libero per stare con me! Ha detto che deve parlarmi di una cosa importante… aaaah! Non vedo l’ora di vederlo!” Riesco quasi a immaginarmi gli occhi a cuoricino che probabilmente ha la mia amica in questo momento.
“Ok Care! Allora buona giornata! Io torno a do…ehm! Mi preparo per uscire, va bene? Stasera fammi sapere come ti è andata!”
“Grazie! Mi raccomando non deludermi… a stasera!”
Pongo fine alla chiamata. Era ora! Rimetto il cellulare sul comodino e chiudo gli occhi. Vorrei addormentarmi, ma le parole di Care continuano a rimbombarmi nella testa “Hai bisogno di riprendere in mano la tua vita! Esci da casa tua e corri incontro a quelle persone che in questi due mesi hai trascurato! Devi farlo prima che sia troppo tardi!” Dopotutto, forse ha ragione: dovrei uscire di casa e andare da Rebekah e Kol, o da Stefan…
“ELEEEEENAAAAA!!!”
Terzo sobbalzo nel giro di un quarto d’ora. Sento la porta della mia camera aprirsi e dopo una manciata di secondi mi ritrovo zia Jenna ai piedi del letto.
 “Ho capito che sei sveglia perché ho sentito che stavi parlando con qualcuno…”
 Mi si avvicina con un sorriso a trentadue denti e mi afferra le mani facendomi mettere a sedere.
“Oh, quanto sono emozionata! Oggi scopriremo se è un maschietto o una femminuccia!”
 Mi lascia le mani e comincia ad accarezzarsi il ventre con fare amorevole. Oggi scoprirà se è maschio o femmina? Dunque oggi… “ecografia?” Chiedo.
Jenna assume un’espressione delusa. “Jeremy ieri sera non te l’ha detto?”
“Diciamo che ieri io e Jeremy non siamo riusciti a tenere una conversazione civile.” La informo.
“Avete litigato?”
“Già” Rispondo scrollandomi le spalle. Uscendo per fare la spesa ieri l’ho visto avvinghiato a Vicky Donovan, la sorella maggiore di Matt che ha una pessima reputazione a Mystic falls. Quando sono tornata a casa ho trovato della droga nella sua camera e non potevo di certo non arrabbiarmi con lui.
 “Tesoro mi dispiace…. Vi riappacificherete presto! Sai com’è Jeremy: è un ragazzino instabile, insicuro, solitario… ha sentito molto la tua assenza ed ora è arrabbiato col mondo intero. Ha bisogno di un po’ di tempo…”
Macchè tempo! Quello ha bisogno che qualcuno gli impedisca di rivedere quella puttana drogata! Vorrei dirlo a Jenna, ma lei ha altro a cui pensare: la gravidanza e un prossimo matrimonio (Alaric, il suo ragazzo, non le ha ancora fatto la proposta, ma sono certa che avverrà a breve.). Fa già tanto per noi in quanto si prende cura di me e Jer dalla morte dei nostri genitori. Non voglio che sulle sue spalle gravi un altro peso. Me la vedrò io con mio fratello. In un modo o nell’altro riuscirò a riportarlo sulla strada giusta!
Il silenzio che si è venuto a formare viene spezzato da un altro urletto euforico di mia zia.
“Ma ora alzati!” Con forza mi fa alzare dal letto. “E’ l’ultimo giorno di vacanza e te lo devi godere al massimo!”
Ma lei e Caroline si sono alleate?
“Perché non ti vesti e vai a farti una passeggiata con Bonnie? E’ da parecchio che non la vedi…”
“Non c’è, è ancora a New York dal compagno… o meglio, dall’ex compagno della madre.”
Sul volto di Jenna si dipinge un’espressione sorpresa.
“Che strana ragazza… legare con l’odiato compagno della madre solo dopo la morte di Abby!”
Alzo le spalle. “Gìà, non la capisco. L’ha sempre odiato perché a causa sua Abby ha abbandonato lei e suo padre… e ora sembra che se non lo vede per una settimana succede il finimondo!”
“Bah!” Esclama mia zia. “Allora niente passeggiata con Bonnie… potresti provare a recuperare quei rapporti che hai trascurato quest’estate… tipo, potresti passare un po’ di tempo con Rebekah! E’ una ragazza davvero carina e beneducata!”
La guardo di sottecchi. Rebekah non mi parla più dal giorno del funerale. L’ultimo giorno di scuola l’ho ferita involontariamente e c’era rimasta molto male. Ma poi, essendo venuta a darmi sostegno per la morte dei miei, pensavo che ci fosse passata sopra… invece, una volta arrivata in Spagna con Caroline, non mi ha più risposto al telefono. Ricordo il suo ultimo messaggio: Povera orfanella, smettila di chiamarmi o ti denuncerò come stalker. Né io né mio fratello vogliamo più avere a che fare con te… lasciaci in pace! Inutile cercarci a casa: siamo partiti e torneremo a inizio dell’anno scolastico. Addio. Pensavo di aver trovato in te una buona amica… che illusa!
Mia zia, però, non si perde d’animo.
“Kol?”
Per carità! Non ho il coraggio di affrontarlo. Stavamo insieme e l’ho lasciato poco carinamente prima di partire…
“…Stefan?”
Situazione analoga a quella con Beks e Kol. Non ci rivolgiamo più la parola dal giorno del funerale, ma almeno lo avessi cercato durante l’estate, forse ora saremmo ancora amici…
“Jenna, non credo che riuscirò a strisciare da ciascuno di loro per chiedere perdono e sapere cosa hanno per la testa.” Il tono della mia voce è serio. Ho sbagliato e ho ferito tutti loro, li ho tartassati di chiamate e ora aspetto che facciano la loro mossa. Ho una dignità.
“Elena…” Anche il tono di voce di Jenna si sta facendo serio.
“Chiedere scusa per i proprio errori non vuol dire strisciare come un verme… si dimostra semplicemente di essere umili e sentirsi responsabili per ciò che si è fatto! Non puoi fuggire sempre, Elena!”
Sbuffo.
“E va bene, forse…. Avete ragione! Anche Care mi ha detto qualcosa del genere…”
Jenna mi regala un sorriso e poi mi abbraccia forte.
“Riprendi in mano la tua vita… sii sempre forte e coraggiosa ma che tu rimanga una ragazza dolce e umile!”
Ricambio l’abbraccio. “Grazie zia.” Sussurro.
 
Mi vesto velocemente e ingoio due cornetti col cioccolato. Si prospetta una giornata difficile e io devo essere carica d’energie. Prendo le chiavi della macchina ma, prima di uscire, mi soffermo ad osservare il salone, dove la sera prima mio fratello mi ha detto di odiarmi….
 
“Stiamo parlando di Vicky Donovan! Vicky Donovan! E’ troppo grande e…”
“Troppo grande? Avrà solo due anni più di me!”
“Ma ti sta usando non lo capisci, vero? Sei solo il suo nuovo giocattolino e…”
“Basta Elena, ti prego, basta! Mi piace stare in sua compagnia, è divertente, troppo bella…e mi fa sentire vivo! Sì, diamine! Quando sono con lei tutti i problemi, le preoccupazioni si dissolvono!”
“Sì dissolvono, certo… è la droga a farti questo effetto, Jer! E tu devi smettere di prendere quella roba! Devi uscire da questo giro finchè sei in tempo, altrimenti…”
“Altrimenti cosa? Lo dici a Jenna? Tremo dalla paura!” Un sorriso sarcastico si dipinse sul suo volto.
“Non volevo dire questo…” Dissi cercando di addolcire un po’ i toni “ io e te stiamo passando una situazione molto difficile… E per riuscire a superare tutto questo dobbiamo aiutarci a vicenda! Dunque non giudicarmi male se sono contraria alla tua nuova amicizia con Vicky… ma..”
“Ma cosa,  Elena? Cosa? Non hai alcun diritto di dirmi cosa posso fare o chi posso frequentare! Dici che dobbiamo aiutarci a vicenda… e me lo dici adesso? Dove eri tu in questi mesi? DOVE?”
Mi morsi il labbro inferiore e abbassai lo sguardo. Ora era il mio turno a essere rimproverata. E non aveva torto: l’ho lasciato solo nel suo dolore.
“Non mi rispondi?” Ghignò “Beh, allora ti rinfresco io la mente… eri al mare! Con la tua amica bionda ossigenata! Mi hai abbandonato a me stesso, senza nessuno a cui aggrapparmi…”
Vidi con la coda dell’occhio che anche lui stava abbassando lo sguardo.
 “Quando…” La sua voce tremava. Strinsi i pugni cercando di ricacciare indietro le lacrime che volevano uscire. “quando sei partita, credevo che l’avessi fatto perché non riuscivi proprio a trovare la forza di continuare a stare in casa nostra, piena di ricordi dolorosi… ti sei rivelata una codarda fuggendo, eppure ho sempre cercato di non sorbire rancore nei tuoi confronti  per avermi lasciato qui, da solo. Ma quando sei tornata… quando sei tornata…” Jeremy sembrava essere in difficoltà. Il dolore non gli permetteva di continuare.
Mi avvicinai a lui e allungai la mia mano verso il suo braccio. Volevo tanto stringerlo forte e ripetergli: Jer, sei tutto ciò che ho di più caro e non ti lascerò mai più solo.
Ma, inaspettatamente, mio fratello spinse via la mia mano prima che riuscissi a sfiorarlo e sputò “TI HO ODIATA!”
 Non potevo vedermi allo specchio, ma in quel momento ero certa di essere sbiancata di colpo. Come poteva odiarmi? Sono sua sorella…
“Jer…”
 “No!” Mi spinse con forza lontano da lui.
 Caddi a terra, troppo scossa per ciò che mi stava dicendo.
“Stammi lontana! Non ti sopporto! Tu… tu in realtà non sei fuggita per il dolore… no! L’unico che ha veramente sofferto, sono io! IO!!! Tu hai avuto la tua amica Caroline, vi siete fatte una bella vacanzetta  al mare dove avrete sfoggiato i vostri bei sederini per attirare l’attenzione di qualche bel playboy. E ora sei tornata spensierata, come se premendo un pulsante tu avessi  cancellato il ricordo di mamma e papà….”
 “Ma è solo apparenza, solo apparenza! Lo faccio per te! Tu credi che non pianga ancora in cuore della notte? Pensi che io non abbia alcun incubo? Lo faccio per te, Jer! Per farti vedere che accanto hai una persona forte sulla  quale ti puoi  appoggiare!”
 Cercai di difendermi, di spiegare come stanno realmente le cose. Dalla morte dei nostri genitori indossavo una maschera, una maschera fatta di sicurezza, determinazione e di tanti falsi sorrisi. Ma dentro… dentro di me c’era il vuoto.
“L’hai fatto per me? Ma cosa diavolo vai dicendo??? La verità è che non ti è mai importato niente di me… e nemmeno dei nostri genitori!”
 Ma… cosa? Era veramente questo che pensava di me, di sua sorella? Mi alzai in fretta . Come poteva dirmi cose del genere? Lo osservai con uno sguardo che trapelava rabbia, ma anche molta tristezza. Jeremy stava camminando avanti e indietro per il salone con passo frenetico. Di colpo si fermò e portò le mani alla testa. Lo scrutai con uno sguardo indagatore… quale altro pazzo pensiero gli era saltato nella testa?
Mio fratello si voltò verso di me e mi regalò un sorriso carico di disprezzo.
“Ma perché mi ostino a dire nostri genitori?” Esordì. “Tu non sei figlia loro. Tu non li hai mai amati…”
Sentii le gambe tremare. No,no no: non ce la faceva più a sentire cattiverie gratuite da quello che amavo come un fratello. Con un scatto mi trovai di fronte a lui e, mentre una lacrima mi rigava il viso, lasciai sulla sua guancia un’impronta rossa.
“VEDI DI NON DIRLO MAI PIU” Ringhiai tra i denti.
Poi, sul punto di scoppiare in lacrime, corsi verso il portone d’ingresso. Gli lanciai un’ultima occhiata mentre stavo uscendo di casa e sbattei con forza il portone. Non appena i miei piedi mi portarono sul vialetto di casa, scoppiai in lacrime. “Sono una stupida, dannazione! Ho sbagliato a non occuparmi di lui! Sono stata un’egoista!” Di colpo mi accorsi che stavo correndo. Corsi, corsi a perdifiato, finché non sentii le forze mancarmi. Mi fermai e cercai un sostegno aggrappandomi a un palo della luce. Improvvisamente vidi tutto nero…
 
Il ricordo della litigata mi rattristisce non poco e una lacrima solitaria decide di solcarmi la guancia. Asciugo la gota col dorso della mano e, dopo aver respirato a fondo, esco.
Una volta in macchina, mi rendo conto di non saper proprio dove andare… o meglio, da chi cominciare. Vado a cercare Rebekah? Kol? O Stefan? Giocherello con le chiavi finchè non mi rendo conto che sia più producente andare alla villa dei Mikealson. D’altronde Rebekah e Kol sono fratelli e se ho un pizzico di fortuna potrei beccarli entrambi a casa. Metto in moto l’auto e parto. Dopo aver percorso 200 metri, scorgo il pensionato dei Salvatore e un sentimento di nostalgia mi stringe il cuore.
Dopo un quarto d’ora eccomi, sono arrivata a destinazione. Parcheggio e mi incammino verso il cancello di quella villa immensa. In un messaggio inviato a inizio Luglio, Rebekah mi aveva ammonita di cercarla sia al telefono sia a casa e avvertita che inutilmente l’avrei cercato nella villa in quanto sarebbe tornata con i famigliari a inizio dell’anno scolastico. Domani è il primo giorno di scuola, per cui presumo che sia tornata… lo spero. Mi armo di coraggio e suono il campanello.
“Sì? Chi è?” E’ una voce maschile. Probabilmente si tratta di suo padre  o di uno dei suoi tanti fratelli.
“El….” Mi blocco. Se gli confesso di essere Elena, il mio interlocutore riferirà a Rebekah o a Kol e non mi faranno entrare. Devo inventarmi una scusa….subito! “ Una compagna di scuola di Rebekah! Sono venuta a riportarle un libro che mi aveva prestato prima di partire….”
“Entri pure” Mi risponde.
L’elegante cancello dorato si apre all’istante. Con passo sicuro proseguo nel parco della villa. Mentre mi avvicino sempre di più all’ingresso di casa, non smetto di guardarmi intorno: tutto sembra essere come prima che io partissi. Forse nemmeno i miei rapporti con Kol e Rebekah, dopo che ci avrò parlato, risulteranno essere così tanto mutati…
“Signorina Gilbert!” Qualcuno mi sta chiamando. La voce proviene da dietro le mi spalle. Mi fermo e decido di voltarmi. Davanti ai miei occhi si presenta un uomo più alto della media, muscoloso e vestito rigorosamente di nero. E’ uno degli uomini della sicurezza che ventiquattro ore su ventiquattro sorvegliano il parco della villa. L’omone mi afferra un braccio e mi strattona verso il cancello.
“Mi dispiace, signorina. Ma lei qui non è più la benvenuta. E’ stato dato l’ordine di non farla più entrare qua.”
Sono scioccata. Rebekah, pur di non vedermi, è capace di questo? O è opera di Kol?
“No! Ma io devo entrare… devo vederli! Devo parlare con loro!!! Per favore… mi lasci!” Urlo mentre cerco di divincolarmi.
A causa dei miei tentativi di sfuggire dalla sua stretta, l’uomo decide di sollevarmi da terra e di portarmi verso l’uscita su una sua spalla, come se fossi un sacco di patate. Una volta fuori dalla proprietà dei Mikealson, il “tutto muscoli” mi butta a terra.
“Buona giornata!” Mi dà le spalle e varca il cancello che dopo pochi secondi si chiude.
 
Torno a casa afflitta. Missione fallita in partenza. Sono tentata di chiamare Caroline, ma temo di rovinarle la giornata con Matt. Potrei sentire come se la sta passando Bonnie… Tiro fuori il cellulare e digito il suo numero. Segreteria Telefonica di Bonnie, non posso o non voglio rispondervi. Se volete lasciate un messaggio dopo il bip!
Yuppi! Oggi non poteva andarmi meglio! Mi dirigo in cucina: è l’ora di pranzo ed ho una fame tremenda. Noto che sul tavolino c’è un foglio scritto. Lo prendo in mano. Elena, tesoro! Avremo una femminuccia… non è magnifico? Io e Rick siamo stati appena invitati a pranzo dai dei suoi parenti… torneremo tardi! Non ci sarà nemmeno Jeremy… hai casa tutta per te! Invita qualcuno se non vuoi pranzare da sola! Baci Zia Jenna.
Assolutamente meglio pranzare da sola. Apro il congelatore e prendo un barattolo di dimensioni stratosferiche con all’interno del gelato al cioccolato. E’ deciso: questo sarà il mio pranzo. E per completare il quadretto di una ragazza sfigata o depressa, decido di spalmarmi sul divano e vedere un vecchio film: “Via col vento”. Me lo aveva regalato un mio amico quando eravamo alle elementari. Allora non riuscivo a capire questo film, ma adesso lo adoro. Prima di rassegnarmi totalmente e cominciare il film, decido di fare un ultimo tentativo. Prendo il telefono e cerco sulla rubrica il nome Stefan. Non me la sento di andare di nuovo a casa di qualcuno e poi venire cacciata in malo modo; per cui decido di provare con un messaggio, stavolta…
Ciao Stef! Sono a casa… sono tornata ieri. Mi dispiace molto per ciò che è successo prima che io partissi, ma di più per il fatto che non mi sono fatta sentire per due mesi. In seguito alla morte dei miei genitori mi sono rinchiusa in me stessa trascurando tutte le persone a me care. Sono stata una stupida e anche un’egoista, putroppo. Mi sei mancato molto… mi manchi tutt’ora. Spero che tu mi possa perdonare. Se hai voglia di parlare con me, sai dove trovarmi. Un bacio. Elena.
Invio. Poso il cellulare e mi godo il film.
 
Manca poco ai titoli di coda quando sento il mio cellulare squillare. Lancio un’occhiata rapida al display: è Caroline. Forse è appena tornata a casa e freme dalla voglia di raccontarmi la sua giornata con Matt.
“Dimmi Care!”
“Elena!” Mi ha appena risposto una voce maschile. Chi è? Non mi sembra che sia Matt…
“Elena, sono Tyler!” Tyler? TYLER? Cosa sta succedendo? Il suo tono di voce agitato non promette nulla di buono…
“Tyler che succede?”
“Matt… Caroline… devi venire subito al Grill! Caroline sta a pezzi!”
“Cosa è successo?” Mi alzo di scatto e vado a prendere le chiavi dell’auto.
“Caroline è ubriaca… è fuori di sé… Matt…Matt è uno stronzo!”
Tiro un sospiro di sollievo. Mi stavo veramente preoccupando e mi stavo facendo delle paranoie. Mi aveva sfiorato il pensiero che Matt l’avesse menata… invece è solamente ubriaca. Fortuna.
“Ok Ty. Arrivo subito!”
 
In dieci minuti sono al Grill. Appena entro intravedo la mia amica distesa su un tavolino con Tyler che cerca di farla alzare. Mi fiondo da loro. Do una rapida occhiata a Tyler: le dita della sua mano si stanno intrecciando tra i biondi capelli di Care e i suoi occhi del colore del cioccolato fondente fissano preoccupati quelli cristallini della mia amica. Non riesco a capire la preoccupazione del ragazzo: tra i due non è mai scorso buon sangue.
“Care… cos’è successo?”
Le guance della bionda sono arrossate e gli occhi gonfi.
“Matt è più stronzo di Tyler!” Urla lei.
Tyler accenna un sorriso. “Grazie, eh…”
La prendo per le mani e finalmente la mia amica si convince ad alzarsi.
“E’ risaputo che sei un giocatore di football stronzo, presuntuoso, arrogante e… sì, sei sempre stato uno stronzo. Ma ormai sei stato battuto dal tuo migliore amico nel campo della stronzaggine.” Squilla Care mentre si asciuga delle lacrime.
Tyler le fa la linguaccia.
“Ma Care… spiegami cos’è successo!” Incalzo stringendole forte le mani.
“Matt mi ha tradita…” Si divincola e afferra una bottiglia di birra che sta sul tavolo. “Con quella puttanella di Rebekah Mikealson!”
“Cooooooosa? Non è possibile…”
“Sì Elena, me lo ha confessato lui stesso.” Beve un sorso e riprende “Ma basta piangerci sopra! Voglio festeggiare! Da oggi uno stronzo in meno fa parte della mia vita!”
Velocemente si allontana da noi ma io e Tyler riusciamo ad afferrarla in poco tempo.
“Ty… aiutami a portarla nella mia macchina… la porto a casa!”
Tyler annuisce e insieme la trasciniamo fuori dal locale.
 
 
Mentre sto riportando Care a casa, alla vista di un paio di occhi azzurri freno bruscamente. Il ragazzo di ieri sera è seduto sulla stessa panchina sulla quale l’ho lasciato. Strabuzzo gli occhi. Sì, è lui, non c’è alcun dubbio. Si sta scolando una bottiglia. Probabilmente si tratta di un alcolico.
“Mmmmh-Elenaa…mmm… siamo da Matt?” La mia amica si è appena svegliata.
“No Care… stiamo per arrivare a casa.”
 Nel momento in cui il mio sguardo incrocia quello del ragazzo faccio ripartire l’auto velocemente. Avrà pensato che sono una stupida! Ferma in mezzo alla strada per osservarlo… anzi, più che una stupida, avrà pensato che sono una stalker!
“Ma… Matt..”-continua Care –“mi aiuterai nella vendetta, non è vero?”
Le sorrido.
“Certo bellezza.”
 
 
Sbuffo. Perché non spengo mai il cellulare prima di andare a dormire? Allungo la mano e lo afferro. Controllo l’ora: sono le quattro di mattina. Chi diavolo osa disturbarmi a quest’ora? Leggendo il nome del mittente del messaggio mi viene una stretta al cuore: è Stefan.
Ciao Elena… anche tu mi sei mancata molto e anche a me dispiace per come ci siamo lasciati a Giugno. Sarei venuto volentieri a salutarti oggi, ma dei problemi familiari mi hanno trattenuto. Spero che avremo l’opportunità di scambiare quattro parole domani… Buonanotte.
Eccolo: il raggio di sole di questa giornata fallimentare! Questo messaggio mi carica di positività: il rapporto con Stefan non è del tutto perduto! E forse… forse potrei anche riuscire a parlare con Kol domani… Sì! Domani è il primo giorno di scuola e Kol e Beks non possono evitarmi anche là. Sorrido. Sono eccitata. Si può ancora sistemare tutto; non solo i rapporti con gli amici ma anche quello con Jeremy. A scuola potrò controllarlo meglio. Non importa quanti fallimenti io abbia accumulato tra ieri e oggi; dopotutto, domani è un altro giorno.




 

 Eccomi con il nuovo capitolo! Con questo la storia ha veramente inizio. Spero che sia all'altezza delle aspettative di coloro che hanno recensito la storia e che la stanno seguendo ma anche che riesca ad intrigare dei nuovi lettori. Il prossimo capitolo tratterà del primo giorno di scuola di Elena: riuscirà la ragazza a portare avanti i suoi buoni propositi? Avremo, inoltre, delle notizie riguardo al ragazzo con gli occhi azzurri (sì, è proprio chi state pensando) e sapremo dell'incontro avvenuto tra i due la sera precedente.

Prima di salutare, ci tengo a ringraziari i miei primissimi recensori: nuccetta e Lapam8842Un ringraziamento anche a chi ha già messo la storia tra "le seguite": arymiky89cateyesLapam8842nuccettaSerena94_maelys
Un bacio a tutti... al prossimo capitolo!  
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Babe94