Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: cioryorka    01/04/2013    1 recensioni
Non mi ero mai innamorata, ma quando era successo, quando era successo era tutto cambiato.
Io avevo la bestia, non il principe azzurro.
Ma il nostro lieto fine era bel diverso.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


                                                                                                                        

capitolo 1.

-----------------

-2 anni prima della cattura.

Catherine Kenway.

24 anni.

 

-

Lavorare in polizia era sempre stata la mia aspirazione, avevo sempre voluto difendere la mia città, essere utile a qualcuno.

Non ero mai stata presa in considerazione a scuola, tranne quando vi era una verifica ed io ero costretta a passare i bigliettini a tutti.

Ormai avevo 24 anni, ero cambiata da quando ero un'adolescente con occhiali ed apparecchio, adesso ero una detective di New York.

Misi la pistola nella cintura, ed il distintivo al collo, mettendo la giacca di pelle, ed uscì di casa.

Quando entrai alla stazione, vidi l'ambiente vuoto.

Non capivo, dov'erano tutti? Erano le 08.30, dovevano già esserci tutti. 

Sfilai la giacca, appoggiandola alla mia sedia della scrivania, quando sentì un enorme coro di 'Auguri!' 'Buon compleanno!' 'Finalmente 24enne!'.

Mi sforzai di sorridere, e di ridere, ero così dannatamente imbarazzata, non sapevo mai che fare in queste dannate feste progettate solo per farti sembrare stupida.

Mi uscì un insulso 'grazie', mentre tutti ridacchiavano soddisfatti guardando il rossore sulle mie guance, o la sorpresa nei miei occhi, anche se più che sorpresa era disagio.

Odiavo essere al centro delle attenzioni.

JT, il capo del nostro dipartimento, si avvicinò con il suo sorriso, che quasi mi fece male guardare i suoi denti bianchi così dannatamente lucidi.

Mi strinse la mano, io ricambiai la stretta imbarazzata.

-Tanto auguri agente Kenway.- sorrisi cordialmente, ero così imbarazzata.

La giornata passò alle porte degli auguri, e dei vari regalini.

Sapevo già che alla sera ci sarebbe stata una ''festa'' con me, ne avevo sentito parlare Jessica, la mia collega sul campo, che non si era accorta che io fossi poco lontana da lei, così quando JT venne a propormi un passaggio accettai, facendo finta di non sapere nulla di tutto quello che avevano in mente.

Non volevo tirarmi a lucido, anche se JT l'aveva fatta passare come una serata fra noi due, ma io non avrei messo niente più che un Jeans ed una maglietta.

Quando scesi di sotto alle 21.00 in punto, non vidi nessuno, anche se avevo ricevuto lo squillo di avvertimento, come segnale che stava arrivando.

Svoltai verso l'angolo che portava alla strada centrale, ma due mani mi bloccarono da dietro.

Mi spinsero contro il muretto, e vidi spuntare tre ragazzi, dietro ad un uomo più grosso. Mi sorrisero, accarezzandomi il viso.

-Agente Kenway, si ricorda di noi?- disse il più alto, io li guardai bene, e con un lampo di fiocca luce dal cielo, riuscì a riconoscere i volti dei tre ragazzi che avevamo preso in custodia pochi giorni prima.

-Volevamo farle il regalo di compleanno- rise, il ragazzino biondo, o almeno ciò si vedeva dalla poca luce irradiata dai lampi che spaccavano il cielo scuro di tanto in tanto.

Rimpiangevo così tanto il fatto di non aver la mia pistola.

Dannazione.

-Giusto per ringraziarla per il suo mandato di arresto- il ragazzo di colore mi sorrise, e si avvicinò, e sentì una botta sul viso, che mi fece cadere a terra.

Un tuono ruppe il silenzio, e cominciò a piovere.

-Stronza! Ci hai rovinato la vita!- un altro colpo al petto.

-Lo facevamo per le nostre famiglia!- ancora un colpo.

-Avete spacciato droga..- riuscì a sussurrare, quando un altro colpo si scagliò contro il mio petto.

Stava per arrivarne un altro, quando sentì un forte ringhio.

Sgranai gli occhi, ero troppo spaventata, spaventata per tutto.

-Che diavolo è stato!?-

Non fece in tempo ad avere risposta che venne scagliato contro una parete.

I due ragazzi più piccoli, il biondo e quello di colore si allarmarono, io sentivo un respiro pesante, come il respiro di una bestia.

Ancora un ringhio, ed un altro ragazzo volò via.

Un altro urlo, poco prima che un lampo squarciò il cielo. 

Mi misi seduta, affannata, quando due spalle enormi, si girarono verso di me.

Vidi quella bestia guardarmi, respirando con affanno.

Era il mio turno.

Mi aveva lasciata per ultima.

Sarei morta la sera del mio 24esimo compleanno.

Lo vidi avvicinarsi a me, io lo guardai appiattita contro la parete di cemento del palazzo.

Aveva grosse vene sporgenti sul collo, e notai subito i suoi occhi gialli fissarmi.

Si abbassò, io chiusi gli occhi, sarei morta.

Li riaprì, ed incontrai i suoi occhi gialli fissare i miei, io schiusi le labbra vedendo le sue vene sgonfiarsi piano.

Lui, la bestia, l'essere, si ritirò di scatto, e si girò verso l'entrata del vicolo.

Mi guardò un'ultima volta, e poi sparì nel buio.

Guardai la strada vuota, shocckata.

-Cath!-

Ero fradicia, tremavo, ero dolorante ed ero troppo shoccata per poter muovere anche solo un arto in direzione di JT.

Lui corse verso di me, guardò gli uomini, e si inginocchiò accanto a me, io fissai il nulla.

-Non puoi averli uccisi tu..-

Cosa dovevo dire? Non mi avrebbe mai creduto se gli avessi detto che una bestia dagli occhi gialli mi aveva salvato la vita da quei ragazzini.

-Sono quelli del caso del traffico di droga..cosa è successo!?-

'Parla' la mia odiosa vocina.

'Digli tutto, corri, scappa' 'Parla' 'Deve sapere la verità' stai zitta.

'Dovrebbe sapere che il mostro di cui si ha paura che la notte venga a prenderti esiste davvero' stupida, stupida vocina.

-Non lo so.-

Fu' l'unica che mi uscì dalla bocca, quasi a non controllarla.

-Ti porto a casa, sei in stato di shock-

E da li non capì più nulla.

Mi ritrovai sul mio letto, sotto le coperte, ad occhi spalancati, a fissare la parete buia.

Sentivo le voci nel mio soggiorno, erano ancora JT e Jessica?

-Dovrebbe parlare con uno psicologo, prima si è messa ad urlare che un mostro girava in città. L'avranno drogata-

Davvero avevo urlato tutto ciò?

Stupida, stupida me. Ora mi credevano pazza.

Mi avevano drogata, ecco, questa doveva essere la versione.

Lo stato di shock mi aveva fatto dire cose non vere.

'A chi la vuoi raccontare?' zitta zitta zitta.

'Sappiamo entrambe che sei pazza' si, forse ero davvero pazza, ma nessuno avrebbe dovuto saperlo.

-Ora lasciamola dormire, ha bisogno di riposo-

Ecco, lasciatemi dormire.

Dormire? Con quell'essere fuori?

No, non potevo dormire, non ora, non quella sera.

-Resto io-

La porta si chiuse,e la serratura scattò, io guardai verso la porta, e vidi Jessica passare, prese una coperta dall'armadio ed andò verso il divano, fermandosi prima a vedere me.

Io non mi mossi.

Chiuse la porta, pensava dormissi.

Mi alzai appena vidi la luce del corridoio spegnersi, e sentì le voci dalla televisione.

Aprì la finestra, appoggiandomi al davanzale, per poi uscire sulla scala anti-incendio, dove mi sedetti, quando notai qualcosa incastrato alla finestra. 

Presi il foglio di carta, di chi poteva essere?

Lo guardai attentamente, sfregando la carta tra le dita. Ruvida. Chi usava carta così ruvida? Ed era tutta strappata ad i lati.

Aprì il foglietto con timore.

" mi dispiace, buon compleanno ".

Era scritto in maniera veloce, con inchiostro nero, con una scrittura che non conoscevo.

E quella V come firma fatta alla fine del foglio?

E se fosse stato la bestia con gli occhi gialli?

Aveva un nome quell'essere?

Era così enigmatico quel biglietto.

Lo chiusi, e mi guardai attorno, quando notai sul tetto del palazzo di fronte, una figura. Guardai il foglio, ed appena rialzai gli occhi, vi erano solo le luci di New York.

'Lo hai visto' me lo ero solo immaginato.

'Hai la prova tra le mani, sciocca' no, non era vero, non era vero.

'Chi salirebbe al quinto piano mettendoti un bigliettino sulla finestra? Chi salirebbe furtivamente dalla scala anti-incendio e ti lascerebbe un bigliettino ridotto così male nell'incastro della finestra? Chi potrebbe arrampicarsi fino al tetto, e guardarti da lontano?'

Odiavo quella vocina.

Odiavo quanto avesse ragione quella vocina.

E quella vocina era semplicemente la mia coscienza.





Ecco ovviamente è più lungo. Ahahha
Stasera ero molto, molto, molto ispirata: merito del nuovo album dei Onerepublic!
Ero molto curiosa di aggiornarvi con il primo capitolo visto che c'era chi era curioso!
Spero che sia scorrevole,l'ho scritta con il cuore, davvero!
Al prossimo capitolo! c:

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: cioryorka