Sattumalta Suomalainen
Importante: Tutto quello
che leggerete è inventato. Frontman e band non ci appartengono e tutti i riferimenti a storie o persone (nomi
compresi) realmente esistite è puramente casuale.
Note dell'autore : Questa FF doveva essere scritta da me e Judeau ma, putroppo,
sappiamo cos'è successo...
Sinceramente non ero in vena di proseguire la stesura di
questa FF, anche se io e Davo avevamo delineato circa metà della trama, ma
vorrei provarci... In qualche capitolo ci sarà ancora lo zampino di
Judeau, dato che alcuni
spezzoni li avevamo elaborati via email, senza legarle veramente a un capitolo... Erano scene che avremmo
dovuto inserire da qualche parte e così sarà!!
Purtroppo non
sono un asso delle note introduttive, l'unico capace di scrivere Note
dell'Autore più lunghe dei capitoli stessi, era Davo.
Speriamo (...o spero...) che il seguito vi possa
piacere ^^
Ho deciso di mantenere la stessa struttura dei
capitoli usata da Judeau un po' per comodità e un po' per malinconia...
†
Kapitel 2
"Tässa
on miina äiti, Abigail" ¹
#
Per Ville, il secondo
giorno di scuola, iniziò nel peggiore dei modi.
A differenza di sua
madre, non aveva particolari problemi a svegliarsi la mattina
presto, di fatti era sempre compito suo andare a svegliare la donna
che, dopo il primo suono della sveglia, non esitava a ritardare l'ora
fatale, rigirandosi dall'altra parte del letto.
Solitamente uscivano
di casa insieme verso le sette e mezza di mattina e Ville
non esitava a scroccare, ogni volta, un passaggio dalla madre.
Essere in macchina con
Abigail era, indubbiamente, un'esperienza... Interessante.
Viaggiava su una
vecchissima macchina che le era stata regalata dal padre di
Ville quando era in Finlandia. Era una SmartFourFour nera e
viola e, all'interno le fodere dei sedili, il cambio, il volante,
riportavano tutte la medesima decorazione. Un cuore fuso con un
pentagramma.
Sua madre gli aveva
raccontato che quell'automobile era stata modificata sotto ordine
dell'uomo che gliel'aveva regalata e, a quanto pare, doveva essere molto
importante per lei se, in vent'anni, non l'aveva ancora cambiata.
Per molti anni non era
stata utilizzata, se non il sabato mattina per andare a fare la spesa, e
per questo era ancora in ottime condizioni.
Dopo averlo portato a
scuola, Abigail si ritrovava da sola in auto a percorrere le strade
trafficate di Milano e arrivare in un luogo sicuro (un parcheggio) dove
lasciava la macchina a raggiungeva con i suoi amati mezzi pubblici,
l'Università dove lavorava.
Ville poteva ritenersi
"fortunato" dato che, ben prima del previsto, era perfettamente a
conoscenza del codice della strada e i suoi riflessi erano decisamente
eccellenti. Sua madre non aveva mai amato guidare e, ogni volta, toccava
a lui ricordargli di dare le precedenze, stare attento che la donna che
cozzasse contro qualche pedone o marciapiede...
Era certo che, quando
sarebbe toccato a lui, si sarebbe rivelato un pilota migliore di
Räikkönen!!
Quella mattina però
non c'era stato verso che la madre si svegliasse... Ville provò a
svegliarla in tutti i modi, ma non ci fu nulla da fare.
-Telefono tra un po'
al Dipartimento e gli dico che torno domani... Oggi ho sonno... Buona
giornata PikkuNalle, fai il bravo...- furono le uniche parole che il
ragazzo sentì proferire dalla donna quella mattina.
Con un discreto
ritardo, Ville uscì di casa ma, tutti i suoi tentativi per arrivare in
orario furono vani.
Si dice sempre che,
quando qualcosa va male non c'è da preoccuparsi, perchè tutto andrà anche
peggio.
Ovviamente non ci fu
ed un solo autobus che si degnasse di arrivare in orario.
Quando arrivò a scuola
dovette sorbirsi le prediche della nuova professoressa di matematica,
che lo aveva preso subito in antipatia e per lei, il fatto che aveva
fatto tardi perchè sua madre non si svegliava, era la peggiore che si
fosse potuto inventare.
-Segnalerò subito il
tuo ritardo sul registro...-
Ville la guardò
distrattamente e, dal suo sguardo, traspariva solo l'indifirezza e la
poca importanza che dava a qualunque cosa la donna avrebbe fatto.
-Ti degnerai almeno di
dirmi il tuo nome?-
-Painu helvettiin,
narttu ime kyrpää!!* - disse il ragazzo a denti stretti andando a sedersi
al suo posto, accanto a Flavio.
-Cos'hai detto?- gli
domandò la donna.
-Ville Felsen...-
-E quale sarebbe il
cognome?- domandò con antipatia.
-Felsen...-
-Ma...-
-Sono finlandese...-
rispose il ragazzo.
-Oh..- commentò la
donna -Io- disse indicando se stessa
-segnare- e fece il gesto di scrivere -tuo
ritardo!- disse indicando prima Ville e poi l'orologio...
Tutta la classe non
riuscì a trattenere una fragorosa risata, che mandò su tutte le furie la
professoressa.
-Si può sapere cosa ci
trovate di tanto divertente??! Bisognerà pure farsi capire!!-
Nessuno, anche per
salvaguardare la reputazione di Ville, osò dirle che il ragazzo conosceva
bene l'italiano, probabilmente molto più di lei... Avrebbe ricevuto una
bella sorpresa al primo consiglio di classe...
-Non sei stato molto
gentile, carissimo...- gli fece notare poi Bob, dandogli una leggera
gomitata.
Ville gli lanciò uno
sguardo folgorante e l'amico non osò ribattere. Da quando si erano
conosciuti in prima liceo, Flavio poteva dire con certezza che è vero che la
prima cosa che s'impara in una lingua straniera sono insulti e parolacce.
Jim parlava
fluentemente l'inglese e il tedesco (il francese non lo parlava per
scelta), era per metà finlandese, sapeva balbettare qualcosa in
finnico per comunicare semplici informazioni e usarlo, anche
fin troppo bene, per imprecare...
Flavio parlava a
fatica l'inglese e il francese... Il tedesco non aveva idea di dove
stesse di casa, ma ci mancava poco che conoscesse più insulti dell'amico
finnico e forse era l'unico che capiva sempre tutto quello che Ville
diceva quando era incazzato.
La professoressa di
matematica fece una pessima impressione su tutta la classe, sopratutto
dopo che, al secondo giorno di scuola, gli aveva imposto una verifica per
giovedì in modo da "testare le loro conoscenze".
Il resto della
giornata trascorse più o meno tranquillamente. Il professor Canetti
avrebbe dovuto iniziare a spiegare Hegel. L'anno precedente, la
loro ex insegnante, aveva fatto in modo che non si ritrovassero un
filosofo così impegnativo come Kant alla maturità, ma aveva lievemente
tralasciato il programma di storia.
Quando i ragazzi
confessarono al professor Canetti che si erano fermati
all'inizio della Rivoluzione Francese, l'uomo fu costretto a fare un
dettagliato programma che prevedeva lo studio di un centinaio di anni
densi di storia in meno di mese. Promise che avrebbe fatto di tutto per
non inserire il recupero del programma dell'anno scorso, all'interno di
quello d'esame, ma fu irremovibile.
I ragazzi non potevano
studiare il resto della storia, senza affrontare periodi importarti e
densi come quello della Rivoluzione Francese, o il congresso di Vienna, o
il Risorgimento italiano.
-Che giornata di
merda!!- non poté fare altro che commentare Flavio, una volta che la
campanella delle due suonò e poterono lasciare quel maledetto edificio.
Prima di salutare
Lilith, lei gli confermò l'invito di sabato per andare a casa sua, e gli
ricordò che il giorno dopo avrebbero avuto le prove con Pit of Darkness.
-Tranquilla, ci sarò.
Io e il mio basso usato rosa che con fa fa tanto "razorblade"... Secondo
mia madre...-.
***
Quando Ville entrò in
casa cominciò a temere che sua madre stesse ancora doermendo ma, si
accorse, che dal balcone proveniva una voce. Cercando di non farsi
notare, si avvicinò alla finestra e teste attentamente l'orecchio in modo
da capire con chi stesse parlando la donna.
-Kyllä. I will be
there... Hyvää yölla-
-Mutti!! Sono
tornato...- disse affacciandosi mentre la donna stava chiudendo in tutta
tranquillità la chiamata.
-Buon pomeriggio. Non
ho ancora preparato il pranzo.- disse subito al figlio.
-Chissà perchè non ci
ho sperato neanche per un minuto...- rispose il ragazzo.
-Ho avuto da fare...
Chiamate di lavoro e ho dovuto iniziare la stesura delle note
introduttive per il Museo del Risorgimento...-
-Che lavoro del
cavolo...- gli rispose il figlio -Comunque ci ho pensato io al pranzo...-
concluse mostrando alla donna un cartone della pizzeria d'asporto con
dentro quattro pezzi di pizza ancora caldi ed ultrafarciti.
-Fortunatamente hai
preso da altri membri della famiglia, e non dalla sottoscritta!- disse
Abigail apparecchiando il tavolo.
-Intendi... Da papà?-
domandò cupo.
-Qualunque altro
parente va bene.. papà, nonni, zii, pro-zii...-
-Ma tu sei figlia
unica...-
-E la zia Leena dove
la metti?-
-Ma non una
consaguina...-
-E' la cugina di tuo
padre... E poi lui ha un fratello quindi, tecnicamente, uno zio ce
l'hai... Com'è andata a scuola?-
Ville si rabbuiò.
Adorava sua madre, con
tutto il cuore. Ma certe volte gli faceva male sapere che volesse tenere
tutto nascosto a suo figlio... Aveva rinunciato a tutto per lui, persino
all'amore dell'uomo che tanto amava e adesso... Non si azzardava neanche
a dirgli il nome del padre!!
Neanche quello
sapeva!!
Molte volte si era
confidato con Lilith e Flavio, cercando di capire il perchè del
comportamento si sua madre e rivelando quel lato fragile di lui, che
difficilmente faceva trasparire.
Non sembrava, ma
quando si rendeva conto che lui poteva essere figlio di chiunque, lo
faceva star male. Non sapere neanche il nome di padre era... Come se gli
mancasse una parte di sé...
Non aveva mai dubitato
di sia madre ma, ogni tanto, si domandava se veramente quella donna fosse
stata sincera con lui, fino in fondo.
****
Era la prima volta che
Ville vedeva la casa della ragazza... Era piccola ma accogliente.
I genitori della
ragazza dormivano in sala su un grande divano letto, mentre lei nella
stanza dell'appartamento. Come per Ville e sua madre, anche i nonni di
Lilith avevano lasciato l'appartamento al figlio e alla sua famiglia, per
trasferirsi in un luogo più tranquillo è lontano dal traffico cittadino.
Senza troppi
convenevoli, Lilith trascinò il ragazzo nella sua camera.
-Cavolo, sei più
infoiata di me!- non poté fare a meno di constatare il ragazzo.
Lei rise.
-Mio padre dice sempre
che alla nostra età mia madre era tale e quale...-
-Ma... Devo dire che
non mi dispiace...-
***
Dopo un paio d'ore i
ragazzi erano sdraiati sul letto, sotto le lenzuola, con gli occhi chiusi
e in silenzio, ad ascoltare i loro cuori battere all'unisono.
Ville si sentiva
ridicolo quando si ritrovava a pensare a quanto gli piacesse assaporare
quei momenti di tranquillità da condividere solamente con la ragazza. Gli
altri suoi amici, i ragazzi del gruppo e Flavio in primis, non erano mai
stati così romantici e, l'unica volta che Ville aveva espresso i suoi pensieri
era stato preso in giro sino allo sfinimento.
Parlarne con sua madre
era stato decisamente molto più consolante: il romanticismo, sempre
se non troppo melenso, era meraviglioso, soprattutto quando una
persona era in grado di apprezzare anche i particolari più piccoli e i
singoli istanti che si trascorreva insieme.
Nonostante
tutto Abigail non si era potuta trattenere dal constatare che, da
questo punto di vista, era tale e quale a suo padre.
-Lily?-
-Uhm?-
-Pensi che i tuoi mi
giudicheranno male?-
-Perché dovrebbero?-
domandò lei muovendosi leggermente, posando il capo, sulla spalla del
ragazzo.
-Bah... Per i vestiti,
il trucco... La mia faccia da mollusco...-
-Cosa?!-
-Non te l'avevo mai
detto?-
-No...-
-Mia nonna mi dice
sempre che ho la faccia da mollusco... Mentre, secondo mia madre, sono
faccioso...-
-E la tua ragazza dice
che sei terribilmente sexy...-
Villa la baciò con
trasporto.
-Comunque stai
tranquillo. Da giovane mio padre era un metallaro fricchettone, il prof.
Oscar un... casino, ma tendete anche lui al metallo e la migliore amica di
mia madre era, forse, la peggiore di tutti e tre. Ronciosa come pochi...
E ti ricordo che sono cresciuta anch'io a pane e Metallica!!-
Ville coprì il corpo
della ragazza con il suo, coprendosi ben bene con le lenzuola.
***
Alle otto suonò il
campanello e Lilith si alzò dal divano per andare ad aprire la porta.
I due ragazzi avevano
cercato di ridarsi un aspetto abbastanza decente e si erano posizionati
sul divano a guardarsi il DVD dell'ultimo concerto dei Nightwish con
Tarja Turunen.
-Ciao ma', ciao pa'...
Oh, ciao prof. Oscar!-
-Ciao tesoro!-
-Ciao Lily!-
-Cosa avete preso di
buono?-
-Cinese!- rispose la
madre -Ci hai detto che anche al tuo ragazzo piace molto...-
-Già, a proposito...
Ville, loro sono mia madre Vera e mio padre, Teo... Il prof. Oscar non te
lo presento neanche, visto che siamo costretti a vederlo quasi tutti i
giorni. Mami, papi, lui è Ville.-
-Piacere di
conoscervi.- disse il ragazzo, lievemente imbarazzato, stringendo la mano
ai genitori della ragazza.
Si misero al lavoro e,
in breve, la tavola fu apparecchiata e tutti presero posto.
-Mamma, avete preso le
bacchette?-
-Si, ma nessuno di noi
le usa...-
-Ma Ville si!- disse
lei porgendo le bacchette di bambù al ragazzo -E mi sta insegnando...-
-In bocca al lupo...
Io non ho mai imparato...- constatò il professor Canetti.
-Io sono stato quasi
obbligato. Secondo mia madre il cibo cinese ha un altro sapore se
mangiato con le bacchette e così...-
-Questo discorso non è
la prima volta che lo sento...- ridacchiò l'uomo.
-Già... Abby ha
provato non so quante volte ad insegnarci a mangiare così, ma nessuno di
noi ha mai imparato!!- ricordò Vera sorridendo.
Per qualche minuto
calò un imbarazzante silenzio sulla tavola, sino a che il padre di Lilith
non decise che era il caso di fare un po' di conversazione col ragazzo.
-Allora Ville... Che
nome insolito che hai...-
-Mh...- disse il
ragazzo ingoiando un pezzo di pollo alle mandorle -E' un nome finlandese,
ma sono italianissimo...-
-Beh, oddio...-
commentò Lilith.
-Non proprio... Mia
madre è metà tedesca e metà italiana, mio padre invece finlandese e
ungherese... Ma vivo in Italia da quindici anni, quindi...-
-Non sei nato qui?-
-No, sono nato ad
Helsinki, dove mia madre ha vissuto per diversi anni... Poi ha deciso che
era il caso di riportarmi nella sua madre patria...-
-E così ti ha dato un
nome finlandese...-
-Già, ne ho anche un
altro ma è alquanto pessimo...-
-Ville... Io mi chiamo
Lilith Kithiara iside... Cosa dovrei dire?!-
-Beh, ma Ville Lauri
stonano un po' insieme...-
-E cosa vogliono
dire?- domandò Teo.
-Guglielmo... Lauri
non lo so.- rispose la madre di Lilith al posto di Ville.
-Lorenzo...- rispose
il ragazzo.
-Nah, adesso questa me
la spieghi...- disse Oscar a Vera.
-Ti ricorda niente
Guglielmo Ermanno Luce?-
-No.-
-Ma si!! la checca che
lui- disse Teo indicando la moglie -ed Abby, idolatravano!!-
-E' vero!- rispose
Oscar tirandosi una manata in fronte -Però... Senza darti della checca
ovviamente, ma sai che il tuo modo di vestire ricorda quello del Ville?-
Ville, imbarazzato,
abbassò lo sguardo concentrandosi su alcuni germogli di soia che non ne
volevano sapere di collaborare.
_Conosci bene i
Nightwish, Ville?- gli domandò il padre di Liltih.
-Oh, si!!
Decisamente!! Sono in assoluto il mio gruppo preferito... E poi sono
finlandesi...- disse sorridendo.
-Amore, stai cambiano
discorso?-
-Si, lo sai che odio
quel tipo e quel suo maledettissimo e fottutissimo Love Metal!!-
Per il resto della
serata la conversazione si concentrò su musica, libri, politica, viaggi e
progetti per il futuro.
I genitori di Lilith
erano delle persone squisite e il prof. Oscar era assolutamente fuori di
testa e veramente simpatico e veniva preso costantemente per i fondelli
dai due amici e dalla ragazza.
Alle undici e mezza il
cellulare di Ville squillò.
-E' mia madre... Devo
andare.- disse il ragazzo osservando lo schermo.
-Ma invitala a
salire!!- gli disse Teo.
-Ok...- disse il
ragazzo e rispose al cellulare.
-Hei Mutti... Si,
abbiamo finito da un pezzo... I genitori di Lilith mi chiedono se vuoi
salire... dai Mutti, non farti pregare! parcheggia quella cazzo di macchina e
sali... Vengo giù a prenderti...-
-Vado giù a
prenderla...-
-Perfetto, preparo il
caffè!- disse Vera.
-No, mamma. Per Ville
e sua madre metti su il bollitore. Preparo il the...-
Il ragazzo uscì
dall'appartamento e, scendendo le scale, raggiunse sua madre che lo
aspettava all'ingresso.
-Io questo posto l'ho
già visto...-
-Ciao Mutti! Si,
grazie. Ho passato davvero un'ottima serata.-
-Scusa PikkuNalle...
Sono contenta che sia andato tutto bene... Ma se lo avessi saputo prima,
almeno avrei evitato di mettermi la maglietta dei Daniel Lioneye...-
constatò la donna.
-Ma fregatene!! Da
quello che ho capito, da giovani, i genitori di Lilith e il professore
erano peggio di te!!-
Abigail sbuffò per poi
seguire il figlio su per le scale, sino al secondo piano.
Ville entrò e trovò
Lilth che li aspettava.
-Ciao Lilith!- disse
la donna vedendo la ragazza davatni a sé.
-Salve signora
Felsen!- gli disse la ragazza.
-Non riesci ancora a
darmi del tu?-
-Nah...- rispose la
ragazza.
-Fa
niente... Tutto bene?-
La ragazza annuì.
-Mutti, loro sono i
genitori di Lilith, Vera e Teo, e lui il professor Canetti! Vera, Teo,
Prof, lei è mia madre, Abigail...-
Abigail guardò le tre
persone che aveva davanti.
Queste ricambiano lo
sguardo stupito....
-ABBY??!- dissero i
tre all'unisono.
***
Per Ville, il secondo
giorno di scuola, iniziò nel peggiore dei modi.
A differenza di sua
madre, non aveva particolari problemi a svegliarsi la mattina
presto, di fatti era sempre compito suo andare a svegliare la donna
che, dopo il primo suono della sveglia, non esitava a ritardare l'ora
fatale, rigirandosi dall'altra parte del letto.
Solitamente uscivano
di casa insieme verso le sette e mezza di mattina e Ville
non esitava a scroccare, ogni volta, un passaggio dalla madre.
Essere in macchina con
Abigail era, indubbiamente, un'esperienza... Interessante.
Viaggiava su una
vecchissima macchina che le era stata regalata dal padre di
Ville quando era in Finlandia. Era una SmartFourFour nera e
viola e, all'interno le fodere dei sedili, il cambio, il volante,
riportavano tutte la medesima decorazione. Un cuore fuso con un
pentagramma.
Sua madre gli aveva
raccontato che quell'automobile era stata modificata sotto ordine
dell'uomo che gliel'aveva regalata e, a quanto pare, doveva essere molto
importante per lei se, in vent'anni, non l'aveva ancora cambiata.
Per molti anni non era
stata utilizzata, se non il sabato mattina per andare a fare la spesa, e
per questo era ancora in ottime condizioni.
Dopo averlo portato a
scuola, Abigail si ritrovava da sola in auto a percorrere le strade
trafficate di Milano e arrivare in un luogo sicuro (un parcheggio) dove
lasciava la macchina a raggiungeva con i suoi amati mezzi pubblici,
l'Università dove lavorava.
Ville poteva ritenersi
"fortunato" dato che, ben prima del previsto, era perfettamente a
conoscenza del codice della strada e i suoi riflessi erano decisamente
eccellenti. Sua madre non aveva mai amato guidare e, ogni volta, toccava
a lui ricordargli di dare le precedenze, stare attento che la donna che
cozzasse contro qualche pedone o marciapiede...
Era certo che, quando
sarebbe toccato a lui, si sarebbe rivelato un pilota migliore di
Räikkönen!!
Quella mattina però
non c'era stato verso che la madre si svegliasse... Ville provò a
svegliarla in tutti i modi, ma non ci fu nulla da fare.
-Telefono tra un po'
al Dipartimento e gli dico che torno domani... Oggi ho sonno... Buona
giornata PikkuNalle, fai il bravo...- furono le uniche parole che il
ragazzo sentì proferire dalla donna quella mattina.
Con un discreto
ritardo, Ville uscì di casa ma, tutti i suoi tentativi per arrivare in
orario furono vani.
Si dice sempre che,
quando qualcosa va male non c'è da preoccuparsi, perchè tutto andrà anche
peggio.
Ovviamente non ci fu
ed un solo autobus che si degnasse di arrivare in orario.
Quando arrivò a scuola
dovette sorbirsi le prediche della nuova professoressa di matematica,
che lo aveva preso subito in antipatia e per lei, il fatto che aveva
fatto tardi perchè sua madre non si svegliava, era la peggiore che si
fosse potuto inventare.
-Segnalerò subito il
tuo ritardo sul registro...-
Ville la guardò
distrattamente e, dal suo sguardo, traspariva solo l'indifirezza e la
poca importanza che dava a qualunque cosa la donna avrebbe fatto.
-Ti degnerai almeno di
dirmi il tuo nome?-
-Painu helvettiin,
narttu ime kyrpää!!* - disse il ragazzo a denti stretti andando a sedersi
al suo posto, accanto a Flavio.
-Cos'hai detto?- gli
domandò la donna.
-Ville Felsen...-
-E quale sarebbe il
cognome?- domandò con antipatia.
-Felsen...-
-Ma...-
-Sono finlandese...-
rispose il ragazzo.
-Oh..- commentò la
donna -Io- disse indicando se stessa
-segnare- e fece il gesto di scrivere -tuo
ritardo!- disse indicando prima Ville e poi l'orologio...
Tutta la classe non
riuscì a trattenere una fragorosa risata, che mandò su tutte le furie la
professoressa.
-Si può sapere cosa ci
trovate di tanto divertente??! Bisognerà pure farsi capire!!-
Nessuno, anche per
salvaguardare la reputazione di Ville, osò dirle che il ragazzo conosceva
bene l'italiano, probabilmente molto più di lei... Avrebbe ricevuto una
bella sorpresa al primo consiglio di classe...
-Non sei stato molto
gentile, carissimo...- gli fece notare poi Bob, dandogli una leggera
gomitata.
Ville gli lanciò uno
sguardo folgorante e l'amico non osò ribattere. Da quando si erano
conosciuti in prima liceo, Flavio poteva dire con certezza che è vero che la
prima cosa che s'impara in una lingua straniera sono insulti e parolacce.
Jim parlava
fluentemente l'inglese e il tedesco (il francese non lo parlava per
scelta), era per metà finlandese, sapeva balbettare qualcosa in
finnico per comunicare semplici informazioni e usarlo, anche
fin troppo bene, per imprecare...
Flavio parlava a
fatica l'inglese e il francese... Il tedesco non aveva idea di dove
stesse di casa, ma ci mancava poco che conoscesse più insulti dell'amico
finnico e forse era l'unico che capiva sempre tutto quello che Ville
diceva quando era incazzato.
La professoressa di
matematica fece una pessima impressione su tutta la classe, sopratutto
dopo che, al secondo giorno di scuola, gli aveva imposto una verifica per
giovedì in modo da "testare le loro conoscenze".
Il resto della
giornata trascorse più o meno tranquillamente. Il professor Canetti
avrebbe dovuto iniziare a spiegare Hegel. L'anno precedente, la
loro ex insegnante, aveva fatto in modo che non si ritrovassero un
filosofo così impegnativo come Kant alla maturità, ma aveva lievemente
tralasciato il programma di storia.
Quando i ragazzi
confessarono al professor Canetti che si erano fermati
all'inizio della Rivoluzione Francese, l'uomo fu costretto a fare un
dettagliato programma che prevedeva lo studio di un centinaio di anni
densi di storia in meno di mese. Promise che avrebbe fatto di tutto per
non inserire il recupero del programma dell'anno scorso, all'interno di
quello d'esame, ma fu irremovibile.
I ragazzi non potevano
studiare il resto della storia, senza affrontare periodi importarti e
densi come quello della Rivoluzione Francese, o il congresso di Vienna, o
il Risorgimento italiano.
-Che giornata di
merda!!- non poté fare altro che commentare Flavio, una volta che la
campanella delle due suonò e poterono lasciare quel maledetto edificio.
Prima di salutare
Lilith, lei gli confermò l'invito di sabato per andare a casa sua, e gli
ricordò che il giorno dopo avrebbero avuto le prove con Pit of Darkness.
-Tranquilla, ci sarò.
Io e il mio basso usato rosa che con fa fa tanto "razorblade"... Secondo
mia madre...-.
***
Quando Ville entrò in
casa cominciò a temere che sua madre stesse ancora doermendo ma, si
accorse, che dal balcone proveniva una voce. Cercando di non farsi
notare, si avvicinò alla finestra e teste attentamente l'orecchio in modo
da capire con chi stesse parlando la donna.
-Kyllä. I will be
there... Hyvää yölla-
-Mutti!! Sono
tornato...- disse affacciandosi mentre la donna stava chiudendo in tutta
tranquillità la chiamata.
-Buon pomeriggio. Non
ho ancora preparato il pranzo.- disse subito al figlio.
-Chissà perchè non ci
ho sperato neanche per un minuto...- rispose il ragazzo.
-Ho avuto da fare...
Chiamate di lavoro e ho dovuto iniziare la stesura delle note
introduttive per il Museo del Risorgimento...-
-Che lavoro del
cavolo...- gli rispose il figlio -Comunque ci ho pensato io al pranzo...-
concluse mostrando alla donna un cartone della pizzeria d'asporto con
dentro quattro pezzi di pizza ancora caldi ed ultrafarciti.
-Fortunatamente hai
preso da altri membri della famiglia, e non dalla sottoscritta!- disse
Abigail apparecchiando il tavolo.
-Intendi... Da papà?-
domandò cupo.
-Qualunque altro
parente va bene.. papà, nonni, zii, pro-zii...-
-Ma tu sei figlia
unica...-
-E la zia Leena dove
la metti?-
-Ma non una
consaguina...-
-E' la cugina di tuo
padre... E poi lui ha un fratello quindi, tecnicamente, uno zio ce
l'hai... Com'è andata a scuola?-
Ville si rabbuiò.
Adorava sua madre, con
tutto il cuore. Ma certe volte gli faceva male sapere che volesse tenere
tutto nascosto a suo figlio... Aveva rinunciato a tutto per lui, persino
all'amore dell'uomo che tanto amava e adesso... Non si azzardava neanche
a dirgli il nome del padre!!
Neanche quello
sapeva!!
Molte volte si era
confidato con Lilith e Flavio, cercando di capire il perchè del
comportamento si sua madre e rivelando quel lato fragile di lui, che
difficilmente faceva trasparire.
Non sembrava, ma
quando si rendeva conto che lui poteva essere figlio di chiunque, lo
faceva star male. Non sapere neanche il nome di padre era... Come se gli
mancasse una parte di sé...
Non aveva mai dubitato
di sia madre ma, ogni tanto, si domandava se veramente quella donna fosse
stata sincera con lui, fino in fondo.
****
Era la prima volta che
Ville vedeva la casa della ragazza... Era piccola ma accogliente.
I genitori della
ragazza dormivano in sala su un grande divano letto, mentre lei nella
stanza dell'appartamento. Come per Ville e sua madre, anche i nonni di
Lilith avevano lasciato l'appartamento al figlio e alla sua famiglia, per
trasferirsi in un luogo più tranquillo è lontano dal traffico cittadino.
Senza troppi
convenevoli, Lilith trascinò il ragazzo nella sua camera.
-Cavolo, sei più
infoiata di me!- non poté fare a meno di constatare il ragazzo.
Lei rise.
-Mio padre dice sempre
che alla nostra età mia madre era tale e quale...-
-Ma... Devo dire che
non mi dispiace...-
***
Dopo un paio d'ore i
ragazzi erano sdraiati sul letto, sotto le lenzuola, con gli occhi chiusi
e in silenzio, ad ascoltare i loro cuori battere all'unisono.
Ville si sentiva
ridicolo quando si ritrovava a pensare a quanto gli piacesse assaporare
quei momenti di tranquillità da condividere solamente con la ragazza. Gli
altri suoi amici, i ragazzi del gruppo e Flavio in primis, non erano mai
stati così romantici e, l'unica volta che Ville aveva espresso i suoi pensieri
era stato preso in giro sino allo sfinimento.
Parlarne con sua madre
era stato decisamente molto più consolante: il romanticismo, sempre
se non troppo melenso, era meraviglioso, soprattutto quando una
persona era in grado di apprezzare anche i particolari più piccoli e i
singoli istanti che si trascorreva insieme.
Nonostante
tutto Abigail non si era potuta trattenere dal constatare che, da
questo punto di vista, era tale e quale a suo padre.
-Lily?-
-Uhm?-
-Pensi che i tuoi mi
giudicheranno male?-
-Perché dovrebbero?-
domandò lei muovendosi leggermente, posando il capo, sulla spalla del
ragazzo.
-Bah... Per i vestiti,
il trucco... La mia faccia da mollusco...-
-Cosa?!-
-Non te l'avevo mai
detto?-
-No...-
-Mia nonna mi dice
sempre che ho la faccia da mollusco... Mentre, secondo mia madre, sono
faccioso...-
-E la tua ragazza dice
che sei terribilmente sexy...-
Villa la baciò con
trasporto.
-Comunque stai
tranquillo. Da giovane mio padre era un metallaro fricchettone, il prof.
Oscar un... casino, ma tendete anche lui al metallo e la migliore amica di
mia madre era, forse, la peggiore di tutti e tre. Ronciosa come pochi...
E ti ricordo che sono cresciuta anch'io a pane e Metallica!!-
Ville coprì il corpo
della ragazza con il suo, coprendosi ben bene con le lenzuola.
***
Alle otto suonò il
campanello e Lilith si alzò dal divano per andare ad aprire la porta.
I due ragazzi avevano
cercato di ridarsi un aspetto abbastanza decente e si erano posizionati
sul divano a guardarsi il DVD dell'ultimo concerto dei Nightwish con
Tarja Turunen.
-Ciao ma', ciao pa'...
Oh, ciao prof. Oscar!-
-Ciao tesoro!-
-Ciao Lily!-
-Cosa avete preso di
buono?-
-Cinese!- rispose la
madre -Ci hai detto che anche al tuo ragazzo piace molto...-
-Già, a proposito...
Ville, loro sono mia madre Vera e mio padre, Teo... Il prof. Oscar non te
lo presento neanche, visto che siamo costretti a vederlo quasi tutti i
giorni. Mami, papi, lui è Ville.-
-Piacere di
conoscervi.- disse il ragazzo, lievemente imbarazzato, stringendo la mano
ai genitori della ragazza.
Si misero al lavoro e,
in breve, la tavola fu apparecchiata e tutti presero posto.
-Mamma, avete preso le
bacchette?-
-Si, ma nessuno di noi
le usa...-
-Ma Ville si!- disse
lei porgendo le bacchette di bambù al ragazzo -E mi sta insegnando...-
-In bocca al lupo...
Io non ho mai imparato...- constatò il professor Canetti.
-Io sono stato quasi
obbligato. Secondo mia madre il cibo cinese ha un altro sapore se
mangiato con le bacchette e così...-
-Questo discorso non è
la prima volta che lo sento...- ridacchiò l'uomo.
-Già... Abby ha
provato non so quante volte ad insegnarci a mangiare così, ma nessuno di
noi ha mai imparato!!- ricordò Vera sorridendo.
Per qualche minuto
calò un imbarazzante silenzio sulla tavola, sino a che il padre di Lilith
non decise che era il caso di fare un po' di conversazione col ragazzo.
-Allora Ville... Che
nome insolito che hai...-
-Mh...- disse il
ragazzo ingoiando un pezzo di pollo alle mandorle -E' un nome finlandese,
ma sono italianissimo...-
-Beh, oddio...-
commentò Lilith.
-Non proprio... Mia
madre è metà tedesca e metà italiana, mio padre invece finlandese e
ungherese... Ma vivo in Italia da quindici anni, quindi...-
-Non sei nato qui?-
-No, sono nato ad
Helsinki, dove mia madre ha vissuto per diversi anni... Poi ha deciso che
era il caso di riportarmi nella sua madre patria...-
-E così ti ha dato un
nome finlandese...-
-Già, ne ho anche un
altro ma è alquanto pessimo...-
-Ville... Io mi chiamo
Lilith Kithiara iside... Cosa dovrei dire?!-
-Beh, ma Ville Lauri
stonano un po' insieme...-
-E cosa vogliono
dire?- domandò Teo.
-Guglielmo... Lauri
non lo so.- rispose la madre di Lilith al posto di Ville.
-Lorenzo...- rispose
il ragazzo.
-Nah, adesso questa me
la spieghi...- disse Oscar a Vera.
-Ti ricorda niente
Guglielmo Ermanno Luce?-
-No.-
-Ma si!! la checca che
lui- disse Teo indicando la moglie -ed Abby, idolatravano!!-
-E' vero!- rispose
Oscar tirandosi una manata in fronte -Però... Senza darti della checca
ovviamente, ma sai che il tuo modo di vestire ricorda quello del Ville?-
Ville, imbarazzato,
abbassò lo sguardo concentrandosi su alcuni germogli di soia che non ne
volevano sapere di collaborare.
_Conosci bene i
Nightwish, Ville?- gli domandò il padre di Liltih.
-Oh, si!!
Decisamente!! Sono in assoluto il mio gruppo preferito... E poi sono
finlandesi...- disse sorridendo.
-Amore, stai cambiano
discorso?-
-Si, lo sai che odio
quel tipo e quel suo maledettissimo e fottutissimo Love Metal!!-
Per il resto della
serata la conversazione si concentrò su musica, libri, politica, viaggi e
progetti per il futuro.
I genitori di Lilith
erano delle persone squisite e il prof. Oscar era assolutamente fuori di
testa e veramente simpatico e veniva preso costantemente per i fondelli
dai due amici e dalla ragazza.
Alle undici e mezza il
cellulare di Ville squillò.
-E' mia madre... Devo
andare.- disse il ragazzo osservando lo schermo.
-Ma invitala a
salire!!- gli disse Teo.
-Ok...- disse il
ragazzo e rispose al cellulare.
-Hei Mutti... Si,
abbiamo finito da un pezzo... I genitori di Lilith mi chiedono se vuoi
salire... dai Mutti, non farti pregare! parcheggia quella cazzo di macchina e
sali... Vengo giù a prenderti...-
-Vado giù a
prenderla...-
-Perfetto, preparo il
caffè!- disse Vera.
-No, mamma. Per Ville
e sua madre metti su il bollitore. Preparo il the...-
Il ragazzo uscì
dall'appartamento e, scendendo le scale, raggiunse sua madre che lo
aspettava all'ingresso.
-Io questo posto l'ho
già visto...-
-Ciao Mutti! Si,
grazie. Ho passato davvero un'ottima serata.-
-Scusa PikkuNalle...
Sono contenta che sia andato tutto bene... Ma se lo avessi saputo prima,
almeno avrei evitato di mettermi la maglietta dei Daniel Lioneye...-
constatò la donna.
-Ma fregatene!! Da
quello che ho capito, da giovani, i genitori di Lilith e il professore
erano peggio di te!!-
Abigail sbuffò per poi
seguire il figlio su per le scale, sino al secondo piano.
Ville entrò e trovò
Lilth che li aspettava.
-Ciao Lilith!- disse
la donna vedendo la ragazza davatni a sé.
-Salve signora
Felsen!- gli disse la ragazza.
-Non riesci ancora a
darmi del tu?-
-Nah...- rispose la
ragazza.
-Fa
niente... Tutto bene?-
La ragazza annuì.
-Mutti, loro sono i
genitori di Lilith, Vera e Teo, e lui il professor Canetti! Vera, Teo,
Prof, lei è mia madre, Abigail...-
Abigail guardò le tre
persone che aveva davanti.
Queste ricambiano lo
sguardo stupito....
-ABBY??!- dissero i
tre all'unisono.
***
¹ Ecco mia madre, Abigail!
* I peggiori insulti che un ragazzo incazzato come una biscia può rivolgere ad una professoressa parlando in una lingua sconosciuta. Judeau ha detto, io ho solo tradotto ^^
***
Non ve la prendete con me per la fine... Era stata decisa di comune accordo ergo, non me ne assumo la responabilità XD
Piccolo appunto sul commento di madre e nonna: i finnici sono facciosi... Per il mollusco ve lo spiego nel prossimo capitolo ^^
Urgh... Scrivere "maledettissimo e fottutisimo Love Metal" è stato terribile... -_-
I nomi dei vari personaggi sono stati scelti di comune accordo o meglio...
Io ho scelto i nomi di Ville, Abigail, Flavio e Lilith.
Davo ha scelto Vera, Teo ed Oscar... E forse alcuni di altri personaggi che verranno fuori nel corso della storia, me li ero scritti da qualche parte, ma al momento non ricordo dove li ho messi...
Devo dire che non saprei che altre precisazioni fare...
Passiamo ai ringraziamenti che è meglio XD
Ladynotorius: ci è voluto un po', ma il seguito è arrivato ^^
Darky: speriamo/spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo... Ok, un po' bastarda la conclusione, ma è stata deisa di comune accordo ^^ Mi piace da morire inserire tutte quelle frasi in finnico... Adatte per delle suomalainen inside XD
musicaddict: si, forse non è proprio il massimo ambientare il tutto al liceo ma, possiamo dire, che il tutto è partito da lì, quindi abbiamo deciso di mantenere la medesima collocazione... Spero ti sia piaciuto questo capitolo ^^ Purtroppo non sono brava a rispondere alle recensioni come faceva Davo... Sob...Suukko
AnAngelFallenFromGrace: Fa piacere che i personaggi sono piaciuti. Bob e Jim dovevano essere accopiatti proprio per sottolineare l'amicizia tra i due nonostante la diversità {e, inconsciamente, sembra quasi di vedere Ville e Linde}... Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^
Grazie a tutte per i commenti e le recensioni, spero di non avervi deluso con questo tentativo... Emulare Judeau non è facile...
Kuss und/ja Suukko
LaTuM
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