-Ti dispiacerebbe ripetermi ancora una
volta cos’hai intenzione di fare? Perfavore..- Ryan, con indosso una coppola
fantasia Burberry, sbocconcellava una mela fissando interdetto la sorella di
sottecchi, la schiena appoggiata alle parete azzurra del
refettorio.
Sharpay sbuffò sonoramente, le mani
nei capelli. Non ne poteva più. Era ormai la decima spiegazione in cui si
profondeva, nel vano tentativo di far entrare nella testa vuota del gemello, un
semplicissimo concetto.
Cinque
parole.
IL . Musical. Doveva. Essere.
Loro.
- Ryan, non mi sembra che ci voglia un
genio per capire dove ho intenzione arrivare..- ripetè alterata la ragazza, per
l’ennesima volta - ..ma procediamo per gradi, onde evitare altri giri di parole
inutili..-
Gli occhi scuri di Sharpay, si
ridussero improvvisamente a due fessure guardinghe.
- Sai che Gabriella ha l’influenza,
vero?- Domandò, controllando la propria immagine attraverso uno specchietto
motivo floreale, intelligentemente imboscato nell’inseparabile
pochette.
-Sì..-
-E che la professoressa Darbus, come
sempre, pretenderà l’Eccellenza, e non tollererebbe alcuna mancanza durante la
quarta replica del musical, che si terrà la settimana
prossima..-
-Fin qui ti
seguo...-
-Ebbene, come potrai facilmente
immaginare, nonostante l’assenza di Gabriella,
Ryan restò in silenzio per qualche
secondo, ed alzò imbarazzato le spalle.
-Spiacente, sorellina..- Dovette
ammettere, abbassando lo sguardo -.. ma ancora non capisco quale sia il tuo
scopo..-
-Ma come?- Strepitò Sharpay, che
iniziava a spazientirsi sul serio -.. andiamo! Qual è la cosa per cui abbiamo
tanto lottato, e che ci siamo visti ingiustamente strappare da quella coppia di
palloni gonfiati, qualche mese fa?
Gli occhi celesti del ragazzo,
s’accesero d’un improvviso bagliore.
-Oh, ma certo! Il Musical!- Boccheggiò
Ryan trionfante, gettando via la sua mela, di cui non restava altro che un
torsolo.
Sharpay alzò gli occhi al
cielo.
-Alla buon’ora! Il mio piano non
prevede altro che questo..- Riprese la bionda, stringendo i pugni, ancora più
determinata del solito - riuscire a prendere ciò che è nostro di diritto. E che
ci spetta..-
-Oh ma certo!- Ryan cinse le spalle
della sorella con un braccio, guidandola in direzione del
corridoio.
Quindi, assumendo un’aria perplessa,
s’arrischio a farle la domanda.
-Ma…come credi di
sbarazzarti di Troy?
Sharpay fulminò il
fratello con un’occhiataccia.
Era incredibile che non avesse ancora
capito nulla, dopo tutto il fiato che aveva
sprecato.
- Lo farò impazzire.
Totalmente impazzire..- sibilò con aria diabolica Sharpay, sorridendo sempre
maggiormente di bieco appagamento – sarò insopportabile, piena di pretese;
lunatica, vanitosa, ed irresistibile.
Instillerò il seme del
dubbio, in quella sua primitiva testolina.
La ragazza aprì il
proprio armadietto e si guardò allo specchio nuovamente, sistemando i lunghi
capelli vaporosi , quel giorno ravvivati da piccole ondine
capricciose.
Non c’era
dubbio.
-Farlo capitolare,
risulterà un vero e proprio gioco da ragazzi..- sorrise, mentre la mano cauta di
suo fratello Ryan, si posava sulla linda superficie dell’armadietto
accanto.
- Far capitolare chi, a
titolo informativo?
- Ma come! Ryan, a volte
mi domando se ci sia stato uno scambio di culle! Quel protozoo di Bolton, mi
sembra ovvio!
Sharpay si voltò
inviperita, il nuovo rossetto “glam shine” stretto tra le dita affusolate,
pronta a sganciare la consueta dose di invettive sulla testa del ben poco sagace
gemello. Ma ecco che, una volta
incontrato lo sguardo di colui che le aveva effettivamente posato la mano sulla
spalla, tutta la rabbia accumulata smontò drasticamente.
Troy Bolton, radioso
nella sua t-shirt a strisce variopinte, le scoccava un’occhiata perplessa, gli
irresistibili occhi azzurri atteggiati in un’espressione volutamente ironica.
-Protozoo,
eh?
-Oh..-
Le braccia di Sharpay
ricaddero inerti lungo il tronco, dopo aver compiuto un’involontaria circonvoluzione
in avanti, svuotate di ogni energia. E fu così che, il playmaker dei Wildcats,
ebbe il più alto dei privilegi immaginabili.
Una nuova riga, rosa e
catarifrangente, si aggiunse inaspettatamente quale irrinunciabile surplus,
all’accozzaglia di strisce variopinte, che ornavano la sua spiritosa
maglietta.
Fu lampante che il
buongiorno, immancabilmente, si vede dal mattino.
Soprattutto dalle grida
simultanee che, prontamente, si fecero strada attraverso le labbra di Troy e
Sharpay...
-Sharpay! Ma guarda che
cosa hai combinato!- Troy abbrancò con violenza la porzione di tessuto
orrendamente deturpata, lanciando alla bionda uno sguardo collerico –non dirmi
che è pure indelebile! Ad ogni modo, la lavanderia, la paghi tu.
- Che cosa? Sei tu che
devi ripagare il mio rossetto!:- Protestò energicamente Sharpay, cercando con lo
sguardo Ryan, che riteneva l’unico vero responsabile del qui pro quo –
guarda...! Il beccuccio si è tutto incrinato..-
Il playmaker finse di
studiare per un istante, con aria critica, quel miserrimo tubetto contenente
lucidalabbra, o chissà quale altra diavoleria da femminuccia, miseramente
scheggiato e acciaccato, dal tremendo salto mortale. Quindi alzò le
spalle.
-Se non riesci a
controllare nemmeno il tuo corpo, non è certo colpa mia..- Concluse,
acchiappando Sharpay per un braccio, e guidandola in direzione del teatro -.. e
ora muoviamoci. Abbiamo le prove..-
- Lasciami subito, Bolton..- Dal canto
suo, Sharpey si districò immediatamente della stretta, ravviando la manica
destra della sua camicia cremisi, ricoperta di spille e volants - ..a teatro
verrò in tutta tranquillità, con le mie gambe.
Un’espressione trionfante, si dipinse
improvvisamente sul bel volto della ragazza.
-E poi, ieri, sembrava che fossi tu a
non essere in grado di controllare il tuo corpo. Suore carmelitane, eh? O
sbaglio?
Troy arrossì violentemente, aprendo la
bocca per dire qualcosa di sufficientemente convincente. Ma ogni proposito finì
per risultare vano..
Per fortuna, la signora Darbus, le
braccia larghe ed un’espressione di giubilo sul viso, spuntò tempestivamente
fuori dal teatro, sottraendo il playmaker a quella situazione
imbarazzante...
- Signor Bolton! Mia cara Sharpay! Ho
una notizia splendida da riferirvi!
I due ragazzi rivolsero alla donna
un’espressione interrogativa, inarcando le
sopracciglia.
Le notizie che, a parere della Darbus,
avrebbero dovuto sembrare entusiasmanti, finivano immancabilmente per risultare
fonte di guai.
- Alla quarta replica sarà presente un
talent scout di un’ importante compagnia teatrale, riuscite a crederci!?-
Esclamò infatti dì lì a poco la professoressa, le mani giunte sul petto, e gli occhi traboccanti di gioia –
sapete che cosa significa, questo?
Sharpay deglutì, passandosi stupefatta
una mano tra i capelli.
Un talent scout? Non poteva crederci! Era l’occasione di una
vita..
A questo punto, era indispensabile
applicarsi al massimo, per acquisire il completo monopolio del musical, e
spazzare via quel ridicolo sentimentale di Bolton: soltanto con la sbalorditiva
presenza scenica dei fratelli Evans, ne era sicura, Twinkle Town sarebbe infatti
riuscito a brillare d’una sfavillante luce. Bisognava..
-...raddoppiare gli sforzi, signora
Darbus! Ci applicheremo al massimo!- Promise Sharpay, stringendo i pugni, mentre
Troy fissava il pavimento, in evidente difficoltà.
- Bene, figlioli! – Sentenziò, un
attimo prima di svanire lungo il corridoio, gesticolando enfatica – subito al
lavoro, allora ! Il teatro, non aspetta nessuno!
E, un attimo dopo, Troy e Sharpay si
ritrovarono soli, accomodatisi a ridosso del gigantesco palco illuminato.
Il playmaker era improvvisamente
piombato in un pensoso silenzio, decisamente
preoccupato.
Accidenti. Come avrebbe fatto ad
impegnarsi al massimo, se la sua testa si rifiutava di seguire le note, ed i
suoi occhi non si decidevano ad abbandonare, neanche per un istante, la
figuretta saltellante di una certa biondina, che era riuscita a turbare la sua
tranquillità più di un imminente partita di basket?
E dovendo trascorrere con lei buona
parte della sua settimana, sarebbe riuscito a levarsela dalla testa, ritornando
ad occuparsi, com’era giusto che fosse, della sua amata
Gabriella?
Troy si morse le labbra, avvinto. La
situazione era decisamente problematica.
Ma proprio mentre avvertiva,
improvvisamente, la possibilità di essere più vicino ad un’ipotetica soluzione
di quanto pensasse, un grido irato lo richiamò all’ordine, facendolo
sobbalzare.
Sharpay, le braccia conserte, era in
piedi dietro di lui, e batteva spazientita i piedi per
terra.
- Allora, bella addormentata, vogliamo
deciderci a lavorare?- Protestò , inarcando con aria allusiva le sopracciglia.
Troy cercò di sorridere, anch’egli piuttosto
infastidito.
-Scusa, Sharpay. Stavo riflettendo..- Si giustificò,
scattando anch’egli in piedi.
La ragazza si portò una mano alla
fronte, stringendo le labbra.
-Oh, certo. E credi che le tue
meditazioni filosofiche ci aiuteranno a fare colpo sui talent scout, tra soli
cinque giorni? – Lo scimmiottò, stizzita - ..lo sapevo che
-Rubare?- Troy represse a stento una
risata ironica, contrariato. In tutta la propria notevole statura, torreggiava
su Sharpay, che cominciava a sentirsi leggermente intimorita – era vostro, per
caso? L’avevate comprato ai grandi magazzini? Ho sentito che il reparto
“sceneggiature per il duo Evans”, è appunto ben
fornito..-
- Ti detesto, razza di
incivile!
Sharpay gli voltò immediatamente le
spalle, la mascella serrata dalla rabbia. Troy era davvero un egocentrico, un
egocentrico saccente e
cattedratico, non c’era che dire: proprio la razza che meno sopportava, e
i cui appartenenti cercava quanto prima di svezzare. Gliel’avrebbe fatta vedere
lei!
Nervosa, la ragazza corse quindi in
direzione della scala che lei e suo fratello Ryan avevano utilizzato, per la
loro spiritosa rivisitazione di Bob to the top: intenzionata a trascinare
l’oggetto, decisamente troppo pesante per il suo corpo sottile, senza l’aiuto di
Troy, Sharpay incespicò tuttavia nei propri piedi, e finì per cadere a piombo
contro l’attrezzo.
- Ahia, cavolo..- Sussurrò, fissando
preoccupata il proprio polso, con le lacrime agli
occhi.
- Sharpay.. ti sei fatta male?-
Impensierito, Troy raggiunse rapidamente la ragazza: Sharpay, accovacciata a
terra, gli dava le spalle, il dorso scosso dai singhiozzi.
- N- no, non è niente..- Balbettò,
senza avere il coraggio di voltarsi.
Il playmaker le si inginocchiò
accanto, decidendo di reprimere ufficialmente gli istinti omicidi di poco
prima.
-E allora perché stai piangendo?-
Domandò, preoccupato.
Per tutta risposta, Sharpay protese il
braccio in direzione di Troy, mostrando la mano aperta: sul palmo, leggermente
graffiato, era riposto un piccolo bracciale d’oro, rottosi a
metà.
- Sì è rotto.. – Spiegò la ragazza con
voce tremante, il capo leggermente reclinato – era un regalo di mia nonna, sai.
L’ultimo ricordo di lei. Sia io che Ryan ne possedevamo uno. E
ora..-
- Mi dispiace molto, Sharpay..- Troy
rimase per un istante immobile, indeciso sul da farsi. La regina di ghiaccio non
sembrava tipo da sentimentalismi, certo: ma ritrovare anche lei, come ogni
essere umano, così fragile e devota agli affetti, lo aveva
disorientato.
- Sharpay..- Il ragazzo, quindi, le
toccò lievemente una spalla, intimidito: Sharpay si voltò, gli occhi lucidi e
illuminati di una luce aurea.
Per un istante, i loro sguardi
rimasero fissi gli uni negli altri, mentre Troy avvertiva una fitta al cuore,
nel pensare a quanto fosse bello quel volto così triste e
smarrito.
Quindi, il ragazzo allargò le braccia,
e la strinse forte a sé: Sharpay spalancò gli occhi, sorpresa; ma poi si lasciò
avvolgere dal profumo caldo di Troy,
cullare dalla sua forza così placida e
sicura.
Socchiuse gli occhi, arrossendo
lievemente.
Sentiva battere forte il cuore,
standogli così vicino: ma, più per mettersi l’anima in pace che per reale
convinzione, si costrinse a pensare che fosse frutto dello spavento di poco
prima.
- Un amico di mio padre si occupa di
oreficeria, ed aggiusta ormai gratis da secoli i gioielli della mamma..- Spiegò
quindi Troy, afferrandola con delicatezza per le spalle – se ti fidi, a
lasciarmelo in consegna, te lo restituirò come
nuovo..-
Sharpay, inizialmente titubante, annuì
convinta, porgendo al playmaker il bracciale: il ragazzo ripose le mani di lei
tra le proprie, ispezionandole con aria critica.
- Sanguini..- Decretò infine Troy,
scosso, riprendendo fiato – forse è meglio se raggiungi un istante
l’infermeria..-
Sharpay riempì quell’improvviso
silenzio imbarazzante con un discreto colpo di tosse, sollevandosi aggraziata ed
agile in piedi.
-Oh, certo..- Sospirò, ritornando
seria tutt’a d’un tratto – grazie di tutto,
Bolton..-
- Di niente..-
La ragazza si diresse velocemente
verso l’uscita del teatro, ignara d’essere seguita dallo sguardo vigile di
Troy.
Quindi, le braccia ripiegate lungo i
fianchi, si voltò improvvisamente, un’espressione sarcastica dipinta sul
viso.
-Quello che è successo non cambia
niente, spero che tu lo sappia..- Domandò, gli occhi fissi sul playmaker, ed un
lampo ilare negli occhi castani.
Troy alzò le spalle, simulando
indifferenza.
-Naturalmente...- Rispose, fingendo di
frugare con curiosità all’interno della propria borsa sportiva – a
dopo..-
Ma, una volta rimasto solo, il ragazzo
estrasse dalla sacca un libro che noi ben conosciamo, e volò con mano rapida al
terzo capitolo. ..
- Lei non ti sarà mai riconoscente di
nulla. Mai..- Scandì Troy sorridendo leggermente,
pensoso.
Bah. Comunque fosse finita, in un
certo senso, Sharpay l’aveva fatto. Quasi.
Accidenti. Che adorabile, piccola
velenifera serpe. L’avrebbe addomesticata a dovere, ne era sicuro. Sharpay
Evans, sarebbe cambiata, al termine di quella settimana. Forse.
Cavolo. Ma perché, anche impegnandosi,
non riusciva a pensare a nient’altro, che non la riguardasse più o meno
direttamente?
Troy estrasse il proprio cellulare
dalla borsa sportiva, mugugnando.
Gabriella era ancora malata, perdinci.
Doveva chiamarla.
Subito.
Un improvviso rossore gli comparve
sulle guance, mentre un pensiero perfettamente prevedibile ma del tutto
involontario, gli si affacciava alla mente, fastidioso.
Meglio aspettare che Sharpay tornasse,
prima.
Deglutì.
Dannazione.
Come aveva detto, Chad? Ah, sì.
Sharpay Evans non faceva per lui.
Assolutissimamente.
Troy sorrise, nel rammentare quel
pragmatico consiglio.
I superlativi, d’altronde, non gli
erano mai andati a genio. Assolutissimamente.
A proposito.. grazie a
tutte le persone che hanno letto e recensito, dal più profondo del cuore! Questa
sezione mi sembra particolarmente piena di persone davvero simpatiche e
stupende; forse perché, in fondo, tutte noi fan di HSM, siamo accomunate da uno
spirito vivace e sognatore, chissà xD Bacioni a tutte! Eh ah, Aqua princess ha
davvero ragione! Chi li capisce, gli UOMINI? Kizz a tutte xD