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Autore: Sbrecks    22/10/2007    6 recensioni
Troy e Sharpay. Diametralmente opposti. Due magneti che si attirano e si respingono, indipendentemente dalla loro volontà. Una serie di circostanze che sembrano volerli uniti.Un romanzetto d'amore che racchiude le dieci regole dell'attrazione, alle quali non potranno sfuggire. Quando non è la razionalità, ma il cuore, a dettare le leggi secondo cui vivere.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sharpay Evans, Troy Bolton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hyhh

 

 

 

-Ti dispiacerebbe ripetermi ancora una volta cos’hai intenzione di fare? Perfavore..- Ryan, con indosso una coppola fantasia Burberry, sbocconcellava una mela fissando interdetto la sorella di sottecchi, la schiena appoggiata alle parete azzurra del refettorio.

Sharpay sbuffò sonoramente, le mani nei capelli. Non ne poteva più. Era ormai la decima spiegazione in cui si profondeva, nel vano tentativo di far entrare nella testa vuota del gemello, un semplicissimo concetto.

Cinque parole.

IL . Musical. Doveva. Essere. Loro.

- Ryan, non mi sembra che ci voglia un genio per capire dove ho intenzione arrivare..- ripetè alterata la ragazza, per l’ennesima volta - ..ma procediamo per gradi, onde evitare altri giri di parole inutili..-

Gli occhi scuri di Sharpay, si ridussero improvvisamente a due fessure guardinghe.

- Sai che Gabriella ha l’influenza, vero?- Domandò, controllando la propria immagine attraverso uno specchietto motivo floreale, intelligentemente imboscato nell’inseparabile pochette.

-Sì..-

-E che la professoressa Darbus, come sempre, pretenderà l’Eccellenza, e non tollererebbe alcuna mancanza durante la quarta replica del musical, che si terrà la settimana prossima..-

-Fin qui ti seguo...-

-Ebbene, come potrai facilmente immaginare, nonostante l’assenza di Gabriella, la Darbus ha preteso che Troy Bolton continuasse ad esercitarsi, in vista del grande spettacolo. Con me..-  Sharpay si interruppe un istante, per accertarsi che Ryan non si fosse distratto. Un cenno d’assenso da parte del fratello, la esortò tuttavia a continuare..- bene. A questo punto, vuoi sbalordirmi, e tentare di concludere tu?

Ryan restò in silenzio per qualche secondo, ed alzò imbarazzato le spalle.

-Spiacente, sorellina..- Dovette ammettere, abbassando lo sguardo -.. ma ancora non capisco quale sia il tuo scopo..-

-Ma come?- Strepitò Sharpay, che iniziava a spazientirsi sul serio -.. andiamo! Qual è la cosa per cui abbiamo tanto lottato, e che ci siamo visti ingiustamente strappare da quella coppia di palloni gonfiati, qualche mese fa?

Gli occhi celesti del ragazzo, s’accesero d’un improvviso bagliore.

-Oh, ma certo! Il Musical!- Boccheggiò Ryan trionfante, gettando via la sua mela, di cui non restava altro che un torsolo. 

Sharpay alzò gli occhi al cielo.

-Alla buon’ora! Il mio piano non prevede altro che questo..- Riprese la bionda, stringendo i pugni, ancora più determinata del solito - riuscire a prendere ciò che è nostro di diritto. E che ci spetta..-

-Oh ma certo!- Ryan cinse le spalle della sorella con un braccio, guidandola in direzione del corridoio.

Quindi, assumendo un’aria perplessa, s’arrischio a farle la domanda.

-Ma…come credi di sbarazzarti di Troy?

Sharpay fulminò il fratello con un’occhiataccia.

Era incredibile che non avesse ancora capito nulla, dopo tutto il fiato che aveva sprecato.

- Lo farò impazzire. Totalmente impazzire..- sibilò con aria diabolica Sharpay, sorridendo sempre maggiormente di bieco appagamento – sarò insopportabile, piena di pretese; lunatica, vanitosa, ed irresistibile.

Instillerò il seme del dubbio, in quella sua primitiva testolina.

La ragazza aprì il proprio armadietto e si guardò allo specchio nuovamente, sistemando i lunghi capelli vaporosi , quel giorno ravvivati da piccole ondine capricciose.

Non c’era dubbio.

-Farlo capitolare, risulterà un vero e proprio gioco da ragazzi..- sorrise, mentre la mano cauta di suo fratello Ryan, si posava sulla linda superficie dell’armadietto accanto.

- Far capitolare chi, a titolo informativo?

- Ma come! Ryan, a volte mi domando se ci sia stato uno scambio di culle! Quel protozoo di Bolton, mi sembra ovvio!

Sharpay si voltò inviperita, il nuovo rossetto “glam shine” stretto tra le dita affusolate, pronta a sganciare la consueta dose di invettive sulla testa del ben poco sagace gemello.  Ma ecco che, una volta incontrato lo sguardo di colui che le aveva effettivamente posato la mano sulla spalla, tutta la rabbia accumulata smontò drasticamente. 

Troy Bolton, radioso nella sua t-shirt a strisce variopinte, le scoccava un’occhiata perplessa, gli irresistibili occhi azzurri atteggiati in un’espressione volutamente ironica.

-Protozoo, eh?

-Oh..-

Le braccia di Sharpay ricaddero inerti lungo il tronco, dopo aver  compiuto un’involontaria circonvoluzione in avanti, svuotate di ogni energia. E fu così che, il playmaker dei Wildcats, ebbe il più alto dei privilegi immaginabili.

Una nuova riga, rosa e catarifrangente, si aggiunse inaspettatamente quale irrinunciabile surplus, all’accozzaglia di strisce variopinte, che ornavano la sua spiritosa maglietta.

Fu lampante che il buongiorno, immancabilmente, si vede dal mattino.

Soprattutto dalle grida simultanee che, prontamente, si fecero strada attraverso le labbra di Troy e Sharpay...

-Sharpay! Ma guarda che cosa hai combinato!- Troy abbrancò con violenza la porzione di tessuto orrendamente deturpata, lanciando alla bionda uno sguardo collerico –non dirmi che è pure indelebile! Ad ogni modo, la lavanderia, la paghi tu.

- Che cosa? Sei tu che devi ripagare il mio rossetto!:- Protestò energicamente Sharpay, cercando con lo sguardo Ryan, che riteneva l’unico vero responsabile del qui pro quo – guarda...! Il beccuccio si è tutto incrinato..-

Il playmaker finse di studiare per un istante, con aria critica, quel miserrimo tubetto contenente lucidalabbra, o chissà quale altra diavoleria da femminuccia, miseramente scheggiato e acciaccato, dal tremendo salto mortale. Quindi alzò le spalle.

-Se non riesci a controllare nemmeno il tuo corpo, non è certo colpa mia..- Concluse, acchiappando Sharpay per un braccio, e guidandola in direzione del teatro -.. e ora muoviamoci. Abbiamo le prove..-

- Lasciami subito, Bolton..- Dal canto suo, Sharpey si districò immediatamente della stretta, ravviando la manica destra della sua camicia cremisi, ricoperta di spille e volants - ..a teatro verrò in tutta tranquillità, con le mie gambe.

Un’espressione trionfante, si dipinse improvvisamente sul bel volto della ragazza.

-E poi, ieri, sembrava che fossi tu a non essere in grado di controllare il tuo corpo. Suore carmelitane, eh? O sbaglio?

Troy arrossì violentemente, aprendo la bocca per dire qualcosa di sufficientemente convincente. Ma ogni proposito finì per risultare vano..

Per fortuna, la signora Darbus, le braccia larghe ed un’espressione di giubilo sul viso, spuntò tempestivamente fuori dal teatro, sottraendo il playmaker a quella situazione imbarazzante...

- Signor Bolton! Mia cara Sharpay! Ho una notizia splendida da riferirvi!

I due ragazzi rivolsero alla donna un’espressione interrogativa, inarcando le sopracciglia.

Le notizie che, a parere della Darbus, avrebbero dovuto sembrare entusiasmanti, finivano immancabilmente per risultare fonte di guai.

- Alla quarta replica sarà presente un talent scout di un’ importante compagnia teatrale, riuscite a crederci!?- Esclamò infatti dì lì a poco la professoressa, le mani giunte sul petto,  e gli occhi traboccanti di gioia – sapete che cosa significa, questo?

Sharpay deglutì, passandosi stupefatta una mano tra i capelli.

Un talent scout? Non poteva crederci! Era l’occasione di una vita..

A questo punto, era indispensabile applicarsi al massimo, per acquisire il completo monopolio del musical, e spazzare via quel ridicolo sentimentale di Bolton: soltanto con la sbalorditiva presenza scenica dei fratelli Evans, ne era sicura, Twinkle Town sarebbe infatti riuscito a brillare d’una sfavillante luce. Bisognava..

-...raddoppiare gli sforzi, signora Darbus! Ci applicheremo al massimo!- Promise Sharpay, stringendo i pugni, mentre Troy fissava il pavimento, in evidente difficoltà.

La Darbus annuì energicamente, soddisfatta.

- Bene, figlioli! – Sentenziò, un attimo prima di svanire lungo il corridoio, gesticolando enfatica – subito al lavoro, allora ! Il teatro, non aspetta nessuno!

E, un attimo dopo, Troy e Sharpay si ritrovarono soli, accomodatisi a ridosso del gigantesco palco illuminato.

Il playmaker era improvvisamente piombato in un pensoso silenzio, decisamente preoccupato.

Accidenti. Come avrebbe fatto ad impegnarsi al massimo, se la sua testa si rifiutava di seguire le note, ed i suoi occhi non si decidevano ad abbandonare, neanche per un istante, la figuretta saltellante di una certa biondina, che era riuscita a turbare la sua tranquillità più di un imminente partita di basket?

E dovendo trascorrere con lei buona parte della sua settimana, sarebbe riuscito a levarsela dalla testa, ritornando ad occuparsi, com’era giusto che fosse, della sua amata Gabriella?

Troy si morse le labbra, avvinto. La situazione era decisamente problematica.

Ma proprio mentre avvertiva, improvvisamente, la possibilità di essere più vicino ad un’ipotetica soluzione di quanto pensasse, un grido irato lo richiamò all’ordine, facendolo sobbalzare.

Sharpay, le braccia conserte, era in piedi dietro di lui, e batteva spazientita i piedi per terra.

- Allora, bella addormentata, vogliamo deciderci a lavorare?- Protestò , inarcando con aria allusiva le sopracciglia. Troy cercò di sorridere, anch’egli piuttosto infastidito.

-Scusa, Sharpay.  Stavo riflettendo..- Si giustificò, scattando anch’egli in piedi.

La ragazza si portò una mano alla fronte, stringendo le labbra.

-Oh, certo. E credi che le tue meditazioni filosofiche ci aiuteranno a fare colpo sui talent scout, tra soli cinque giorni? – Lo scimmiottò, stizzita - ..lo sapevo che la Darbus aveva fatto un errore, a lasciare che tu Gabriella ci rubaste il musical!

-Rubare?- Troy represse a stento una risata ironica, contrariato. In tutta la propria notevole statura, torreggiava su Sharpay, che cominciava a sentirsi leggermente intimorita – era vostro, per caso? L’avevate comprato ai grandi magazzini? Ho sentito che il reparto “sceneggiature per il duo Evans”, è appunto ben fornito..-

- Ti detesto, razza di incivile!

Sharpay gli voltò immediatamente le spalle, la mascella serrata dalla rabbia. Troy era davvero un egocentrico, un egocentrico saccente e  cattedratico, non c’era che dire: proprio la razza che meno sopportava, e i cui appartenenti cercava quanto prima di svezzare. Gliel’avrebbe fatta vedere lei!

Nervosa, la ragazza corse quindi in direzione della scala che lei e suo fratello Ryan avevano utilizzato, per la loro spiritosa rivisitazione di Bob to the top: intenzionata a trascinare l’oggetto, decisamente troppo pesante per il suo corpo sottile, senza l’aiuto di Troy, Sharpay incespicò tuttavia nei propri piedi, e finì per cadere a piombo contro l’attrezzo.

- Ahia, cavolo..- Sussurrò, fissando preoccupata il proprio polso, con le lacrime agli occhi.

- Sharpay.. ti sei fatta male?- Impensierito, Troy raggiunse rapidamente la ragazza: Sharpay, accovacciata a terra, gli dava le spalle, il dorso scosso dai singhiozzi.

- N- no, non è niente..- Balbettò, senza avere il coraggio di voltarsi.

Il playmaker le si inginocchiò accanto, decidendo di reprimere ufficialmente gli istinti omicidi di poco prima.

-E allora perché stai piangendo?- Domandò, preoccupato.

Per tutta risposta, Sharpay protese il braccio in direzione di Troy, mostrando la mano aperta: sul palmo, leggermente graffiato, era riposto un piccolo bracciale d’oro, rottosi a metà.

- Sì è rotto.. – Spiegò la ragazza con voce tremante, il capo leggermente reclinato – era un regalo di mia nonna, sai. L’ultimo ricordo di lei. Sia io che Ryan ne possedevamo uno. E ora..-

- Mi dispiace molto, Sharpay..- Troy rimase per un istante immobile, indeciso sul da farsi. La regina di ghiaccio non sembrava tipo da sentimentalismi, certo: ma ritrovare anche lei, come ogni essere umano, così fragile e devota agli affetti, lo aveva disorientato.

- Sharpay..- Il ragazzo, quindi, le toccò lievemente una spalla, intimidito: Sharpay si voltò, gli occhi lucidi e illuminati di una luce aurea.

Per un istante, i loro sguardi rimasero fissi gli uni negli altri, mentre Troy avvertiva una fitta al cuore, nel pensare a quanto fosse bello quel volto così triste e smarrito.

Quindi, il ragazzo allargò le braccia, e la strinse forte a sé: Sharpay spalancò gli occhi, sorpresa; ma poi si lasciò avvolgere dal profumo caldo di Troy,  cullare dalla sua forza così placida e sicura.

Socchiuse gli occhi, arrossendo lievemente.

Sentiva battere forte il cuore, standogli così vicino: ma, più per mettersi l’anima in pace che per reale convinzione, si costrinse a pensare che fosse frutto dello spavento di poco prima.

- Un amico di mio padre si occupa di oreficeria, ed aggiusta ormai gratis da secoli i gioielli della mamma..- Spiegò quindi Troy, afferrandola con delicatezza per le spalle – se ti fidi, a lasciarmelo in consegna, te lo restituirò come nuovo..-

Sharpay, inizialmente titubante, annuì convinta, porgendo al playmaker il bracciale: il ragazzo ripose le mani di lei tra le proprie, ispezionandole con aria critica.

- Sanguini..- Decretò infine Troy, scosso, riprendendo fiato – forse è meglio se raggiungi un istante l’infermeria..-

Sharpay riempì quell’improvviso silenzio imbarazzante con un discreto colpo di tosse, sollevandosi aggraziata ed agile in piedi.

-Oh, certo..- Sospirò, ritornando seria tutt’a d’un tratto – grazie di tutto, Bolton..-

- Di niente..-

La ragazza si diresse velocemente verso l’uscita del teatro, ignara d’essere seguita dallo sguardo vigile di Troy.

Quindi, le braccia ripiegate lungo i fianchi, si voltò improvvisamente, un’espressione sarcastica dipinta sul viso.

-Quello che è successo non cambia niente, spero che tu lo sappia..- Domandò, gli occhi fissi sul playmaker, ed un lampo ilare negli occhi castani.

Troy alzò le spalle, simulando indifferenza.

-Naturalmente...- Rispose, fingendo di frugare con curiosità all’interno della propria borsa sportiva – a dopo..-

Ma, una volta rimasto solo, il ragazzo estrasse dalla sacca un libro che noi ben conosciamo, e volò con mano rapida al terzo capitolo. ..

- Lei non ti sarà mai riconoscente di nulla. Mai..- Scandì Troy sorridendo leggermente, pensoso.

Bah. Comunque fosse finita, in un certo senso, Sharpay l’aveva fatto. Quasi.

Accidenti. Che adorabile, piccola velenifera serpe. L’avrebbe addomesticata a dovere, ne era sicuro. Sharpay Evans, sarebbe cambiata, al termine di quella settimana. Forse.

Cavolo. Ma perché, anche impegnandosi, non riusciva a pensare a nient’altro, che non la riguardasse più o meno direttamente?

Troy estrasse il proprio cellulare dalla borsa sportiva, mugugnando.

Gabriella era ancora malata, perdinci. Doveva chiamarla.

Subito.

Un improvviso rossore gli comparve sulle guance, mentre un pensiero perfettamente prevedibile ma del tutto involontario, gli si affacciava alla mente, fastidioso.

Meglio aspettare che Sharpay tornasse, prima.

Deglutì.

Dannazione.

Come aveva detto, Chad? Ah, sì.

Sharpay Evans non faceva per lui. Assolutissimamente.

Troy sorrise, nel rammentare quel pragmatico consiglio.

I superlativi, d’altronde, non gli erano mai andati a genio. Assolutissimamente.

hyhh

 

 

 

 

A proposito.. grazie a tutte le persone che hanno letto e recensito, dal più profondo del cuore! Questa sezione mi sembra particolarmente piena di persone davvero simpatiche e stupende; forse perché, in fondo, tutte noi fan di HSM, siamo accomunate da uno spirito vivace e sognatore, chissà xD Bacioni a tutte! Eh ah, Aqua princess ha davvero ragione! Chi li capisce, gli UOMINI? Kizz a tutte xD  

 

 

 

  
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